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Libertà: L’ossessione del fae, #4
Libertà: L’ossessione del fae, #4
Libertà: L’ossessione del fae, #4
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Libertà: L’ossessione del fae, #4

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About this ebook

L'Abisso è pieno di creature terribili, ma le miniere non sono da meno. Gareth mi sta sempre accanto, mi protegge e mi dà più piacere di quanto credessi possibile. Pensavo che una volta raggiunte le miniere, il nostro viaggio sarebbe terminato. Con o senza Clotty, saremmo tornati nel Regno d'Inverno e avremmo iniziato la nostra vita insieme, come avevo giurato a Gareth mesi addietro. Ma come posso fermarmi quando la libertà per tutti è così vicina? Rischiando di rovinare il nostro rapporto, escogito un nuovo piano, costellato di pericoli. Ma prometto che alla fine di quest'avventura, resterò con la mia anima gemella come avevo promesso… a meno che il destino abbia altri piani.

Nota di Lily: questo è il capitolo finale della storia d'amore tra Beth e Gareth. A breve, usciranno altri libri ambientati nel mondo di Arin. Grazie per avermi accompagnata in questo viaggio e spero che tutti voi troviate la vostra anima gemella il prima possibile. Con affetto, Lily.

LanguageEnglish
Release dateOct 8, 2020
ISBN9781643669939
Libertà: L’ossessione del fae, #4

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    Book preview

    Libertà - Lily Archer

    Capitolo 1

    Gareth

    La voce di Beth riecheggia attraverso le fredde pareti d’ossidiana che s’innalzano tutto intorno a me. Mantengo la presa, incuneandomi tra le rocce e muovendomi lentamente e scrupolosamente verso il mio obiettivo. Riesco a sentire quant’è infreddolita e spaventata.

    L’Abisso sparisce alla vista in lontananza. Sotto i miei piedi penzoloni, non ci sono altro che aria e morte.

    Ok, adesso basta. Cosa ne dici di lasciarmi andare, invece di mangiarmi? Beth è così vicina, che riesco a sentire la suo voce tremare nonostante cerchi di sembrare spavalda.

    Ma se ti lascio andare, cosa mangio? La voce è bassa e dura, come le pietre che mi circondano.

    Sono certa che abbiamo cibo a sufficienza per te. Non sei molto grosso, in fondo. Non credo che tu possa mangiare più di…

    Quattro changeling.

    Eh? La voce di Beth si è fatta stridula.

    Ho bisogno di quattro changeling. Se me li porti, mangio loro e lascio andare te.

    Ride, e la sua angoscia mi fa venire la pelle d’oca. Non posso portarti quattro changeling. Ma cosa ne dici dei fagioli? Abbiamo quelli e…

    Allora, dovrò accontentarmi di te. Qualcosa stride, provocando un suono sgradevole, mentre continuo a scendere nelle profondità dell’Abisso.

    Aspetta! Il suo urlo è terrorizzato. Potremmo offrirti qualcos’altro.

    Lo stridore si ferma. Tipo?

    Qualcosa di diverso dal cibo. Quello puoi trovarlo in qualsiasi momento, no?

    Certo, ogni volta che gli schiavi passano di qui. Quando arrivano, banchetto su di loro, con le loro ossa stanche e la pelle avvizzita. Probabilmente, faccio loro un favore. La morte tra le mie fauci è migliore di quella nelle miniere. Stranamente, però, nessuno mi ha mai ringraziato. Il suono inconfondibile di denti che si aprono e chiudono taglia l’aria.

    Infatti, non c’è ragione perché tu debba smettere, quindi magari io e te potremmo accordarci per qualcosa di diverso. Scaltra changeling. Non c’è bisogno che la creatura sappia che non ci sono più schiavi a Cranthum, il che significa niente più cibo per lui. Niente più vittime.

    Un pezzo di roccia si stacca da sotto la mia mano, e io scalcio per mantenere la posizione nello stretto cunicolo di roccia. Il sasso rimbalza sulla parete, prima di cadere nel nulla.

    Che cosa…

    Shh… La fredda voce è più vicina, adesso.

    Che cosa c’è? chiede Beth.

    Ho sentito qualcosa.

    Io non ho sentito nulla. Adesso, torniamo al nostro accordo.

    La creatura ringhia, producendo un suono che mi fa venire la pelle d’oca. Sono stanco di parlare. Io non parlo. Io mangio.

    Che vita noiosa.

    Ho fame.

    Anch’io, ma non me ne vado in giro a mangiare changeling.

    Adesso basta. Ecco di nuovo il suono stridente. Non so cosa sia, ma mi fa muovere più in fretta, coi muscoli tesi mentre mi avvicino sempre più alla mia anima gemella.

    Forza. Possiamo fare un patto. Il terrore di Beth aumenta, e il suo sapore è come acido sulla mia lingua. Non c’è bisogno che tu faccia così.

    Niente patti. Qualcosa risuona. "E io voglio fare così. Ho moltissima fame."

    Mi avvicino sempre più, le pareti si stringono una all’altra e finalmente riesco a intravedere una luce verde sul fondo. Non posso fermarmi adesso, quindi mi spingo giù, graffiandomi la pelle contro la roccia mentre faccio il possibile per raggiungere il mio amore.

    Dai, forza! Sembra che fatichi a respirare. Per favore, non ti serve un amico?

    Un amico?

    Sì, qualcuno con cui parlare, con cui divertirti, con cui condividere le cose? Io potrei essere tua amica. Basta che tu tenga lontani quegli artigli.

    Amici?

    Sì! Tu ed io. Migliori amici. Potremmo, che so…, parlare di ragazzi o ragazze o delle cose che ci piace mang… ehm, fare. Cose così. Cose che si fanno tra amici.

    "Avevo un amico, una volta.

    Ecco! Lo vedi? Facciamo progressi. Ok, allora perché non esci dalla gabbia e mi permetti di sedermi, così poi mi racconti del tuo vecchio amico? Il suo tono è adulatore e gentile, permeato solo da un briciolo di terrore.

    Passo a fatica tra le rocce nere, finché noto una sporgenza da cui proviene la luce verde. Sento che Beth è proprio oltre la sporgenza.

    Il mio amico bisbiglia la voce fredda.

    Allungo una mano, inspiro e con uno strattone fuoriesco dallo stretto cunicolo. La punta delle dita è l’unica cosa che mi trattiene dal precipitare nel vuoto sottostante. Ma anche se mi fanno male i muscoli e le mani sono spellate, non posso rallentare.

    Sì, raccontami del tuo amico. Ok?

    Vuoi che ti racconti del mio amico? Va bene.

    Ottimo. È una buona cosa. Batte le mani.

    Mi calo sulla sporgenza il più silenziosamente possibile e mi ritrovo in una piccola caverna con un fuoco verde scintillante sul fondo. Alla mia sinistra, c’è una pila di ossa e alla mia destra una gabbia di metallo. Beth è appoggiata contro le sbarre della parete di fondo, mentre la creatura incombe su di lei. È un vortice di malvagità, ma riesco a vedere degli artigli bianchissimi, con le punte talmente acuminate, da poter deturpare la roccia sotto i miei piedi.

    Che cosa vi piaceva fare insieme? La voce di Beth trema. Non può vedermi mentre avanzo furtivamente verso la creatura.

    Mangiavamo.

    Ci risiamo! Sempre a pensare al cibo, eh? La sua risata è tesa.

    Sì.

    E che altro? Giocavate? Oppure parlavate di donne? Cose così?

    No. La creatura graffia le sbarre con gli artigli, producendo uno strano e fastidioso suono riecheggiante.

    Allora, dov’è adesso il tuo amico? È uscito in cerca di qualcosa da mangiare?

    No. Non è più qui.

    Riesco a sentirla deglutire mentre mi avvicino al mostro, pronto ad affondare la spada nel suo cuore nero.

    Mi dispiace. Che cosa gli è successo? Beth non mi vede ancora. Il mostro è troppo grande e le copre la visuale.

    L’ho mangiato. Mentre il mostro lo dice, spalanca le fauci. Non è altro che questo: una bocca enorme, piena di zanne e fame.

    L’urlo di Beth è come fuoco nel mio sangue, e faccio un affondo. Quando colpisco la creatura con la spada, quest’ultima urla e si volta verso di me.

    La bocca sparisce, sostituita da un vortice di malvagità.

    Beth! Mi lancio in avanti, ma il vortice sbiadisce velocemente come è comparso. Nella gabbia è rimasta solo Beth, che corre verso di me con gli occhi spalancati.

    Aiutami! Inciampa.

    Amore mio. Corro da lei e la stringo tra le braccia.

    Pensavo che mi avrebbe uccisa. Rabbrividisce mentre me la tiro vicina. Continuava a dire che mi avrebbe mangiata. Pensavo che non ti avrei mai più rivisto.

    Faccio scorrere le mani sulla sua schiena. Sei ferita?

    Solo qualche graffio. Si stringe a me. Sto bene. Basta che mi porti via di qui prima che ritorni. L’hai ucciso?

    L’allontano da me. Dobbiamo fare in fretta. La carovana si sta già muovendo. Dobbiamo raggiungerli.

    Ce la faremo. Si strofina le braccia e mi rivolge un sorrisetto ironico. Grazie per avermi salvata.

    Verrò sempre a cercarti. Le cingo il volto con le mani e guardo nei suoi occhi scuri. Amore mio.

    Annuisce.

    A quel punto, la trafiggo con la spada.

    Capitolo 2

    Beth

    Urlo mentre Gareth abbraccia il mostro: la creatura è una perfetta imitazione di me. Trattengo il fiato e lo fisso per un momento. Il mio fondoschiena è davvero così rotondo? É quasi… attraente!

    Concentrati, Beth. Apro la bocca per urlare di nuovo, ma il suono non va da nessuna parte. Non riesco a muovermi. Qualsiasi magia mi abbia gettato il mostro, è riuscita a nascondermi e immobilizzarmi allo stesso tempo. Cerco di urlare attraverso il legame, per avvertire Gareth che la Beth che sta abbracciando non sono io. Ma non sono certa che funzioni.

    E se mi lasciasse qui? E se morissi qui dentro? E se non venissi mai ritrovata? E se portasse via con sé il mostro e quello lo mangiasse? Ehi! Aspetta un attimo. Sì! L’ha appena trafitto con la spada, spargendo il suo sangue nero.

    L’incantesimo svanisce e io cado in ginocchio, mentre la creatura urla e si contorce intorno alla spada di Gareth. Improvvisamente, riappaiono i denti, che si aprono e si chiudono, mentre Gareth estrae la spada e lo taglia di due. Il sangue nero si riversa sul pavimento di pietra e il mostro cade a pezzi. Denti, sangue e malvagità si fondono in un mucchietto ribollente di putrefazione ai miei piedi.

    Gareth fa un passo indietro e scavalca ciò che resta della creatura. Poi, corre da me e mi solleva dal pavimento della gabbia, depositandomi nella caverna e abbracciandomi stretta.

    Cerco di parlare, ma dalla mia gola fuoriesce solo un singhiozzo.

    Mi tiene stretta mentre cerco di trattenere le emozioni. La paura mi attanaglia ancora la mente. Non dimenticherò mai il modo in cui il mostro mi ha parlato, il nero dei suoi occhi, la fame che sentivo come se fosse un vento freddo.

    Mi viene la pelle d’oca mentre singhiozzo e sollevo lo sguardo verso Gareth. Credevo che gli avessi creduto, che pensassi che fossi io. Pensavo che avresti…

    Nessuno sarà mai come te. Mi dà un bacio ardente, come se il suo tocco potesse cancellare l’orrore nella mia mente. E dopo un lungo momento, quando la sua lingua inizia a danzare con la mia, la pelle d’oca svanisce, la paura recede e tutto dentro di me inizia a scaldarsi.

    Troppo presto, si discosta da me e si guarda intorno nella caverna. Non possiamo tornare da dove sono venuto. Sai come ha fatto a portarti qui?

    Scuoto la testa. Ha spiccato un salto. E poi… Chiudo forte gli occhi e cerco di ricordare. Era freddissimo, e non riuscivo a contrastarlo. Le lacrime iniziano a cadere di nuovo.

    Shh, amore mio. É passato.

    Ho dovuto affrontare molte cose terribili nella mia vita, ma quelle fauci piene di fame e denti mi hanno spaventata più di tutto il resto. Non si sarebbe fermato. Mai. Nulla avrebbe potuto soddisfare la sua fame. Guardo il mucchietto nero da sopra la spalla. Avrebbe potuto mangiare tutto l’Arin, e non gli sarebbe bastato. Come può esistere una cosa del genere?

    Mi solleva il mento per farmi guardare nei suoi occhi verdi. Sei al sicuro, adesso. È come se volesse infilare a forza le parole nel mio cuore.

    Sei venuto a cercarmi. Mi trema il mento.

    Non basta certo un incubo affamato per tenermi lontano da te.

    Un rumore simile a uno scatto proviene da oltre il bagliore verde del fuoco. Gareth si volta, ma tiene una mano dietro la schiena, per sostenermi.

    Il rumore si sente di nuovo, ma stavolta ce ne sono molti e risuonano tutti intorno a noi.

    Che cos’è stato? Sbircio nel buio, ma non vedo nulla.

    Non lo so, e non voglio scoprirlo. Mi prende per mano e corriamo verso la parte posteriore della caverna. Dev’esserci un passaggio, da questa parte. Con uno strattone, mi tira al suo fianco.

    Ehi, piano!

    Stai attenta. Piega il mento verso un buco nel pavimento della caverna in cui sono quasi inciampata. Là dentro, il buio è assoluto, come quando siamo caduti.

    Per le Spire! Mi aggrappo alla sua camicia. Ci sono andata vicina. Tirami pure più forte.

    Altri rumori, stavolta sembra che provengano dalla luce verde. Mi viene la pelle d’oca mentre seguo Gareth, con la mano stretta nella sua. Procediamo, ma la luce si affievolisce sempre più, fino a lasciarci nel buio più completo.

    Io rallento, ma Gareth continua ad avanzare.

    Spero che tu riesca a vedere al buio. Deglutisco mentre il suono diventa un compagno costante. La mia mente immagina gli orrori celati nel buio, ma Gareth non vacilla. Mi trascina costantemente in avanti, poi svolta a destra.

    Riesco a vedere abbastanza. Si muove più in fretta. Da quella parte.

    Dove? Qualcosa mi ha toccato i capelli? Mi volto, ma non vedo nulla. C’è…

    Lassù. Delle scale rudimentali. In alcuni punti, dovremo arrampicarci. Mi tira avanti, ma continuo a non vedere nulla. Sento la forma dei gradini con la pianta dei piedi e lo seguo. La sua mano non lascia mai la mia.

    Lo sgradevole ticchettio cresce sempre di più e io non riesco a smettere di tremare. Che cos’è?

    Gareth si ferma e io gli sbatto contro.

    Che cos’è? Lo voglio sapere davvero?

    Ce ne sono troppi.

    Troppi cosa?

    Mi stringe forte. Chiudi gli occhi.

    M’irrigidisco. Perché?

    Devo usare la magia.

    Quella distruttiva? Mi stringo a lui e lo circondo con le braccia, più forte che posso.

    Sì.

    Cosa c’è là fuori?

    Ci sono quasi addosso. Credo che si stessero trattenendo per valutare la situazione. Adesso, però, sono affamati.

    Ancora? Premo la fronte contro il suo petto. Sono stufa di creature che cercano di mangiarmi!

    Tieni gli occhi chiusi. Mi bacia la testa.

    Dimmi cosa sono. Non andrò fuori di testa, te lo prometto.

    Occhi chiusi.

    Va bene. Forse è meglio così. Forse ha ragione. Forse, se non chiudo gli occhi, la sua magia me li brucerà.

    Espira lentamente, poi percepisco qualcosa attraverso il legame.

    Improvvisamente, mi calmo e nella mia mente cala il silenzio. È lui. Lo sento. La magia s’innalza dentro di lui come un ciclone inarrestabile. Si colora di sfumature oro e nero e pulsa fino a raggiungermi. La magia mi danza nelle vene, il marchio sulla mia gola formicola mentre il legame si tende talmente tanto, che riesco a sentirne il sapore. Sento Gareth ovunque. Vive in me, proprio come io vivo in lui. La magia continua a crescere. Lui si sforza di controllarla. Ma io la vedo, le scintille di potere che vorticano e spariscono in sfumature di nero e oro.

    "Lasciala andare" penso, attraverso il legame.

    Gareth scuote la testa.

    "Lasciala andare. Premo le labbra sul suo petto. Devi rilasciarla, tutta."

    È troppo pericoloso. Mantiene la presa, trattenendo la magia invece di lasciarla libera.

    "Puoi controllarla."

    Tieni gli occhi chiusi.

    Lo sono.

    A quel punto, dà libero sfogo al turbine di magia, permettendo alle scintille di distruzione di uscire e circondarci. La caverna s’accende di una luce dorata, come l’alba

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