Le potenzialità dei linguaggi creativi
The potential of creative languages
The irreverent oeuvre of Shūsaku Arakawa and Madeline Gins reveals the cohesion within their architectural and artistic practice, an alternative way of understanding and acting in space
È coerente che la prima opera d’architettura realizzata su progetto di Shūsaku Arakawa (1936–2010) e Madeline Gins (1941–2014) — Ubiquitous Site, Nagi’s Ryoanji, Architectural Body, completata nel 1994 in Giappone, a Okayama – sia un’installazione artistica permanente. Le loro opere d’architettura costruite a scala reale – in totale cinque – spesso sono state stroncate (a parte un devoto seguito di appassionati) come stravaganti o kitsch, per non dire disfunzionali. Una rivisitazione complessiva della loro opera svela però convincenti collegamenti tra la loro arte e la loro architettura, a conferma della coerenza tra le due diverse pratiche.
Il loro è un corpus irriverente che sfida le convenzioni e ridefinisce le potenzialità del linguaggio delle due discipline.
Le teorie pionieristiche di Arakawa e Gins si colloca tra le ultime grandi sperimentazioni creative del XX secolo e le prime del XXI, collegando interessi disparati come il disegno, la pittura, la poesia, la linguistica, la filosofia, la scienza e l’architettura.
Prima che la loro collaborazione fosse interamente dedicata alla
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