Riconciliamo l’economia con il pianeta
Volendo sintetizzare, potremmo sostenere che l’economia è il modo in cui l’animale ha trovato la via per soddisfare dei bisogni che, nel tempo, da primari sono diventati secondari: dalla sopravvivenza all’appagamento. Potremmo anche dire che si sono evoluti fin troppo, ma resta il fatto che, senza economia, oggi non si vivrebbe come viviamo e, di certo, lo si farebbe in modo. Perché lui, cioè noi, siamo andati avanti, ma il pianeta dove abitiamo no, è rimasto lo stesso. E così com’è, non può soddisfare i bisogni di 100 trilioni di economia, e tantomeno digerire l’inquinamento che questi 100 trilioni produrranno. E non per motivi etici o ideologici, come continuano a dire anche fonti cosiddette autorevoli, ma matematici. La soluzione è dunque una sola: riportare l’equilibrio tra l’economia prodotta dal genere umano e il pianeta. Anche per questo, continuiamo a concentrarci una volta all’anno su , un approfondimento sul mondo della sostenibilità condotto dal punto di vista di . Perché per non esiste la sostenibilità in astratto, mentre esistono la chimica, la fisica, i materiali, le infrastrutture. Preferiamo uscire dai facili slogan che svuotano gli effetti del cambiamento climatico di significato e continuare a usare il metodo critico inaugurato nel 1928, alle origini della storia della rivista. Chi vuole davvero riconciliare l’economia con il pianeta ascolta solo gli scienziati, gli ingegneri, i fisici, gli esperti di sistemi complessi. Perché non dovrebbe farlo anche chi lavora nell’architettura e nel design?