Jean Nouvel si/ci interroga su qualcosa che sta al di là e prima dell'architettura e della sua manifestazione fisica, qualcosa che sta alla radice delle pratiche che contemplano la modifica del nostro spazio abitato, l'introduzione del nuovo, il cambiamento e il confronto con l'esistente. Qualcosa che riguarda un esercizio interiore di osservazione e memoria, un'azione pubblica permanente di giudizio e scelta, un metodo dialettico che confronti la realtà e i suoi vincoli con le soluzioni possibili e gli esiti non solo formali, ma specialmente relazionali del fare architettura come strumento capace di dare spazio, senso e identità alla vita collettiva.
lo non so bene cosa sia il ‘carattere’ in architettura, ma posso immaginare che sia quella qualità sottile e trasversale non identificabile in uno stile, ma semmai in un ‘modo’ di comporre, scomporre e ricomporre le parti al di là della pura