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The double life of the German company: founded in 1919 by the engineer Curt Fischer and reborn in 2014-2015 thanks to the passion of David Einsiedler and Joke Rasch

La sfida di Midgard: guardare al futuro, senza interrompere la tradizione

“Nel 2004, quando sono arrivato alla fabbrica per la prima volta, non c’era quasi più nessuno. Lo stabilimento era ancora lì, ma ci lavoravano poche persone. Dal cancello aperto ho visto un uomo anziano camminare nel cortile: poteva essere Wolfgang Fischer, il figlio del fondatore. Me ne sono andato perché mi sentivo fuori luogo: non avevo un appuntamento e mi sembrava di non avere il diritto di entrare”. Nei primi anni del terzo millennio, David Einsiedler stava guidando sull’autostrada per Berlino quando ha visto il cartello con il nome di Auma – per altri insignificante, per lui molto evocativo. La distanza dalla città era poca (5 Km) e così ha deciso di andarci. Ad Auma, poco a sud di Lipsia, si trovava la sede storica di Midgard. David si era imbattuto per caso in questa azienda storica quando gli era capitata sottomano una vecchia lampada con quel marchio e il; il logo del serpente che viene dallo stesso mondo ed evoca la flessibilità, caratteristica che il fondatore Curt Fischer ha introdotto nelle sue lampade per ovviare il problema delle ombre proiettate negli ambienti di lavoro; i legami con il Bauhaus e Gropius immortalati in lettere e fotografie. Passata indenne attraverso gli anni di Weimar, del Nazismo e della Seconda guerra mondiale, Midgard si ritrova a dover sopravvivere nella stagione non meno insidiosa del Comunismo. Wolfgang Fischer subentra al padre. Arriva grazie a lui la Spring Lamp. Nel 1971 la statalizzazione è completata e Midgard non può neanche più produrre usando il suo nome. Sembrerebbe la tipica storia della Germania orientale. Invece, qualcosa di speciale la rende diversa: Wolfgang Fischer resta a capo della produzione. Non solo: paga per restare proprietario dei brevetti e del marchio, una situazione decisamente inusuale nella DDR comunista. Stranezze e contraddizioni di quell’epoca che Chatwin ha estremizzato nel romanzo , storia di un collezionista di porcellane tedesco nella Cecoslovacchia del Socialismo reale. Dopo la riunificazione della Germania, anno dopo anno, Midgard si è ristretta perché non era solo caduto il Muro, ma era iniziata anche la globalizzazione e cominciavano ad arrivare dal Far East prodotti sempre più economici con i quali era difficile competere. Dopo la morte di Wolfgang Fischer e il fallimento della compagnia, nel 2014, David Einsiedler e la moglie Joke Rasch hanno rilevato l’azienda o, meglio, quel che ne restava: “Abbiamo trovato molti macchinari e attrezzature. È stata maggiore la gioia per quello che abbiamo trovato della tristezza per quanto è andato perso”, racconta Einsiedler. “Abbiamo rinvenuto, per esempio, un archivio di oltre 2.000 disegni originali. Tra questi, quelli di Curt Fischer in persona. E, ancora, la corrispondenza con Gropius. C’è una foto di Walter e Ise Gropius seduti nel salotto arredato da Marcel Breuer a Dessau con la lampada Typ 113 nella libreria alle loro spalle. Persino gli studiosi del Bauhaus ignoravano che fosse di Midgard”. La foto mostra una coppia moderna, stabile e agiata in un contesto funzionale e razionale, mentre fuori regnava il caos della Repubblica di Weimar. La Typ 113, prodotta nel 2019 in edizione limitata per il centenario, è uno dei pezzi classici della vecchia e nuova Midgard. È fatta tutta a mano, come negli anni d’oro, e questo spiega il prezzo. Non più ad Auma, ma ad Amburgo. L’azienda è stata spostata di peso dall’Ost remoto tra i canali e sul fiume Elba con tutti i macchinari del periodo postbellico: “La sfida è stata rimetterli in funzione. Non è stato facile, perché le tecnologie sono cambiate. L’alluminio, per dire, si inietta negli stampi in orizzontale e non più in verticale. Sembrava impossibile, ma alla fine ci siamo riusciti. Per la nuova lampada Ayno abbiamo cercato fornitori europei, e li abbiamo trovati addirittura in Germania. Abbiamo ridotto al minimo l’utilizzo delle risorse, compreso il LED. La qualità di luce delle nostre lampade Midgard è tale che possono essere usate per ristoranti, alberghi e altri luoghi pubblici. Col tempo, poi, il marchio è diventato riconoscibile: abbiamo clienti privati di ogni tipo che conoscono la storia dell’azienda e vogliono avere pezzi classici di design. I collezionisti hanno estrazione diversa, vanno dallo studente all’amministratore delegato e all’architetto. All’inizio vendevamo solo in Germania, ora in tutto il mondo, soprattutto con Ayno. Le lampade sono disponibili nella versione retrofit-LED o lampadina. Ayno è diversa dal resto della collezione ed esiste solo in versione LED. La fonte luminosa e il trasfomatore, però, possono essere cambiati come tutte le lampade Midgard. Ayno ha una storia di successi e copre tra il 30 e il 50 per cento delle vendite, una percentuale in aumento. Abbiamo sviluppato questa lampada con Stefan Diez vincendo il premio tedesco per la sostenibilità. I modelli originali sono oggetto di collezionismo e hanno sempre avuto prezzi alti, che sono aumentati ancora di più con il rilancio dell’azienda.

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