Two projects from the Milan Polytechnic School of Design mark an important step toward the use of bio-produced mycelium on an industrial scale
La consapevolezza delle incombenti questioni ambientali, per le quali il genere umano è chiamato ad agire urgentemente, è diffusa ormai a diversi livelli. La ricerca e la pratica del design hanno già cominciato a trasformare questa consapevolezza in azioni per dare risposte tramite soluzioni progettuali più sostenibili e circolari in linea con i Sustainable Development Goals adottando un approccio rispettoso dell’ambiente relativamente ai materiali e ai processi.
Tra i materiali chehanno un ruolo di primo piano: i primi sono prodotti da cellule viventi e microrganismi come batteri, lieviti, alghe e miceli; i secondi sono derivati in tutto o in parte dalla biomassa, ovvero piante e vegetali al posto di derivati da fonti fossili come il petrolio. Due progetti nati all’interno della Scuola di Design del Politecnico di Milano hanno dimostrato il grande potenziale di questi materiali per un utilizzo su scala industriale. MyHelmet di Alessandra Sisti è un casco per bicicletta che mantiene le emissioni di CO₂ al minimo, non richiedendo materie prime fossili e garantendo un risultato finale biodegradabile al 100 per cento. Per motivi di sicurezza, è necessario sostituire il casco ogni tre anni, producendo quindi rifiuti composti da una miscela di schiuma poliuretanica (EPS) e plastica incollata, molto difficili da riciclare. MyHelmet si è focalizzato quindi sulla possibile sostituzione dell’EPS con il micelio e la canapa. Il micelio è una rete di ife intrecciate e filiformi che costituiscono la parte vegetativa dei funghi che, per crescere, ha bisogno di un substrato organico con cui nutrirsi e svilupparsi (in questo caso, i fiocchi di canapa). Un veloce riscaldamento di questa miscela interrompe il processo di crescita, ottenendo un materiale con proprietà simili alla schiuma polimerica. In fase di sviluppo sono stati realizzati molti campioni di materiale per trovare la composizione perfetta, sfruttando il processo di crescita e la struttura reticolare del micelio per ottimizzare la forma e creare spazi per il flusso d’aria per raffreddare la testa. Per il cinturino e la calotta esterna è stato utilizzato tessuto di canapa, un materiale biodegradabile a cui il micelio si attacca facilmente e consente una resistenza ulteriore anche perché le diverse parti crescono insieme saldamente. Il secondo progetto è il prototipo di scarpa Organs di Deoshree Bendre, che usa materiali a base biologica. Per produrre una scarpa tradizionale si utilizzano circa 40 diversi componenti tra cui pelle, gomma, adesivi chimici, cloruro di polivinile (PVC) e poliuretano (PU). Per alleggerire la loro impronta di carbonio, il progetto ha sviluppato due soluzioni; la prima, pronta per il mercato, è incentrata sulla completa riciclabilità della maglia in 3D di Kapok, o ; la seconda ha un approccio più speculativo, è orientata verso la biodegradabilità ed è ottenuta con la pressatura a caldo di micelio e Kapok per la suola e fibra di Kapok per la tomaia .
