Non c’è bisogno di reiterare l’elenco delle disgrazie che si sono abbattute su questo nostro mondo, ne siamo tutti consapevoli e lo sono anche i designer che, come spugne, assorbono gli umori generali, traducendoli in collezioni che sono, infatti, il segno dei tempi. Tempi talmente incerti e bui che manco è venuta loro voglia di inventarsi chissà quali fughe o viaggi esotici, contornati da tripudi decorativi e cromatici, come magari facevano fino a qualche stagione fa. Adesso, semplicemente, è arrivato il momento della vera presa di coscienza che scappare o rifugiarsi chissà dove non serve, piuttosto si resta e si vive il presente, con cautela. Al massimo è concesso farsi prendere da un po’ di nostalgia. A Parigi soprattutto aleggia la strana sensazione di vivere in una sorta di limbo, di attesa, in cui a strade nuove, se mai ci possano essere nella moda, si preferisce percorsi già battuti, definiti, come quelli del classico, dell’abito formale e soprattutto del blazer, che si consacra capo di stagione. è la scelta più logica, anche se qui il formale è sostituito dal look per tutti i giorni, ripetizione in salsa quotidiana, quindi comfort e, quasi sempre, capospalla protettivi, avvolgenti, tanta maglieria, gonne pratiche, adatte fuori e dentro l’ufficio. Poi, i creativi meno avvezzi a stare compressi dentro le regole del quotidiano, forse i più sognatori, si concedono un po’ di , come nella pellicola di Tarkovskij, che non è un viaggio nell’altrove ma più uno sfogliare l’album dei propri ricordi: la giovinezza perduta, il lato più intimo, i sentimenti, le piccole cose. Oppure, in generale, periodi più spensierati, racconti sospesi tra realtà e immaginazione ma con un elemento ancorato alla realtà: un vecchio abito, una stampa d’epoca, una tonalità particolare. La vita già vissuta.
COLLEZIONI DONNA A/I 2023.24
Apr 03, 2023
6 minutes
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