Domus

Il punto sulla plastica

What's up with plastic

Recyclable of recycled? Petrochemical or vegetal? At what point are we and what developments can we expect in the next few years? We asked design companies who use plastic: Artemide, Fratelli Guzzini, Lanerossi, Magis and Zanotta

La plastica è un materiale controverso, verso il quale nutriamo un atteggiamento ambivalente. Impossibile immaginare la nostra vita senza, eppure la riteniamo ormai poco o, addirittura, per niente sostenibile. Negli ultimi anni, è stata demonizzata, cosa che è servita, se non altro, a generare una maggiore consapevolezza e nuove soluzioni e idee da parte dell’industria. Guardando indietro nel tempo, ricordiamo le alterne fortune del materiale più discusso della storia dell’arredo, e non solo: il successo negli anni del boom economico, i colori vivaci, i prezzi contenuti, il design gioioso e pop, i nuovi imbottiti. Seguiranno anni in cui la plastica è stata percepita come di poco valore, per poi rinascere riproposta in abbinamento ad altri materiali. Infine, l’esplosione dell’uso per le sedute contract. La mostra “Plastic: Remaking Our World”, in corso fino a settembre al Vitra Design Museum di Weil am Rhein, ripercorre le alterne vicende della plastica scandendone le tappe principali e celebrandone i successi, senza tuttavia tralasciare le criticità a essa connesse e lanciando uno sguardo ottimistico al futuro, volto a cogliere ogni aspetto positivo delle ricerche e delle trasformazioni in atto.

Noi vogliamo invece raccontare cosa avviene nel campo della produzione e come si stanno muovendo le aziende. Nelle Marche, dal 1912 ha sede la Fratelli Guzzini che, per prima in Italia, nel 1938 ha introdotto la plastica, diventando poi, negli anni Sessanta, un’industria, con processi di stampaggio a iniezione. Realizza oggetti per uso domestico, per consumo, servizio e preparazione del cibo usando plastica per il 90 per cento. A raccontarci le esperienze fatte in materia di sostenibilità è Gianni Romandini, dell’azienda. “Siamo partiti nel 2018, con il riciclo post consumo di bottiglie usa e getta in PET. È una trasformazione che non si fa da soli, perché cambia la filiera, la , racconta. Ma non è l’unica questione: “I materiali riciclati non hanno le stessetecniche funzionali, vanno risolte le problematiche e trasformato il materiale. Su questo lavora il nostro comparto ricerca e sviluppo”. Dopo il PET, l’azienda ha introdotto il polipropilene e il polietilene, riciclati, derivati da flaconi, non indicati per il contatto con il cibo e impiegati per tipologie di oggetti che non lo richiedono. Il vero salto è avvenuto con l’introduzione di una nuova famiglia di materiali plastici di origine biologica, non fossile. “Sono scarti di biomasse vegetali che provengono da lavorazioni agricole e forestali, sostenibili e rinnovabili. Abbiamo ottenuto la certificazione ISCC (International Sustainability and Carbon Certification), a garanzia dell’intero processo produttivo – da chi sintetizza il materiale a chi realizza l’oggetto. È anche importante sapere che, quando parliamo di , lo intendiamo secondo il concetto di bilancio di massa: se in uscita ho 100 kg di materiale, in ingresso devo averne altrettanti”, chiarisce. Al momento, ci sono problemi di reperibilità: per garantirselo Fratelli Guzzini ha stretto accordi di esclusiva con aziende chimiche europee. Un’altra questione è il prezzo, quel 50-100 per cento in più che influisce sul costo del prodotto finale.

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