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Di stanze
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Di stanze

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Quattro racconti tra realtà e fantasia. Viaggi ipotetici tra sogni e ricordi.

LanguageEnglish
Release dateFeb 26, 2020
ISBN9798617888623
Di stanze
Author

Luciano Lombardi

Informatico, pianista, arrangiatore, autore e compositore, scrive brani strumentali e canzoni. È autore di colonne sonore, audiovisivi, sonorizzazioni per cinema, teatro, tv e radio. Ha partecipato con merito a corsi di musica per film dal 1998 al 2013. Nel 2017 consegue il “Master Certificate in Orchestrazione per Film e TV” presso il Berklee College of Music. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati su canali specializzati o recensiti da noti critici del mondo dello spettacolo, su riviste a diffusione nazionale. Dal 2005 vive e lavora a Toronto (Canada), dove ha firmato un contratto di edizione con la casa editrice e di produzione musicale Backstage Productions International. Si esibisce in diversi contesti, eseguendo suoi pezzi al pianoforte, in particolare in occasione di eventi del “Toronto International Film Festival”. Produce diversi CD di musica strumentale in vendita presso tutte le piattaforme digitali.

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    Di stanze - Luciano Lombardi

    Luciano Lombardi

    Copyright © 2006 Luciano Lombardi

    Tutti i diritti riservati

    I personaggi e gli eventi rappresentati in questo libro sono immaginari. Qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte,

    è casuale e non voluta dall'autore.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o archiviata in un sistema di recupero né trasmessa in qualsivoglia forma o mediante qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, tramite fotocopie o registrazioni o in altro modo, senza l'autorizzazione scritta esplicita dell'editore.

    ISBN: 9798617888623

    Autore della copertina: Luciano Lombardi

    Web: LucianoLombardi.it

    Un fiore nel cuore

    Se non esistessero le stelle, il cielo non sarebbe così romantico di notte e i nostri occhi non saprebbero dove cercare il sentiero che conduce ai sogni. Senza di questi, l'uomo non avrebbe mai imparato a volare; non sarebbero mai state scritte le favole... e noi, non ci saremmo mai incontrati.

    La ragazza spalancò la finestra e il sole era già alto. L’aria limpida permetteva di perdere lo sguardo quasi fino all’orizzonte. Aveva un'aria serena mentre percepiva il netto connubio tra il proprio corpo e il mondo circostante. Gli occhi si distraevano nella lontananza azzurra facendole quasi smarrire la cognizione del tempo e dello spazio. Fu così che si ritrovò, come per incanto, a vagare con la fantasia tra passato e futuro. Il passato era stato già scritto da qualcuno, dal destino, dagli eventi e anche da lei stessa; era il futuro, invece, la misteriosa incognita. Cosa succederà domani? E tra un istante? O fra un mese?

    Decise alla fine che era inutile ipnotizzarsi inseguendo simili tarli della mente e rientrò nella propria stanza.

    Mentre riordinava i pensieri, cercando di decidere cosa avrebbe fatto di lì a poco, notò una presenza insolita, con la coda dell'occhio, accanto ai suoi piedi: una farfalla coloratissima, immobile, più grande di quelle che di solito le capitava di osservare in un giardino. Quando si chinò per accoglierla tra le proprie mani, con stupore si accorse che non era un essere vivente: sembrava costruita con la stessa tecnica con cui si creano le barchette o gli aeroplani di carta. E, in effetti, si rese conto che era stata forgiata come per portare un messaggio.

    Aprì quello strano biglietto colorato e una luce diversa illuminò il suo viso: si emozionò all'idea che qualcuno avesse pensato a lei in una maniera così insolita. Lesse adagio quelle poche parole scritte a mano, elegantemente, nel cuore di quella farfalla:

    «Tu sei il sole che mi abbraccia con i suoi raggi;

    il tramonto è il tuo ritratto e la luna il tuo specchio.

    Pensare a te vuol dire già amare,

    amarti è sognare».

    Sentì un brivido accarezzarle l'anima e interrogandosi su chi potesse essere il galante mittente, tornò alla finestra, nella speranza di scorgere qualcuno. Vide una colomba bianca alzarsi in volo, come spaventata dal suo movimento. Lei la seguì con lo sguardo e con stupore scoprì che prima di allontanarsi definitivamente, il volatile disegnò un grande cuore nel cielo.

    La solitudine spesso porta ad arricchire il nostro mondo disegnando gli scenari che ci suggerisce la fantasia. Dina aveva sempre desiderato essere la protagonista di una favola, vivere una storia sentimentale, come quelle che i nonni raccontano ai nipoti, fatte di cuori dall’animo gentile e romanticismo a lieto fine. Ora, questo suo desiderio era così spiccato che non riusciva a rendersi conto se quello che aveva appena visto fosse frutto della propria immaginazione o se realmente ne fosse stata coinvolta.

    Lasciò scorrere la giornata tornando alla quotidianità, concludendo che presto si sarebbe dimenticata dell’episodio.

    Però in qualche modo si sentiva in debito con qualcuno: in fondo aveva vissuto un momento autentico di felicità e il misterioso artefice avrebbe certamente meritato una ricompensa, un ringraziamento.

    La sua vita, fino ad allora, non era stata densa di emozioni felici: tutt’altro; la fugace infanzia aveva fatto velocemente posto ad una precoce maturità, costringendola a rinunciare a molti dei passi che si percorrono camminando a braccetto col tempo.

    Molte volte era triste senza apparente motivo e cercava di capire dove individuare le cause di un’inspiegabile insoddisfazione esistenziale. Si era abituata a convivere con la solitudine, sviluppando di conseguenza uno spiccato senso della riflessione, che spesso la portava ad apprezzare le piccole cose, i gesti semplici. Alla fine, però, riteneva di essere fortunata rispetto a tanti altri: riusciva ad emozionarsi e a respirare intensamente il profumo della vita.

    In diverse circostanze pensava a come sarebbe stata bella una giornata trascorsa con una dolce metà... ma sembrava che fosse una condizione a lei inaccessibile. Quando non riusciamo a raggiungere qualcosa siamo portati ad idealizzarla ulteriormente. E Dina continuava a sognare, e immaginava che l'amore fosse tanto bello perché inarrivabile. Più volte si ritrovava con se stessa e percepiva una silenziosa melodia triste nel cuore, eco di quella perenne solitudine malinconica.

    Non si può avere tutto nella vita; e intanto la vita passa mentre noi ci lamentiamo.

    Si svegliò il giorno seguente, come se avesse dormito per un anno. Scattò seduta, sul letto, cercando con gli occhi e con le mani eventuali tracce di quel messaggio.

    Restò delusa, probabilmente aveva soltanto fatto un bel sogno, ma quella sensazione di essere in debito, nei confronti di qualcuno o semplicemente, in debito con il destino, continuava a ronzarle nella testa.

    Aprì l’armadio, rovistò affannosamente tra le sue cose e trovò quel bellissimo fazzoletto rosa cui era tanto affezionata: glielo regalarono quand’era ancora una bimba, e da sempre, misteriosamente, conservava quell’inconfondibile profumo di rosa appena colta.

    Non si sarebbe mai separata da quell’oggetto così speciale, eppure, in quel momento, come guidata da una forza esterna, spiegò sul letto quel lembo di stoffa e iniziò a scrivere su di esso, di getto, con un inchiostro indelebile, un pensiero suggerito direttamente dal cuore.

    Appena ebbe finito, ripiegò ordinatamente quel fazzoletto, e lo ripose nel cassetto con le proprie cose preziose.

    Passarono diverse settimane e Dina sembrò dimenticarsi di quell’episodio, del fazzoletto.

    Un bel giorno, di ritorno da una commissione, prima di varcare la soglia di casa, vide, appoggiato con cura ai piedi del portone, un fiore dai mille colori: ricordava molto quella fantastica farfalla che entrò nella sua stanza tanti giorni prima, portandole quel meraviglioso messaggio, come caduto dal cielo.

    Quando si chinò per raccoglierlo, notò che aveva la forma di un cuore, e la consistenza di due di petali, uniti tra loro come due pagine di un piccolo libro ognuna delle quali, conteneva due brevi versi:

    «Un fiore è uno spicchio d'amore.

    E' lo specchio dei tuoi desideri.

    Il sorriso di una ragazza

    è come un petalo di rosa

    che accarezza il cuore».

    Era incredibile potersi nutrire di simili ventate di fantasia, vivere frammenti di favola confondendoli con pagine di vita quotidiana. Strinse a sé quell’oggetto magico, avvicinandolo teneramente al petto e facendo scudo con le proprie mani, quasi avesse paura di perdere quel prezioso messaggio, come era accaduto con la farfalla. A pensarci bene, sembrava fosse stata proprio la stessa mano a scrivere quei versi, in entrambe le occasioni.

    Entrò in casa, con l’impercettibile paura di potersi imbattere in nuove analoghe sorprese. Tornò in fretta nella propria stanza, chiudendo la porta alle spalle, come per lasciare il mondo al di fuori di quella intrigante esperienza.

    Si distese per un po’ sul letto, a guardare il soffitto bianco, come per fare un po’ di chiarezza nei pensieri. La parete, completamente bianca, le appariva come un’immensa distesa di neve in cui lo sguardo poteva perdersi e vagare liberamente. Socchiuse per un attimo gli occhi: quando li riaprì, tornò a respirare l’atmosfera di meraviglia che aveva vissuto aprendo quel misterioso regalo.

    Decise di rileggere quelle parole, come

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