Spazio pubblico
Public space
Designing empty spaces
, gli architetti sono convinti che la calamità sanitaria provocherà uno stravolgimento negli usi dello spazio pubblico e dei relativi strumenti di progettazione. Piuttosto, come spiega bene questo numero di Domus, durante le catastrofi — siano esse belliche, terroristiche, sismiche, climatiche o pandemiche — la fase di emergenza obbliga a individuare nuove pratiche, di breve o lunga durata, ma comunque temporanee per gestire problemi specifici e contingenti. Superato questo frangente, lo spazio urbano si riappropria della sua identità per ricominciare e essere vissuto come prima della crisi. Quando lo spazio pubblico — luogo dell’incontro o “finestra sull’anima della città”, citando Sharon Zukin — non è predisposto ad assicurare il distanziamento e l’esecuzione delle normali attività, si riproduce in altre forme provvisorie. O, meglio, lo spazio aperto adegua la propria conformazione progettuale per accogliere funzioni abitualmente effettuate in ambienti chiusi: come è accaduto a Venezia con l’occupazione degli spazi d’acqua o nel riadattamento contrassegnato dalla colonizzazione di marciapiedi con il posizionamento prestabilito di arredi. Le recenti installazioni a Vicchio in piazza Giotto o a Castelfranco Emilia,
You’re reading a preview, subscribe to read more.
Start your free 30 days