Company museums are the key to interpreting the past and future of business culture
La cultura è “un volano di ripresa e sviluppo” ed è lo strumento per rendere efficaci le scelte sulla sostenibilità, in nome di un migliore avvenire delle nuove generazioni, promuovendo “educazione e sapere”. Sono le indicazioni del governo Draghi, annunciate al “G20 Cultura”, nel cuore dell’estate, nella spettacolare platea del Colosseo. Il motto del G20, “People. Planet. Prosperity”, è stato declinato secondo i valori della bellezza e dell’ambiente, dei diritti contro ogni discriminazione, delle relazioni positive tra memoria e futuro, custodia delle radici e stimolo per l’innovazione. Prosperità, appunto, nell’era del post Covid-19.
Sono valori forti, con cui proprio l’Italia, i suoi attori culturali e le sue imprese si trovano a proprio agio, considerandoli cardini d’identità e, dal punto di vista economico, strumenti fondamenti di crescita e di competitività. Italia, insomma, come laboratorio d’idee e fabbrica di qualità.
La nostra è, infatti, una “cultura politecnica”, sofisticata e popolare, capace di tenere insieme i saperi umanistici e le conoscenze scientifiche, la grande letteratura e la fisica d’avanguardia (il Nobel a Giorgio Parisi ne è la più recente conferma), la pittura di Tiziano e Caravaggio e il design di respiro internazionale, il teatro, il cinema e la ricerca che fa vivere nuove tecnologie e dinamiche dimensioni d’industria, come testimonia l’attività di Giulio Natta, Nobel per