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Magia orientale
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Magia orientale

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Il libro Magia Orientale di Idries Shah è un importante testo di ricerca, definito un grande contributo alla conoscenza della magia dal professor Louis Marin, direttore della Ecole d’Anthropologie. Il libro riporta un’indagine accurata sulle credenze esoteriche nei territori che vanno dal Nord Africa al Giappone. Dopo la sua pubblicazione nel 1956 è stato tradotto in diverse lingue con ottimi successi di vendite, ed è diventato un classico tra gli studiosi della storia e della diffusione delle idee.
Esoterismo e magia: un testo chiave sull'esoterismo orientale
Riccamente illustrato, il libro è frutto di anni di ricerca e lavoro sul campo in decine di differenti ambienti culturali. Dalla magia africana alle pratiche esoteriche dell'estremo Sol Levante questo saggio si propone come un'opera unica nel suo genere. La sua erudita accuratezza e il suo genuino contributo alla comprensione culturale di esoterismo e magia lo rendono ancora oggi un testo chiave per chiunque sia interessato alle credenze informali e alle pratiche esoteriche.
L’opera include materiale sull’alchimia e magia indiana, sul sistema arabo Abjad, sulle suggestioni divinatorie e talismaniche. Contiene anche un’antica formula magica brahmin per conseguire l’immortalità.
LanguageItaliano
Release dateSep 3, 2019
ISBN9788827229699
Magia orientale
Author

Idries Shah

Idries Shah (1924-1996), nato Sayed Idries el-Hashimi, è stato uno scrittore britannico, autore di decine di libri di argomento psicologico e spirituale, ma anche di diari di viaggio e studi culturali. Nato in India, discendente da una nobile famiglia originaria dell’Afghanistan, Shah è cresciuto principalmente in Inghilterra. I suoi primi scritti sono incentrati su temi quali la magia e la stregoneria. Nel 1960 ha fondato una casa editrice Octagon Press, presentando traduzioni dei classici sufi e titoli originali. La sua opera più emblematica è I Sufi, pubblicata in Italia dalle Edizioni Mediterranee.

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    Book preview

    Magia orientale - Idries Shah

    Elenco delle illustrazioni

    Diffusione geografica della magia turanica

    Amuleto greco contro i nemici

    Diffusione dei simboli della croce e del cerchio nella magia

    Talismani orientali dalla collezione dell’Autore

    Talismano greco tratto da un papiro, contenente nomi ebraici

    Sigillo segreto di Salomone

    Spiriti-dei assiro-accadici

    Amuleto dell’anima

    Sigillo di Ramses II

    Decorazione magica sul sarcofago della sacerdotessa Ta-Ahuti

    Anubi, il dio della morte

    Osiride

    Amuleti egizi

    Il percorso sufi (tariqa-sufiyya)

    Rappresentazione del percorso verso l’illuminazione

    Gerarchia mondiale dei sufi

    Incantesimo arabo per prosciugare un pozzo o una cisterna

    Incantesimo di potere cinese con influenze arabe

    Ridiffusione araba delle arti magiche

    Quadrato magico di Al-Ghazālī

    Tabella del presidio delle ore da parte degli angeli

    Amuleto della svastica solare per esaudire qualunque desiderio

    Ideogramma felicità in cento variazioni

    L’onnipotente sigillo di Lao Tse

    Amuleto curativo

    Amuleto contro le pestilenze, rivelato dagli spiriti

    Caratteri utilizzati nelle invocazioni magiche cinesi

    Talismano della fortuna

    Talismano che porta la ricchezza a chi lo indossa

    Talismano usato per maledire un nemico

    Talismano della vittoria

    Talismano per attirare denaro

    Amuleto di protezione

    Amuleto di felicità

    Talismano di lunga vita

    Talismano del successo

    Introduzione

    del dottor Louis Marin¹

    Membro dell’Institut de France, direttore della École d’Anthropologie

    de Paris, vicepresidente dell’International Institute of Anthropology

    L’organizzazione delle discipline accademiche che in Francia associamo a Cartesio si è talmente sviluppata, nel corso dei secoli, che oggi il metodo scientifico permea ogni aspetto degli studi umani.

    Lo studioso che si trova ad affrontare un fenomeno nuovo, strano e ancora inspiegato non si ritrae più. Bensì lo affronta, continuando a osservarlo nella speranza di trovarvi una spiegazione.

    La magia è stata per molto tempo considerata al di fuori dell’ambito dello studio accademico, e pur tuttavia essa è importante nella disciplina dell’antropologia. È curioso notare come la magia abbia grandemente affascinato gli etnografi per la stranezza delle sue pratiche in ogni parte del mondo, che al contempo l’hanno però disapprovata sulla base del suo essere poco suscettibile a uno studio di tipo scientifico, nonché avversa alla religione e all’ordine sociale. Eppure la stregoneria era un tempo assai diffusa nel mondo occidentale, finanche all’epoca di Voltaire² e alla corte di Luigi XVI³; ancora oggi, essa non è scomparsa.

    Prima si faceva una certa confusione tra religione e magia, ritenendo quest’ultima nient’altro che una primitiva forma di religione. Oggi ne sappiamo di più, e siamo in grado di distinguere tra la religione, che è la sottomissione a un Creatore onnipotente al quale rivolgiamo le nostre preghiere, e la magia, che consiste in riti che hanno lo scopo di imbrigliare forze sovrannaturali, qualunque esse siano, a compiere il volere del mago.

    Dobbiamo ammettere che praticamente tutte le idee religiose dei popoli primitivi sono una forma di magia. Ciò solleva un’ulteriore grande difficoltà per lo studioso; serve un notevole sforzo di immaginazione per entrare nella mentalità di un popolo primitivo che, ignorando il funzionamento della natura, era costretto a creare una ritualità magica finalizzata alla propria protezione.

    Si deve cercare di scoprire cosa pensano davvero i popoli primitivi osservandoli direttamente, senza lavorare di fantasia. Per quanto questi individui possano sembrare arretrati, si noterà che spesso le loro pratiche sono reperti di un’epoca talmente remota che lo stesso officiante non conosce più il significato delle parole che pronuncia o dei gesti che compie.

    Un’ulteriore complicazione è rappresentata dal fatto che la maggior parte dei riti magici è protetta dalla reticenza dei suoi iniziati. Il mondo dell’occulto diventa un ostacolo particolarmente difficile per il ricercatore quando, e succede quasi sempre, le formule magiche sono in possesso di una casta ereditaria di maghi che considerano tali segreti il loro patrimonio speciale. In questo modo i maghi diventano un ceto che incoraggia deliberatamente l’ignoranza dei propri seguaci che, dal canto loro, temono di subire l’ira degli iniziati nel caso rivelassero qualcosa.

    Il fatto che i riti magici di tutto il mondo si somiglino tra loro fa nascere una domanda difficile: sono nati prima in una determinata parte del globo? E se così è stato, in che modo hanno raggiunto regioni così distanti tra loro? Scambi culturali? Migrazioni? Invasioni?

    Sono queste le linee di indagine che Idries Shah ha seguito occupandosi della magia orientale. Originario dell’Afghanistan, ha dedicato cinque anni di studi a questa materia in Medio ed Estremo Oriente.

    Il suo libro è un serio contributo alla conoscenza e merita di raggiungere un ampio pubblico di eruditi lettori.


    1. Louis Marin (1931-1992) è stato un filosofo, storico e critico d’arte francese. [NdT]

    2. François-Marie Arouet, detto Voltaire (1694-1778), è stato un filosofo, storico, scrittore e artista francese, considerato uno dei padri dell’Illuminismo. [NdT]

    3. Luigi XVI di Borbone (1754-1793) è stato re di Francia dal 1774 al 1792. [NdT]

    Prefazione.

    La diffusione della magia

    È solo in epoca vittoriana che l’archeologia ha dimostrato un fatto assolutamente degno di nota: le pratiche magiche dell’Alta Asia⁴ hanno influenzato le comunità di mezzo mondo. Esistono storie affascinanti anche nelle distese occidentali dei preistorici accadi, i turani che portarono la civiltà dell’Asia nell’area del Mediterraneo, fondando le civiltà dell’Assiria e di Babilonia. Molti degli spaventosi riti taumaturgici dei loro maghi nel corso dell’età presemitica⁵, ⁶ sono conservati nella serie di tavolette Maqlu (ardenti), e nella vasta biblioteca del re Assurbanipal⁷.

    Il tipo di sciamanesimo praticato dalle alleanze tribali turaniche mise radici in Oriente, in Cina e in Giappone. Questi riti comprendono fenomeni psichici noti ai medium occidentali – e che appaiono, anche qui attraverso un’ispirazione turanico-mongola, tra finlandesi, lapponi e persino fra gli indiani del Nord e del Sud dell’America.

    Naturalmente, non esistono prove documentali di migrazioni a Occidente di queste popolazioni. Tuttavia, scrupolose indagini condotte utilizzando una serie di discipline scientifiche hanno stabilito che tali migrazioni sono effettivamente avvenute.

    Ma non erano solo i popoli di origine turanica a praticare le arti magiche dei loro avi. Come hanno dimostrato il dottor Schütte e altri, grazie a una serie di deduzioni scientifiche davvero affascinanti⁸, gli abitanti della Scandinavia preistorica, per esempio, hanno ereditato un corpus di tradizione notevole da queste popolazioni. Un altro importante fattore è rappresentato dalla scoperta che le comunicazioni preistoriche tra le popolazioni erano molto più comuni di quanto generalmente si ritiene. La convinzione diffusa è che le società antiche fossero più o meno indipendenti e che si siano sviluppate in modo separato tra loro: alcune in montagne, deserti e pianure isolate, altre in cittadine e villaggi. Quello che in pochi sanno è che, oltre al commercio, i rapporti di tipo sociale e intellettuale tra popolazioni molto distanti per cultura, lingua e distanza geografica erano considerevoli. La differenza tra questo contatto e le relazioni tra persone come le conosciamo oggi è semplicemente che i fattori geografici rendevano la comunicazione molto più lenta. Le stesse considerazioni probabilmente hanno contribuito a una maggiore comprensione tra i popoli, dal momento che sembrano esserci stati meno conflitti inevitabili tra i vari gruppi.

    Per centinaia, forse migliaia di anni, la magia ha attraversato lenta ma potente la razza umana. Nella sua forma più ritualistica, la direzione di questo flusso è stata senza alcun dubbio da Oriente a Occidente.

    In un periodo probabilmente risalente a un’epoca veterotestamentaria, dopo le ipotetiche migrazioni turaniche, stando alle leggende celtiche le migrazioni ariane dall’Asia centrale attraversarono l’area corrispondente agli odierni Medio Oriente ed Egitto, certamente assorbendo mitologia e pratiche magiche lungo la strada⁹.

    Anche greci e romani fecero la loro parte adottando la tradizione magica semitica ed egiziana e diffondendola in Europa. La tarda magia greca e latina era un insieme di formule e incantesimi spesso riconducibili a queste radici.

    L’interrelazione della magia dell’Egitto con i paesi circostanti è meno chiara. Si ritiene però (come si dirà più avanti in questo libro) che l’Africa e poi l’Arabia meridionale abbiano influenzato i miracolisti della valle del Nilo.

    Con l’avvento di sistemi di pensiero relativamente recenti come il Buddhismo, il Cristianesimo e l’Islam, le credenze magico-religiose dei culti precedenti subirono un confinamento ormai noto: le loro divinità divennero spiriti inferiori – anche il loro sacerdozio assunse un carattere più marcatamente magico e segreto:

    Le religioni possono succedersi l’una all’altra, ma il cambiamento non fa che moltiplicare i metodi tramite i quali l’uomo cerca di sopperire alla sua impotenza ottenendo il controllo di poteri sovrannaturali e di proteggere la sua debolezza sollevando il velo del futuro. I riti segreti della fede precedente diventano magia proibita per la nuova religione. I suoi dei diventano spiriti maligni, come i Deva (divinità) dei Veda diventarono i Daeva (demoni) dell’Avesta, come il culto del toro dei pri­mi ebrei divenne idolatria sotto i profeti, come gli dei della Grecia e di Roma diventarono demoni maligni per i Padri della Chiesa¹⁰.

    In alcuni casi, le pratiche precedenti sopravvissero come riti puramente magici: tollerati e finanche adattati alle religioni più recenti. Ciò avvenne, come credono alcuni, perché i sistemi più antichi producevano davvero strane prove di poteri sovrannaturali, che gli esseri umani potevano sfruttare a proprio beneficio? Oppure, come sostengono altri, perché la magia era diventata una superstizione talmente radicata nella mente umana che l’uni­co modo per gestirla era deviarla in canali legalizzati?

    Le religioni organizzate tesero ad assorbire formule e incantesimi, le cui credenze erano profondamente radicate. Ho constatato personalmente come presso i sudanesi meridionali e altri africani il Cristianesimo convive con la magia tradizionale: solo in rari casi esso ha soppiantato demoni e poteri sovrannaturali. Spesso, anche in questo caso, i miracoli tipici degli stregoni indigeni sono stati semplicemente adattati ai tempi e incorporati nelle nuove credenze. Le prove di questo meccanismo abbondano e sono state studiate approfonditamente altrove.

    Che ci piaccia o no, in tutto il mondo religione e magia sono collegate come raramente avviene per altri fenomeni umani. Se per esempio credete che sia possibile curare con il tocco, allora credete alla magia nella sua definizione più ampia – e in una qualche forma di religione. D’altra parte, assistiamo oggi alla nascita di uno straordinario sviluppo del pensiero occultista. Questa è la terza possibilità. La magia è un campo in cui lo studio intensivo e creativo può mostrare come molti poteri cosiddetti sovrannaturali siano in realtà riflessi di forze a oggi ancora scarsamente comprese, che possono davvero essere utilizzate a vantaggio del singolo e della collettività. Questo libro si basa in parte su questo assunto.

    Se davvero esistevano delle verità note a coloro ai quali ci si riferisce in modo vago come gli antichi, c’è un solo modo per riscoprirle: il metodo scientifico. E il metodo scientifico impone di passare al setaccio ogni fatto, ogni suggerimento, ogni indizio, percorrendo all’indietro la catena di trasmissione. Nell’ambito della magia, questo significa che dobbiamo ave­re a disposizione gli autentici materiali dai quali è scaturito l’occultismo occidentale. In questo modo potremmo scoprire, per esempio, che un rituale che si trova in una versione latina della Chiave di Salomone¹¹ è magari semplicemente la trascrizione di un incantesimo creato per contrastare un’inondazione in Assiria. Un’ulteriore indagine potrebbe dimostrare che quell’incantesimo si basava su un elemento del tutto irrilevante come l’invocazione del nome di un supposto genio le cui iniziali, per puro caso, componevano la parola che significava siccità. E così la ricerca deve ricominciare in modo completamente diverso.

    Che siate dunque dei semplici lettori, degli antropologi o che nutriate soltanto un interesse per l’occulto, ecco alcuni di questi materiali. Non sono generalmente disponibili in nessun altro libro.

    Idries Shah


    4. Con Alta Asia si intende una regione dell’Asia centrale che va dalla catena himalayana allo Xinjang e comprende Tibet, Mongolia e Pamir. È nota anche come tetto del mondo. [NdT]

    5. François Lenormant, Chaldean magic: its origin and development, Samuel Bagster and Sons, Londra 1877, p. 380.

    6. Riferimenti bibliografici da p. 247 a p. 256.

    7. Knut L. Tallqvist, Die assyrische Beschwörungsserie Maqlû, Lipsia 1895.

    8. Gudmund Schütte, Scottish geographical magazine, XXXVI, n. 4, p. 244 e s.

    9. Stewart Blacker, Col.L.V., testo non pubblicato sulle origini ariane, consultato dall’Autore, 1953.

    10. Henry Charles Lea, A history of the inquisition of the middle ages, Harper & Brothers, New York 1887.

    11. Anonimo, Les clavicules, Parigi 1817. Anche: Sebastiano Fusco (a cura di), La Chiave di Salomone: la magia evocatoria, Venexia, Roma 2005. [NdT]

    Capitol

    o 1

    La magia è internazionale

    Se un uomo accusa un altro di stregoneria, e non può dimostrarlo,

    l’accusato deve entrare nel sacro fiume, e se il fiume lo travolge,

    l’accusatore prende possesso della sua casa.

    – Codice di Hammurabi¹², circa 2000 a.C.

    Più si approfondisce lo studio del sovrannaturale e dei suoi cultori, più appare chiaro che percorsi di pensiero simili hanno fatto operare in modo convergente la mente di uomini membri di comunità talmente diverse tra loro che sarebbero potute appartenere a mondi distinti.

    Secondo gli occultisti, questa strana identità di riti e credenze magiche dimostra come esisterebbe una sola scienza arcana, rivelata ai suoi adepti e trasmessa a tutte le popolazioni. I sostenitori della teoria della propagazione culturale sostengono invece che l’occultismo è solo uno degli elementi che si diffondono a seguito dei naturali rapporti sociali tra i popoli.

    Qualunque sia la verità, lo studio dei miracolisti dei vari paesi è davvero un’indagine affascinante. Vicino a Chitral, in Pakistan, viveva anni fa un uomo che si riteneva possedesse poteri mistici. Nessuno osava passare davanti alla sua grotta per timore di essere colpito da un malefico incantesimo, e si credeva intrattenesse rapporti con Satana in persona. A volte i briganti di frontiera, le cui scorrerie li portavano vicino alla sua residenza, andavano a visitarlo. Cercavano la sua benedizione, per portare a termine con successo le loro malefatte.

    Veniva chiamato lo Spirito delle Montagne, o dell’Aria, e il suo nome era così temuto che alla sua morte la grotta divenne un santuario. Quando mi recai in quella zona, mi venne mostrata la residenza di quell’eremita. Come alcune delle sue controparti occidentali, l’uomo aveva fatto scorta di serpenti essiccati e in un angolo della grotta c’era una pila di statuette di cera trafitte da spilloni. Ancora oggi i seguaci devoti dicono una preghiera o esprimono un desiderio tenendo in mano un pezzo di tessuto, che poi legano a un albero solitario fuori dalla casa dello stregone. Il suo corpo giace a faccia in giù, affinché la terra possa assorbire il male dentro di lui, ed è sepolto nel punto in cui fu rinvenuto, usanza che si ritrova dalla Cina al Marocco.

    Più o meno nello stesso periodo, sul confine indo-cinese, una famosa strega che non avrebbe sfigurato nel Macbeth si era fatta un nome come in­cantatrice e operatrice di meraviglie. Disprezzava alcuni individui in mo­do implacabile e del tutto arbitrario forse perché, si diceva, conosceva tut­to della vita privata delle persone. Tuttavia, gioiva in modo particolare nel punire chi causava sofferenze ad altri, e per questo motivo erano in molti a venerarla come una santa. Sita, questo il suo nome, sosteneva di avere un’età di centocinquant’anni, e pare che alla stessa conclusione fosse giunta anche l’abitante più anziana del villaggio più vicino. La centenaria sosteneva che tra i suoi primi ricordi c’era Sita, avvizzita e decrepita esattamente come appariva un secolo dopo.

    Il metodo per evocare la strega era il seguente: chi aveva qualche problema, mariti succubi delle mogli, mogli vittime della crudeltà dei mariti, malati e bisognosi, salivano sul tetto della propria abitazione e chiamavano tre volte il nome di Sita. I gufi del posto, che fungevano da famiglia¹³, le recapitavano veloci il messaggio. Entro la mattina successiva, il malfattore veniva assalito da un violento mal di capo. Oppure, in alternativa, chi aveva invocato la strega beneficiava di qualche colpo di fortuna.

    Quando raggiunsi la sua capanna vicina al sottobosco, con la torta di frutta per la quale aveva una passione assoluta, non sembrava poi così diversa da una qualsiasi normale vecchia signora di quella parte del mondo. Per la maggior parte del tempo parlò a ruota libera dell’opera benefica che portava avanti, mettendo in guardia le giovani donne dalla vera natura dei loro uomini. Sebbene fosse evidentemente molto anziana, il suo sguardo era stranamente limpido. Invece di avere le spalle curve e le guance scavate della classica strega, era più alta della media e si muoveva con sorprendente agilità. Parte del suo monologo, però, mi sembrò un po’ confuso; e quando le chiesi in che modo si potevano ottenere manifestazioni sovrannaturali, mi guardò come una bambina dispettosa e disse che non avrei potuto capire.

    Senza dubbio Sita, come molti altri maghi, credeva davvero nei suoi poteri. Negava che i suoi successi fossero attribuibili a una forma di autosuggestione da parte dei suoi clienti, sebbene riconoscesse che tale fenomeno fosse una realtà. Disse anche che tutta la sua conoscenza le era stata trasmessa dalla madre, e che considerava i libri sull’occulto e tutte le religioni istituzionalizzate come inganni truffaldini. Non posso dire che avesse una personalità magnetica, o un particolare carisma, o che possedesse qualcuna delle strane qualità che spesso i comuni mortali avvertono in presenza di un potere nascosto. L’unica cosa che mi colpì davvero fu il fatto che descrisse cose che mi sarebbero capitate, e che in seguito si verificarono puntualmente¹⁴.

    L’ipotesi che possa esistere una continuità nella trasmissione delle tradizioni occulte tra le popolazioni della Mongolia è ormai accettata da molti studiosi. Le pratiche sciamaniche dei maghi cinesi, giapponesi e di altri paesi dell’Estremo Oriente hanno similitudini evidenti con quelle degli eschimesi e di alcune tribù di mongoloidi amerindi. Un esempio degno di nota in questo senso si riscontra nello stato di trance medianica, che porta alla manifestazione di fenomeni di profezia e chiaroveggenza, comune a tutti. India, Messico e antico Egitto hanno tutti il culto del serpente. Questo rettile, infatti, è uno dei simboli condivisi più importanti dell’alta tradizione esoterica nel Vecchio e del Nuovo Mondo – fatto che è stato utilizzato a sostegno della teoria dell’esistenza di Atlantide.

    Il dio serpente messicano pretendeva non solo sacrifici umani, ma anche di bere il sangue delle vittime. Quando veniva catturato un giovane serpente selvatico, non diventava una divinità finché in suo nome e davanti a lui non venivano compiuti sei sacrifici umani. Il serpente doveva anche bere il sangue delle vittime, che lo potenziava. Nell’India di oggi l’adorazione di questo rettile è diffusissima – gli incantatori di serpenti non sono che l’aspetto più diffuso e popolare di questo importante culto. I serpenti portano buona sorte, proteggono le anime e i tesori nascosti, sono veicolo di manifestazioni occulte. Sia in Uruguay (molto a sud rispetto al Messico) che a Konya¹⁵ (che è molto lontana dall’India), ho trovato tracce evidenti di culti del serpente. Come nel caso degli stregoni messicani, gli sciamani-serpenti della Turchia asiatica devono affrontare un impegnativo addestramento prima di arrivare al punto di riuscire a manipolare i serpenti e comunicare spiritualmente con loro. Sia in Messico che in Turchia si applica lo stesso criterio per capire se una persona ha raggiunto uno stadio adeguato per padroneggiare quest’arte: gli occhi devono essere spalancati, e le pupille contratte fino a diventare come capocchie di spillo. È senz’altro possibile che questo culto del rettile abbia seguito le migrazioni umane dirette in Sud America da India e Africa. I guarani, amerindi abitanti della zona del Río de la Plata¹⁶, intagliano figure di serpenti e le dipingono di rosso, attribuendo loro una grande importanza. Il simbolismo del sangue e l’elemento sacrificale derivato dalle origini messicane sono troppo evidenti per passare inosservati.

    Schema che illustra la supposta diffusione geografica della magia turanica

    1. Aree geografiche di popolazione mongolo-turanica (corsivo)

    2. Centri di sintesi e ridiffusione magica (maiuscolo)

    3. Centri di sviluppo e ridiffusione magica mongolo-turanici

    (corsivo maiuscolo)

    Periodo preislamico (fino al VII secolo d.C.)

    In Messico i riti del serpente hanno i loro tratti peculiari. Tanta era la competizione per l’onore di divenire una vittima sacrificale, che a fatica i padri riuscivano a impedire che le figlie accarezzassero i serpenti sacri con l’intento di farsi mordere.

    I sacerdoti di certo non avevano penuria di vittime. In molti casi erano loro stessi a vendere amuleti protettivi alle famiglie che avevano perso più di una figlia. Come gli adoratori di serpenti dell’India, i seguaci messicani preparavano e consumavano uno stufato con la carne del rettile. In entrambe le comunità si riteneva che questo cibo sacro fosse fonte di benedizioni e poteri occulti.

    All’origine di molte superstizioni che ancora oggi sopravvivono in Orien­te come in Occidente potrebbero esserci tabù e riti propiziatori. Negli antichi templi in Grecia e in Egitto c’era sempre un punto che era proibito toccare, o calpestare. Era consacrato agli dei, specialmente a quelli malefici, in cambio della loro implicita rinuncia a molestare gli esseri umani. Lo stesso concetto era presente in Scozia. Parti di terreno venivano lasciate incolte, e chiamate appezzamento di terra del buon uomo, secondo l’abitudine celtica di chiamare buoni coloro che venivano temuti¹⁷. Gli studiosi di folklore sono arrivati a formulare la teoria secondo la quale i fairie, o buon popolo¹⁸, erano in realtà esattamente l’opposto, ossia spiriti maligni che venivano semplicemente propiziati.

    Su pressioni della Chiesa, in Scozia, Irlanda e Galles molti di questi appezzamenti di terra vennero arati. Secondo la tradizione a questi atti seguirono violenti eventi atmosferici ed epidemie di malasorte, e spesso le operazioni dovevano essere interrotte perché gli operai venivano travolti da tempeste e tormente. Di conseguenza, tali luoghi sono oggi noti come le terre del diavolo.

    La fratellanza – o la congiura – internazionale della magia è probabilmente rilevante nei suoi principi generali tanto quanto nei rituali specifici. Se per esempio è generalmente accettato che la maggior parte delle popolazioni e delle persone abbia praticato o pratichi la magia, in una forma o nell’altra, ci sono sempre state quelle che vi si sono dedicate in modo particolare. Nella creazione di un sacerdozio iniziatico, la regola generale è la segretezza. Una moderna setta dedita all’occultismo riassume questo bisogno primordiale di segretezza in una delle sue regole: "La conoscenza è potere; la conoscenza condivisa è potere perduto"¹⁹. In base ai principi di segretezza e iniziazione, altre importanti caratteristiche comuni sono l’utilizzo di parole magiche e di speciali abiti cerimoniali. I riti, con poche eccezioni, comprendono una qualche forma di sacrificio (reale o implicito), e l’utilizzo del simbolismo. Vengono pronunciate parole magiche, parole di potere; si eseguono gesti e movimenti mistici; si utilizzano in abbondanza strumenti speciali, come armi e talismani. Si preparano poi incantesimi e amuleti, utilizzando in genere materiali di origine animale, vegetale e minerale (in quest’ordine di importanza).

    Amuleto greco contro i nemici, IV-V secolo. Le somiglianze con formule magiche ebraiche, arabe e cinesi sono impressionanti [vedi p. 45 e 201]

    Sebbene la credenza negli esseri sovrannaturali sia molto diffusa in tutte le forme di magia, molte tradizioni ritengono che le parole, i riti, gli strumenti magici posseggano di per sé poteri speciali in grado di produrre manifestazioni sovrannaturali. La bacchetta, ad esempio, è potente in quanto oggetto consacrato, non necessariamente perché evoca uno spirito affinché compia un’azione.

    Gli obiettivi della magia sono noti alla gran parte delle persone, e certamente a coloro che hanno in qualche misura studiato l’argomento.

    Anche i rituali sono contenuti in molte opere, sia in quelle scritte dagli adepti che nei commentari redatti dagli oppositori. Ho già accennato alla possibile importanza storica ed etnologica dello studio delle radici delle pratiche occulte. Ci sarà sempre qualcuno non interessato all’aspetto della propagazione culturale che però si chiede: C’è qualcosa di vero nella magia?. La risposta a questa domanda è che molto probabilmente nella magia c’è tanto. Di cosa si tratti però, e dove potrebbe portare, spetta ai ricercatori dimostrarlo.

    Cosa c’era nell’alchimia? Tanto per cominciare c’era la chimica moderna, sebbene non spetti a me dire cosa ne sia ora. L’ipnosi, che oggi è considerata non soltanto una realtà ma una tecnica molto utile, proviene direttamente dalla magia. Cosa ci sia nel moderno spiritismo, discendente dello sciamanesimo mongolo, di nuovo non posso dirlo. Una cosa tuttavia è certa: la magia intesa come mera ripetizione dei rituali a disposizione di tutti i lettori serve a ben poco. Secondo gli occultisti indù, come descritto in queste pagine, molte

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