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La sartoria di Matilde
La porta verde
La metamorfosi del Professor Strunz
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About this series

“Chi, se non è solo, viene a passare il Natale alle Saintes Maries, sia pure in un albergo confortevole come il mio?” si domanda Monsieur Charles, il proprietario dell’hotel ‘Au Roi d’Espagne’.
Gli ospiti, in quel Natale 2019, sono soltanto due: l’ingegner Maurizio Vieri, proveniente da Tunisi e da poche ore incredulo testimone del tradimento di una moglie che riteneva innamorata e Ginevra Grimani, una biologa che studia le zone umide della Provenza, contro la quale la sorte sembra accanirsi perché, oltre ai problemi famigliari, deve affrontare anche un serio problema di salute e un’imminente operazione chirurgica alla quale potrebbe non sopravvivere.
Siamo davvero noi a costruire il nostro destino? Quanta parte di responsabilità abbiamo in ciò che ci accade? Maurizio e Ginevra hanno in comune l’imperativo di seguire la propria coscienza, con onestà e coraggio e forse per questo meritano quella bolla di felicità improvvisa in cui si trovano immersi, senza averla cercata. Cinque giorni di felicità sembrano poca cosa, ma spesso, in una vita intera, non ci sono cinque giorni di completa felicità.
LanguageItaliano
Release dateApr 2, 2012
La sartoria di Matilde
La porta verde
La metamorfosi del Professor Strunz

Titles in the series (51)

  • La metamorfosi del Professor Strunz

    18

    La metamorfosi del Professor Strunz
    La metamorfosi del Professor Strunz

    La mansuetudine del professor Strunz è scritta nel suo codice genetico. Quando il dottor Ciripalli, specialista del settore, diagnostica l’anomalo metabolismo da ruminante del matematico, non fa altro che leggere la sua storia e, al contempo, il suo destino, come un abile cartomante. La metamorfosi quasi kafkiana sarà una radicale trasformazione del protagonista, da una pseudo-cultura alla realtà della natura. L’Autore sviluppa il racconto adottando un registro stilistico apparentemente comico, in realtà composito e complesso, capace di attingere ad ambiti diversi, e modella il linguaggio rendendolo perfettamente funzionale alla storia.

  • La sartoria di Matilde

    3

    La sartoria di Matilde
    La sartoria di Matilde

    La sartoria di Matilde è una storia d'amicizia, dolceamara come la vita. Lisa, una signora di mezza età che ingurgita patatine, dolci e psicofarmaci per combattere le proprie insoddisfazioni e insicurezze, si trova costretta a lavorare dopo il fallimento della ditta del marito e assiste una signora anziana, ma sempre attiva e operosa, Matilde. Tra le due nasce, a poco a poco, un'amicizia che aiuta Lisa a riacquistare la serenità, l'autostima ed anche un rinnovato rapporto col marito, mentre per Matilde chiacchierare con Lisa occupandosi delle faccende domestiche o degustando un gelato al caffè del centro del paese diventa l'occasione per far riemergere a poco a poco un passato doloroso, ma anche una vita vissuta senza mai dimenticare che i valori veri sono la capacità di amare e di perdonare. È questo il grande messaggio che Matilde lascerà a Lisa... insieme a molto altro, perché una fata buona può anche prendere l'aspetto di un'arzilla ottantenne golosa di gelato alla nocciola... Scritto sotto forma di diario di Lisa e sviluppato secondo una struttura circolare, La sartoria di Matilde è una storia semplice e bella, di quelle che fanno bene al cuore.

  • La porta verde

    6

    La porta verde
    La porta verde

    Con un sapiente dosaggio tra racconto e riflessione, Mauro, protagonista indiscusso della fluida e avvincente trama, avvicina il lettore a un mondo ove l'appiattimento mentale e l'omosessualità accompagnano situazioni in cui le luci sono talvolta offuscate dalle ombre del dolore. Se nell'insieme troviamo momenti felici, ci sono anche quelli duri, derivati dalla mancanza di dialogo e di comprensione per una sensibilità che esce ferita in una società dove l'apparire ad ogni costo schiaccia uno spirito in cerca del suo spazio vitale. Sia Mauro, sia le figure che gli ruotano attorno – presentate in ottima sintesi dall'autrice – simboleggiano caratteristiche di una collettività talvolta feroce e disinformata, frettolosa ed egoista, in cui il fiore fragile che appare sconfitto, sa lasciarci un limpido messaggio. “La porta verde” non è un libro per tutti, soprattutto perché è destinato a un pubblico che crede all'eguaglianza dei diritti. Molti hanno quasi timore della diversità , ma vi siete chiesti perché chi non soggiace alle astruse idee d'un certo “branco” è considerato con disprezzo “diverso” in quanto rifiuta d'esservi inglobato? Spesso un disabile è osservato stranamente, ma così è pure per il “diverso culturale” che fa scelte autonome, magari lontane da regole logore, costituenti l'ossatura di un popolo erroneamente definito normale. Oggi l'essere veramente liberi è difficile, come sembra suggerire questo libro che può essere letto anche tra le righe. Ludovico Gierut

  • Odore di agnello arrosto al rosmarino

    1

    Odore di agnello arrosto al rosmarino
    Odore di agnello arrosto al rosmarino

    Il romanzo, che racconta gli eventi italiani del ventesimo secolo, trattati servendosi del palcoscenico milanese, si divide in due sezioni. La prima, riguarda il periodo della salita al potere del Fascismo con tutte le conseguenze derivanti dal paternalismo greve della dittatura. Ne esce un quadro che dipinge le varie anime di un popolino laborioso, vittima del potere anche per propria incapacità e paura a contrastarlo. La seconda, parte dagli inizi della guerra '40/'45, con il corollario di bombardamenti, morti, fame e disperazione e la rivalsa del artigianato. Fino alla costituzione della Repubblica Italiana. Racconto documentatissimo, scorrevole e reso interessante attraverso l'uso di modi di dire, anche in vernacolo e da figure meneghine, indigene o acquisite, di particolare vivacità. Su tutta la trama aleggia l'odore dell'arrosto, cibo di cui una giovane donna bellissima è golosa, e del quale avverte il profumo, ogniqualvolta sente nascere dentro di sé il desiderio sessuale.

  • Carlotta: C'è posta @nche per me

    2

    Carlotta: C'è posta @nche per me
    Carlotta: C'è posta @nche per me

    Carlotta, con i suoi tipici calzettoni e gonnella scozzese, con i suoi capelli “imprigionati in treccine infiocchettate di bianco o di rosa oppure tagliati corti da nervose sforbiciate” della nonna, con le sue “ginocchia ossute, spesso adorne di brutte crostacce” o con ferite sottoposte ad infettarsi, la quale, uscita dai terrori della guerra, trova subito un nuovo motivo di turbamento nella paura dell’interrogazione del professor Giulini “elegante, severo, ma giusto”: un insegnante d’altri tempi segnati dalle diete forzate per la misera razione personale prevista “dai tagliandi delle tessere annonarie che ignoravano vitamine, grassi, sali minerali e tante altre cosucce” e “infelicitati” dalla quotidiana “penitenza” delle nauseanti cucchiaiate d’olio di fegato di merluzzo, ritenuto “miracoloso”. E, su questo frizzante “incipit”, ecco innestarsi tutta una serie di accadimenti, situazioni, ricordi, passioni che hanno il potere di farci rivivere, dall’ intus un’epoca che sembra lontana anni luce, vissuta da una generazione che ha patito la guerra e che l’ha scavalcata rafforzata dentro e desiderosa di vivere una nuova esistenza di riscatto, capace di far dimenticare gli orrori che ogni conflitto reca inevitabilmente con sé. Bruna Nizzola sulla scansione di vicende lontane, avvalendosi anche di mezzi moderni quali la posta elettronica, poco concedendo all’alone mitizzante della memoria, in sordina, senza che ce ne accorgiamo, riesce a veicolare le sue convinzioni etiche ed esistenziali dettate dal buon senso di chi, giunto ad un’età in cui possibile e doveroso stilare un bilancio critico di un’epoca, nutre ancora la fervida speranza che certe situazioni non si verifichino mai più e cerca di portare la propria pietruzza all’edificazione di un’epoca più giusta e serena, se non proprio felice.

  • Buon Governo

    15

    Buon Governo
    Buon Governo

    Il Parnaso è una moderna dittatura, dove il controllo della popolazione è esercitato attraverso un’accattivante Televisione e, in modo più nascosto, da una polizia che non esita a far ricorso alla violenza e alla tortura, come sperimenta il protagonista, Caronte, cresciuto sotto il regime. Buon governo è un romanzo duro, a tratti crudo, la rappresentazione di come uno stato possa diventare se tutti i sistemi di controllo vengono a cadere, la proiezione di una situazione potenzialmente pericolosa e degli effetti che essa può avere sulla società civile e sulle persone; un romanzo di denuncia dell’impoverimento delle coscienze e del sonno della ragione del nostro tempo, che ci spinge a interrogarci su noi stessi e sul mondo in cui vogliamo vivere e far crescere i nostri figli. Scritto da un giovane cresciuto proprio negli anni del moderno Parnaso.

  • Valeleu

    13

    Valeleu
    Valeleu

    Valeleu è un romanzo molto interessante, sotto diversi aspetti, per le tematiche che affronta: la terza età (gloriosamente vissuta!), il nuovo turismo dai Paesi dell’Est, l’immigrazione, l’accoglienza, la famiglia “allargata”... Il protagonista, Giuliano, detto Iano, è un ultrasessantenne ancora in buona forma grazie ai suoi trascorsi sportivi, che viene assunto da Dorota, la direttrice tedesca di un hotel di Abano Terme, come direttore delle piscine e animatore di iniziative rivolte al benessere fisico. L’uomo si occuperà, inoltre, con buon successo, anche di allietare le notti della stessa Dorota e di altre ospiti dell’hotel, soprattutto straniere. Iano è un personaggio simpaticamente superficiale, che non si pone grandi problemi etici o esistenziali, le sue riflessioni durano “il tempo di una passeggiata”, è rimasto “un fanciullone che pensa solo a se stesso, ma che è capace di grandi gesti di generosità”. Proprietario di un casale in campagna, non esita ad accogliere, su richiesta del suo amico parroco Don Gabriele, una coppia di rumeni, Giorgio e Suzana, che lavorano duramente e conducono la piccola azienda agricola con scrupolo e onestà, e con loro Iano costruisce, senza praticamente rendersene conto, un rapporto basato sul rispetto reciproco e su una fraterna amicizia. La famiglia si allargherà ulteriormente con l’arrivo in Italia di Marioara, sorella di Suzana, che si innamora di Iano. Marioara si impiega come badante e, nei momenti di festa, canta con la sua bellissima voce le canzoni tradizionali romene. Quando arrivano in Italia anche i figli adolescenti della donna, che è vedova, tutto farebbe pensare ad una positiva “sistemazione” della nuova famiglia, anche perché Iano prende subito a cuore le sorti dei due ragazzi. La vita, però, non è sempre prevedibile... Valeleu, il titolo del romanzo, è un’ espressione romena a intercalare, ripetuta alla fine di ogni strofa in una canzone tradizionale di Maria Tanase, la più grande cantante di musica popolare della Romania.

  • Cronaca di una retrocessione

    5

    Cronaca di una retrocessione
    Cronaca di una retrocessione

    Nel calcio, alla fine degli anni sessanta c’era un numero di categorie inferiore a quelle di oggi. La serie A e la serie B erano le professionistiche e la serie C e la serie D erano le “semipro”. In pratica dalla serie D si poteva accedere alla C (suddivisa in tre gironi: nord (girone A), centro (girone B) e sud (girone C)). A sua volta la serie D era suddivisa in vari gironi che includevano ciascuno varie regioni. Praticamente come oggi, con la differenza di un girone di C (la C2 ora Seconda Divisione) in meno. Le società di serie D funzionavano come le professionistiche con tanto di stipendi e ingaggi ai calciatori, allenamenti quotidiani, premi partita, strutture adeguate e calciatori che si trasferivano da una città all’altra, da una regione all’altra, da nord al centro e al sud. Certo, come oggi, ma quarant’anni or sono. Ovvio che le cose stavano un po’ diversamente, soprattutto tra nord e sud. E questa è appunto la peculiare storia vera, vissuta da un giovane ferrarese aspirante calciatore, che volendo riscattare il fallimento degli anni precedenti, quando giocava nelle giovanili della Spal (assieme a Eddie Reia e Fabio Capello) che militava in serie A, tenta l’avventura del campionato di serie D nella squadra di una cittadina lucana, Bernalda, in provincia di Matera. Un deprecabile evento, il giallo della conclusione degli spareggi finali, i compagni di sventura, qualche personaggio, l’incontro con l’amore e altro ancora, fanno da sfondo al campionato e alle partite. Tutti ingredienti che lo guideranno verso una crescita più sul piano umano che su quello calcistico.

  • Cafonal Natalizio

    9

    Cafonal Natalizio
    Cafonal Natalizio

    Alessandra è fine intellettuale progressista, erudita lettrice, appassionata cinefila, arguta ed impegnata cittadina. Peccato che, nonostante queste splendide credenziali e il suo sfolgorante cervello, sia stata messa alle porte dall'università dopo aver denunciato per molestie l'ordinario maniaco sessuale di Economia Politica, suo padre sia scappato con un transessuale in Brasile lasciando in mutande lei e il resto della sua famiglia, per campare faccia la commessa in una libreria e viva ancora in casa con sua madre. Dall'altra parte c'è la cugina di Alessandra, la figlia dello zio materno, Vincenzina, detta Vicky. Lei invece è appassionata dei film di Pieraccioni, va pazza per i tacchi a spillo e le montature di occhiali con il logo sbrilluccicante di Dolce & Gabbana in bella evidenza, il suo libro preferito è il libretto di istruzioni del suo cellulare, pensa che i politici siano tutti ladri, che la politica sia una cosa brutta, sporca e cattiva e quindi è meglio non interessarsene per niente. Nonostante ciò, lei è una delle persone più in vista della città: svolge la professione di medico in ospedale presso il reparto dove suo suocero è primario, è sposatissima con un altro medico che lavora nello stesso ospedale, ha una casa di proprietà compratale dal padre, anche lui medico, soprattutto primario e da sempre impegnato in politica dalla parte più giusta, a seconda dei momenti. Tutto questo alla faccia di Alessandra, del suo spessore intellettuale e dei suoi sogni, tutti miseramente traditi, mentre di pari passo la vita di Vicky spiccava letteralmente il volo. Tutto questo soprattutto sbattuto davanti ad Alessandra per la festa comandata per eccellenza, il Natale, che la nostra protagonista è costretta a passare a casa dei suoi zii materni, riducendosi ogni anno per l'alto grado di rodimenti a mangiare cotechino affogato nel Maloox per i bruciori di stomaco. Tuttavia, proprio quando la vita di Alessandra pare ferma ad un punto morto, la nostra eroina viene a conoscenza di un segreto che, se svelato, devasterebbe la vita perfetta di Vicky. Forte di questa minaccia, organizzerà una vendetta grandiosa nei confronti dell'odiata cugina e di tutto ciò che per lei rappresenta...

  • Il mistero riflesso: Due donne tra passato e presente

    28

    Il mistero riflesso: Due donne tra passato e presente
    Il mistero riflesso: Due donne tra passato e presente

    Un’antica petineuse, un’immagine misteriosa allo specchio, una ragazza: questi gli elementi principali attorno ai quali si dipana l’incredibile storia, dagli episodi mai risolti fino in fondo. Le vicende di una donna del passato e di una del presente si intrecciano, nella ricerca di una spiegazione razionale degli eventi; non tutto, però, appare come sembra e i “riflessi” di un tempo trascorso tornano a manifestarsi, ora in modo deciso, ora più lievemente. Fa da sfondo la città di Torino nei due secoli che ci hanno preceduto, i cui avvenimenti storici, a volte, sembrano solo sfiorare i personaggi, spesso alle prese con dubbi, timori e inquietudini personali. Il lettore si troverà di fronte a episodi descritti con vena umoristica, ma anche a temi importanti, come l’emancipazione femminile e il senso di appartenenza ad una famiglia, ritrovando valori antichi da riscoprire continuamente.

  • Un sospiro nel silenzio

    7

    Un sospiro nel silenzio
    Un sospiro nel silenzio

    Molto spesso, gli autori esordienti tendono a scrivere di sé e della loro vita in modo diretto, autobiografico, soprattutto per raccontare problemi, sofferenze, ma anche gioie e speranze. Questo è bene, naturalmente, e sovente terapeutico. Ma non è letteratura. Perché lo sia, è necessario che l’autore sappia creare un personaggio diverso da sé, che sia, per dirla con Proust, “frutto di un altro io”, un “io letterario” e non un “io autobiografico”. Niccolò Tonin è un autore promettente proprio perché, a soli 18 anni, è riuscito a fare questa operazione letteraria dando vita a un personaggio con cui il lettore riesce a creare un’immediata empatia, con un racconto breve e intenso, una prosa che segue il ritmo irregolare e ondivago del pensiero. Sofia, la protagonista, ha venticinque anni e soffre di depressione e disturbo di personalità evitante. Vive sola, con l’unica compagnia del suo pianoforte e di una gattina abbandonata che trova per caso e di cui si occupa con tenerezza e sollecitudine materna. Chiusa nel suo guscio di silenzio, passa lunghe ore ad ascoltare soltanto il suo respiro. Uscire di casa, magari per fare la spesa, è un problema e la ragazza preferisce “non farsi coinvolgere” neppure da un avvenimento drammatico come la morte del padre, e si sforza di respingere i sensi di colpa nei confronti della madre che scaturiscono dai suoi comportamenti. Un giorno, tuttavia, l’incontro con un uomo le rivelerà il piacere e l’importanza del rapporto con gli altri e farà sorgere in lei un sentimento profondo e dirompente, un amore con tutte le caratteristiche dell’infatuazione adolescenziale, un inesprimibile bisogno di tenerezza. La vita, però, ha in serbo altre sofferenze per Sofia, anche se è attraverso la sofferenza e anche la disillusione che si cresce e, talvolta, ci si avvia verso una possibile guarigione.

  • Estadio “Magia do gol” (Una favola sul calcio)

    12

    Estadio “Magia do gol” (Una favola sul calcio)
    Estadio “Magia do gol” (Una favola sul calcio)

    Non sappiamo se Artur Antunes Coimbra, in arte Zico, abbia letto le bozze del libro di Giorgio Astolfi. E non sappiamo se Astolfi, mentre elaborava il suo manoscritto, si sia imbattuto nelle dichiarazioni di Zico. Di certo c’è una straordinaria identità di vedute, una filosofia condivisa, una comune visione dello spirito del calcio, tra l’ex fuoriclasse brasiliano e lo scrittore ferrarese. Non potrebbe essere diversamente. Astolfi, che in gioventù è stato un giocatore di ottimo livello, ha una visione romantica e idealista (nell’accezione più positiva del termine) della vita, e di conseguenza del football. anzi, del futebol. Bailado, di preferenza. Perché il Brasile ha animato i giovanili sogni calcistici di Astolfi. Ed il Brasile, lo stesso tratteggiato nelle pagine di Amado, ha ispirato l’ambientazione di questo meraviglioso romanzo, Estadio Magia do gol. Titolo rigorosamente in portoghese. Ma riavvolgiamo. Com’erano le accennate dichiarazioni di Zico? Eccole: «Cerco di allenare come giocavo, con serietà, ma anche con fantasia. Vincere è bello, ma lo spettacolo lo è di più: non si può giocare speculando, il football è anche altro, o soprattutto». C’è tutto Zico, nel libro di Astolfi. Una favola sul calcio, come recita il sottotitolo. Ma non un trattato di calcio. Una favola delicata, intrisa di sentimenti e pulsioni, scritta in punta di polpastrelli ma capace di veicolare con forza – eppur senza forzature, quelle non appartengono ad Astolfi – un messaggio potente, coinvolgente: mai rinunciare ai sogni. Di calcio e di vita. Perché in queste pagine ambientate in un futuro lontano, si denunciano le storture tecnico-economiche che hanno portato alla scomparsa del football in tutto il mondo ad eccezione del Brasile, dove continua ad essere praticato nel rispetto del suo spirito. Ma il calcio è il pretesto, il mezzo di denuncia del sistema economico e politico, il punto di partenza per una riflessione a tutto tondo, anche su temi quali religione ed ecologia. È uno strumento di conoscenza e di scoperta. Della letteratura. E delle cose della vita, appunto. Come i sentimenti, il sesso nella sua visione più “sana” e naturale. Il calcio, un certo calcio, che ti porta a superare l’avversione per lo stesso, e attraverso esso uscire dalle proprie prigioni quotidiane, andare oltre un ordine codificato che in fondo impedisce di conoscere proprio la vita, la vita reale, ed approfittarne. Il calcio che conduce in un mondo lontano, tutto a colori, ove nulla è pianificato come “da noi”. Estadio magia do gol ha come protagonista Giovanni Rubini, docente universitario ferrarese. La sua metamorfosi, la sua progressiva apertura mentale, avviene attraverso la conoscenza postuma, professionale e umana, della traccia lasciata da uno zio paterno che del calcio – partendo dalla Spal ed arrivando in Brasile – è stato grande interprete. Il percorso mentale di Giovanni si snoda attraverso la visione in diretta di qualche partita e, soprattutto, attraverso il contatto con la realtà locale e con due donne che gli cambieranno la vita. Paolo Negri

  • La voce del maestrale

    14

    La voce del maestrale
    La voce del maestrale

    La voce del maestrale parla da tempi remoti nelle terre siciliane, nascosta tra lo splendore della campagna e l'azzurro del mare. Totò Musumeci è cresciuto ascoltando quella voce e ha conosciuto antiche storie diventate leggenda. Ora una forza misteriosa lo chiama a diventare parte di un'avventura mai svelata, mentre l'impetuoso urlo del vento cerca di coprire ogni cosa. Totò è il nipote del barone di Mezzocannolo, ucciso dalla mafia. È anche un industriale del sud. Quanto ha ereditato è tradizione, e dovrà difenderla come ha già fatto il nonno dalla violenza del principe di Granata, il fondatore del paese, il padrone di tutto. I tempi cambiano e la dinastia del principe si estingue, ma il male resta ed è sempre lo stesso. Il Sole sulla Terra si camuffa dietro accattivanti sembianze e diventa ancora più pericoloso. Totò Musumeci combatterà fino alla fine, nella certezza che dopo di lui qualcuno continuerà a percorrere la strada delle passate generazioni. E quel giorno, la voce del maestrale sarà il grido di un popolo che conquista la libertà.

  • Il profumo dell'anima

    17

    Il profumo dell'anima
    Il profumo dell'anima

    Bianca è cresciuta con la convinzione di essere forte come un albero. In realtà sotto la dura corteccia, che la cinge come un’armatura, si cela un animo delicato come un fiore, palpitante di vita inespressa. Per anni e anni quella corazza riuscirà a proteggerla da se stessa e dalle passioni del mondo. Ma gli eventi della vita sbaraglieranno una a una le sue certezze, rivelandole la vera natura della sua essenza. Ecco, allora, che dovrà fare i conti con la devastazione del dolore, con lo smarrimento della passione amorosa e con la fragilità emotiva che sfocerà in crisi d’ansia somatizzata. Educata a esercitare, sempre e comunque, la rigida disciplina dell’autocontrollo, cercherà, per un certo periodo, di ingabbiare tutte le emozioni che tentano di destabilizzarla fino a rischiare di implodere. Mentre l’anima geme di disperazione, un lezzo di morte comincia a intossicarle la mente e il sangue. È qui che Bianca dimostrerà la sua vera forza, prima ammettendo con se stessa di aver bisogno di aiuto, e poi non esitando a chiederlo. Soltanto così può cominciare, per Bianca, la stagione della pienezza, con un profumo nuovo di frutto maturo, nel cuore dell’estate.

  • Tris di dame vs Alzh

    22

    Tris di dame vs Alzh
    Tris di dame vs Alzh

    Malattia del nostro tempo – ci ammaliamo di troppa vita – l’Alzheimer ci fa paura, perché la perdita, il dissolvimento delle nostre facoltà intellettuali, è una morte prima della morte. Se poi il male colpisce una persona cara, che vediamo vicino a noi con il corpo, mentre la mente deriva verso spiagge sempre più lontane, fino a cancellare anche l’affetto che provava per noi, come non essere afferrati da un senso di angoscia impotente? “Alzh è un gran figlio di puttana e mette a segno colpi che nemmeno immaginate” afferma un personaggio di Tris di dame. La malattia è subdola, attacca proditoriamente il cervello di chi prende di mira, ma le possiamo sferrare un colpo basso: recuperare i momenti straordinari che hanno arricchito la vita, azioni che hanno stimolato il corpo e la mente. E che c’è di meglio del ricordo di un amore? O di parecchi amori? Vanni Stami, l’anziano protagonista, scivola nelle grinfie di Alzh giorno dopo giorno; la figlia Giovanna, che non si rassegna, affianca il genitore in un percorso che mira a contrastare la malattia e durante il quale ricompaiono anche tre donne amate da Vanni in tempi diversi della sua vita; queste donne balzano fuori dal passato “come fuochi d’artificio sparati basso: un calcio in culo a Alzh!”. Sembra però che il presente stia inesorabilmente cancellando anche i ricordi più emozionanti. Il finale, tuttavia, è sorprendente e inatteso e riesce perfino a strapparci un sorriso.

  • I sette giorni mancanti di Goffredo Olon Ribaud

    19

    I sette giorni mancanti di Goffredo Olon Ribaud
    I sette giorni mancanti di Goffredo Olon Ribaud

    Goffredo Olon Ribaud, torinese di origini valdostane, giovane in carriera, di buona famiglia, con una bella fidanzata è un ragazzo normale, se non fosse per l’ombra inquietante del suo antenato Jacò Malanima, che lo segue come una maledizione. Un giorno Goffredo, anzi, Freddy, si risveglia su di un’isola apparentemente tropicale e deserta: indossa abiti da città, ha un cellulare, un anello d’oro al dito, ma ha perso la memoria. Come un novello Robinson Crusoe, inizierà a esplorare l’ambiente sconosciuto e inizialmente ostile, pericoloso, con il quale dovrà fare i conti, ma, soprattutto, dovrà fare i conti con se stesso e con la sua irresistibile tensione verso la ricerca e con l’impulso a salire ad ogni costo sulla cima del vulcano che sovrasta l’isola. Una storia concitata e avventurosa, che ben presto si rivela come una grande metafora sulla ricerca del senso della vita e un viaggio all’interno della solitudine dell’uomo. Occorreranno sette giorni a Freddy per comprendere che forse è possibile liberarsi dalle catene della condizione umana, sette giorni come quelli biblici della creazione del mondo, per andare al di là della logica e aprirsi all’immane gioia del vivere.

  • Deathdoc. C'è vita al cimitero: L'Uomo che sussurrava ai cadaveri

    21

    Deathdoc. C'è vita al cimitero: L'Uomo che sussurrava ai cadaveri
    Deathdoc. C'è vita al cimitero: L'Uomo che sussurrava ai cadaveri

    Pensate che i cimiteri siano dei luoghi senza vita? Il fatto che siano popolati da cadaveri in stato di decomposizione più o meno avanzata non li rende assolutamente dei posti tranquilli… Certamente non è tranquillo il cimitero di Velletri, regno di Paolo Grandi, che ne è lo scontroso custode. Paolo la morte la conosce molto bene e i morti gli piacciono più dei vivi, che guarda invece con occhio malevolo e impietoso. In realtà, sotto il nome di Paolo si cela Giovanni Di Micco, un ex medico legale radiato dall’Ordine perché implicato in un traffico di organi umani e quindi costretto a vivere da clandestino e sotto falso nome. Malgrado il suo brutto carattere, Paolo riesce a instaurare rapporti umani veri e profondi con molte persone, compreso il figlio CJ, che ha avuto giovanissimo con una donna che ha sposato un altro uomo e che ignora l’identità del padre. Una storia appassionante, che trova un ulteriore punto di forza nell’originalissima ambientazione in un cimitero, senza alcun gratuito gusto del macabro, ma con un realismo profondo, frutto di una solida documentazione, che ci fa scoprire un mondo davvero inatteso.

  • Quinta Elle. L'anno della pandemia

    38

    Quinta Elle. L'anno della pandemia
    Quinta Elle. L'anno della pandemia

    La V L è una classe di Liceo Scientifico di 17 studenti. L’anno scolastico è iniziato come tutti gli altri anni scolastici con le aspettative degli studenti legate all’esame di maturità e alle prospettive per il loro futuro. Ci sono studenti ancora incerti sulla scelta universitaria o lavorativa; per altri, invece, il futuro è chiaro perché coltivano interessi o passioni già da tempo. Al fianco dei ragazzi, ci sono i genitori, sovente ansiosi, distratti o assenti, preoccupati o inconsapevoli. Oppure genitori che proiettano se stessi nei propri figli. Nel mese di marzo del 2020, il lockdown, causato dall’emergenza dovuta alla pandemia, ha cambiato la prospettiva di studenti e insegnanti. Il professor Pontremoli, ricoverato a causa del virus, ha modo di riflettere sulla sua professione, su come l’ha affrontata. Ha l’occasione di “guardare” la scuola nel suo insieme, le relazioni coi colleghi, la professionalità di alcuni di loro e la preoccupante estemporaneità di altri. Ma proprio l’emergenza della malattia del loro insegnante di storia e filosofia fa emergere la grande umanità degli studenti, che riscoprono il sentimento di partecipazione e solidarietà.

  • La Centunesima Infelice

    24

    La Centunesima Infelice
    La Centunesima Infelice

    Quante persone vivono, o sono vissute, a Venezia? Quanti, che vi hanno abitato in passato, sono ancora lì, camminatori instancabili, presenze in genere silenziose e ignote… a meno che non incontrino qualcuno che riesca a percepirli o a cui possano apparire in sogno. Nell’attesa di transitare definitivamente nell’aldilà, le anime di coloro che hanno amato troppo la vita, che hanno lasciato qualcosa di incompiuto, o che hanno timore di ciò che li attende, vagano per le calli e, talvolta, interferiscono con il mondo dei viventi. Marino Sanudo, uomo politico ed attento cronista della Serenissima, vissuto a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento, che non ha nessuna voglia di abbandonare la sua città e non è certo ansioso di sottoporsi al Giudizio, trova nella quattordicenne Angelina il legame perfetto con il mondo visibile. Legame strano e curioso, quello tra un fantasma che ama vestirsi secondo la moda di epoche successive alla propria (predilige la marsina), e che addirittura prova a scrivere dei testi rap, e un’adolescente con una famiglia normalmente infelice: una sorella di poco maggiore che le ha “soffiato” il ragazzo, una madre depressa, un padre disorientato, un delizioso fratellino in età di asilo nido, una nonna bisbetica e una badante polacca. Per una ragazzina che ha già le normali difficoltà legate alla sua età, per di più innamorata anche di Dario, un giovane rapper che sembra avere qualche problema di cui nessuno vuole parlarle, non è certo facile venire anche in contatto con la sofferenza che sente nelle voci dei trapassati, che le comunicano il loro dolore, l’attesa, l’impazienza, la paura. Ma se Marino Sanudo comunica con Angy, una ragione c’è, e quando la ragazza comprenderà, si potrà finalmente chiudere il cerchio della vicenda. Una bella storia, questa della Centunesima infelice, perché parte come un racconto di fantasmi ma diventa un romanzo di formazione, fresco e immediato, che passa attraverso gli occhi e il linguaggio di una ragazzina di oggi, quella che potreste trovarvi vicina su un vaporetto veneziano, mentre va a scuola al mattino e magari stupirvi se, passando in un certo tratto del Canal Grande, si mette le mani sulle orecchie e comincia a canticchiare un brano di rap.

  • Ciaopoveri

    29

    Ciaopoveri
    Ciaopoveri

    Ciao poveri è lo sfottò utilizzato da Gabriele Roccia per prendersi gioco di chi non ha la fortuna di essere ricco quanto lui e sua sorella Fiordaliso. I due ventenni, rampolli della miliardaria famiglia Roccia, conducono una vita di eccessi nei luoghi più esclusivi della Milano bene in compagnia di una ristretta cerchia di rich-kids come loro, e non si pongono limiti né di budget né di comportamento. L’esistenza pigra e scintillante dei due fratelli viene scombussolata dall’improvvisa uscita di scena dei loro genitori. Per Gabriele e Fiordaliso sarà l’inizio di un cammino costellato di difficoltà: dovranno guardarsi da truffe, pericolosi criminali, e soprattutto dalle persone che dicono di amarli.

  • L'ultimo pastore di Grand-Croix

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    L'ultimo pastore di Grand-Croix
    L'ultimo pastore di Grand-Croix

    Questo è un romanzo. La forza della sua storia sta nel segreto che mi lega a Luigi, il pastore. Il suo nome, scritto da qualche parte su una pietra, lentamente s’è attenuato per scomparire nel corso del tempo. Se in questo libro esiste un solo nome, esso è impresso per sempre nel mio cuore e nella memoria. Il Moncenisio è un luogo ideale per far sognare gli uomini e il vento che soffia lassù trascina con forza la mia penna di scrittore.

  • L'odore della neve

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    L'odore della neve
    L'odore della neve

    Onorino è un uomo dei monti, felice di appartenere a quel mondo fatto di silenzi e panoramiche visioni, dove il tempo scorre lento e le stagioni si susseguono nell’ordine stabilito senza variazioni di programma. È pago di quel suo essere montanaro e malgaro, nonostante la spiacevole interferenza della guerra che lo coinvolge distraendolo e facendogli pensare, suo malgrado, ad un eventuale abbandono della montagna per via di quella serenità violata. Tuttavia sarà poi soltanto nella seconda parte della sua esistenza che le sopraggiunte nuove esigenze familiari origineranno quel cambio di rotta che lo porterà a vivere nella grande città e a misurarsi in un caleidoscopico rincorrersi di situazioni, che affronterà accompagnato dalla grande curiosità per ciò che non conosce e dalla sua capacità di meravigliarsi con quel sincero candore che da sempre lo contraddistingue.

  • L'aria non può parlare

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    L'aria non può parlare
    L'aria non può parlare

    Roberto, dopo la morte di sua madre Angela, si scontra con un’inquietante verità emersa dai contenuti di una lettera lasciatagli dalla stessa madre: l’esistenza di un fantomatico zio di nome Antonio, fratello maggiore di Angela, rinchiuso da lungo tempo dentro un manicomio criminale. Attraverso il racconto di Antonio scorre in filigrana la storia della Sicilia del primo Novecento, con le conseguenze del devastante terremoto di Messina del 1908, la vita difficile e misera del popolo e l’opulenza delle classi più abbienti, l’educazione dei ragazzi nei collegi destinati ai ricchi, lo squadrismo e la presa di potere del fascismo, la vita senza dignità all’interno dell’Ucciardone prima, e poi di un manicomio criminale. La ferma decisione di conoscere il passato dell’anziano zio scatenerà una sequenza impressionante di straordinarie vicissitudini che si ripercuoteranno nelle vite di Roberto, della sua famiglia e dello stesso Antonio, con esiti imprevedibili e inimmaginabili.

  • Mala carusanza

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    Mala carusanza
    Mala carusanza

    L’adolescenza di Tina, una povera ma spensierata ragazza siciliana, diventa bruscamente una mala carusanza a quattordici anni, quando viene rapita e violentata da Salvatore, e successivamente costretta a un matrimonio riparatore. Siamo nella Sicilia degli inizi del Novecento, e non c’è altra scelta, per una ragazza che “ha perduto l’onore”. Educata alla sottomissione all’uomo, ma dotata di un carattere forte, è in realtà lei ad avere le redini della famiglia e a lavorare duramente per sostentare i suoi figli. Dolorosamente colpita dalla morte per difterite di un figlio piccolo, la giovane veste il lutto, come impone la tradizione, per manifestare la sua sofferenza agli altri, ma soprattutto a se stessa, ed è incapace di cogliere il senso della rassegnazione. Attraverso la storia delle varie fasi della vita di Tina, Mala carusanza mette in scena ben cinque generazioni, offrendo un interessante spaccato della Sicilia rurale dal Ventennio fascista, al secondo dopoguerra, fino alle soglie del Duemila e dei profondi cambiamenti culturali che coinvolgono i nipoti di Tina che risiedono al Nord, i cambiamenti di mentalità e le difficoltà di comprensione tra persone di età diverse, ma anche il perdurare di valori e di tradizioni della terra d’origine.

  • Il garage di Riky

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    Il garage di Riky
    Il garage di Riky

    Tre amici sullo sfondo di una Milano contemporanea: Riky, che sogna di diventare un grande artista e vivere di cabaret e teatro; Carlo, la sua “spalla” sul palcoscenico e suo amico da sempre, con una promettente carriera di avvocato e prossimo alle nozze, e infine il loro autore Roberto, detto Tangui, laureato in filosofia e impiegato part-time come commesso in un negozio di dischi. La loro sfida: partecipare a una famosa trasmissione televisiva, The Talent, che potrebbe rivelarsi un eccezionale trampolino di lancio, dove il premio in palio sono centomila euro e una crociera extra lusso. Una strada tutta in salita… Il garage di Riky è un romanzo sul diritto di sognare, sulle scelte di vita e sull’amicizia di tre ragazzi che fanno proprio l’invito di Steve Jobs, “Stay hungry, stay foolish”, di rimanere affamati di vita e capaci di ragionare fuori dagli schemi.

  • La primavera e i nontiscordardime

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    La primavera e i nontiscordardime
    La primavera e i nontiscordardime

    La primavera e i nontiscordardime ripercorre la storia di Gabriele, soprattutto negli anni dell’infanzia, trascorsi prima in collegio a Pesaro, scelta obbligata dei genitori per motivi di lavoro, ma dal bimbo vissuti come “abbandono”, e successivamente di anni più ricchi e piacevoli, a San Severino, a casa dei nonni. Anni certo più liberi per il ragazzino, ma non meno formativi, sotto l’amorevole guida degli anziani, circondato dall’amore di una famiglia numerosa che si riunisce nei giorni di festa. Questo è un romanzo sui valori della famiglia e della persona, che guarda con affetto e riconoscenza alla generazione dei nonni, oggi troppo spesso cinicamente considerati inutili e rinchiusi nelle case di riposo.

  • Il mare di Wuh

    31

    Il mare di Wuh
    Il mare di Wuh

    Ad Hayal non esiste criminalità, il clima è mite tutto l'anno e si vive nel benessere. In una primavera da principio come tutte le altre, la pace sociale viene però scossa dal primo delitto a sfondo sessuale della storia cittadina. Il comitato civico, massima istituzione politica di Hayal, entra in conflitto col procuratore di giustizia, considerato troppo arrendevole. Purtroppo altri delitti seguiranno, nel mezzo dell'estate più calda di sempre e in un autunno mai così rigido. La storia personale del procuratore, nel rapporto con la moglie, con l’amico di una vita e con la collettività tutta, s’intreccia alla parabola discendente di Hayal, verso un decadimento che sembra non avere fine. Un romanzo forte e ironico al contempo, pervaso da una vena caricaturale capace di trattare con tagliente originalità temi come politica e giustizia, ma anche amore e amicizia.

  • Di boxe e di vita: Un pugile italiano a New York

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    Di boxe e di vita: Un pugile italiano a New York
    Di boxe e di vita: Un pugile italiano a New York

    Il pugilato è uno sport di riscatto. È stato così per gli italiani all'inizio del secolo scorso, come per gli irlandesi e i neri americani, che negli States combattevano per emanciparsi da una condizione di povertà, emarginazione e miseria. Luca Michael Pasqua ha combattuto come dilettante, vincendo molti titoli, e poi da professionista, guadagnandosi l'appellativo di "Luca Bazooka". Anche lui ha coltivato il sogno americano, allenandosi nella mitica palestra "Gleason's Gym", e questa è la sua storia.

  • Un passo dietro l'altro

    40

    Un passo dietro l'altro
    Un passo dietro l'altro

    Andrea, in ospedale con la moglie Kibo, che sta per partorire, rilegge il diario che, trent’anni prima, è stato scritto da sua madre. Attraverso quelle pagine, intervallate dalle riflessioni e dai ricordi del giovane, balza fuori la vita di una donna alla sua seconda esperienza matrimoniale, più che mai determinata a mettere al mondo un figlio. Il desiderio di maternità prevale su tutto: sulle difficoltà, anche economiche, sugli ostacoli e l’ostilità della prima moglie del suo compagno Oneglio, sulla preoccupazione di non riuscire più a rimanere incinta, quasi una “punizione” per un aborto volontario in età giovanile. Una storia di coraggio, di ostinazione, di desiderio assoluto di avere un bimbo tra le braccia.

  • Sciarada madrilena

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    Sciarada madrilena
    Sciarada madrilena

    Naturalmente, nulla è meno vero del sottotitolo di questo affascinante e complesso romanzo epistolare: "quando il romanzo si scrive da solo". Eppure, come tutti i romanzi epistolari ben riusciti, sembra quasi un frutto del caso, e il ruolo dell’autore sembra essere solamente quello di chi riordina e pubblica un plico di carte trovate in modo fortuito, e dalla cui semplice giustapposizione sbocciano complesse storie che si intrecciano e coinvolgono magicamente il lettore. Scrivere un romanzo epistolare richiede esperienza e lucidità, oltre che capacità creativa e Sonia Piloto, non contenta di scrivere un singolo romanzo epistolare, ne ha incastrati due, uno nell’altro, il primo fatto di e-mail, spesso venate di sottile umorismo, tra Miguel e Carla, a Madrid per motivi di studio, e Cesare Graves, esperto di diplomatica e loro amico, e un secondo romanzo, tratto da un plico di lettere e carte che Miguel e Carla acquistano per caso a un’asta, e che permetteranno la ricostruzione delle vicissitudini di una grande famiglia argentina tra il 1873 e il 1930, la cui storia si dipana tra Vecchio e Nuovo Mondo, tra la vita elegante e brillante delle Ambasciate parigine, lo sfarzo della corte dei Romanov, le traversate dell’Oceano in nave, lussuose per i passeggeri facoltosi e assai meno comode per i poveri emigranti che, dall’Italia, vanno a cercare in Argentina una possibilità di sopravvivenza. Soprattutto, però, il romanzo ricostruisce il clima di Los Paraisos, una estancia perduta nella pampa argentina, dove vive la ricca famiglia de Vera, che appartiene alla classe dominante, discendente dagli Spagnoli, e che si contrappone alle negradas, le popolazioni autoctone, quasi dei servi della gleba. Un romanzo rigoroso e accattivante che, se pure opera di fantasia, poggia su solide basi di ricerca e su una profonda conoscenza della storia e della cultura argentina. Piera Rossotti Pogliano

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