COLLEZIONI DONNA A/W 2018.19
Crescono ovunque, le . Disorientano, inquietano. Si impadroniscono della passerella di Londra, invadono gli spazi. Conquistano gli abiti, i tessuti. Plasmano le forme. Nascondono, celano. Adombrano, velano. Compongono un’eclissi materica. Parlano il linguaggio dell’assenza, evocando lo scorrere del tempo, i cicli del sonno e della veglia. È . L’oblio. Simone Rocha veste le sue donne di lutto e sontuosità. Sono dame del buio, e . Abitanti della notte sono le muse di Gareth Pugh: feline e plutoniche, provocanti. Eroine vestite di , , , pelliccia. Protette da . Ammiccano, feriscono con i loro , , oscuri. Languide. Intriganti. Seducenti. Le donne di Christopher Kane si svelano e si nascondono, mostrano squarci di pelle, indossano gabbie preziose, e subito si coprono con grandi , torbidi, caliginosi, ma ricoperti da , come scie di comete, di una notte di gelo. È la stagione della tenebra, di . È il tempo dell’inverno. Roland Mouret forgia , a coste, dai colori saturi, bordeaux e antracite, per giacche doppiopetto, , . Veste la femminilità, la rende evanescente e plumbea, la ricopre di sfrangiati. Le dona . È la fine del giorno, l’era del cordoglio. Il compianto di ogni chiarore. Chalayan posa un velo sul capo. Veste la donna di nero, come una vedova dalla purezza intatta, una . Essenziale, incontaminata. Corvina nei tessuti, ma dalla pelle diafana, lattea, d’alabastro. Il défilé diviene un’esperienza di tenebre e di albori. Di vespri e luci mattutine. Lentamente la notte lascia spazio all’aurora. Si intravedono i colori di un giorno che nasce. Mary Katrantzou accende i primi lumi. Le sue creazioni sono docili riverberi, abiti a forma di , dai riflessi luminescenti. I e i si intrecciano, in una sinfonia di buio e fulgore. L’alba sorge con Delpozo. È fresca e fragile, è una brezza leggera. Ha i e della brina, un clima mite, dalle nuance della vaniglia, del fiordaliso. I si schiudono, le si risvegliano. L’inverno incontra il primo sole, si lascia scaldare. Passano i minuti, come note di colore, come , germogli. È la grazia del tempo che passa, la bellezza delle tradizioni. È il tè delle cinque, è una festa in giardino. È la filosofia di Mulberry, che compone un’ode ai riti inglesi, tra , , , , composizioni di . È la pioggia di Burberry, che attraversa l’aria e la terra, il sole e la tempesta, il gelo. È la mano di Christopher Bailey che compone arcobaleni, segue i rovesci e i segni mutevoli del cielo, che riporta la notte su ogni tramonto, come un manto di sopra ad un abito variopinto. È la circolarità degli eventi, la cerimonia del giorno, il fascino della rotazione terrestre, la danza di tutte le ventiquattro ore, il ritorno della sera. Della notte. Di ogni ombra.
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