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Forever Young
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Ebook105 pages1 hour

Forever Young

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Nella vita ci sono poche certezze, una è che si è nati l'altra è che, prima o poi, si deve morire: ciò che sta in mezzo è la nostra sfida e possibilità. Il nostro compito è attraversare in completa presenza il tempo che ci è dato e le varie tappe del nostro percorso esistenziale. Possiamo attraversare la vita continuando a crescere, spiritualmente e psicologicamente? Possiamo mantenere la freschezza, l'apertura, la curiosità, lo slancio della nostra giovinezza? Possiamo essere totalmente vivi e "giovani" fino all'ultimo respiro? Certo che è possibile, basta attrezzarsi ed educarsi a non dare mai nulla per scontato, a celebrare ogni singolo attimo, a mantenere la "mente da principiante". Un percorso possibile per vivere totalmente godendosi tutte le tappe del nostro viaggio esistenziale.«La pienezza di vita non ha a che fare con la giovinezza, è una questione interiore e di atteggiamento mentale, spirituale ed esistenziale.» Marco Valli
LanguageItaliano
PublisherVerdechiaro
Release dateJul 10, 2024
ISBN9788866235446
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    Forever Young - Marco Valli

    2024-06-Ebook-Cover-interna-Marco-Valli-Forever-Young.jpg

    © 2024 Verdechiaro Edizioni

    Via Cassinago, 27 - 42031 Baiso (Reggio Emilia)

    email: info@verdechiaro.com

    www.verdechiaro.com

    Nessuna parte di questa pubblicazione, inclusa l’immagine di copertina, può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, ad eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

    Marco Valli

    FOREVER YOUNG

    Un approccio contemplativo all’impermanenza e alle sfide dell’età

    Logoebookverdechiaro.jpg

    "Il senso della mia vita è che la vita mi pone una domanda.

    O viceversa, sono io stesso una domanda per il mondo

    e devo fornire la mia risposta, altrimenti mi ridurrò

    alla risposta che mi darà il mondo."

    Carl Gustav Jung

    Prefazione

    "Oggi sotto il sole, dolcissimo e inclemente, di questa stupenda giornata di aprile, mi sono guardato le mani poggiate in grembo: le vene in rilievo, la pelle non più tesa. Mani invecchiate e/o che stanno invecchiando.

    Non ho voluto andare allo specchio, tanto sapevo già cosa avrei visto: un uomo attempato.

    Non so dare nome alla sensazione provata, un misto di sgomento e serenità, di paura e accettazione, un guazzabuglio di sensazioni che ho lasciato scivolare nella spaziosità dell’essere.

    Strana cosa, ritrovarsi vecchi nel corpo quando lo spirito è ancora ‘giovane’… Niente di nuovo, lo sperimentano quasi tutti, nulla di particolarmente originale, solo che ora lo stai sperimentando tu!

    La vera domanda pero è: ho speso bene i miei anni? Li ho vissuti degnamente?

    Su questo è meglio che mi prenda un attimo prima di rispondere perché, come tutti (anche in questo nessuna originalità), ho i miei rimpianti e i miei ‘se avessi’…

    La vita è così, sono passaggi che tutti dobbiamo affrontare, più o meno attrezzati, per poi andare oltre…"

    Così scrivevo qualche tempo fa, e proprio da quelle riflessioni è sorto il desiderio di mettere nero su bianco quel poco che ho capito del viaggio della vita, per cercare di segnare una rotta per chi, come me, si appresta all’ultima parte del viaggio – quella spesso ingiustamente più temuta.

    Ovviamente, vista la mia esperienza di praticante buddhista, il mio approccio al crescere e all’invecchiare è centrato sulla consapevolezza e sulla presenza mentale, i due cardini della pratica meditativa; è uno dei tanti possibili approcci, né migliore né peggiore di altri… è il mio, e spero possa essere utile anche a qualcun altro.

    Pace Forza e Gioia

    Marco Valli (Osel Dorje)

    La scoperta (tragica?) dell’impermanenza

    A ogni giorno il suo affanno, ci ricorda il Vangelo di Matteo (6,34); peccato che, in certi giorni, l’affanno è un tantino più pesante del solito e, a volte, ci pare assolutamente ingestibile.

    Superata una certa età, variabile perché può accadere a cinquant’anni come a sessanta o dopo, è inevitabile che venga il giorno in cui la verità dell’impermanenza ci prenda alla gola e non molli la presa… un giorno in cui, inevitabilmente, l’affanno risulterà insopportabile.

    Tutti sappiamo – razionalmente, perché ci siamo letti qualche filosofo o abbiamo ricevuto insegnamenti buddhisti – che nulla permane, tutto cambia e alla fine tutto si modifica, eppure ci attacchiamo tutti all’assurda idea che a noi non succederà, o comunque non in modo così drammatico e, eventualmente, in un tempo molto lontano.

    Non funziona, però, e viene il giorno in cui, di colpo, sperimentiamo questa semplice e inevitabile verità: non siamo eterni.

    Può succedere a fronte di accadimenti tragici o banali: la morte di un amico; le prime rughe; una malattia o i primi capelli bianchi… in realtà non ha importanza, è comunque un colpo al nostro delirio di onnipotenza/immortalità.

    La vera comprensione dell’impermanenza non può che essere esistenziale, esperienziale e viscerale: tutto il resto serve a poco, è solo una bella teoria con cui trastullarsi, nulla di veramente significativo.

    Qualunque sia la causa scatenante ci si ritrova con l’orizzonte futuro quasi annullato, si è tentati di soffermarci solo sul passato, come scrive Daria Bignardi: quando mi sono ammalata ho smesso del tutto di guardare avanti (Libri che mi hanno rovinato la vita, ed Einaudi, 2022).

    Improvvisamente si sente nelle viscere che qualcosa sta cambiando, che il capolinea si avvicina e sopraggiunge una sorta di bisogno impellente di fare i conti con la nostra vita.

    È una spinta introspettiva che è un tentativo di chiudere il mandala della nostra vita per lasciarci andare più serenamente alla corrente che, vicina alla foce, pare prendere più forza.

    Bisogna avere il coraggio di conoscere se stessi e dare un giudizio, dice Marguerite Yourcenar, e temo che abbia dannatamente ragione; giunti alla consapevolezza che non siamo immortali e che tutto va modificandosi, è di aiuto fermarsi a fare il punto, chiudere i conti con ciò che dal passato continua a tormentarci, spesso inconsapevolmente, perdonare e perdonarci.

    Sviluppare gentilezza amorevole per noi stessi, per ciò che siamo stati, per ciò che abbiamo o non abbiamo fatto, perdonare chi ci ha ferito e ringraziare chi ci ha fatto del bene è un balsamo per la nostra anima spaventata dalla (tragica?) scoperta dell’impermanenza.

    Non è sempre così facile fare i conti con il passato; perdonarsi e perdonare pare poi qualcosa di impossibile, tutto ci pare vuoto e privo di senso, senza quell’orizzonte infinito tutto ci pare vacuo, quasi che solo quella proiezione nel futuro risvegliasse il nostro eros (inteso come amore per la vita).

    Questa sensazione va affrontata, elaborata e superata: è tempo di fare i conti con i nodi irrisolti e di centrarci nell’attimo presente, cioè nel vivere reale.

    Qualche tempo fa ero sull’autobus e una bella e giovane fanciulla mi ha guardato e poi mi ha chiesto: Vuole sedersi?. In quell’istante mi sono quasi risentito, poi mi è venuto da ridere: che cosa potevo pretendere con la mia barba bianca?

    Mi sono visto con i suoi

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