Per i capitali pubblici ci vuole una mentalità privata
A privatesector mentality for public funds
«Con il Recovery Fund arriveranno ingenti capitali pubblici per le nostre infrastrutture, ma sarà necessario amministrarli con la “mentalità privata”». Ne è convinta Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi (Associazione italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), e del Centro sulla finanza per lo sviluppo e l’innovazione della Liuc Business School. Una lunga e consolidata esperienza la sua, che spazia dalla finanza aziendale all’attività di private capital, dall’imprenditorialità al finanziamento della piccola e media impresa, sino alla fattibilità e all’impatto socio-economico delle infrastrutture di trasporto. Ammontano a 62 miliardi di euro gli interventi sulle infrastrutture, sulla mobilità e sulla logistica sostenibili contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) approvato a maggio dal Consiglio dei Ministri. Investimenti in dieci anni per trasformare l’Italia nel rispetto dell’ambiente. «L’incontro tra capitali pubblici e privati intorno a grandi progetti sarà decisivo», precisa Anna Gervasoni, «perché è con la mentalità di chi fa finanza privata, e quindi ha più disciplina sui risultati perché deve rispondere agli investitori, che si possono garantire risultati migliori».
«Tanto più c’è bisogno di capitali,
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