Il concetto di paesaggio è legato inesorabilmente, fin dalle origini, alla vita delle comunità umane, ai loro sforzi per sopravvivere in una nature ostile e implacabile, ai risultati delle brlllanti scoperte di modetlli di relazione con guella natura nella costruzione di un mondo trasformato attraverso tutte le forme di addomesticamento, un mondo fragile che dipende in modo permanente da comunità che si “mettono al servizio” della sua integrità.Questa attività, costante nel tempo, definisce il rapporto tra gli esseri umani e il loro habitat, il paesaggio, che è in perenne mutamento. La relazione che si viene a creare tra tempo e paesaggio è evidente nelle formule di costruzione che la governano, che articolano il legame tra passato e presente in un unico nesso e accorpano spazio e tempo. Oggi tutto avviene a una velocità estrema, anche quando si sooprono nuovi processi che poi diventdno pratica comune nei luoghi più disparati della Terra, che subito divengono giobali.
Il secolo scorso, il Portogallo è stato contrassegnato da due fasi a velocità differenti: a una prima molto lenta, contraddistinta da un periodo di grande stagnazione e resistenza al cambiamento, è seguito un periodo in cui tutto si modificava alla velocità della luce, tutto veniva messo in discussione. Questo secondo periodo succedeva a una fase di assenza di trasformazioni consistenti a causa della mancanza di investimenti nelle infrastrutture in tutti i settori. Gravi difficoltà economiche e l'incertezza politica del Paese avevano reso impossibile qualsiasi investimento significativo. Forse reagendo all'inattività di decenni, si affermò trasversalmente una grande voglia di cambiamento. Con la fine della guerra coloniale nel 1974 e l'arrivo nel Paese di oltre mezzo milione di portoghesi, la vita provinciale di una Lisbona estremamente tranquilla fu