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Il Racconto dello Specchio Misterioso (My Aunt Margaret's Mirror)
Il Racconto dello Specchio Misterioso (My Aunt Margaret's Mirror)
Il Racconto dello Specchio Misterioso (My Aunt Margaret's Mirror)
Ebook107 pages5 hours

Il Racconto dello Specchio Misterioso (My Aunt Margaret's Mirror)

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About this ebook

Romanzo nel quale Sir Philip a seguito di un matrimonio di convenienza con Lady Jemima parte volontario in guerra a fianco del Duca di Marlborough. Lady Jemima non avendo più notizie del conserte, si affida ad un presunto dottore di Padova in grado di mettere in contatto persone lontane: attraverso uno specchio magico vedrà il consorte intento in un nuovo matrimonio con la figlia di un ricco borgomastro olandese... Libro in lingua originale inglese con traduzione in italiano.
LanguageEnglish
PublisherKitabu
Release dateSep 18, 2012
ISBN9788867441112
Il Racconto dello Specchio Misterioso (My Aunt Margaret's Mirror)
Author

Walter Scott

Sir Walter Scott was born in Scotland in 1771 and achieved international fame with his work. In 1813 he was offered the position of Poet Laureate, but turned it down. Scott mainly wrote poetry before trying his hand at novels. His first novel, Waverley, was published anonymously, as were many novels that he wrote later, despite the fact that his identity became widely known.

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    Book preview

    Il Racconto dello Specchio Misterioso (My Aunt Margaret's Mirror) - Walter Scott

    IL RACCONTO DELLO SPECCHIO MISTERIOSO

    Walter Scott, My Aunt Margaret's Mirror

    Originally published in English

    ISBN 978-88-674-4111-2

    Collana: EVERGREEN

    © 2014 KITABU S.r.l.s.

    Via Cesare Cesariano 7 - 20154 Milano

    Ti ringraziamo per aver scelto di leggere un libro Kitabu.

    Ti auguriamo una buona lettura.

    Progetto e realizzazione grafica: Rino Ruscio

    INTRODUZIONE

    Quel genere di pubblicazione che va normalmente sotto il nome di Annuario, una miscellanea di prose e versi corredata da numerose incisioni e che viene pubblicata ogni anno nel periodo natalizio, prosperò a lungo in Germania, prima di essere poi imitato nel nostro Paese da un intraprendente libraio, tedesco di nascita, di nome Ackermann. Il rapido successo riscosso dalla sua iniziativa provocò il fiorire, come succede di solito ai nostri giorni, di una miriade di pubblicazioni rivali e, fra le altre, di un annuario intitolato The Keepsake, il cui primo numero uscì nel 1828 suscitando grande scalpore soprattutto a causa della sontuosità del tutto insolita delle illustrazioni di cui era corredato. E' stato calcolato che la somma di denaro spesa in questa grandiosa pubblicazione dai suoi dinamici editori si aggirasse intorno a una cifra non inferiore alle dieci, dodicimila sterline!

    Prima che venisse richiesta la mia collaborazione era già risaputo che diversi gentiluomini, la cui fama in campo letterario era tale che chiunque si sarebbe ritenuto onorato di essere associato al loro nome, avevano collaborato al suddetto annuario; fu quindi con grande piacere che misi a disposizione dell'editore alcuni brani originariamente destinati a essere inseriti nelle Cronache del Canongate, oltre al manoscritto di un dramma, un'opera dei miei anni giovanili abbandonata ormai da tempo in un cassetto, La casa di Aspen.

    The Keepsake dell'anno 1828 conteneva, tuttavia, solo tre di questi brevi racconti in prosa, il primo dei quali era, nell'ordine, quello intitolato Lo specchio della zia Margaret. Come di introduzione alla storia, dal momento che è stata inserita in una raccolta completa delle mie elucubrazioni letterarie, mi limiterò a dire che si tratta di una semplice trascrizione, con l'aggiunta al massimo di modestissime correzioni, di un racconto che ricordavo mi aveva colpito da bambino, quando mi fu narrato vicino al fuoco da una dama dotata di insigni virtù e di notevole talento, appartenente all'antica e nobile casa degli Swinton. Si trattava di una mia affabile parente, che trovò una morte così sconvolgente - uccisa, in un accesso di follia, da una domestica addetta per una cinquantina di anni alla sua persona - che ancora adesso non riesco a ricordarla, piccolo com'ero quando capitò la disgrazia, senza sentire in me il doloroso risveglio di quelle che rappresentano forse le prime immagini di orrore che i vari eventi della vita reale hanno impresso nella mia mente.

    Questa brava zitella vantava, fra gli altri lati del carattere, una notevole dose di superstizione e le piaceva, tra le sue varie bizzarrie, starsene da sola in camera, a leggere alla debole luce di una candela infilata in un candeliere che lei stessa aveva ricavato da un teschio umano. Una notte questo strano oggetto d'arredamento acquistò di colpo la capacità di muoversi e, dopo aver eseguito alcuni strani cerchi sul caminetto della brava donna, spiccò un salto leggero sul pavimento e continuò a rotolare per tutta la stanza.

    Senza perdere la calma, la signora Swinton andò nella camera vicina per prendere un altro lume, ed ebbe la soddisfazione di svelare il mistero lì su due piedi. L'antico edificio in cui lei viveva pullulava di topi e uno di questi era riuscito a trovare rifugio nel suo memento mori preferito. Pur essendo dotata di un saldo sistema nervoso per niente femminile, nutriva una profonda fede nei fenomeni soprannaturali, il che a quei tempi non era giudicato un atteggiamento poco adatto alla sua condizione di persona matura e austera; e la storia dello specchio magico era una di quelle rispetto alle quali era particolarmente convinta, perché sosteneva che un membro della sua famiglia era stato testimone oculare degli avvenimenti in essa raccontati.

    Racconto la storia così come è stata narrata a me.

    Racconti press'a poco dello stesso tenore sono soliti riaffacciarsi alla mente di così tanti fra i miei lettori, che io stesso ho finito con l'immergermi in questo genere di storie tradizionali al quale, in un certo periodo della mia vita, ho dedicato senza dubbio un numero di ore superiore alla reputazione che mi guadagnerei ammettendo un simile fatto.

    W.S.

    Agosto 1831

    LO SPECCHIO DELLA ZIA

    "Ci sono volte in cui la Fantasia 

    gioca i suoi tiri birboni, 

    anche a dispetto dei nostri sensi vigili, 

    in cui in una sostanza reale, 

    si affaccia un'ombra, 

    e l'ombra pare reale, 

    in cui l'ampia, palpabile e netta separazione 

    'tra ciò che è e che non è', 

    sembra svanita, come se l'occhio 

    della mente acquistasse il potere di scrutare 

    oltre i confini del mondo esistente. 

    Queste ore di sogni irreali io amo 

    più di ogni rozza realtà della vita." 

    Anonimo.

    Mia zia Margaret era una di quelle degne sorelle alle quali delegare tutti i problemi e le preoccupazioni legati alla condizione di genitori, con l'unica eccezione di quello che si accompagnava all'ingresso dei figli in società. La nostra era una famiglia numerosa, un insieme di temperamenti e caratteri quanto mai diversi tra loro. Alcuni erano dei tipi cupi e scontrosi: questi venivano spediti dalla zia Margaret perché si svagassero; altri erano maleducati, vivaci e turbolenti: venivano dirottati dalla zia Margaret perché se ne restassero tranquilli, o meglio, perché ci si potesse togliere dalle orecchie il baccano che facevano; le si mandava chi era indisposto con la prospettiva di ricevere le cure appropriate, e i riottosi, nella speranza che il loro carattere fosse tenuto a freno dalla garbata, ma ferma disciplina della zia Margaret; in breve, su di lei pesavano tutte le incombenze di una madre, senza che godesse però dell'autorità e della dignità proprie dell'essere madre. L'affollato teatro dei suoi svariati compiti è ormai vuoto; dei bimbi malati e di quelli robusti, dei gentili e dei turbolenti, degli scontrosi e dei gioiosi che affollavano il suo salottino dalla mattina alla sera, ora non è rimasto vivo nessuno eccetto me; e io che, afflitto da un'infermità precoce, ero uno dei più delicati tra i cuccioli a lei affidati, pure, tuttavia, sono sopravvissuto a tutti.

    Ho ancora l'abitudine, e sarà così fino a che avrò l'uso delle gambe, di andare a trovare questa mia degna congiunta almeno tre volte alla settimana. La sua casa si trova a circa mezzo miglio dalla città nella quale vivo; e vi si arriva non solo attraverso la strada maestra, da cui non è molto lontana, ma anche per mezzo di un sentiero erboso che si snoda lungo un grazioso prato. Sono talmente poche le cose che ancora turbano la mia vita, che costituisce per me uno dei crucci maggiori il sapere che alcuni di questi campi, una volta confiscati, sono stati destinati ad aree edificabili. In quello più vicino alla città, per diverse settimane c'è stato un viavai di carriole così frenetico che, parola mia, tutta la sua superficie, per una profondità di almeno quarantacinque metri, è stata caricata su queste carrette in una sola volta, per venire smistata da un posto all'altro. Inoltre, in varie parti della diletta casa padronale sono state erette enormi cataste di assi di forma triangolare; e una piccola macchia di alberi che ancora ne adorna l'estremità orientale, la quale si innalza su un lieve pendio, ha appena ricevuto l'intimazione a sloggiare di lì sotto forma di una pennellata di vernice bianca, e dovrà cedere il posto a un singolare boschetto di camini.

    Altri, forse, nella mia situazione si addolorerebbero al pensiero che questa piccola distesa di pascoli un tempo apparteneva a mio padre (la cui famiglia godeva di una certa considerazione tra la gente) e che venne venduta a lotti per far fronte ai pignoramenti in cui era incappato nel tentativo di recuperare il patrimonio diminuito per via di speculazioni commerciali sbagliate. Mentre questo progetto edilizio era in pieno svolgimento, la circostanza mi venne fatta notare spesso da quel genere di amici che si preoccupano che neppure una briciola delle tue disgrazie possa sfuggire alla tua attenzione. "Pascoli

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