Domus

Porro e la cubatura dell’uovo di Munari

Porro and cubing Munari’s egg

delle Prealpi lombarde e la brughiera,vicino a Cantù, a metà strada tra Milano e il Lago di Como. Un’area storicamente vocata alla produzione del mobile (“Il bel mobile di Cantù”), con una scuola d’Arte per l’arredamento che risale al 1882, la prima in Italia nel suo genere. Qui nel 1925, quasi un secolo fa, Giulio Porro inizia a produrre. Nel Dopoguerraindustriale, trasformano l’attività familiare in azienda. La Porro ha subito una svolta decisiva alla terza generazione, quando Lorenzo, bisnipote del fondatore, laureato al Politecnico della contestazione, e legato al compagno di studi Piero Lissoni, ora direttore creativo, imprime un cambiamento strutturale e concettuale spostando la produzione verso una modalità flessibile: il mobile non occupa più rigidamente uno spazio. La concezione è portata ancora più all’estremo – mi spiega Maria, figlia di Lorenzo in attesa di dare alla luce la quinta generazione – con l’attuale produzione , determinata dalle esigenze del cliente e senza magazzino, a vantaggio della sostenibilità ambientale. La fabbrica e di Montesolaro è progettata con criteri ecocompatibili, tra fotovoltaico e grandi vetrate per avere condizioni di lavoro a luce naturale. A luce naturale si vedono i materiali : il legno, in omaggio al fondativo e lasciato con i ‘pori’ aperti; la pietra e il metallo, sempre trattati in modo da mantenere l’essenza sulla superficie. Tra i pezzi iconici, il tavolo Ferro di Lissoni, in metallo curvato ai bordi, ispirato all’ala di un aereo. Più di recente la sedia Voyage, di GamFratesi, struttura in legno e seduta in cuoio e le librerie modulari, con ripiani sottili che fanno sembrare i libri sospesi, come la Load-it di Wolfgang Tolk, artista tedesco scoperto da Lorenzo Porro. Spirito nordico e italiano, al confine con la Svizzera, e in antitesi al delirio gaddiano della villa in Brianza, ma anche a Saint-Exupéry: l’essenziale è visibile agli occhi. Logo aziendale Bruno Munari, autore di Cubovo, contenitore d’appoggio che si apre come un uovo rotto, ma quadrato, la quadratura del cerchio, la cubatura dell’uovo.

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