Domus

Influssi / Influences

“Mi sono formata a Venezia. Osservando Tiziano, Tintoretto e i grandi maestri veneti. Se dovessi fare un parallelo tra la pittura e l'architettura, partirei proprio da qui, da questi artisti e soprattutto dalle loro botteghe. Anche l'architetto, infatti, ha apprendisti, aiutanti, collaboratori. Dalle botteghe degli architetti nascono i nuovi nomi, nuovi geni, proprio come accadeva nelle botteghe dei pittori rinascimentali. Direi che già questa riflessione ci aiuta a capirne il rapporto”. Benedetta Tagliabue non ha bisogno di presentazioni. Molti anni fa, di Ceramiche Ragno, un marchio storico della ceramica italiana che per il store di Milano ha scelto una sede inaspettata: via Marco Polo, dentro una dimora borghese, silenziosa, appartata, quasi segreta. Qui, la parete di una sala che affaccia sulla corte interna è completamente decorata da un grande mosaico policromo realizzato con piccole piastrelle, lucide e opache, molto pregiate. Un omaggio a Giorgio De Chirico, una reinterpretazione di una delle sue opere più iconiche e celebrate: . Un omaggio anche all'Emilia Romagna, la regione dell'azienda, alla Scuola di Ferrara e ad Alberto Savinio, al suo gusto del fantastico, del mitologico. Infine, a un territorio di costruzioni metafisiche, il cui spirito si sente pulsare dentro la creatività di Ragno”. Mentre parliamo, Benedetta racconta anche altro: di collaborazioni con artisti contemporanei come Enzo Cucchi, con cui ha condiviso visioni e ispirazioni; di JR, con il suo progetto vicino a Parigi per la linea della metropolitana. Alla fine, però, quando arriva il momento di lasciarci, non posso non ricordare che, lo scorso 10 giugno, Papa Francesco l'ha insignita di un titolo unico: membro della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, un cenacolo nato nel 1542, per volontà di Papa Paolo III, come sodalizio tra pittori, scultori, letterati, poeti e architetti. “Una sorpresa”, sospira Tagliabue. “Una grande emozione. Perché Raffaello e Pietro da Cortona, questi grandi geni, ne hanno fatto parte e io sono la prima donna architetto a entrarci. Ancora non me ne capacito”.

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