The German designer’s new products cover a wide range of types: a stool, a toolbox, an electric vehicle for transporting goods and a module for building walls. But they all offer the only possible response to the crisis: concrete objects, functional tools and the means to rebuild
“Quello che fin dall’inizio distingue il peggior architetto dall’ape migliore è il fatto che egli ha costruito la celletta nella sua testa prima di averla costruita nella cera”.
Sembrano parole di un teorico del design e, invece, sono di Karl Marx e puntano l’attenzione su una distinzione fondamentale tra il prodotto di natura e quello dell’ingegno: il secondo prevede una costruzione mentale prima della pratica, ovvero un progetto, oltre a una visione d’insieme. Konstantin Grcic questa capacità di collegare i suoi progetti in una dimensione coerente e sistemica la possiede da sempre e i suoi ultimi prodotti, per quanto molto diversi per tipologia, lo confermano. Non si tratta di riconoscibilità della firma o di un linguaggio stilistico: il suo lavoro è esente da formalismi e velleità individualistiche, sebbene possegga una grande personalità. Perché a tenere insieme i suoi lavori sono