Progetto di design / Design project
City of 1,000 Tanks, Chennai, India Ooze Architects
La città di Chennai (ex Madras), nell’India meridionale, per dimensioni la terza metropoli del subcontinente, l’estate scorsa ha fatto notizia e destato allarme a livello mondiale perché costretta ad affrontare la catastrofica prospettiva di rimanere senz’acqua.
La rapida urbanizzazione e un’infrastruttura idrica insufficiente, insieme con modelli meteorologici imprevedibili, esacerbati dai cambiamenti climatici, sono stati citati come fattori critici che contribuivano alla crescente crisi. Uno scenario evitato solo per poco – o meglio schivato – quando a luglio sono arrivate le piogge.
Chennai segue le orme di Città del Capo che, nel 2018, è stata la prima grande città a iniziare un conto alla rovescia per il Day Zero, il giorno in cui i rubinetti sarebbero stati chiusi. Ora che più della metà della popolazione mondiale vive in un contesto urbano, è probabile che una città a secco diventi un problema ricorrente in tutto il mondo.
“Una persona può sopravvivere solo per tre-cinque giorni senza acqua”, scrive l’attivista di Città del Capo Ashley Dawson su The Washington Post. “E una città? Questa non è una domanda ipotetica: quella delle città senz’acqua promette di essere la più grave crisi sociale del XXI secolo”.
La crescente crisi idrica di Chennai ha reso la metropoli indiana una scelta ovvia – insieme a Khulna in Bangladesh e Semarang in Indonesia – come centro-pilota per il programma , un incubatore per approcci radicalmente diversi alla gestione delle risorse idriche, avviato dal Governo olandese. Mentre affrontiamo un futuro caratterizzato da crisi di mancanza d’acqua, è chiaro che
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