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Chernobyl: La Storia, le Cause e le Conseguenze del Disastro Nucleare del 26 aprile 1986, Ore 01:23:45. Dalla Costruzione al Futuro della Centrale Nucleare
Chernobyl: La Storia, le Cause e le Conseguenze del Disastro Nucleare del 26 aprile 1986, Ore 01:23:45. Dalla Costruzione al Futuro della Centrale Nucleare
Chernobyl: La Storia, le Cause e le Conseguenze del Disastro Nucleare del 26 aprile 1986, Ore 01:23:45. Dalla Costruzione al Futuro della Centrale Nucleare
Ebook132 pages1 hour

Chernobyl: La Storia, le Cause e le Conseguenze del Disastro Nucleare del 26 aprile 1986, Ore 01:23:45. Dalla Costruzione al Futuro della Centrale Nucleare

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About this ebook

Chernobyl: un toccante viaggio attraverso le testimonianze storiche e fotodocumentate di chi l'ha vissuta veramente - Per non dimenticare mai una catastrofe che, 35 anni dopo, è ancora avvolta dalle ombre.

 

Una città fantasma, a sua volta spettro di una Centrale costruita secondo i principi dell'architettura modernista sovietica;

Per il Governo Sovietico, simbolo della visione utopica di ciò che poteva essere il Comunismo: il perfetto connubio tra lavoro e vita sociale.

Qui, avvenne uno dei più grandi disastri della storia dell'umanità.

Il percorso può essere articolato in tre tappe:

  1. Nella prima viene contestualizzata la situazione politica dell'Ucraina e la Struttura dell'Urss;
  2. Si passa poi al cuore della vicenda in cui vengono descritte la Centrale, le azioni intraprese dal personale, gli errori strutturali ed umani, le cause dell'esplosione, l'evacuazione e gli effetti delle radiazioni sul corpo;
  3. Gli ultimi capitoli sono dedicati ai "side effects" geografici, antropologici, politici, economici e sociali.

Questo libro è un'indagine composta da resoconti, note scientifiche, documentazioni,  tracce e indizi in grado di restituire un quadro completo utile a capire cosa successe realmente in quella notte di fine aprile 1986.

 

L'argomento trattato è tra i più delicati della cronaca moderna, a tal proposito è stato arricchito da rare foto d'archivio a testimonianza dei fatti accaduti.

 

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LanguageEnglish
Release dateSep 1, 2021
ISBN9798201633585
Chernobyl: La Storia, le Cause e le Conseguenze del Disastro Nucleare del 26 aprile 1986, Ore 01:23:45. Dalla Costruzione al Futuro della Centrale Nucleare

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    Chernobyl - VitamInpendereVero Edizioni

    VitamInpendereVero Edizioni

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    Sommario

    Prefazione

    Capitolo 1  La Struttura  dell’Unione Sovietica

    Struttura politica ed economica dell’Urss

    Lo sviluppo dell’Urss

    La fine dell’Urss

    Capitolo 2  La situazione politica in Ucraina nel 1986

    Aspettative Ucraina e città di Pripyat

    Problemi nella costruzione

    Chernobyl

    Capitolo 3  Cosa è accaduto?

    La base del castello: la centrale

    Secondo tassello: il vuoto positivo

    Terzo Tassello: il personale

    Il quarto tassello: gli errori

    L’incidente

    Gli effetti delle radiazioni sul corpo

    Capitolo 4 Cosa successe  dopo il disastro?

    Le ultime misure di sicurezza

    L’evacuazione

    Il sarcofago e i liquidatori

    Chernobyl pochi anni dopo l’incidente

    Salvataggio dei bambini in Italia

    Conseguenze sulla popolazione bielorussa

    Capitolo 5  Chernobyl oggi cosa  è cambiato?

    Il numero attuale di vittime

    I nuovi pericoli

    La foresta rossa

    Il ritorno degli animali

    Le proposte di rinascita

    Tour della centrale

    La memoria

    Capitolo 6  La leggenda di Chernobyl oggi

    I mostri di Chernobyl

    Conclusioni

    BIBLIOGRAFIA

    Ogni menzogna che diciamo contraiamo un debito con la verità. Presto o tardi quel debito va pagato

    (Valerij Alekseevič Legasov)

    Alla memoria di tutti coloro che soffrirono e si sacrificarono.

    Prefazione

    Che cos’è Chernobyl? Che cosa è stata per gli abitanti? Che cosa ha rappresentato per tutto il mondo? La risposta a questa domanda ancora oggi non è certa.

    Sono passati 35 anni dall’incidente alla centrale nucleare che ha reso indelebile nella memoria collettiva il nome Chernobyl e il nome della città limitrofa ucraina di Pripyat. Gli abitanti della città da semplici cittadini comuni - molti dei quali erano sopravvissuti anche alla guerra - sono diventati uomini o figli di Chernobyl. Un popolo a parte, una nazione mai riconosciuta. Da un giorno all’altro si sono trasformati in soggetti radioattivi da respingere perché considerati pericolosi per la collettività. Strumenti di diffusione di quel nemico tanto pericoloso quanto invisibile che mostra ancora oggi le sue indelebili cicatrici.

    A distanza di tempo il peso delle domande lasciate senza risposta, dei numeri mai rivelati, degli errori commessi con superficialità in nome di un’ideologia e delle vite irreparabilmente rovinate non smette di farsi sentire.

    Non c’è tragedia, avvenuta per mano dell’uomo, che sia paragonabile o che generi lo stesso sconforto di Chernobyl.

    Nel definire la complessità di questo evento molti hanno cercato di dare una definizione più precisa a quella tragedia. Nonostante le cause che hanno portato all’esplosione del reattore nucleare numero 4 siano note ai posteri non c’è tutt’oggi un’opinione univoca su che cosa abbia rappresentato realmente quella catastrofe.

    Se lo osserviamo dalla prospettiva più ampia della storia dell’umanità Chernobyl figura come uno spartiacque tra il mondo diviso ma sicuro del progresso tecnologico e un altro mondo unito nella tragedia che ha visto le conseguenze più cruente degli errori umani. Alcuni storici lo definiscono come un punto di arresto nel lungo periodo di cambiamenti rappresentato dal triennio che va dagli anni Settanta ai primi anni Novanta. Molti altri lo identificano come l’episodio scatenante che ha portato al crollo definitivo dell’Urss[1]. Se osserviamo il punto di vista degli scienziati è stato uno dei più gravi disastri ambientali della storia moderna, frutto dell’errore e dell’arroganza di singoli uomini del regime che agivano e rispondevano solo per lo Stato. E proprio grazie ai loro dati che questo disastro venne classificato nella scala Ines[2]  al grado 7, il più grave che porta conseguenze non solo per l’ambiente ma anche per la salute delle persone diventando di fatto l’incidente nucleare più grave della storia.

    A queste definizioni si aggiunge il punto di vista più intimo dei 49.000 abitanti della città di Pripyat, strappati alle loro vite nel giro di poche ore senza spiegazioni esaurienti su ciò che stava realmente accadendo. Per loro Chernobyl rappresenta la perdita dei propri cari, un trauma che non è mai stato sanato, un tabù di cui ancora oggi non riescono a parlare liberamente. Questo evento è inciso nella loro memoria come un tradimento mai risolto e mai riconosciuto da parte delle istituzioni internazionali. Neppure a distanza di tempo il governo russo ha rivelato tutti gli errori commessi durante quei giorni e nei mesi successivi alla catastrofe. Non sono mai stati riconosciuti gli insabbiamenti e depistaggi del regime di fronte ai professionisti che cercavano di restituire la verità al mondo. Non fecero mai chiarezza sulle reali stime delle vittime dell’incidente e delle radiazioni. Oggi il numero delle persone colpite o segnate per sempre dall’esposizione ai radionuclidi è ancora un mistero, un’idea che aleggia nella mente collettiva, priva di dati certi.

    Dopo tutto questo tempo si è persa la volontà di scavare a fondo per scoprire il reale impatto della tragedia di Chernobyl. Probabilmente perché non si vuole ammettere fino a che punto è disposto ad arrivare l’uomo per seguire un’ideologia o semplicemente per coprire le bugie. Oppure perché guardare in faccia quel numero è la prova di ciò che è in grado di provocare l’errore umano quando non pensa alle conseguenze delle proprie azioni su un’intera comunità. Si sceglie la strada più facile, quella della cecità, perché riconoscere la propria responsabilità e colpa è un fardello troppo grande da sopportare.

    Sono state dette molte cose su questo disastro ma nessuna è riuscita a mettere la parola fine alla tragedia. Nessuna è riuscita a restituire un’immagine chiara di ciò che è accaduto. Questo purtroppo è un copione che si presenta in molti eventi drammatici del passato e, purtroppo, anche del presente.

    Di fronte alle emergenze che stiamo vivendo attualmente con la pandemia di Covid-19 ci sentiamo impotenti e disillusi, come allora, di fronte ad un evento troppo straordinario per riuscire a comprenderlo, immaginarlo o anche solo accettarlo. Oggi come in passato il nemico è invisibile, colpisce tutti indistintamente e lascia le sue cicatrici nella vita di ogni individuo. Ancora oggi le stesse persone che dovrebbero indicare la direzione per uscire dall’emergenza trovano con molta difficoltà una posizione condivisa e univoca. Le informazioni ufficiali si accavallano alle voci di chi ha vissuto la tragedia in prima persona e di chi cerca soluzioni permanenti per tornare alla vita di prima.

    Se volgiamo lo sguardo al problema della lotta all’imminente cambiamento climatico lo stesso meccanismo di ricerca e di negazione della realtà è ancora più forte.

    Tutte le tragedie, per quanto siano diverse tra loro, hanno un fattore che le accomuna: la necessità di un’elaborazione dell’accaduto per comprendere il dolore e soprattutto anticipare il futuro. In ogni evento catastrofico esistono passaggi ed errori che ripetono lasciando conseguenze ancora più pesanti della tragedia stessa. Riconoscerli e osservarli da vicino può essere la chiave per ricostruire un mondo fatto di maggiore consapevolezza. Avere il coraggio di prendere in mano quest’insieme di voci per dargli un senso è la strada da seguire in grado di darci la speranza di non commettere gli stessi identici errori del passato. Chi ha vissuto Chernobyl non ha assistito ad un semplice tragedia ma

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