Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Rìsi e cchjànti
Rìsi e cchjànti
Rìsi e cchjànti
Ebook129 pages49 minutes

Rìsi e cchjànti

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

[…] Borelli, in queste poesie leggiadre, compie un’azione di trasformazione del sentire più profondo, in parola poetica, immergendosi nell’antica lingua dei padri, utilizzandone la musicalità – che ha risonanze antichissime – e le essenze, i significati, ricchi, anzi ricchissimi, di mille pieghe e sfaccettature umane e culturali. E riesce a farlo in modo armonico, fluido, senza mai inficiare la scorrevolezza e l’eleganza del verso.
Inoltre, in tutti i testi, la parola di Giovannino Borelli, che è parola arcana perché discesa dai padri, ma al contempo chiara ed incisiva, fino ad espandersi ed arrivare al cuore del lettore, è stata capace di assorbire stimoli e motivazioni legati ad un mondo circoscritto, ma volto all’universale. […]
LanguageEnglish
Release dateOct 30, 2015
ISBN9788868223397
Rìsi e cchjànti

Related to Rìsi e cchjànti

Related ebooks

Poetry For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Rìsi e cchjànti

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Rìsi e cchjànti - Giovannino Borelli

    GIOVANNINO BORELLI

    Rìsi e cchjànti

    Poesie nel dialetto calabrese di Sambiase

    Presentazione di

    Rosanna giovinazzo

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy

    Edizione eBook 2015

    Isbn: 987-88-6822-339-7

    Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672

    Sito internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinilibri.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    A quanti leggeranno questo libro,

    con l’augurio che nel corso della vita

    possano più ridere che piangere.

    PRESENTAZIONE

    "Rìsi e cchiànti di Giovannino Borelli è un testo in cui la purezza rustica e sincera del dialetto appare in tutta la sua straordinaria potenza e genuina bellezza. Non nuovo nella composizione di poesie dialettali, essendo questa la terza pubblicazione, Borelli esprime, nella lingua dei padri, il dialetto sambiasino, fatti, passioni, amori, dolori, emozioni, suggestioni, ricordi ed anche allegrie, che si compenetrano in modo avvincente e coinvolgente. Divisa in sezioni, Na vòta… e mmòni, Calàbria mìa, Mòrti, Sàtira e Amùri", la raccolta di poesie spazia da una rivisitazione della memoria comparata con fatti e costumi di oggi, alla celebrazione di luoghi della Calabria che più connotano la sensibilità poetica dell’autore, al ricordo di anime nobili e di fatti tragici conclusisi con la morte, alla satira su personaggi, magari sui generis, dalla quale si scorge uno sguardo amorevole e di soffusa ironia e, infine, all’amore, sentimento dei sentimenti, trattato con dolcezza di ricordi e forse di rimpianti.

    Le poesie sembrano nascere da storie e luoghi antichi, ma anche da situazioni palpitanti e vive del presente, e sembrano essere delle entità sottopelle, profondamente intime, che emergono, dapprima, credo, nell’oralità immediata che fu dei nostri padri, e poi nella scrittura, che protegge dal pericolo di far aleggiare la parola poetica nell’aria e disperderla nei mille meandri dell’universo.

    Nella prima sezione, "Na vòta…e mmòni, il tema di fondo è il confronto ieri-oggi, ma anche il ricordo di fatti accaduti in passato e che sono indelebili nella memoria collettiva, come nella prima poesia Trimàu lla tèrra, in cui il terremoto del 28 marzo 1638, che provocò distruzioni e morti nel lametino e non solo, offre lo spunto per uno struggente dialogo tra un padre e un figlio, piangente, disperato perché ha perso la mamma e i fratellini. E ne vien fuori uno splendido affresco sulla caducità della vita umana, sul destino e sulla morte che rende tutti uguali, persino il signore di Nicastro D. Cesare d’Aquino perì tra le macerie, U mpòrta si poràcciu, sì, o rignànti, àm’i murìri, oh hìgghju, tùtti quànti. In altre, come in Nù discùrzu, partendo da situazioni pittoresche, con un mercato che fa da sfondo, e un dialogo captato, origliato, finchè i due dialoganti non si accorgono di essere osservati, viene riportato l’eterno conflitto giovani/vecchi su usi e costumi di oggi rispetto a quelli di una volta… Aricchjìni a nnàsu e arìcchji, hànu pèna, l’à’ vidìri… a fronte di pacchjàn’e giuvinèlli, ccu llu tùppu, a pittinìssa, sènza trùccu!, vrùndi e bèlli. In altre ancora, come in Ppi ‘gnurànza e Vijìl’e Capadànnu, l’ignoranza di una volta che portava le mamme a fasciare i figli appena nati cùmu mùmmii giziàni ppi ‘u lli hàri sturtigghjàri" o ad imbottirli di infusi di papavero "ca hacìa ‘nciutiscìri" è, per così dire, compensata, dal senso di indignazione di fronte alle ingiustizie subite dal popolo calabrese nell’ultimo decennio dell’Ottocento, che qui è concretizzato nella lettera che "armènu Màstru Brùnu (scrisse) a ‘Mbèrtu Prìmu …ppi cci hàri u cazzijatùni" ( il riferimento qui è alla "Lìttira a ‘Mbèrtu Prìmu" del grande poeta serrese Bruno Pelaggi), a fronte, invece delle mollezze di oggi, nonostante le ingiustizie subite per la cattiva politica (…ccà na ribilliòni cci vulèra, àutru ca histijàri u Capadànnu) e della difficoltà di scrivere una lettera per protestare, come fece Màstru Brùnu, perché non sapremmo a chi indirizzarla, visto che "na murijàna sùnu, ‘sti minchjùni". In "Cuntintìzza", l’ultima poesia della prima sezione, il poeta cerca, senza trovarla, la

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1