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Universi paralleli del Sé: Come cambiare la realtà nel multiverso
Universi paralleli del Sé: Come cambiare la realtà nel multiverso
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Universi paralleli del Sé: Come cambiare la realtà nel multiverso

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About this ebook

In un linguaggio chiaro e accessibile, Frederick Dodson spiega nel dettaglio le pratiche di gestione consapevole della realtà che consentono di vivere ogni giorno in modo attivo e personale, anziché reattivo e automatico, imparando così a viaggiare intenzionalmente nell'esistenza e a disporre di un intero universo di esperienze infinitamente varie e avvincenti. Una volta risvegliata l'innata capacità di meravigliarsi nei confronti delle molteplici risorse della vita, basterà seguire le indicazioni e gli esercizi presentati e commentati nel libro per applicare la rivoluzionaria teoria degli universi paralleli alla propria realtà quotidiana e cambiare la propria vita, diventando la migliore versione di se stessi, sulla base di una regola infallibile: «Non ottieni ciò che vuoi ma ottieni ciò che sei».
LanguageItaliano
PublisherSpazio Interiore
Release dateMar 15, 2019
ISBN9788894906530
Universi paralleli del Sé: Come cambiare la realtà nel multiverso

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    Universi paralleli del Sé - Frederick E. Dodson

    INDICE

    PREFAZIONE

    di Andrea Zurlini

    PREMESSA

    Capitolo 1

    SCEGLIETE CIÒ CHE È VERO

    Capitolo 2

    RESPONSABILITÀ PERSONALE

    Capitolo 3

    LA NATURA DELL’INFINITO

    Capitolo 4

    LA CREAZIONE DELLA REALTÀ

    Capitolo 5

    LA TECNICA PURE

    Capitolo 6

    LINEE DEL TEMPO E ASSENZA DI TEMPO

    Capitolo 7

    SPOSTAMENTO DEL PUNTO DI VISTA

    Capitolo 8

    EMOZIONI E REALTÀ

    Capitolo 9

    ATTENZIONE E REALTÀ

    Capitolo 10

    CREDENZE E REALTÀ

    Capitolo 11

    IMMAGINAZIONE E REALTÀ

    Capitolo 12

    AZIONE E REALTÀ

    Capitolo 13

    ESPERIENZE PERSONALI DI MAGIA

    Capitolo 14

    IDENTITÀ E REALTÀ

    Capitolo 15

    DOMINI DELL’ESISTENZA

    Capitolo 16

    I FILM DELLA VITA

    Capitolo 17

    TEMI IMPORTANTI E MISCELLANEA

    BIBLIOGRAFIA E LETTURE CONSIGLIATE

    Frederick E. Dodson

    PREFAZIONE

    di Andrea Zurlini

    Soltanto leggendo e assaporando il libro di Frederick E. Dodson ho capito perché sono stato scelto per scriverne la prefazione all’edizione italiana. E l’ho capito quando, navigando a ritroso nella mia immaginazione, ovvero pescando nella memoria, ho ritrovato i miei pensieri di circa un anno fa, allorché esprimevo il desiderio (o, per meglio dire, l’intento) di poter essere l’autore della prefazione di un libro davvero rivoluzionario! Quale gradevole sensazione fisica, per me, poter dare il mio contributo alla divulgazione di conoscenze, tecniche e consapevolezze che saranno la base empirica a cui le nuove generazioni faranno riferimento con naturalezza nella creazione della propria realtà.

    Come spesso accade, la cosa curiosa è che – a livello cosciente – mi ero completamente dimenticato di aver espresso queste intenzioni, e ovviamente il trascorrere-del-tempo-lineare-percepito ha giocato a favore di questa dimenticanza.

    È proprio così che funziona: la nostra percezione di un tempo e di una durata che passa e trascorre diventano la misura della distanza tra una cosa pensata e voluta interiormente, e il raggiungimento e l’identificazione con la cosa stessa che si realizza. Il tempo terrestre è il gioco dell’Anima, quello spazio-tempo che essa genera per potersi gustare l’avvenire di tutte le cose e per viverle come una conquista. L’Anima è Dio. È già tutto, possiede tutto, crea tutto. Per usare le parole di Dodson: noi siamo i creatori, e non gli esseri creati. Questo importante paradigma ci porta davvero all’essenza del grande gioco cosmico, e da quel grande punto indefinito, o punto zero, possiamo vedere e agire come il creatore vede e agisce.

    In una situazione dove il creatore (anima) e il creato (qualsiasi oggetto, evento, manifestazione, persona, ecc.) coincidono perfettamente e sono la stessa cosa (e la stessa sostanza), soltanto l’illusione della separazione e della dualità potevano creare un gioco gradevole per evolvere e fare un viaggio che valesse la pena di essere vissuto. Se l’osservatore e l’osservato si rendessero conto davvero di essere la stessa cosa, sparirebbe l’esperienza dell’osservare. Non ci sarebbe più la relazione tra a (osservatore) e b (cosa osservata).

    La dualità è un gioco dove si creano le identità. Questo gioco si chiama Pianeta Terra come ci segnala l’autore del libro. Dobbiamo imparare a divertirci, ricordandoci che l’esperienza umana sul pianeta terra è un esperimento d’amore. Alcuni potrebbero subito obiettare che la violenza, la sofferenza e l’odio non sono per niente amore, ma questo è un punto di vista! Solo quando la consapevolezza di sé aumenta, e solo quando la coscienza si espande e si libera dalla visione limitata di un corpo e di una mente pensanti (condizionati), si comprende che anche la rabbia e il dolore sono amore che si esprime in bassa consapevolezza. Non si nasce imparati. La coscienza ha bisogno di sperimentare, cadere e cambiare punto di vista nel corso della vita e delle esistenze. La sensazione che subito ci accompagna, allorché si comprende tutto ciò, è quella del poterci permettere di essere sciolti e naturali: in altre parole, possiamo rilassarci. E questo stato di sereno rilassamento e partecipazione al gioco è un ingrediente fondamentale per fare il reality surfing.

    Quando si legge e si studia con divertimento questo libro (e mi sento di consigliare al lettore un atteggiamento di questo tipo), occorre che la mente sia aperta come un paracadute, e questo per due motivi: da un lato perché quell’apertura è fondamentale per accogliere concetti e rivelazioni essenziali alla comprensione della nostra multidimensionalità e, dall’altro, perché quando si comprendono profondamente delle cose, la percezione è quella di cadere nel vuoto come se ci si fosse lanciati da un aereo. Il paracadute si rivelerà allora il migliore strumento per non fare un tonfo troppo forte ricadendo nella materialità quotidiana.

    Se davvero si lasciano sedimentare i concetti esposti in questo testo e si mettono in pratica le sue semplici ed efficaci tecniche, il quotidiano non potrà non subire una radicale trasformazione. È quasi paradossale chiamarle tecniche, perché appena si inizia a viverle nel modo in cui Dodson ci consiglia, esse diventano ben presto uno stile di vita. E ci si chiede anche come abbiamo fatto a non capirlo e non metterlo in pratica prima. La naturalezza e la spontaneità sono le regole d’oro per ottenere quei risultati che già possediamo senza averne coscienza. Possediamo, viviamo e siamo già tutto. Proprio quel tutto cui tanto aneliamo. Viviamo all’interno d’infiniti universi paralleli del sé, senza bussola, mappa né alcuna organizzazione.

    Sono rivelazioni affascinanti e tremende allo stesso tempo.

    Per i più audaci non sarà un problema gestire la potenza e la forza di questa consapevolezza: in altre parole del fatto che noi già stiamo vivendo infinite versioni di noi stessi in dimensioni parallele e coesistenti. Il Sé contiene tutte le variabili possibili e sta già vivendo ognuna di esse, in ogni possibile forma combinatoria. Quale di queste sta prendendo energia? In quale di esse siamo davvero coscienti? L’energia si proietta dove l’attenzione si focalizza. Quest’attenzione è il nostro processo di identità o identificazione. L’attenzione è un raggio di luce che crea. Con cosa siamo identificati? Chi siamo convinti di essere? Dietro ogni identificazione si cela la scelta, consapevole o no, di chi o che cosa vogliamo essere e diventare. E non mi sento ironico quando dico che una domanda fondamentale che dobbiamo porre a noi stessi è: «A che gioco sto giocando, in questo momento, nella mia vita?» Il mondo cambierebbe all’istante se gli esseri umani si rendessero conto di quanta forza risiede dietro il potere di scelta. L’ironia della sorte vuole che una forza uguale e contraria risieda anche dietro l’energia della convinzione. E ora come la mettiamo?

    «Quello che credo di essere, divento» e soprattutto «Quello che scelgo di essere, divento»: in questa dilettevole ambiguità della nostra vita si genera una scissione interiore. Giacché non sono pienamente consapevole di ciò che credo di essere (poiché le credenze e le convinzioni interiori sono depositate sotto la soglia di coscienza), io divento ciò che quelle credenze e convinzioni contengono. Quando vivo la mia realtà, e addirittura la vivo come un individuo che la subisce anziché crearla, divento la vittima delle mie stesse credenze. Il mondo fa da specchio a quelle credenze interiori e io, lottando con il mondo, mi ritrovo in realtà a lottare con me stesso! In questa buffa dinamica il combattimento mi priva quotidianamente delle mie stesse energie e mi fa esclamare: «Non ho scelto io questo destino e questi avvenimenti!» Appena pronuncio queste parole, la coscienza si proietta nel piccolo io e si identifica in essa. Il grande io si perde.

    Facciamo un passo indietro: che differenza c’è tra questi due io?

    Il grande io è la coscienza, sono io, sei tu, è ognuno di noi. È un’individualità eterna che precede la nascita e continua dopo la morte del corpo fisico. Questo io è l’anima, la nostra vera identità. La filosofia indiana chiama tale io eterno il Vero Sé.

    Il piccolo io – chiamato anche ego – è invece costituito dall’insieme di corpo e mente, ed è caratterizzato materialmente da un’identità materiale, un nome specifico e una connotazione genetica particolare. In questa esperienza umana che stiamo vivendo sul pianeta terra, i due io coesistono, con la differenza che, nel tempo, uno sopravvive all’altro. Giocando con l’identità temporanea del piccolo io, il grande io può temporaneamente smarrirsi, proprio come un bambino che giocando spensierato nel bosco arriva a perdersi. L’unica nota dolente è che se continua a giocare a perdersi, la strada che conduce all’uscita del labirinto diventerà sempre più lunga e faticosa: una ruota di continue rinascite e incarnazioni per sopperire all’inconsapevolezza di quelle precedenti.

    Abbiamo l’opportunità di recuperare il nostro potere di scegliere chi e che cosa vogliamo essere, e partorire un gioco più luminoso, divertente e pieno di amore, che continui a essere evolutivo per il Vero Sé. Abbiamo visto che ogni credenza diventa una realtà, e meno sono a conoscenza delle mie credenze interiori, più mi ritrovo a lottare con esse nel mondo esterno. Anche quando scelgo di essere qualcuno (ad esempio una persona ricca e generosa, sensuale, amichevole, abbondante, gioiosa, di successo, realizzata, che ha ottenuto quello che voleva, ecc.) inizia un processo di identificazione che sospinge il mondo a farmi da eco e a fungere da specchio alla mia scelta; e le cose arrivano da sole, senza il bisogno di lottare per averle. Le bizzarre cadute le creiamo quando, una volta scelto chi e che cosa vogliamo essere, torniamo a essere vittima delle nostre credenze interiori.

    Le credenze interiori hanno un potere di attrarre la realtà a loro corrispondente notevolmente superiore rispetto alla capacità conscia di pensare e desiderare. Allora agiamo, pensiamo e sentiamo secondo il nostro condizionamento, secondo le nostre auto-limitazioni, secondo il modello che abbiamo sempre attuato. Reagiamo al mondo come abbiamo fatto sempre! Ed è in questo frangente che il processo creativo, che ci stava portando un nuovo livello di realtà (e quindi d’identità), torna indietro e ricomincia da capo.

    Avevamo messo un seme e il tempo-lineare-percepito, che in realtà su un piano spirituale non esiste ma nella materia si fa sentire, ci stava facendo vivere la mancanza e la distanza dalla cosa desiderata e voluta, per consentirci di poter poi godere il fatto del riceverla e realizzarla; eppure noi, in quel time-lapse, abbiamo perduto la connessione e la sincronizzazione con quella realtà che avevamo scelto e che si stava manifestando. Tornando vittime del mondo e delle nostre limitazioni abbiamo inconsapevolmente bloccato il processo della reality creation. Ma niente paura, adesso arriva il bello. Tutto ciò che consapevolizziamo e che comprendiamo, inizia a dissolversi. La consapevolezza è già il barlume del risveglio interiore. La luce ha il potere di illuminare e scaldare e, per fortuna, anche di bruciare. Di far evaporare banchi di nebbia di inconsapevolezza.

    Quando osservi qualcosa, la modifichi e la cambi. L’osservatore influenza l’osservato. Non lo dice la meccanica quantistica, ma le regole stesse di questo gioco terrestre. La cosa osservata si comporta in un modo nuovo.

    Cosa ci conviene iniziare a osservare, dunque? Che cosa dobbiamo trasformare di noi? Dobbiamo forse iniziare ad agire per stravolgere la nostra vita e noi stessi? Dobbiamo forse utilizzare tutta la nostra forza per combattere i nostri meccanismi interiori e vincerli? L’autore non sarebbe di quest’avviso, e neanche io per intenderci. Niente di tutto ciò. Non è l’azione esteriore che ci serve. Perché agire nel mondo, se il mondo è lo specchio di quello che siamo? Agiamo sull’essere. Ma che vuol dire questo? Che più sei e più sai. Si tratta di un totale cambio di paradigma nel modo di concepire la nostra vita e il nostro rapporto con il mondo.

    Io non lotto per risolvere i miei problemi. Io cambio la mia emissione mentale e le mie emanazioni emotive. Correggo i miei pensieri e dunque la realtà intorno a me si trasforma. L’esterno è un riflesso dell’interno. Lavoro sull’essere. Ciò che chiamiamo realtà – a cui diamo così tanta importanza – è la risonanza di ciò che scegliamo di essere, consapevolmente o meno. Anche perché – e a questo punto va chiarito – ogni credenza interiore è in sostanza una scelta inconsapevole di come essere.

    Ma allora, come si cambiano i nostri pensieri, le nostre emissioni mentali ed emotive? Questa è una bella domanda.

    La risposta, a mio avviso, è quella di cambiare il nostro stile di vita. Cambiare paradigma interno su come vedere il mondo. Come si può imparare a fare surf tra le varie dimensioni del nostro essere, attraendo e manifestando ciò che desideriamo di più, se siamo sempre di corsa e siamo stressati? Come si fa a cambiare la realtà che ci circonda se non siamo in pace con noi stessi? Se non riusciamo a osservare, in silenzio e nell’attenzione neutra, oggetti ed eventi intorno a noi? Se non troviamo una nostra centratura, uno spazio meditativo e di consapevolezza interiore, da dove possano sgorgare intuizioni e manifestazioni del nostro vero potenziale?

    Il libro contiene moltissimi approcci pratici e tecnici (veri e propri esercizi) per imparare a spostare il proprio campo percettivo e la consapevolezza di sé. Ebbene sì, noi non siamo soltanto in grado di muovere oggetti fisici, ma siamo capaci di spostare e proiettare la coscienza altrove; di provare la meravigliosa esperienza fisica e corporea (e quindi scientifica) che osservatore e osservato si possono fondere. E possiamo giungere a percepire che tutto è fatto della stessa sostanza e che ogni cosa non esiste in senso oggettivo, ma scompare quando smettiamo di guardarla e cessiamo di connetterci con essa. Possiamo vedere il mondo da qualsiasi punto di vista e da ognuno di essi fare esperienza di un mondo diverso. Possiamo vedere attuarsi dei cambiamenti e delle espansioni della nostra coscienza e del nostro sé materiale.

    Il cuore si apre, la vita prende il volo, e ci dirigiamo verso la nostra realizzazione con la forza interiore e la fiducia nel voler giocare a liberare completamente il nostro potere di maghi e creatori della realtà; perciò dalla dualità possiamo fare un viaggio incantevole (e sempre con meno sofferenza) verso l’unità. Se mettiamo d’accordo mente e cuore, e smettiamo di avere paura del fallimento e del cambiamento, allora l’energia dell’universo ci sospingerà verso nuovi orizzonti senza alcuno sforzo. La magia accade quotidianamente sotto i nostri occhi.

    E vorrei rassicurarti, caro lettore che proprio ora stai osservando e leggendo queste parole, dicendoti che ho provato sulla mia pelle tutto ciò che viene esposto in questo libro, e molto di più. Nessuno dei concetti che troverai presentati è frutto di fantasia o mera voglia di affascinarti lasciandoti con la sensazione di non potercela fare. Metti da parte ogni scetticismo e sguinzaglia il cuore: i giochi sono appena iniziati. Ci vediamo nell’infinito.

    Concludo citando le stupende parole di Dodson, che peraltro sono anche le prime:

    «Questo libro è dedicato alle anime che credono che la vita debba essere magica e divertente. Non presenta l’uomo come una piccola e insignificante creatura, codarda e bisognosa, ma come l’essere eterno, infinito e multidimensionale che è in realtà. Il suo scopo è risvegliare in voi il fascino e l’ammirazione nei confronti della vita, ma anche infrangere i rigidi sistemi di credenze e le modalità consolidate con cui osservate la realtà. Non per mettere in discussione la struttura sociale e la comoda collocazione che vi offre, ma per incoraggiarvi a tornare allo stato di piena responsabilità personale e totale apertura mentale di chi ha raggiunto la maturità dello spirito».

    Andrea Zurlini

    www.andreazurlini.it

    Montegiorgio, 2 Aprile 2016

    PREMESSA

    Questo libro contiene prospettive all’avanguardia per l’uomo multidimensionale del xxi secolo. Svelando per la prima volta misteri che riguardano il sé e la realtà, è un documento prezioso. Se il vostro approccio nei suoi confronti sarà di considerazione e apprezzamento, anche ciò che ne ricaverete sarà considerazione e apprezzamento.

    Lo specifico insegnamento, o filosofia applicata, oggetto della trattazione verrà indicato nel testo con l’abbreviazione rc, che significa Reality Creation, creazione della realtà.

    Capitolo 1

    SCEGLIETE CIÒ CHE È VERO

    Questo libro è dedicato alle anime che credono che la vita debba essere magica e divertente. Non presenta l’uomo come una piccola e insignificante creatura, codarda e bisognosa, ma come l’essere eterno, infinito e multidimensionale che è in realtà. Il suo scopo è risvegliare in voi il fascino e l’ammirazione nei confronti della vita, ma anche infrangere i rigidi sistemi di credenze e le modalità consolidate con cui osservate la realtà. Non per mettere in discussione la struttura sociale e la comoda collocazione che vi offre, ma per incoraggiarvi a tornare allo stato di piena responsabilità personale e totale apertura mentale di chi ha raggiunto la maturità dello spirito. Con tutti i preconcetti sulla vita che avete accumulato, è difficile riuscire a immergersi nell’ignoto per imparare qualcosa di nuovo, o riuscire a sentire la vibrante freschezza dell’infinito. È tipico della condizione umana guardare alle cose con le modalità, quanto meno superate, apprese in passato. Anche se le vostre convinzioni, così come le conclusioni a cui siete giunti, un tempo vi sono state utili, non è incredibilmente noioso continuare a pensare nello stesso modo, guardando la realtà dalla stessa identica visuale? Comunque, visto che all’infinito non si può aggiungere né sottrarre nulla, i sistemi di credenze che infrangeremo non andranno persi. Potrete raccoglierne i pezzi e rimetterli insieme un domani, se avete bisogno di rimanere aggrappati ai vecchi concetti, o se la gioia e la grandezza del Tutto vi spaventano. Nessuno vi costringe a divertirvi troppo. Espandere la consapevolezza, in senso stretto, vuol dire percepire e sperimentare qualcosa che non avete ancora percepito o sperimentato. Tutto qui. In questo modo avrete un approccio corretto agli insegnamenti qui esposti.

    A chi volesse sapere se questo libro è valido, onestamente risponderei: «Dipende da chi fa la domanda». Leggere è una strada a doppio senso; non riguarda solo l’informazione fornita, ma anche chi legge e perché. Molto dipende dall’atteggiamento del lettore. Un lettore mentalmente aperto non respinge immediatamente ciò che non è in linea con i suoi preconcetti, né aderisce senza riserve a ciò che lo è. Non siate né un automatico ostruzionista né un fanatico sostenitore. Leggete lentamente, riflettete su quanto avete letto, prendetevi del tempo per soppesare le idee. In questa cosiddetta era dell’informazione si crede importante acquisire nozioni in modo veloce, non focalizzato, casuale e transitorio. Appena elaborata l’informazione, si pensa: «Bene, ce l’ho. Passiamo a un’altra». Non è l’approccio giusto per questo libro. Se volete imparare qualcosa di nuovo, che vi servirà più di quanto potreste immaginare, andate più piano e interessatevi davvero a ciò che viene detto. Ponderatelo con attenzione. Mettete alla prova quello che leggete. Guardatelo da punti di vista diversi. In questo libro si insegna che una conoscenza non applicata non è affatto conoscenza. Date importanza non all’informazione, ma alla gioia che sentite. Che senso ha la conoscenza se non vi fa star bene? Applicarsi non vuol dire per forza lavorare sodo. Mettiamola così: qual è la differenza tra leggere o parlare del vino rosso e semplicemente assaggiarlo? Chi ha sostituito l’informazione astratta all’esperienza non ha assaggiato il vino nella realtà. Berne un sorso, invece, equivale a imparare in modo esperienziale e la sensazione che si prova è molto diversa. Scegliete ciò che è vero.

    C

    apitolo 2

    RESPONSABILITÀ PERSONALE

    Questo libro è rivolto principalmente ai simpatizzanti di movimenti in continua espansione come la New Age, fondati sull’interesse per il potenziale umano, la spiritualità, la magia, l’auto-aiuto, la psicologia popolare e la filosofia del tu crei la tua realtà. Sono queste anime accese dalla curiosità e dal desiderio che mi piacerebbe risvegliare alla questione della responsabilità personale.

    Chi appartiene a tali movimenti da una parte ha superato i limiti dell’ateismo e della scienza materialistica, dall’altra quelli della sottomissione, del settarismo e della religione (tesi e antitesi), ma a volte porta con sé, nel nuovo paradigma e nel nuovo pianeta che stiamo creando, un bagaglio di idee e modalità obsolete. Molti lettori già conoscono la questione della responsabilità personale, ma perché la magia di questo libro abbia effetto, è necessario approfondire l’argomento. Nonostante sia un sostenitore del movimento New Age, noto che molte persone che ne fanno parte agiscono ancora all’insegna della mancanza, di infantili illusioni e senso del bisogno, anziché identificarsi con il sé infinito.

    Insegno la meditazione e la tecnica emozionale e mentale nota come creazione della realtà da oltre dieci anni, e ho riscontrato che molti si accostano agli insegnamenti come a qualcosa che risolverà i problemi al loro posto. In realtà, senza la vostra partecipazione, nessuna tecnica vale un centesimo. La tecnica prende energia da voi. Prende l’attenzione, l’importanza, le credenze e il tempo che le date. Le persone partecipano a programmi, corsi, ritiri di meditazione e seminari per stare meglio o per sentirsi meglio. Dicono di volere un lavoro migliore, più soldi, relazioni durature, una vita sessuale più appagante, un’anima gemella, la salute, un bel fisico, l’illuminazione, un’esperienza fuori dal corpo, sogni lucidi, oppure il superamento dei propri limiti. Vogliono questo genere di cose perché sperano che li farà sentire diversi. L’obiettivo finale di questi desideri è raggiungere uno stato più elevato, avere maggiore energia e un benessere più profondo. Paradossalmente, e alquanto ironicamente, sentirsi meglio non è lo scopo del mio lavoro, bensì il presupposto! Una condizione di benessere è il punto di partenza. Senza energia o entusiasmo con cui cominciare, non funziona niente. Tutto ciò è strano e in un certo senso tragico, perché le persone alla disperata ricerca di alcune cose sono proprio quelle che hanno meno probabilità di ottenerle. La gente che viene ai miei seminari per curiosità, ma in uno stato di benessere generale, è quella che ottiene dei risultati: li otterrebbe comunque, anche senza venire da me.

    L’infinito (tutto ciò che è) si fonda sulla legge dell’attrazione o corrispondenza, ossia il simile attrae il simile. Questo significa che la mancanza crea altra mancanza e il successo crea altro successo. Finché avrete bisogno di qualcosa al di fuori di voi stessi per sentirvi felici, finché aspetterete le giuste condizioni e circostanze per cambiare, sarete schiavi del mondo e, in quanto tali, non farete esperienza di risultati magici e straordinari. Se dite: «Quando avrò i soldi, la vacanza, la meditazione, quel libro, quel documento, quella conoscenza, quel lavoro, quel partner o quella dichiarazione da parte del collega, mi sentirò meglio», state prendendo la vita dal verso sbagliato. Uno specchio (la vita) non sorriderà se prima non lo fate voi. Le circostanze non cambieranno, se prima non cambiate voi. Sfortunatamente la maggior parte della gente è stata condizionata a vedere le cose in questo modo. Se anche per voi è così, dovreste rivedere il vostro approccio alla realtà. Le persone con questo punto di vista possono essere facilmente raggirate, imbrogliate e sfruttate. Basta scoprire la cosa che desiderano (individuare la mancanza) e prometterne la consegna: in questo modo è uno scherzo averle in pugno. Finché sarete in una condizione di bisogno, finché rifuggirete dalla vostra responsabilità personale, raramente vi sentirete realizzati, se non nelle occasioni in cui una delle vostre brame verrà momentaneamente soddisfatta. Starete sempre a correre dietro alle cose, invece di fare in modo che siano loro a corrervi dietro. La prima è la via dello schiavo, la seconda la via del mago. È ovvio che le cose non sono male di per sé, ma il mondo non può darvi niente che abbia un valore durevole. Può solo riflettere ciò che voi date a voi stessi. Il mago non vuole avere di più, vuole essere di più. Sa che, quando smette di dare la caccia al mondo, è il mondo che gli si offre spontaneamente. Vi consiglio di trascorrere regolarmente un po’ di tempo in silenzio e rilassati, finché non trovate la felicità dentro di voi nel qui e ora, a prescindere dal continuo mutare delle circostanze. Trovate il vostro benessere indipendentemente da oggetti, persone o eventi. Basterà seguire questo suggerimento per vedere la qualità della vostra vita aumentare in modi che nemmeno riuscite a immaginare.

    La spiritualità, la filosofia new age e la conoscenza dell’esistenza oltre i limiti della forma fisica e dei suoi cinque sensi possono essere una scoperta e un’ispirazione, ma anche un limite. Diventano un limite quando, nella vita di tutti i giorni, sostituite gli insegnamenti e le tecniche alla responsabilità personale, all’intuito e al senso pratico, che sono la vostra autorità interiore. Si rischia di comportarsi come qualcuno che, vedendo un bambino annegare in un lago, per sapere cosa fare deve consultare i tarocchi. La verità non è un sentiero da seguire, bensì uno da tracciare con i propri passi. Se seguite il sentiero di un altro, diventate l’altro, non voi stessi. La dipendenza da insegnamenti e risorse esterne è l’errore principale che ho osservato nel panorama della New Age. In altre parole, non saranno un guru, un insegnante o una tecnica a plasmare la vostra esperienza: sarete voi, l’Io Sono, l’Io-Universo. Non vi dico questo per incoraggiarvi a ignorare i punti di vista esterni, ma come invito a rivolgervi alle sorgenti della vostra conoscenza interiore prima di consultare altri. Le risposte non sono sempre là fuori, molto spesso sono dentro di voi. Quando date più importanza alle cose esterne, state dando per scontato che non siete voi a creare la realtà, ma un’autorità esterna che ne sa più di voi. Questo invalida la vostra natura infinita e, senza dubbio, vi disconnette dal vostro sé intuitivo e consapevole. La causa prima della realtà che vivete non sono le regole, i concetti, i comportamenti, gli insegnanti, i maestri o i guru. Siete voi. Allora, cercate pure informazioni all’esterno e acquisite punti di vista diversi, ma non ne diventate dipendenti. Siete esseri sovrani, individuali, unici, bellissimi e molto potenti: è stupido pensare che gli altri abbiano un accesso privilegiato alle risorse dell’infinito rispetto a voi.

    Capitolo 3

    LA NATURA DELL’INFINITO

    Le strade dell’anima

    Prendete il concetto di mondi paralleli, noto alla fisica e alla fantascienza, fatelo diventare concreto e applicatelo alla vita quotidiana per cambiare la vostra personale realtà. Ecco una semplice analogia di come gli universi paralleli trovino applicazione nella vostra vita.

    Immaginate centinaia di strade, l’una affianco all’altra, proprio davanti a voi. Mentre portano verso o provengono da determinate destinazioni, di per sé costituiscono anche la destinazione finale. L’inizio o la fine di una di queste strade contiene un’esperienza simile a quella di qualunque altro punto della stessa. Ogni strada rappresenta un’esperienza di vita unica. Ognuna rappresenta una versione diversa di voi. Ognuna contiene esperienze, oggetti, persone, scenari, sfondi ed emozioni differenti e distinti, anche se alcune potrebbero assomigliarsi. Ogni volta che prendete una decisione, o la cambiate, cambiate direzione. Vi potete spostare in avanti, all’indietro, a destra, a sinistra, o anche saltare direttamente su una nuova strada. Nella dimensione dell’infinito queste strade non si collocano realmente l’una accanto all’altra, né l’una sopra l’altra: occupano lo stesso spazio nello stesso tempo. Non sono neanche lineari, ma per ragioni pratiche, nel nostro contesto materiale, le visualizziamo affiancate, come versioni diverse di voi.

    Alcune persone si trovano su strade che conducono a esperienze e destinazioni di cui sono soddisfatte, altre no. Gran parte delle strade presenta un miscuglio delle due situazioni. Alcuni si muovono velocemente, altri con lentezza, gustandosi lo scenario o tollerandolo. Alcuni stanno seduti sul ciglio della strada, perché si sono presi una pausa, contemplano in silenzio la loro esperienza o pensano a dove andare dopo. Altri stanno seduti perché non sanno in che direzione andare. Altri ancora si trovano a un incrocio e devono decidere come proseguire. Troppi, ancora, percorrono la loro strada con la convinzione errata che sia l’unica possibile, o l’unica che riescano a praticare. Alcuni fanno esperienze di scarsa qualità e non ne sono contenti; altri fanno le stesse cose, ma sono felici. Alcuni vivono esperienze di livello elevato che apprezzano, altri vivono le stesse esperienze, ma non le apprezzano affatto. La varietà della vita è infinita e affascinante.

    Il concetto di universo parallelo, applicato al sé, implica che l’aspetto universale, infinito e multidimensionale di voi faccia esperienza di tutte le strade simultaneamente, percorrendo ciascuna di queste varianti nel passato, nel presente e nel futuro. Quando il sé opera come superanima, non solo viaggia in tutte le strade, ma ne crea anche di nuove. Esistete già in molte versioni diverse, anche se la versione limitata con cui vi identificate può essere consapevole di una sola realtà, una sola versione di sé. La ragione per cui esiste questo limite è semplice: se doveste percepire tutte le strade simultaneamente, non riuscireste a focalizzarvi, a imparare dal vostro percorso e a godervelo nel modo più opportuno. Quando decidete di percorrere la strada a, un’altra versione di voi decide simultaneamente di percorrere la strada b. La versione di voi che avrebbe scelto la strada b esiste, ed è reale, in un universo parallelo.

    Una versione semplificata dell’analogia con cui la scienza affronta il concetto di universi paralleli è la seguente: immaginate di viaggiare indietro nel tempo, in un periodo precedente alla vostra nascita. Incontrate vostra madre la quale, vedendovi, si spaventa enormemente, ha un infarto e muore. Avete creato un’interferenza con la linea del tempo in cui vi trovate, uccidendo vostra madre prima che vi mettesse al mondo. Significherebbe allora che non siete mai nati e non avete mai costruito una macchina del tempo per viaggiare nel passato e causare un infarto a vostra madre, perché altrimenti sareste nati, avreste viaggiato nel passato e spaventato a morte vostra madre; ma a quel punto non siete mai nati, non avete viaggiato nel passato, ecc. Insomma, il quadro è chiaro. La scienza ha spiegato questo paradosso postulando l’esistenza di linee temporali parallele: una dove siete nati e una dove non lo siete. Il concetto di universo parallelo non è difficile da cogliere. Fino ad oggi la teoria dei molti mondi è rimasta nell’ambito della scienza, della fisica e della fantascienza. Gli scienziati sono ancora alle prese con le prove a favore o contro tale teoria, mentre la fantascienza a tutt’oggi la considera distante dall’esperienza comune. Il mio invito è applicare questo concetto alla vostra personale realtà, alla vita di tutti i giorni e alla vostra crescita spirituale.

    Nel 1957, il fisico Hugh Everett iii postulò per primo la Teoria dei Molti Mondi, basandosi su concetti formulati nella Scuola di Fisica di Copenaghen, per spiegare alcune anomalie della meccanica quantistica. In particolare, la meccanica quantistica riconosceva che l’osservatore di un evento non è indipendente dall’evento che osserva, ovvero che i fenomeni osservati cambiano a seconda di quello che l’osservatore si aspetta. La teoria dei molti mondi si spinge oltre, ipotizzando che ciascun evento, nell’istante in cui viene osservato, si suddivida in una pluralità di realtà diverse che non si intersecano, mentre l’osservatore rimane un caso particolare. Gli studi di Everett sono oggi ampiamente riconosciuti dai maggiori esponenti della fisica. Questi ultimi constatano, inoltre, la validità di ciò che le scuole spirituali misteriche insegnano da millenni: l’osservatore non è un caso particolare, ma anch’esso, come la realtà che osserva, si suddivide. È collegato alla realtà che osserva. Oltretutto, i vari mondi paralleli non vengono considerati autonomi e non intersecabili, ma capaci di entrare in contatto tra loro e propagarsi o infiltrarsi in altre realtà. Nel momento in cui osserviamo un evento, l’osservazione non solo crea quell’evento, ma fa sì che quello stesso evento si suddivida in versioni diverse di cui una soltanto viene percepita, mentre le altre sembrano sparire. Tuttavia, esse non smettono di esistere: si ritirano nella loro realtà parallela insieme al relativo osservatore. Le versioni della realtà che non si manifestano qui, si manifestano da qualche altra parte e, per il loro osservatore, sono tanto reali quanto lo è per voi la vostra. In parole povere, non esiste realtà che non sia collegata a un osservatore e non esiste osservatore che non sia collegato a una realtà. Poiché sussiste sempre un collegamento tra la versione realtà e la versione osservatore, ogni realtà è accompagnata da un osservatore e ogni osservatore è accompagnato da una realtà. Ciò significa che esiste un numero infinito di realtà che non percepite, pur essendo reali come la vostra, e in cui potete entrare, perché anch’esse fanno parte di voi. Quindi non avete bisogno di creare queste realtà, perché esistono già. Dovete soltanto diventare la versione di voi che corrisponde alla realtà che desiderate.

    Scivolare tra realtà parallele

    La vita si fa ancora più interessante appena ci si rende conto che esistono molte versioni di sé e infinite opzioni da esplorare. Le molteplici strade che avete davanti potete considerarle destini, o percorsi a più alta probabilità. La strada che scegliete è frutto del vostro libero arbitrio. Anche se, restringendo il campo, i percorsi possibili fossero solo cento, sarebbero comunque molti di più di quelli in cui la maggior parte della gente oserebbe avventurarsi. Ora che sapete di avere queste opzioni, non vi sembra di respirare aria più fresca? Non sentite un brivido al pensiero che il vostro sé infinito ha già percorso tutte le strade e che potete collegarvi a una qualsiasi di esse, vivendola con la stessa pienezza della realtà che vivete ora? L’unico problema è che bisogna dimenticare o perdere una realtà per identificarsi pienamente con un’altra. Ecco perché ci comportiamo come se la realtà che stiamo vivendo fosse l’unica possibile. Ci serve per focalizzarci sui dettagli ed evitare di essere spazzati via dal caos delle infinite possibilità. Ci autolimitiamo per concentrarci su un solo aspetto dell’essere.

    In ogni caso, il vostro sé infinito ha vissuto tutte le varianti dell’essere: la versione di voi che è andata a destra, quella che è andata a sinistra, o avanti, quella che ha abbandonato la scuola, quella che si è sposata, quella che non l’ha fatto, quella che è andata a Hollywood e ha fallito, quella che è andata a Hollywood e ha avuto successo, quella in cui siete un veterinario, un impiegato di banca, un calciatore professionista, l’inventore di un nuovo profumo, un divorziato, un genitore, un povero o un ricco, uno che è stato tutti e due o nessuno dei due.

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