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NEW YORK

on più una settimana ma cinque giornate molto dense; prove di cambiamento all’ultima New York Fashion Week, con Tom Ford nominato a giugno scorso presidente del Council of Fashion Designers of America (CFDA) in sostituzione di Diane von Fürstenberg. Il designer texano non è rimasto con le mani in mano e, oltre a ridurre di due giorni la kermesse, ha rivoluzionato anche il consiglio di amministrazione che molti designer esprimono rispolverando quei codici che hanno reso iconica la moda americana nelle epoche passate. Come fa Alexander Wang con una collezione-tributo alle e alle tute in jersey di Donna Karan, al e all’ di Calvin Klein e ai e alle di Ralph Lauren. Altro excursus sulla moda a stelle e strisce, ma da chi stavolta quella stessa moda ha contribuito a crearla, da Michael Kors con un’ispirazione Forties presa dal romanzo di Jennifer Egan ‘Manhattan Beach’. Secondo il designer, quegli anni rappresentano l’ultimo momento in cui il Paese è stato veramente unito, le donne andavano a lavorare a frotte per sostituire gli uomini al fronte e il anche nell’abbigliamento era quasi obbligato. Spalle larghe quindi, e , , e ma anche dettagli più femminili e vezzosi come , , ruche e sui e sulle gonne al ginocchio. E non manca il richiamo diretto alla , con decorazioni a stella e la palette rossa, bianca e blu. Non guardano avanti bensì indietro anche quelle collezioni che trasudano nostalgia nelle loro rappresentazioni più simboliche: dagli al limite del trash – fatti di , e e come nella ‘neon rock opera’ di Jeremy Scott – agli accenti come nei tanti look in colorata di Coach 1941, al delle donne in carriera di Proenza Schouler. Ondate nostalgiche quindi, a loro volta sommerse da uno che riempie le superfici, esaltando e nel caso di Anna Sui e Carolina Herrera o accompagnando le intenzionali imperfezioni e le increspature degli eleganti abiti di Jason Wu. In generale, niente di nuovo sotto il sole della prossima estate newyorchese o comunque niente che segni una rottura (costruttiva) con le proposte passate. Si attinge ancora tanto dalle epoche contrassegnate da stili forti, come appunto i , gli ’80 e i e anche il neo-presidente CFDA Tom Ford, nonostante la volontà di cambiamento, presenta una collezione intrisa di , naturalmente deluxe, segno distintivo della moda americana per antonomasia.

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