Others’ houses
In Arlington, in a typical house of the American dream, Andrea Bajani tried to finish a love story set in a small pharmacy in the Roman neighbourhood of Monteverde Vecchio, but which was ultimately swept away by that piece of America that we call globalisation
Una farmacia romana a Washington
Per alcuni mesi, quattro anni fa, ho lavorato a un romanzo il cui centro gravitazionale era una piccola farmacia di Roma. Si trattava di una bottega di quartiere, a Monteverde Vecchio, a gestione familiare. Poco più che una porta in legno e un’insegna, al piano terra di un edificio solido di inizio Novecento. Era una storia di galenica e famiglie. Un giovane farmacista di paese, in Puglia, che poi realizza il suo sogno nella capitale. E poi due figlie che alla scomparsa del padre proseguono l’attività. Era una storia di medicine fatte in casa, con bilancini e con la sapienza di una tradizione prossima a sparire. E un’idea di comunità costruita sul mutuo aiuto, sull’idea del farmacista come via di mezzo tra il pronto soccorso, il parente e il medico di base: tonsille controllate ai bambini dietro il bancone, consigli spicci per la tosse, la pressione, e così via per generazioni.
Non so esattamente perché mi fossi incaponito a scrivere di quella farmacia. Credo c’entrasse la prossimità alla casa in cui ero stato bambino, e dunque la possibilità statistica