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Microstorie

Microstories

Having survived earthquakes and an urban revolt, the Watts Towers of Simon Rodia – who built them with his own hands in 33 years – have been recognised as public art thanks to the support of the neighbourhood and authorities that saw beyond bureaucracy.

Los Angeles, California, è patria di numerosi luoghi comuni, molti dei quali potrebbero riservare delle sorprese al visitatore proveniente da altre parti del mondo. Certo, c’è il sole per la maggior parte dell’anno, ma la pioggia non manca.

Abbiamo più automobili di qualsiasi altra metropoli, ma la gente va anche a piedi e prende autobus e treni. I nostri film e i nostri programmi televisivi hanno portato Los Angeles in ogni casa del pianeta, anche se molti non la riconoscerebbero quando finge di essere un altro luogo.

Uno stereotipo persistente su Los Angeles è che sia una città senza arte. Se invece sai dove guardare, a Los Angeles la grande arte c’è.

Situate nella parte meridionale della città, in un’area conosciuta come Watts, ci sono le torri costruite dall’immigrato Sabato ‘Simon’ Rodia.

Originariamente, quando erano in costruzione, e in seguito, quando furono dichiarate abusive, erano conosciute come Rodia Towers. Oggi tutti le conoscono semplicemente come Watts Towers. Rodia, nato nel 1879 a Ribottoli, frazione di Serino, in provincia di Avellino, arrivò negli Stati Uniti nel 1902. Inizialmente, si guadagnò da vivere facendo i lavori più diversi: cave, falegnamerie e cantieri ferroviari. Quando arrivò a Los Angeles, nel 1921, lavorava

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