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Il conte bandito (eLit)
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Il conte bandito (eLit)
Ebook327 pages4 hoursWessex Weddings

Il conte bandito (eLit)

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About this ebook

Wessex Weddings vol. 5
Wessex, 1071
Dopo aver occupato il Wessex, i cavalieri normanni si accingono a conquistare il cuore delle dame del regno sassone.

L'affascinante Conte Hugh Duclair, accusato di alto tradimento, viene privato dei suoi possedimenti e bandito dal regno di Re Guglielmo d'Inghilterra, ma con orgoglio e determinazione è pronto a tutto pur di far valere la propria innocenza. Un'amica d'infanzia, l'intrepida Aude de Crèvecoeur, non esita a offrirgli un valido aiuto, fino al punto di rischiare la reputazione. Unica soluzione potrebbe essere quella di sposarsi per salvare le apparenze. E magari finalmente coronare un amore che dura in segreto da anni.

LanguageItaliano
PublisherHarperCollins Italia
Release dateJan 2, 2024
ISBN9788830551381
Il conte bandito (eLit)
Author

Carol Townend

La passione per il Medioevo ha portato l'autrice a studiare storia all'università di Londra e poi a prediligere quel periodo per l'ambientazione dei suoi romanzi d'amore. Vive con il marito e la figlia vicino a Kew Gardens.

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    Il conte bandito (eLit) - Carol Townend

    1

    art

    Il porto fluviale di Jumièges, Normandia, 1071

    Lady Aude de Crèvecoeur guardò il fratello con una certa apprensione. Era mattino presto e lei ed Edouard, Conte di Corbeil, avevano lasciato gli alloggi all’abbazia e si erano diretti al porto. A giudicare dall’espressione arcigna del viso di Edouard, Aude temeva che qualcuno l’avesse già messo al corrente delle decisioni che lei aveva preso senza prima avvertirlo. In caso contrario, perché mai la stava conducendo proprio verso quella particolare banchina del molo?

    Lo scudiero di Edouard, Raoul, li seguiva tenendosi a debita distanza. Aude ebbe la sgradevole sensazione che gli fosse stato ordinato di riacciuffarla, nel caso avesse tentato di fuggire.

    Si era ripromessa di confessare tutto a suo fratello proprio quel giorno, ma forse le sarebbe convenuto essere sincera con lui fin dall’inizio. Se avesse scelto quella seconda via, lui non si sarebbe sentito ingannato.

    Una lieve brezza si divertiva a giocare con il suo velo e le aveva sfilato dall’elaborata acconciatura una ciocca di capelli color rame. Alle loro spalle, i rintocchi del campanile dell’abbazia invitavano alla funzione del mattino.

    La mente di Aude lavorava frenetica.

    Cosa le conveniva fare?

    Edouard detestava chi agiva di nascosto, tenendolo all’oscuro delle cose. Purtroppo, era proprio ciò che lei aveva fatto. Non aveva avuto il coraggio di dirgli chiaro e tondo che non era disposta a obbedire alle sue disposizioni.

    Sotto un cristallino cielo estivo, il porto fluviale si stava risvegliando a poco a poco. Da una chiatta i marinai stavano scaricando grosse balle di stoffa inglese, e Aude ed Edouard furono costretti a girarvi attorno.

    Da molto tempo ormai, lei attendeva con trepidazione quel momento. Doveva far capire a suo fratello che per lei era di vitale importanza lasciare la Normandia. Per questo aveva programmato l’imbarco su una chiatta per Honfleur, da dove avrebbe poi proseguito per... l’Inghilterra!

    Forse Edouard lo sapeva già? Prima di chiarire le cose, Aude voleva sincerarsi del suo umore. Continuò a seguirlo, chiedendosi come mai la stesse conducendo proprio verso la chiatta sulla quale lei aveva preso dei posti per sé e per il suo piccolo seguito. Santo cielo! Qualcuno doveva averlo informato. Che fosse contrariato, del resto, era evidente.

    L’espressione dura, lo sguardo fisso e cupo, Edouard si fermò proprio davanti alla chiatta per Honfleur sulla quale Aude intendeva imbarcarsi. Chiamando a raccolta tutto il proprio coraggio, lei gli parlò in tono implorante.

    «Edouard, ho una confessione da farvi...»

    Lui però, attratto da un improvviso movimento di persone sul ponte della chiatta, non la udì. Aude provò una stretta allo stomaco. Suo fratello sarebbe andato su tutte le furie, lo sapeva.

    Aveva fatto dei programmi precisi per lei, programmi che non comprendevano la visita alla tenuta in Inghilterra di cui era entrata in possesso di recente.

    Sollevando la sottana verde per liberarla da un rotolo di cordame, Aude fissò il viso di suo fratello. Avevano trascorso la notte su morbidi letti, negli alloggi dell’abbazia, e quando si erano alzati lei aveva ordinato qualcosa da mangiare in una delle migliori locande, nella speranza che ciò contribuisse a mettere Edouard di buonumore. Suo fratello doveva capirla! Per lei l’Inghilterra rappresentava la libertà.

    Libertà dai doveri e dalle convenzioni, libertà di essere se stessa.

    Quando era entrata in possesso di una tenuta sul suolo inglese, le era sembrato di raggiungere finalmente l’indipendenza che aveva sempre sognato e alla quale ora non intendeva rinunciare per niente e nessuno al mondo.

    «Edouard?»

    «Mmh?»

    Suo fratello sembrava del tutto assorbito da quanto accadeva sulla chiatta. Un marinaio a torso nudo stava sbraitando ordini a destra e a manca, per far sì che una parte del carico venisse spostata da un lato del ponte all’altro. Stupefatta, Aude lo guardò di sottecchi, chiedendosi come mai il capitano permettesse a uno degli uomini della ciurma di lavorare mezzo nudo. Che indecenza!

    A giudicare dall’aspetto, il marinaio doveva avere ascendenze vichinghe. Il sole dell’estate gli aveva schiarito i folti capelli castani fino a renderli quasi biondi, e vantava un fisico di straordinaria bellezza.

    Aude provò all’improvviso una sorta di tremore di cui non seppe identificare la natura. Le sembrò per un attimo di aver già conosciuto il marinaio mezzo nudo, ma subito dopo si disse che non era possibile. Non frequentava marinai. Corrugò la fronte per guardarlo meglio ma lui le dava le spalle, così non poté vederlo in viso.

    Distolse lo sguardo a fatica e strinse il braccio di suo fratello.

    «Edouard?»

    «Mmh?»

    «Sto cercando di dirvi una cosa importante. Vi sarei grata, dunque, se mi prestaste la massima attenzione.»

    Edouard le ricacciò la ciocca ribelle sotto al velo.

    «Si tratta di una confessione, avete detto?» Anche se aveva ancora il viso teso e corrucciato, la fissò con occhi limpidi, e Aude capì che non era con lei che era arrabbiato. La cosa la tranquillizzò almeno in parte. «Non vi conviene rimandarla a quando incontreremo l’abate, nel pomeriggio? Sono sicuro che sarà più che lieto di ascoltare la vostra confessione.»

    Aude deglutì amaro. Il nervosismo le seccava la gola, il che era ridicolo. Anche se era il Conte di Corbeil, Edouard restava pur sempre suo fratello. Lui avrebbe insistito nel volerle imporre la propria volontà pur sapendo di scontentarla? Nel loro paese, la Normandia, e in quel tempo le nobildonne dovevano obbedire al capofamiglia di sesso maschile. Era la regola.

    «Edouard, a proposito di questo appuntamento con l’abate... Intendete forse costringermi a entrare in convento?»

    «Costringervi? Santo cielo, no. Aude, abbiamo già discusso di questo molte volte. Avete avuto più di un anno per piangere il vostro Martin. Ora è giunto il momento che ricominciate a vivere.»

    Aude staccò la mano dal suo braccio. I rondoni disegnavano ampie volte nel cielo cristallino, mandando alte strida. Anche lei avrebbe avuto voglia di mettersi a gridare. Ma, soprattutto, di volare via.

    «Io ho ricominciato a vivere, Edouard. Non potete negare che vi sono stata di aiuto, no? Il cielo sa quanto aveste bisogno di una persona fidata che vi aiutasse a rimettere in ordine le vostre terre. Prima che me ne occupassi io, Crèvecoeur era ridotta a un letamaio.» Tentò di calmarsi. Sapendo che affrontare Edouard di petto sarebbe risultato controproducente, moderò i toni e gli mise di nuovo la mano sul braccio. «L’avete detto anche voi, che il mio aiuto vi è stato prezioso.»

    «È così infatti.» Lo sguardo di Edouard indugiò per un momento sulle abbaglianti rocce bianche che si elevavano sulla sponda opposta del fiume. Gli sfuggì un sospiro. «Ho apprezzato molto la vostra infaticabile opera ma, come ho già detto, è trascorso più di un anno dalla morte di Martin e...»

    «Talvolta penso che non supererò mai il colpo» lo interruppe Aude, parlando piano. «L’attimo prima Martin era uscito di casa tutto contento e sorridente, l’attimo dopo me lo riportavano in fin di vita...» Fissò suo fratello con angoscia. Sapeva di avergli già fatto molte volte quel racconto ma non riuscì a trattenersi dal ripeterlo. «Il cavallo l’aveva disarcionato e lui è morto. Come può essere accaduta una disgrazia del genere? Non di rado un cavaliere viene disarcionato, ma non per questo deve morire!»

    «Martin aveva riportato delle gravi ferite interne, Aude. Salvarlo sarebbe stato impossibile.»

    «Ho fatto del mio meglio per assisterlo ma mi restano degli scrupoli. Che forse io abbia trascurato qualche dettaglio fondamentale?»

    «Voi avete fatto tutto ciò che bisognava fare. Smettetela di torturarvi e di rivangare il passato, Aude. Martin vorrebbe che pensaste al futuro.»

    «Lo credete davvero?»

    Edouard sorrise. «Ne sono più che certo. È ora che guardiate avanti, Aude. Non posso tenervi nascosta a Crèvecoeur per sempre. Non siete più giovane.»

    «Ho solo diciotto anni» mormorò lei. «Non mi sembra di essere poi così vecchia.»

    «Sapete bene cosa intendevo dire. Non siete più una bambina. Dovete regolarizzare la vostra posizione.»

    «Dunque volete rinchiudermi in convento!»

    «Vorrei piuttosto che vi sposaste.» L’espressione del viso di Edouard si era indurita. «Aude, noi abbiamo bisogno di stringere alleanze, buone alleanze. Vi prego di ricordare che la posizione della nostra famiglia è ancora fragile.»

    «Vi riferite forse alle sventure del nonno? Speravo fosse ormai acqua passata!» Aude corrugò la fronte. «Possibile che il Duca Guglielmo nutra ancora del malanimo nei nostri confronti per via di quanto accadde ai tempi di nostro nonno? Cinque anni fa andaste a combattere per lui in Inghilterra e l’anno scorso offrimmo il nostro pieno appoggio al Conte Richard di Beaumont, il suo pupillo. Mi sono persino resa disponibile a sposarlo...» La voce di Aude era quasi sul punto di spezzarsi, e per un momento l’immagine del viso di suo fratello si annebbiò sotto un velo di lacrime. Sbatté forte le palpebre per non perdere il controllo. La situazione le stava sfuggendo di mano prima ancora di aver cominciato a fare la sua confessione.

    Edouard le batté una mano sul braccio con aria assente. «Lo so bene e apprezzo il sacrificio che eravate disposta a compiere.»

    «Lo spero. Malgrado il corpo del povero Martin fosse ancora caldo nella tomba, sapevo quale fosse il mio dovere. Accettai di sposare Richard di Beaumont e avrei tenuto fede alla mia parola, se lui l’avesse preteso.»

    «Ve ne sono grato.»

    «D’altra parte intendete servirmi di me, contro la mia volontà, per forgiare una nuova alleanza.»

    «Ci sarebbe di grande giovamento.» Gli occhi di Edouard tornarono a fissare la chiatta dinanzi a loro. La stessa sulla quale Aude aveva preso dei posti per sé e per la sua scorta.

    Probabilmente il marinaio vichingo stava ancora sfoggiando i suoi incredibili muscoli sul ponte dell’imbarcazione, si disse. Poteva udirne la voce, gli ordini secchi che impartiva alla ciurma. Era ben decisa a non guardarlo più, tuttavia.

    Notò che sul viso di Edouard passava un’ombra di preoccupazione che fu lesto a celare. A lei però, che lo conosceva bene, la cosa non sfuggì. Suo fratello le stava nascondendo qualcosa. Le parve inoltre che stesse lanciando un’occhiata di ammonimento proprio al vichingo che lei era tanto determinata a ignorare. La cosa le sembrò alquanto strana.

    «È successo qualcosa di brutto, Edouard, non è così?» Gli strinse il braccio. «Non ditemi che la lealtà della nostra famiglia è stata di nuovo messa in discussione.»

    Lui smise di fissare la chiatta e tornò a guardarla, scuotendo il capo. «No, no. Però sarò franco con voi, Aude. Uno dei miei amici più cari è stato accusato di tradimento.»

    Aude restò senza fiato per un attimo. «Uno dei vostri amici più cari? Chi?»

    «Abbassate la voce, vi scongiuro...»

    «Che ha fatto questo vostro amico?»

    «Per quanto ne so, le accuse che gli sono state rivolte sono completamente false, ma non posso dirvi di più. Se vi ho messo al corrente di questa novità, Aude, è perché è importante che vi rendiate conto che nei mesi a venire dovremo prestare una cautela particolare a chi frequentiamo.»

    Per un momento, lei ebbe la sensazione che il sole fosse stato oscurato. Invece splendeva ancora, e accendeva di bagliori le acque del fiume. Il livello del corso d’acqua era basso, dopo una primavera e un’estate eccezionalmente secche.

    «Attento a dove mettete i piedi, idiota!» La voce del conturbante marinaio, perché Aude era certa che fosse proprio la sua, la distrasse da quei pensieri. Si voltò e lo vide sollevare dal ponte della chiatta un baule e issarselo con facilità sulle spalle. Poi fece di corsa la passerella e depose il suo carico sulla banchina del molo.

    Aude restò a bocca aperta per lo stupore. Adesso che l’aveva visto bene in faccia non aveva più il minimo dubbio. Lo conosceva eccome!

    Non era un marinaio, come inizialmente le era parso, ma su una cosa non si era sbagliata: nelle sue vene scorreva davvero sangue vichingo.

    Si chiamava Hugh Duclair ed era il Conte di Freyncourt. Non c’era da stupirsi che il suo torso nudo avesse richiamato la sua attenzione. Hugh era sempre stato un uomo molto attraente. Quando in una stanza c’era lui, Aude non riusciva a vedere più nessun altro. La sconcertò non poco rendersi conto che Hugh aveva saputo attrarla anche adesso che si faceva passare per un umile marinaio.

    Agguantò il braccio di suo fratello. «Ma quello è Hugh...» gli sussurrò all’orecchio.

    Era da più di un anno che non lo vedeva. Essendo un amico di suo fratello, da bambina le era capitato molte volte di frequentarlo. Anche quando la loro famiglia era caduta in disgrazia, Hugh era sempre stato gentile con lei. Era vero che talvolta si divertiva a prenderla in giro più di quanto le piacesse, ma, a parte questo particolare, l’aveva sempre trovato molto simpatico. Troppo simpatico. Quand’era più piccola, Hugh era diventato l’oggetto delle sue fantasie. Ma quanto era cambiato da allora! Era diventato altissimo, e con i capelli imbionditi dal sole e quel fisico statuario sembrava un angelo guerriero...

    Edouard strinse le labbra.

    «Aude, fingete di non conoscerlo.»

    «Prego?» Lei lo fissò incredula. «State scherzando, vero? Hugh è il vostro migliore amico.»

    «Non più» replicò Edouard con un tono di voce così vigoroso da farle temere che anche Hugh, trovandosi a poca distanza, l’avesse sentito. Non c’era da stupirsi che il capitano dell’imbarcazione non avesse censurato il suo abbigliamento poco ortodosso. Non si sarebbe mai azzardato a criticare il Conte di Freyncourt!

    «Che significa?»

    «Non l’avete sentito? Hugh è stato bandito dal ducato.»

    «Lui? No!»

    «L’hanno accusato di aver cospirato contro il Duca Guglielmo e l’hanno condannato all’esilio.»

    Aude sospirò. Aveva la pelle ghiacciata come se qualcuno le avesse rovesciato addosso una tinozza di neve liquefatta.

    «Non può essere vero. Hugh non farebbe mai una cosa del genere. Mai.»

    «È stato il vescovo Osmund di St. Aubin in persona a testimoniare contro di lui. E l’ha fatto sotto giuramento.»

    «Chiunque sia stato ad accusarlo, non m’importa. Ora vado a salutarlo.» Aude sollevò con le mani i lembi della sottana.

    Suo fratello la afferrò per un polso. «Non vi azzardate.»

    «Edouard, lasciatemi andare.»

    «No...» sibilò lui. «Mon Dieu, su di noi già grava il peso delle accuse che vennero rivolte alla nostra famiglia ai tempi del nonno.»

    Aude strinse i denti. «Il nonno si dichiarò sempre del tutto innocente. Le accuse contro di lui...»

    «Erano molto gravi» la interruppe Edouard, sporgendo il busto verso di lei. «Fu incolpato di aver ordito un complotto per rovesciare il duca.»

    «Le accuse però non vennero mai provate. Il nonno fu perseguitato, e voi lo sapete bene.» Aude sollevò il mento. «Proprio ciò che sta succedendo ora a Hugh.»

    «Che noi due lo riteniamo colpevole o innocente è del tutto irrilevante. Il punto della questione è un altro. In questo momento non possiamo permetterci che il nostro nome venga associato al suo. Non dovete mai più rivolgergli la parola, dunque.»

    «Ma Hugh è nostro amico!»

    «Non più» ripeté Edouard. Poi, in un tono di voce altisonante che non poteva non essere udito anche dalla chiatta, aggiunse: «Se però Hugh Duclair dovesse venire riabilitato, le cose cambierebbero. Allora potremmo restituirgli il saluto e la parola».

    «Ma... ma...» Aude era senza parole. Il suo sguardo fu attirato di nuovo dal torso nudo e muscoloso del falso marinaio. Impossibile non trovarlo attraente, pensò, mentre degli improvvisi bollori scacciavano il gelo che l’aveva avvinta poco prima. Era un’ingiustizia che Hugh fosse caduto in disgrazia e condannato all’esilio. Buon Dio, perché proprio lui?

    Fu soltanto quando Edouard le prese con vigore la mano che Aude si rese conto di essersi istintivamente avvicinata alla chiatta. A Hugh. Che voleva fare? Confortarlo? Lasciarsi confortare?

    Le rivelazioni di suo fratello l’avevano sconvolta fin nel profondo dell’animo.

    «Aude, non disturbatelo e lasciate che continui i preparativi» la ammonì Edouard. «Ha solo un giorno di tempo per lasciare il ducato.»

    «Cosa gli accadrà se qualcosa dovesse trattenerlo?» si azzardò a domandargli lei.

    «Pagherà con la vita.»

    Mentre Hugh scendeva dalla passerella per scaricare un altro baule, Aude provò per lui una pena profonda. Doveva essere terribile trovarsi costretti a lasciare il proprio paese sotto il peso di un’accusa gravissima, mentre i vecchi amici ti voltavano le spalle e fingevano di non conoscerti.

    In quel momento però restò come folgorata da un dubbio improvviso. Il baule che Hugh stava scaricando dalla chiatta aveva un aspetto familiare. Era forse uno dei suoi? Mordendosi il labbro, restò a guardare mentre Hugh lo deponeva sulla banchina, accanto ad altri due bauli. Sì, erano tutti e tre suoi! Perché mai li aveva scaricati dalla chiatta?

    Quando Hugh fece per risalire sulla passerella, Aude, incurante degli avvertimenti di suo fratello, si fece avanti e gli sbarrò il passo. I suoi capelli schiariti dal sole erano tutti scompigliati e gli sforzi che stava compiendo gli avevano imperlato il torso di un velo lucente di sudore. Aude rammentò tutte le fantasticherie che aveva coltivato su di lui soltanto un anno prima. Quante volte aveva sognato di baciarlo e accarezzarlo? Quel giorno, certo, quei sogni le sembravano impossibili follie, inapplicabili all’uomo che aveva di fronte.

    Il fiato corto, si ritrovò a fissare due occhi tempestosi che erano a metà tra l’azzurro e il grigio. Che ciglia lunghe e folte aveva!

    Sì, gli occhi di Hugh erano sempre stati di una bellezza sconvolgente. Guardarli equivaleva a struggersi di desiderio.

    «Con permesso, madame

    La sua voce brusca, scortese, la colpì come uno schiaffo in pieno viso. Le aveva parlato come se non la conoscesse. Com’era possibile? Anche se di recente si erano visti solo un paio di volte, non poteva essersi dimenticato di lei.

    Aude provò di nuovo una sgradevole sensazione di freddo. Anche se Edouard e Hugh un tempo erano stati inseparabili, le cose ora erano cambiate. A quanto pareva, adesso suo fratello preferiva fingere di non conoscere il suo vecchio amico. O forse la sua era soltanto una messinscena?

    All’improvviso, allo sguardo attento di Aude non sfuggì il fugace, quasi impercettibile cenno d’intesa che i due giovani uomini si scambiarono. La cosa la fece riflettere. Forse Edouard fingeva di non conoscere Hugh soltanto quando erano in pubblico. Ma come stavano in realtà le cose tra loro quand’erano a tu per tu?

    Sospirò. In ogni caso, non le restava che seguire gli ammonimenti di suo fratello. Se il Conte Hugh di Freyncourt era nei guai, non conveniva attirare l’attenzione su di lui. L’avrebbe trattato come se fosse stato un semplice marinaio, dunque.

    «Quei bauli!» esclamò in tono altezzoso, indicandoli. «Per quale ragione li avete scaricati?»

    «Perché intralciavano il passaggio.»

    «Non potete farlo.»

    Hugh sollevò le spalle possenti. «Devo. Con permesso, madame

    Fece per risalire sulla passerella ma Aude glielo impedì, bloccandogli di nuovo il passo. Non era certo quello il modo in cui aveva immaginato di mettere Edouard al corrente dei suoi piani, ma ormai non poteva fare altrimenti.

    «Quelli sono i miei bauli» annunciò lei in tono carico di sussiego. «E, poiché ho pagato la traversata fino a Honfleur per me, il mio seguito e il mio bagaglio, esigo di sapere come mai li avete scaricati.»

    Edouard restò senza fiato ma Aude lo ignorò e continuò a fissare Hugh con decisione.

    Lui strinse le mascelle e si passò una mano tra i capelli, trafiggendola con lo sguardo. Aude provò una strana sensazione all’altezza del basso ventre, come una lieve pressione. Non si trattava di una sensazione spiacevole, dovette ammettere. Santo cielo, Hugh era eccitante anche quando era adirato.

    «Come vi ho già detto, madame, ostruivano il passaggio.» La oltrepassò, salì sulla chiatta e ne ridiscese con un altro dei bauli di Aude, che depose con poco riguardo sulla banchina.

    Lei si voltò verso il fratello. «Edouard, vi sarei oltremodo grata se interveniste in mia difesa.»

    Edouard si limitò a incrociare le braccia sul petto e a fissarla in silenzio. A onor del vero, sembrava più divertito che arrabbiato. Di certo era sollevato per il fatto che non si fosse rivolta a Hugh chiamandolo con il suo vero nome.

    «E perché mai dovrei difendervi? Quando pensavate di partire?»

    «Oggi pomeriggio.» Indicò Hugh. «Vi prego, Edouard, fate qualcosa.»

    Lui scosse il capo.

    «Intendevate fuggire a Honfleur senza neppure avvertirmi e ora vi aspettate che vi difenda? No, Aude. Sareste dovuta essere sincera con me, se aveste voluto il mio appoggio.»

    «Stavo per rivelarvi tutto!»

    «Prima o dopo il colloquio con l’abate?»

    «Prima! Stavo appunto confessandovi tutto quanto quando Hu... quando quello sciocco ha cominciato a gettare le mie cose sulla banchina.»

    Mentre Aude e suo fratello discutevano, Hugh Duclair ricomparve. Con cura studiata, depose anche l’ultimo dei bagagli di Aude accanto agli altri. Stava per risalire sulla passerella quando questa volta lei lo bloccò premendogli una mano contro il petto. Era rovente. Le sembrò di udirlo borbottare qualcosa di simile a: «Quando si vuole qualcosa, talvolta conviene rimboccarsi le maniche e farlo da sé».

    Aude sentì una zaffata di odore maschile che le risultò tutt’altro che sgradevole. Anche se Hugh sembrava essersi trasformato in un barbaro dai modi feroci, restava pur sempre molto, molto attraente. I racconti delle sue sfrenate avventure sentimentali l’avevano raggiunta fino a Beaumont. Aveva sentito dire che anche le damigelle più morigerate lo trovavano irresistibile, e non stentava a crederci.

    Hugh, frattanto, continuava a comportarsi come se non avesse la più pallida idea di chi lei fosse. La addolorava vedere quei suoi occhi mozzafiato che la fissavano con palese fastidio. In passato, anche se Hugh aveva sempre avuto l’irritante

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