Battitore libero
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Titles in the series (20)
- Mostri e Maestri
417
Quasi cinquemila anni fa, un semplice disegno geometrico al quale venne dato il nome labirinto iniziò a diffondersi in tutto il mondo, permettendo a ciascun contesto culturale in cui si trovava di mutarne forma, dimensione, significato e funzione. L’impressione creata è quella di un groviglio inestricabile di meandri, nei quali è facile smarrirsi. Il labirinto è la rappresentazione di realtà astratte e intriganti, parla della rischiosa complessità del mondo, di vita e morte, di bene e male, di perdizione e redenzione; parla anche di solitudine, di angosce e paure, di segreti gelosamente custoditi. Ognuno di noi ha il proprio labirinto. Nell’accidentato percorso fatto di varianti, incroci, bivi, finte e vicoli ciechi ci misuriamo con il labirinto di coloro di cui incrociamo le vite e le scelte in un caleidoscopico mutarsi di realtà e apparenza. Talvolta un’inesorabile sensazione di smarrimento ci coglie quando una delle nostre scelte ci proietta verso un bivio piuttosto che un altro e al limitare del buio ci attende a braccia aperte l’incertezza e il timore di essere stati inadeguati, di non avere compiuto la scelta giusta. Ma esiste la scelta giusta? Mostri e Maestri è una sorta di viaggio entro e oltre il limite della nostra esistenza. Due i protagonisti, un uomo e una donna, che non si conoscono né si conosceranno, eppure entrambi vedono gli stessi luoghi, attraversano gli stessi bivi, lottano con i propri Mostri, obbediscono ai propri Maestri. Entrambi con il bisogno atavico di fuggire i limiti imposti dal labirinto per spingersi Altrove. Un romanzo che si dipana come un gomitolo di inchiostro novello filo di Arianna che ci spinge a vincere la lotta con il mostro e tornare indietro salvi, ma trasformati e iniziati a un’esistenza diversa.
- Hypoplasia
414
Scrivere è lenitivo. Un balsamo per le anime scorticate nei rovi di un’esistenza difficile.Monica Ravalico, con il suo romanzo Hypoplasia, ha trasceso la mera composizione formale ed estetica. La storia che racconta vive di un’anima propria, di porte chiuse in faccia, lacrime, cicatrici, delusioni, ululati di dolore, cambi di case, città, residenza, amici e amori. Eppure, nulla è ostentatamente gridato, al contrario è il lettore che si appropria della vicenda e ne sfuma i contorni. E mentre lo fa, viene inesorabilmente catturato in una sorta di labirinto a-temporale e a-spaziale in cui la realtà effettuale è fragile e anzi proprio nella staticità degli eventi in cui i personaggi sono bloccati sta la vera forza di questo romanzo fortemente autobiografico.Due i protagonisti le cui storie scorrono parallele.Quella di un giovane albanese giunto in Friuli-Venezia Giulia che dopo una brutta esperienza sul territorio italiano cerca di tornare in patria via mare: le pagine ambientate sul mare Adriatico sono straordinarie. E quella di una donna inquieta costretta a guardarsi alle spalle.Un romanzo intenso che invita a riflettere sul dualismo false certezze e desiderio di fuga.
- Il caso del romanzo inesistente
411
Nel corso di un talk show televisivo, un noto scrittore di best seller annuncia la prossima uscita del suo quarto romanzo. Si tratta a suo dire di un giallo maturato nel mondo della letteratura, frutto di un minuzioso lavoro di ricerca ed elaborazione che lo ha impegnato per oltre tre anni. Il titolo, provvisorio ma rivelatore è Il delitto Proust e l’intento quello di dimostrare il profondo legame tra il celebre autore francese del primo Novecento e la crisi di identità etica e morale in cui versa la società odierna. La notizia scuote il mercato editoriale internazionale: il romanzo viene discusso da importanti critici sulla base di estratti apocrifi e di voci che circolano sui social, si accaparra premi letterari, i produttori cinematografici se ne contendono i diritti e impazzano le prenotazioni in tutto il mondo. Diviene oggetto di imitazioni, cloni, sequestro a scopo di riscatto e l’editore rischia il fallimento. Ma se si tratta di un successo annunciato, perché tergiversare con l’uscita in libreria?Il problema è che il romanzo non esiste. E la storia del manoscritto mai scritto si intreccia con quella sentimentale e professionale del suo autore il quale rimane sempre anonimo fino all’ultima pagina confermandosi indecifrabile anche nell’ultimo gesto che compie.Federico Bianchessi Taccioli costruisce una sorta di labirinto letterario con l’ausilio di articoli di giornale, appunti, lettere, frammenti di diario, registrazioni e interviste e scardina la struttura tradizionale del romanzo.
- Sensi
416
Stella è una quarantacinquenne lombarda, single, madre di due gemelli preadolescenti che deve fare quotidianamente i conti con le difficoltà che scaturiscono dal doversi sdoppiare nel ruolo di madre, con le responsabilità che comporta, e in quello di donna.La sua vita non è mai stata facile: non proviene da una famiglia intesa nel senso tradizionale del termine, non ha mai conosciuto il padre, ha interrotto i rapporti con la madre molti anni prima e le sue relazioni sono sempre finite male. Nonostante le insicurezze, le paure, le debolezze e la tristezza legate al suo vissuto, Stella però è una donna che è sempre andata avanti per la sua strada e ha sempre cercato di controllare il conflitto interiore tra ciò che vuol far credere al mondo di essere e ciò che è veramente.La sua precaria quanto effimera routine si spezza quando incontra Manuel, il quale la attirerà in un intrigante gioco di seduzione esplicitamente finalizzato a una relazione di tipo sessuale. Accenderà in lei un desiderio arcaico e sconvolgerà l’ordine maniacale con cui è organizzata la sua vita. Oltre allo sbandamento emotivo dovrà fare i conti con il rapporto morboso che i figli hanno sviluppato nei suoi confronti. La spaccatura tra essere e apparire diventa sempre più profonda ed è accentuata dall’inserimento di una nota esoterica che porta il lettore a riflettere sul classico scontro tra il bene e il male. Un romanzo agrodolce che esplora i recessi dell’animo umano.
- Abissi
421
La vita mette a dura prova. Sempre e comunque. C’è chi riesce a sopravvivere facendo delle proprie cicatrici un memento alla fragilità e all’effimera inconsistenza della serenità. C’è chi abbraccia i buchi profondi che il dolore ha scavato nel suo animo e tenta di andare avanti circospetto e all’erta. E c’è chi ci muore. Dieci racconti brevi in cui l’Autrice esplora la sofferenza, la devastazione sia sul piano fisico che mentale e per farlo si serve di una carrellata di personaggi indimenticabili, ognuno dei quali affronta in modo univoco le difficoltà, il dolore, le reazioni al cambiamento, le vittorie e le sconfitte. Personaggi sempre al limite della sopportazione e chiamati a far fronte a drastiche conseguenze. Carolina Pelosi fa il suo ingresso nella narrativa contemporanea con una raccolta che colpisce al cuore e sorprende per maturità e bellezza dello stile.
- Scirocco
419
Sicilia anni Cinquanta. Teresa è una bambina fiera, sempre di buon umore a dispetto della poliomielite che l’ha resa zoppa.Se le convenzioni sociali la vorrebbero relegata in casa, sottomessa e destinata a una vita di solitudine, le circostanze e, soprattutto, l’affetto dei suoi genitori ne fanno una giovane donna determinata a conquistarsi un proprio spazio.Vittima dapprima dei pregiudizi e poi di una violenza sessuale che nella bigotta Sicilia degli anni Cinquanta la rendono merce avariata, Teresa riesce invece a trovare la forza per reagire e formarsi una famiglia.Rancori e faide familiari segneranno con il sangue il cammino di una donna che di fronte alle avversità acquisirà sempre maggiore determinazione e consapevolezza di sé.Un romanzo intenso e agrodolce, dai toni misurati. L’autrice, anche attraverso un sapiente uso del dialetto, offre uno straordinario realistico spaccato della Sicilia rurale.
- Nella terra del diavolo
431
Venti racconti in cui le autrici tracciano un percorso nella storia della Versilia dalle origini alla fine dell’Ottocento. Fatti e personaggi, attinti con scrupolo e partecipazione da fonti storiche e storiografiche, rivivono con l’occhio della fantasia, ricostruendo un passato che appartiene ormai solo alla Memoria. I racconti descrivono con sguardo ora ironico e distaccato, ora amaro o pietoso, le vicende umane di uomini e donne spesso “vittime” inconsapevoli degli avvenimenti; uomini e donne con le loro passioni, con le loro miserie, con le loro speranze… Ne nascono pagine intense e musicali, tinteggiate di drammatici chiaroscuri, ravvivate da indimenticabili cammei.
- Salento: Racconti dal sud del mondo
430
Maria Francesca Mariano nei suoi racconti cesella con pudica finezza quattro figure femminili e attinge ai temi cari alla cultura salentina per rappresentare con sorprendente intensità l’universo femminile. In “La danza” esplora l’accoglienza riservata agli stranieri migrati nel nostro paese calando l’esperienza di un giovane giudice nel mito del tarantismo legato alla danza della pizzica; ne “Il soldato inglese” racconta l’esperienza della Prima guerra mondiale e dei soldati inglesi, sepolti nel cimitero di Otranto, morti per proteggere la costa meridionale italiana; con “Il Tempio” narra del mistero dei resti archeologici che spuntano sul mare di fronte a Torre San Giovanni e dà prova di saper fondere con forza epica e grande leggerezza, mito e storia; infine nell’ultimo racconto “La cortigiana di Costantinopoli” rievoca le vicende che portarono alla costruzione della meravigliosa cripta di Otranto.Con la sua scrittura precisa e intensa, che nasconde dietro l’apparente semplicità una straordinaria potenza emotiva, l’Autrice si conferma come una delle voci più interessanti nel panorama culturale italiano.
- Come una lupa con otto zampe
422
Bianca è una giovane donna che sta attraversando un difficile momento, in bilico tra inquietudine e depressione. La sua analista le consiglia di ritirarsi in un luogo tranquillo, raccogliere le idee e, scrivendone, dare ordine ai pensieri. Per affrontare al meglio la terapia prescrittale, Bianca si reca nella casa di montagna di proprietà della famiglia dove era solita trascorrere la villeggiatura prima che il suo matrimonio andasse in crisi. La notte del suo arrivo si verifica un misterioso incidente mortale su cui i carabinieri iniziano a indagare. In paese tutti sono convinti della colpevolezza di Margherita, donna ambigua e dal passato misterioso. Bianca invece, istintivamente, si schiera dalla parte di Margherita e cerca di scoprire per conto proprio quanto è accaduto. Fra le due donne nasce un forte rapporto di complicità e l’intesa sfiora la simbiosi. Nel frattempo, Bianca continua a scrivere e a rievocare i ricordi della sua infanzia, fino a far emergere dalle nebbie del passato un terribile segreto, lo stesso segreto che ha segnato per sempre la vita di Margherita.Due donne molto diverse tra loro, inevitabilmente destinate a confrontarsi.L’autrice dà corpo a una storia sfaccettata e si serve della scrittura come terapia per esplorare l’animo femminile e l’abisso in cui può precipitare.
- Due righe di blu all'orizzonte
424
Estate. Un’estate, intesa non soltanto come condizione atmosferica, ma anche come tempo di riposo, di svago, di pause concesse. È come se nello smettere i panni di un quotidiano frenetico, per qualcuno un ritaglio stagionale, per altri un ritaglio di vita, i personaggi, dei dodici racconti brevi che compongono la raccolta, diano il meglio di sé. Un darsi in libertà, di cui lo scrittore sembra quasi approfittarne. E approfittandone, lo racconta, lo osserva. Di più. Può notarsi, anche, nella trama narrativa, una dicotomia costante tra aspirazione (sensazione di ritrovarsi in una sorta di tempo appeso, quasi onirico) e realtà effettuale che tiene il lettore agganciato all’attualità. Tale dicotomia nulla toglie a un richiamo al cambiamento che al contrario vuole farsi concreto. Nell’ultimo racconto, sì come alla fine di una vera stagione che tutto di sé ha già dato, l’Autore concentra la sua attenzione su una striscia blu che appare all’orizzonte: un blu che avanza, poco, ma comunque uno spiraglio. E di nuovo, un pretesto al sogno, nell’attesa, magari, di farlo proprio a breve, nel viverlo appieno. Un sentirsi già altrove ancor prima del cambiamento. Ancor prima che arrivi. Quando arriverà, se arriverà, anticipato magari da un vento improvviso.Una raccolta di racconti che pare un’ipnosi ad andamento lento. Un’anatomia della fragilità dell’esistenza, implacabile.
- Il finocchio selvatico sa d'anice
436
Questa è la storia di un viaggio.È il viaggio di una famiglia livornese che, dopo aver perso casa e lavoro durante un bombardamento, attraversa un’Italia distrutta dalla guerra, per raggiungere un posto sicuro dove ricostruire la propria esistenza. Ma è anche la storia del difficile viaggio che la protagonista, Eugenia, deve compiere per risollevarsi da un’insidiosa depressione, legata soprattutto all’incapacità di comprendere e accettare i problemi del figlio autistico. Un’altra donna accompagna Eugenia nei suoi difficili viaggi: è Augusta, la suocera, dalla personalità fortissima, burbera ma capace di gesti teneri. I due uomini della famiglia, il marito Rodolfo e il suocero Amilcare, apparentemente dominanti, sono in realtà fortemente dipendenti dalle due donne.L’ideatore del viaggio è proprio Amilcare, conte decaduto e abile fabbricante di scarpe di lusso, che accetta l’offerta di un posto di lavoro e di un alloggio da parte del cugino del nord, Aimone.Gli sfollati credono di concludere il loro viaggio in una elegante cittadina sul lago di Como, ma si ritrovano in un paesino sul lago di Pusiano, dove la gente è troppo povera per permettersi scarpe di lusso. La diffidenza degli abitanti del luogo verso i forestieri e le incomprensioni legate al dialetto sembrano all’inizio ostacoli insormontabili. Ma gli sfollati affrontano le prove più difficili senza darsi per vinti, osservando la nuova realtà con uno sguardo disincantato e pronto a cogliere, anche nelle situazioni più tragiche, il lato positivo e, a volte, comico.
- Diario di uno sbarbatello
434
Lucca. Anni Settanta. Il piccolo Acquacheta dopo aver conseguito la Licenza Media abbandona, per necessità, gli studi e si inserisce nel mondo del lavoro. Ciò lo porta a contatto con la realtà cittadina, tanto diversa dalla tranquilla routine del borgo in cui è cresciuto. È ormai uno sbarbatello eppure continua a guardare al mondo, soprattutto degli adulti, con quella ingenua e spontanea curiosità che lo ha caratterizzato da sempre, convinto che si possa imparare a diventare grandi semplicemente osservando e ricopiando il comportamento degli altri. Sordo ai consigli, alle raccomandazioni dei genitori ha in sé il piglio proprio degli adolescenti. Solitario ma capace di adattarsi con facilità a stare in compagnia, soffre la distanza vera o presunta dai suoi coetanei che affrontano esperienze che a lui, giovane operaio, sono precluse. Altruista, generoso, sempre pronto a dare una mano. Il sorriso sulle labbra. Anche quando non è facile. Una bicicletta rossa regalatagli dal padre sarà il suo biglietto per affrontare la città e imparare non solo a conoscerla ma soprattutto ad amarla. Esperienza dopo esperienza, gaffe dopo gaffe, innamoramento dopo innamoramento, Antonio, non più Acquacheta, si lascia travolgere dalla vita e dai momenti belli che essa riserva. In questo secondo romanzo, Antonio Bini conferma attraverso un linguaggio fluido e cristallino, la sua capacità affabulatoria degna di un menestrello d’altri tempi. Un nuovo spaccato agrodolce della nostra storia appena trascorsa, ispirato alla vita dell’Autore.
- Amata nobis
437
1528. Nella rocca di Fiano si celebra uno degli ultimi processi per stregoneria. L’imputata è una giovane e affascinante donna, tale Bellezza Orsini, accusata di stregoneria e connivenza col diavolo. Il giudice che presiede il tribunale della Santa Inquisizione è l’intransigente Marco Callisto di Todi.Come molte donne prima di lei arse sul rogo, Bellezza è una sorta di erborista, anticonformista, coraggiosa, intelligente. Troppo in anticipo sui tempi. E, cosa imperdonabile per una donna del suo ceto, sa leggere e scrivere. Personaggio realmente esistito, Bellezza Orsini ha fatto scorrere fiumi di inchiostro e lancia ancora oggi il suo j’accuse contro l’intolleranza e la chiusura mentale di chi giudica senza conoscere.L’Autrice ne fa un ritratto dolce amaro ricorrendo a un espediente letterario di grande impatto narrativo: sarà proprio Marco Callisto, sul suo letto di morte, a ripercorrere la storia di Bellezza e di coloro i quali, per invidia, rancore e intimi tormenti, hanno tramato contro di lei.Un caleidoscopio di eventi, sensazioni, fatti storici e immaginazione.
- Incommensurabile
432
Parigi. A un tavolino del Café Marcel il giovane senzatetto, conosciuto come Jerrie, scrive una poesia che intitola “Incommensurabile”. Una parola che significa tutto e niente. O almeno così pensa il professore di letteratura francese Pierre Lambert che ne entra in possesso a causa di un malinteso. Al di là della grafia incerta, degli errori grammaticali nota subito la musicalità dei versi. Un altro malinteso e finisce per spacciare il testo per proprio. La sua compagna gli propone di cederlo alla sorella, nota cantante di pianobar. È l’inizio di una reazione a catena che metterà i protagonisti davanti alle proprie fragilità, speranze e illusioni. In un susseguirsi di colpi di scena, di rivelazioni inaspettate, passando per ingiustificabili atti di violenza sì come per gesti di altruismo e generosità l’autrice traccia una sorta di percorso esistenziale e disegna una cartografia dell’amore e dei sentimenti in cui tutto ciò che crediamo di sapere sulla vita viene messo in discussione. Perché a ciascuno di noi può capitare di perdersi. Una storia dolce e forte come un abbraccio.
- Quale amore
438
Chiara lavora in un centro antiviolenza a sostegno delle donne. Lo scopo del suo lavoro è quello di aiutare la donna vittima di abusi affinché aiuti se stessa a ritrovare il coraggio e la forza per costruirsi un progetto di vita futura concreto che tuteli lei e i suoi figli. Ogni giorno, Chiara si scontra con il mito della sicurezza entro le mura domestiche e ogni giorno ascolta racconti di sofferenza, di soprusi e si indigna, soffre ma tiene duro perché è consapevole del ruolo chiave che il centro svolge. Tra quelle mura che dovrebbero abbracciare, amare, proteggere per molte donne c’è solo un destino di solitudine amara e violenza. Le donne sono considerate dagli uomini loro proprietà e prevaricarle fisicamente e psicologicamente un loro diritto. Molte donne sono forti, nobili, sanno combattere, cadere e rialzarsi anche se con tanta fatica. Purtroppo, però, a volte alcune sono anche carnefici.Non è facile per Chiara mantenere un equilibrio. Lavoro, esperienze e vita di relazione all’esterno si intrecciano in un racconto quotidiano sofferto, ma anche gioioso nei momenti di pausa. Sensibile, lettrice vorace, appassionata di poesia e arte, viaggia, si innamora e trova lenimento alle ferite della sua anima nei versi dei suoi poeti preferiti, nei colori e nei profumi della natura.È un’anima pura Chiara e attraverso la sua voce Gioconda Marinelli invita alla speranza, ad alzare la testa, a denunciare e impegnarsi. A non arrendersi. Mai.
- Il giardino di Luca
444
Marco, tornato al paese per accompagnare la madre all’ospedale cittadino per degli accertamenti, apprende da un comune amico la notizia del suicidio di Luca avvenuto al suo rientro da Ischia dove era andato per partecipare a un congresso medico. Si reca immediatamente a casa di Luca dove trova ancora all’opera i carabinieri.L’inaspettato e improvviso epilogo della vita di Luca getta nella disperazione tutti coloro che lo conoscono e lo amano. Osservando il corpo inerte nella poltrona dello studio, inizia a dipanarsi nella mente di Marco la gigantesca moviola della loro vita in comune: i difficili anni del dopoguerra, quando, nonostante la miseria regnasse in molte famiglie, i fanciulli, con pochi mezzi e tanta fantasia riuscivano a trovare il modo di divertirsi senza dei veri giocattoli, i successi nella scuola, i conflitti all’interno della famiglia e le storie che si intrecciano e i drammi che turbano la vita di ognuno che però non incrinano la loro inossidabile amicizia e il desiderio di vivere. E Marco non comprende le ragioni che possono avere spinto l’amico al suicidio. Eppure la soluzione è racchiusa in una valigia dei segreti sepolta nel giardino di Luca.
- Per un minuto di cielo
450
Andrea, giovane manager e brillante ricercatore universitario, a causa di un tragico evento ripara in un paesino di provincia, sulle colline emiliane. Affranto, devastato nel corpo e nell’anima dal disfacimento fisico e dai rimorsi. La mente, stordita dai farmaci e dai ricordi. Nella piccola palazzina in cui si è rifugiato incontra altri due giovani anch’essi segnati da esperienze traumatiche. Li unisce la consapevolezza di avere perduto la parte migliore di loro stessi, quella compagna che ha dato un senso a incertezze, dubbi, lavoro, affetti. Tra loro nasce una franca amicizia fatta di chiacchierate fino a notte fonda, di tisane e di progetti. Tra questi quello di trovare una soluzione scientifica ai problemi d’amore. Andrea decide infatti, ricorrendo alle sue esperienze di ricercatore, di scrivere un manuale in cui analizza il comportamento sentimentale e come questo sia influenzato da moti interiori. Soggetti dell’esperimento i suoi due amici, mezzo per espletarlo incontrare le loro compagne. Sarà proprio il desiderio di aiutare gli amici - sì che almeno loro possano rimettere la vita sui giusti binari - a offrire ad Andrea, inconsapevole attore di una storia ai confini della realtà, l’appiglio per un nuovo slancio verso la vita, l’ultimo impegno che lo porterà a scoprire verità insospettabili e a dare un senso universale a tutti i suoi perché.
- L'amore si impara
441
Una silloge fatta di storie legate fra loro da una ragnatela di corrispondenze.Storie tutte di formazione, nell’accezione narrativa del termine: storie di trasformazione e di rottura, in cui i personaggi evolvono, affrontano la malasorte, si mettono in discussione, scoprono un lato di sé che non credevano di avere, a volte inquietante, altre volte salvifico. La capacità di rinnovarsi e di guardare le cose da prospettive diverse, la distruzione come via per la trasformazione: questo il fil rouge dell’intera raccolta, un filo conduttore fatto di cambiamenti e di scelte drastiche, esistenze che cambiano in modo improvviso, imprevisto e a volte tragico. E che spesso, proprio per questo, portano all’amore per l’altro, all’empatia, all’accettazione di sé.Ne “L’amore”, il racconto con il quale Roberta Di Pascasio si è aggiudicata la vittoria al Premio Nazionale Bukowski, una donna deve fare i conti con un destino feroce che le stravolge la vita, ma che si trasforma presto in un’occasione per rinnovarsi, cambiare; e sarà capace di farlo, di mettere tutto in discussione, presente passato e futuro, e di scoprire cosa significa darsi all’altro fino in fondo. Da questo racconto originario si dipanano altre storie. Dalla Miss aggrappata ai suoi sogni di gloria al vecchio a cui è rimasto solo il passato a dare un senso alla sua vita, dalla sposa di fronte a una scoperta sconvolgente all’uomo che deve salvare se stesso, da un incontro che arriva troppo tardi al rapporto con una collega che riapre alla vita, fino ad arrivare a una figlia, sconosciuta e indifesa.
- Bukowski. Inediti di ordinaria follia - Vol. 2
443
Charles Bukowski è uno degli autori più conosciuti e apprezzati della letteratura statunitense del Novecento. E il più controverso. La sua ingente produzione, che comprende romanzi, racconti e poesie, si avvale dell’imprescindibile confronto con la vita, quella autentica che Bukowski ha realmente vissuto sulla propria pelle.La miscellanea “Inediti di ordinaria follia – Vol. 2” comprende trenta poesie e altrettanti racconti. In ognuno dei testi l’autore ha raccontato la vita vera, fatta di sofferenza, di sospetti, di compromessi ma anche di gioia, di risate e di amore. E lo ha fatto attingendo alle proprie esperienze e sensazioni, incurante delle mode stilistiche ed editoriali.La selezione è il risultato della seconda edizione del Premio Letterario Nazionale Bukowski.
- Selfie tra le righe
448
La leggenda narra che il primo uso del termine selfie avvenne il 13 settembre 2002, sul forum del sito australiano ABC Online. Per qualche anno è caduto nel dimenticatoio fino alla consacrazione avvenuta nel 2013 quando il termine è stato inserito nell’Oxford English Dictionary, con la seguente definizione: Una fotografia di se stessi, tipicamente ripresa con uno smartphone o una webcam e caricata su un social network. Per celebrare l’evento, sempre nel 2013, è stata organizzata a New York la mostra intitolata Art in Translation: Selfie, The 20/20 Experience, grazie alla quale i visitatori avevano la possibilità di realizzare dei selfie di se stessi di fronte a un grande specchio attraverso una macchina fotografica digitale compatta.Che c’entra la selfie-mania con un libro in cui non ci sono foto di alcun genere?Sarebbe stato semplice pubblicare uno scatto e scrivere qualche impressione scaturita dall’osservazione dello stesso: semplice non per chi scrive ma per chi osserva-legge. Operazione più interessante e originale, invece, quella di Paola Montanari che scatta selfie di se stessa, della sua vita di trentenne alla prese con una coinquilina cleptomane, i sabato sera sul divano, la palestra, gli amici, i nipoti attraverso le parole. E allora chi legge si trova a osservare il selfie scattato dalla tastiera di un pc. Tanti piccoli fotogrammi di sensazioni quotidiane vissute con sentimento ma non sempre valorizzate, ogni fotogramma rispecchia un attimo, un pensiero, una persona o un’emozione. Sentendo prepotente il bisogno di manifestare quello che si ha dentro.
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