La vertigine del lieve crepuscolo
()
About this ebook
Read more from Stefano Falotico
Kickboxing Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl commediante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl rinascimento risorgimentale di un uomo funereo, spettrale e crepuscolare o languidamente NEO-romantic! Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere di Londra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl diavolo è un giocattolaio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsJohn Carpenter - Prince of Darkness Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere di Berlino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBologna POLAR - Io non voglio morire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDopo la morte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa leggenda di King Kong Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere di Madrid Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere di San Pietroburgo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl commissario Falò 3: Una detective story incandescente Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa prigionia della tua levità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFantasmi lunatici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBologna insanguinata Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to La vertigine del lieve crepuscolo
Related ebooks
La prigionia della tua levità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIngialliti sudari Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFantasmi lunatici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEternal Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiario di un dannato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe vergini delle rocce Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSuor Giovanna della Croce Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'anima semplice Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOdi di peccati del vizio (In ode Lucis) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBrillamenti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDopo la morte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'anima semplice - Piccolo romanzo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI fiori del male Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBologna POLAR - Io non voglio morire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsShadows - Ombre - Poesie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere di San Pietroburgo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsClaustrofobia d’infinito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Divina Commedia di Dante: Inferno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsInni alla notte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI giorni di Alcione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl gioco degli Dei Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRequiem dell'esilio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAmica Nemica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConfessioni dannate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiario di viaggio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConfessioni di anime perdute Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSogni nel fuoco Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome una scia di fuoco nella notte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArco onirico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUmbrae Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Gothic For You
La tenacia della Duchessa: Le Spose dell'Arcano, #2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa follia della Contessa: Le Spose dell'Arcano, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Rating: 4 out of 5 stars4/5Il ritratto di Dorian Gray: Ediz. integrale Rating: 4 out of 5 stars4/5
Reviews for La vertigine del lieve crepuscolo
0 ratings0 reviews
Book preview
La vertigine del lieve crepuscolo - Stefano Falotico
Indice
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
La vertigine del lieve crepuscolo
di
Stefano Falotico
Copyright © 2020 Stefano Falotico
Immagine di copertina © Kiki De Montparnasse (Ilaria)
Foto by Zazie
Impaginazione copertina Manuela Paric’
Incenerito nel tempo mio che risorse dopo imponderabili notti lugubri nelle quali tu, donna fatale della mia eterna perdizione, denudatati del tuo candore e spogliata della tua sin a ieri immacolatezza non ancora sconsacrata, violata nella tua eterea verginità e deprivata della tua suadente innocenza or appannatasi, scalfita e infranta, sprofondata nella libagione della disumana carnalità del tuo corpo smembrato, tu, così bestialmente assetata e assatanata, m’apparisti in sogno tramutatosi in incubo e così rimembro quel virulento istante mortifero e letale in cui la tua soave, abbacinante anima mortificasti per prostrarti alla demoniaca adorazione dell’ingordigia più brada e repellente.
Oh, mia dea solitaria della tua levità immensamente candida, creatura notturna sigillata, per tempo immemorabile, nell’imperscrutabilità d’una pura lietezza marmorea e infinita, apparentemente intoccabile che adesso invece, screpolatasi nel lindore tuo imperituramente svanito e scevro, per sempre di tua magnetica, stupefacente forza ammaliante e prodigiosamente seducente, diromperà lucente.
Tu, cintati nella poderosa brace ardente dell’animalesca peccaminosità straziante le armoniose viscere del tuo essere la beltà più fresca, radiosa e fulgente, in quel fuggente attimo sfigurante la tua beltà immensamente stordente, scivolasti nel buio più annerente ogni residua tua luminosità incandescente.
Ma forse io vissi solamente, in questi giorni duri e nelle mie febbricitanti notti malinconiche, tetre e solitarie, l’incubo più orrido e cupo in cui m’apparisti oscenamente deturpata d’ogni tuo più profumato e stupendo candore scintillante.
Gemetti, straziato e da tale tremendo incubo ferocemente lussurioso strozzato, forse soltanto inutilmente d’ira gridando e falsamente immaginando la vacua agonia tremenda d’una disillusa tua spirituale lindezza incontaminata che invece ancora, incorrotta e nivea come l’aurora più cristallina, nell’eternità della tua invincibile venustà senza fine, respirerà battente e ardimentosamente sin al termine dell’ultima notte di tutti i tempi ancora umanamente scintillanti. Eri gioiosa, avida di vita, sebbene solo d’emozionalità poco trasparenti agli occhi altrui, intimamente e con pudica, fantastica timidezza, troppo sensibilmente la vivesti e l’esistenza stessa tu interiorizzasti nella tua maliarda, dolcissima evanescenza. Per cui, eclissandoti dal mondo e nascondendoti, lontana dagli sguardi degli uomini di te ingordi e lupeschi, fremendo d’ansietà violenta, nel tuo giaciglio e nel tuo segreto giardino dal mondo t’oscurasti, aggraziandoti di roboanti sogni impossibili e custodendo gelosamente ogni tua carnale e suadente sensualità rigogliosa nell’antro soffocante del tuo stesso dorato eremo incantato, o mia divina regina di te stessa gelosa. Oggetto dei desideri più viscidi e insanamente golosi. O mia amata irraggiungibile, io lambii con la fantasia mai avveratasi le tue labbra per attimi imprendibili ma soltanto fuggenti, ruggenti di mie focose fantasie possenti e virilmente portentose ma prima tu sparisti e poi ti squartasti nella notte delle concupiscenze più riprovevoli e smaniose d’uomini mostruosi che ti lordarono nell’immacolatezza così magnifica e vellutatamente pura come la mansueta tua tenerissima tenuità di donna castigatasi in un’imperterrita adolescenza così tanto delicata quanto pura ma volubile, nervosa, lunatica e bizzosa.
Adorai e venerai il tuo essere così schiva, involontaria schiava di tal aberrante mondo pericoloso e ignominioso. E, nel cuore strangolato, piansi in silenzio. Lodandoti in eterno col mio romanticismo tenero.
1. Ti risvegliasti, ancora pudica, nel tormento di un incubo mansuetamente candido e nell’avido bagliore dei lupi e anche del mio licantropo
Lupi agguerritamente selvatici scorticarono la tua anima e la disossarono, spolpandoti viva e deglutendo, a sorsi carnali, ogni grammo della tua nudità a loro in sacrificio offerta e a essi, in segno di sottomissione tua irredimibile al dio delle perdizioni più tristi, prostrata. Tu, divina donna dalla suprema, irraggiungibile beltà a tutti donata, ti sacrificasti, genuflettendoti alla follia umana, offrendoti nuda anche nell’anima al godimento loro della tua purezza e della tua gioviale candidezza infranta, oh sì, spogliatati a turpe ludibrio d’un pasto inverecondo così animalesco, smodato e lurido.
Ma, nonostante il pasto cannibalesco, ancora vergine tu in sogno m’apparisti in abiti trasparenti. E trasparve, dal nero dell’incubo imperituro in cui, gemendo deturpata, sprofondasti e dal quale, nella nerissima, spettrale cupezza dell’innocenza tua frantumata, rifulgesti nel male altrui da te assaggiato, la da me divinizzata tua bellezza roboante della tua donna ancora intattamente, stupendamente intoccabile poiché, in cuor profondissimo tuo, in modo tonante detonasti madida di candore inviolato così come divinamente fosti concepita e nascesti, fulgida, incarnata aurora dell’estasi che simboleggi con la forza erotica più alta, prelibata e