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La Pagina Cancellat
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La Pagina Cancellat

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About this ebook

La pagina cancellata racconta l'esperienza di Antonio Ascari, deportato in Germania come lavoratore coatto nel 1944. Attraverso la scrittura creativa, questo libro dà voce a documenti e memorie, colmandone i vuoti con l'immaginazione e perseguendo una verità in primo luogo affettiva, un rituale di commemorazione che abbraccia insieme ad Antonio la sua intera famiglia. La pagina cancelleta recounts the experiences of Antonio, who in 1944 was deported to Germany as a forced labourer. The book, partly in the form of letters and postcards, reconstructs that former world and is itself an act of commemoration, embracing not only Antonio, but his entire family.
LanguageEnglish
Release dateOct 1, 2021
ISBN9781838059897
La Pagina Cancellat
Author

Maurizio Ascari

Maurizio Ascari is a senior lecturer and researcher in English Literature at Bologna University. He has had many articles and books on English-language writers published, including Henry James and Katherine Mansfield, and his book, A Counter-History of Crime Fiction was short-listed in the ‘Best Critical/Biographical’ category for the Mystery Writers of America’s Edgar Awards. Faded Letters is his first creative work.

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    La Pagina Cancellat - Maurizio Ascari

    cover.jpg

    LA PAGINA CANCELLATA

    LA PAGINA

    CANCELLATA

    MAURIZIO ASCARI

    PATRICIAN PRESS

    MANNINGTREE

    First published as a paperback edition in Italian by Patrician Press 2021

    E-book edition in Italian published by Patrician Press 2021

    Copyright © Maurizio Ascari 2021

    English edition, Faded Letters, originally published by Patrician Press 2013

    Copyright © Maurizio Ascari 2013

    The right of Maurizio Ascari to be identified as the author of this work has been asserted in accordance with the Copyright, Designs and Patents Act of 1988.

    All rights reserved. No part of this document may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, or otherwise, without prior written permission of Patrician Press.

    British Library Cataloguing in Publication Data. A catalogue record for this book is available from the British Library.

    ISBN paperback edition 978-1-8380598-2-8

    ePub ISBN 978-1-8380598-9-7

    www.patricianpress.com

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    LA PAGINA CANCELLATA

    Published by Patrician Press Collective 2021

    Non siamo nient’altro che botti vuote in cui si sciacqua la storia del mondo.

    O tutto è casuale, o non lo è niente. Se credessi nella prima affermazione non potrei vivere, ma non sono ancora convinta della seconda.

    Etty Hillesum

    Indice

    Prefazione di Patricia Borlenghi

    Lettera a chi legge

    Volta la pagina

    La marcia delle legioni

    Maramao perché sei morto?

    Duce! Duce! Duce!

    La sagra di Giarabub

    Soldatini di ferro

    Pippo Pippo non lo sa

    Zwangsarbeit

    Lili Marleen

    Fischia il vento

    Undzer Shtetl brent

    Solo me ne vo per la città

    Vola, colomba bianca, vola

    Amore ritorna

    Prefazione di Patricia Borlenghi

    Patrician Press si è sempre impegnata a pubblicare libri di argomento italiano. Questo è dovuto in parte alla mia eredità italiana – entrambi i miei genitori erano di origine italiana –, ma anche al mio amore per la cultura italiana, che risale ai miei studi all’Università di Reading e all’Università di Bologna, dove mi sono innamorata degli scritti di Dante, Boccaccio, Petrarca e Tasso, e di scrittori e poeti a noi più vicini come Leopardi, Verga, Pirandello, Montale, Sciascia e Calvino. [Più di recente, ho divorato tutti i romanzi di Montalbano scritti da Andrea Camilleri.] Inoltre, mi hanno sempre affascinato gli artisti del Rinascimento italiano, il cui genio collettivo è una costante fonte di delizia.

    Un’altra delle ragioni che mi hanno spinto a pubblicare il libro di Maurizio – La Pagina Cancellata, già apparso in inglese col titolo di Faded Letters – è il mio amore per le coincidenze. Dopo avere studiato a Bologna, ho cominciato la mia carriera di editrice, che mi ha portato a frequentare la Fiera del Libro per Ragazzi. Nel 2013, mentre mi trovavo a Bologna per questa fiera, mi è capitato di tenere una conferenza sulla Patrician Press in una scuola d’inglese gestita da un’amica. Il caso ha voluto che anche Maurizio avesse amici in quella scuola e sono stati loro a suggerirgli di contattarmi.

    Sembrava quindi inevitabile che a causa di queste varie connessioni decidessi di pubblicare il libro, che è in buona parte ambientato a Bologna all’epoca della seconda guerra mondiale. Una delle importanti lezioni che ho imparato leggendo questo memoir così vivido è che nulla è bianco e nero – ci sono sempre zone grigie…

    Sono felice che La pagina cancellata venga finalmente pubblicato in italiano. Merita senza dubbio di essere letto da un pubblico più ampio. Ed è significativo che il libro sia dato alle stampe durante questa terribile pandemia di Coronavirus. Un periodo di angoscia e disperazione che ci ricorda il secondo conflitto mondiale.

    Patricia Borlenghi

    Lettera a chi legge

    Questo racconto trae origine dalla vicenda di Antonio Ascari, deportato in Germania come lavoratore coatto nel 1944 e morto nel 1945 a Lublino, mentre fuggiva con altri italiani. In quella città polacca Antonio è sepolto. Ho scritto queste pagine per il bisogno di ricordare questo zio, il fratello maggiore di mio padre, scomparso prima che io nascessi e il cui nome fu aggiunto al mio all’atto del battesimo.

    Della sua prigionia restano pochi segni, come questa cartolina, inviata da Werneuchen, nei pressi di Berlino. Un indirizzo che potrebbe non corrispondere al luogo in cui in effetti si trovava.

    img2.png

    Colpisce il silenzio di queste parole, che per ovvie ragioni non dicono nulla delle esperienze di Antonio in Germania. Una patina di silenzio. E colpisce quel francobollo, il marchio della grande storia sul destino di un singolo individuo.

    Cosa rimane di Antonio? La sua scrittura. Qualche fotografia. Eventi che si contano sul palmo di una mano. L’albergo del Pellegrino, messo in piedi dai genitori per dargli un futuro. Il fidanzamento con una giovane del paese: una promessa che lo zio ruppe per un altro amore. Il disappunto della famiglia. Il matrimonio e il lavoro in un cotonificio di Novara, città della moglie. La morte del nonno Umberto, di ritorno dal funerale del consuocero. E uno strano episodio, che mi raccontò un giorno la mamma e che in questo libro ha trovato posto proprio alla fine.

    Dimenticavo… Mia zia Vittoria che scriveva lettere d’amore per conto del fratello in cambio di sigarette. La poesia confina spesso con la prosa.

    E poi un altro silenzio. O un’altra pagina cancellata. Lo zio aveva una tomba nel nostro paese. Vuota. Una lapide nel muro del cimitero, accanto ai suoi genitori. Papà morì nel 1985, e fu sepolto in un’altra ala del cimitero. Quando anni dopo lo spostammo nella tomba vuota dello zio, la lapide si ruppe. Avremmo potuto aggiungere il nome di Antonio alla nuova lapide. Non lo facemmo. Forse ci sembrava assurdo perché lo zio non era lì. Nessuno di noi lo aveva conosciuto.

    La storia di questo libro inizia nell’ottobre 2010, quando d’un tratto – un tardo pomeriggio, mentre mi trovavo in ufficio – sentii il bisogno di fare ricerche su Antonio. Grazie a internet, scrissi a Mauro Begozzi, allora Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Novara, che avviò una ricerca negli archivi. Dello zio neanche l’ombra. Non esistono elenchi completi degli italiani deportati in Germania durante la guerra.

    Capii che una storia chiedeva di essere raccontata. Una storia che per me non era solo quella dello zio Antonio, ma di mio padre e mia madre, travolti come lui dal caos della guerra. A quella guerra mio padre e mia madre sarebbero sopravvissuti. Eppure, come li avevano cambiati quegli anni? Cosa avevano perduto di sé lungo il cammino? Cosa avevano portato con sé di quelle esperienze?

    Queste pagine ci riportano ai conflitti che hanno segnato una generazione di ventenni poi diventati i nostri genitori, un passato ormai lontano che ha influenzato anche le nostre vite. Cercare lo zio Antonio mi ha permesso di ritrovare i miei genitori – giovani, come non li avevo conosciuti – e di leggere le lettere che si scambiavano da terre lontane. Lettere che per tanti anni erano rimaste chiuse in un bauletto.

    Terminata la scrittura del libro, provai a pubblicarlo in Italia, ma senza successo, così lo tradussi in inglese e nel 2013 uscì presso l’editore Patrician Press col titolo Faded Letters. Solo anni dopo ho ritrovato il certificato di morte dello zio Antonio, che Andrea Ceccherelli ha tradotto per me dal polacco:

    È accaduto a Lublino il 2 luglio del 1945 alle ore 12. Si sono presentate le maggiorenni Helena Puchacz e Emilia Tomasik, inservienti ospedaliere di Lublino, e hanno dichiarato che il giorno 27 giugno dell’anno corrente alle ore venti è morto a Lublino Antonio Ascari, di anni quaranta, prigioniero di guerra proveniente da Novara, Italia, figlio di Umberto e Maria coniugi Ascari. Constatata la morte di Antonio Ascari, il presente atto viene letto alle presenti e da Noi sottoscritto.

    Altro tempo è passato, e infine – grazie a Elisa Perini, che nel 2019 ha scritto una tesi sulla versione inglese del libro – ho ripensato a pubblicarlo in italiano. A darmi la spinta è stata la lettura di 2666 di Roberto Bolaño (scoperta che devo a Simone Conti e Chiara Scarlato).

    Grazie di cuore a tutti coloro che negli anni hanno letto e commentato questo libro o condiviso in altri modi quest’avventura. Comincio da mia moglie Franca, che questo lavoro lo ha vissuto intensamente insieme a me. Seguono mio fratello Riccardo, mia sorella Annalisa, mia cognata Simona e gli altri compagni di strada cui va la mia gratitudine: Mauro Begozzi, Mirella Billi, Patricia Borlenghi, Alessandra Calanchi, Maria Teresa Cassini, Alessandro Castellari, Gabriella Catalini, Remo Ceserani, Diana Kaley, Laura Falqui, Paolo Ferrucci, Annalisa Longega, Barnaba Maj, Ilaria Micheletti, Rita Monticelli, Nancy e Stuart J. Murphy, Eugenio Nascetti, Philip Platts, Elisabetta Risari, Olga Romanoff, Adriano Simoncini, Monica Soeting, Yegor Tourleigh, Michael Webb. Ho certo dimenticato di menzionare tanti altri. Non me ne vogliano. Negli anni ho perso il conto dei miei debiti, ma il mio grazie abbraccia davvero a tutti.

    Mi si perdoni il tentativo di raccontare eventi accaduti prima che io nascessi – eventi ricostruiti attraverso racconti, lettere e documenti, o a volte semplicemente immaginati. La pagina cancellata non è né un libro di storia né un romanzo. Chiedo a chi legge di camminare, come ho cercato di fare io, su questa corda tesa sul vuoto.

    Un’ultima cosa: in queste pagine si incontrano, a volte per un istante, personaggi reali, come il pittore Giorgio Morandi e l’astronomo Guido Horn d’Arturo, il cui rapporto con i protagonisti e le vicende principali appare solo tangenziale. Morandi era davvero amico di Horn, e Horn ha davvero creato l’osservatorio di Loiano, dove soggiornava all’albergo Pellegrino, come ci dicono le sue lettere. Accostare ad Antonio e ai suoi famigliari queste figure serve a mostrare che le vite sono tutte intrecciate fra loro. Quanto agli eventi storici che ho raccontato, dalla notte dei cristalli alla cattura di Mussolini sul Gran Sasso, vogliono ricordarci che quanto accade lontano da noi può avere un impatto determinante sul nostro destino. Nessuno cammina solo sul sentiero, e come scriveva a inizio Novecento l’anarchico Errico Malatesta:

    Il benessere, la libertà, l’avvenire di un montanaro perduto fra le gole degli Appennini, non solo dipendono dallo stato di benessere o di miseria in cui si trovano gli abitanti del suo villaggio, non solo dipendono dalle condizioni generali del popolo italiano, ma dipendono pure dallo stato dei lavoratori in America o in Australia, dalla scoperta che fa uno scienziato svedese, dalle condizioni morali e materiali dei Cinesi, dalla guerra o dalla pace che si fa in Africa, da tutte insomma le circostanze grandi e piccine che in un punto qualunque del mondo agiscono sopra un essere umano.

    Malatesta poi concludeva: Nelle condizioni attuali della società, questa vasta solidarietà che unisce insieme tutti gli uomini è in gran parte incosciente. In fondo l’obiettivo ultimo di questo libro è proprio incrementare il senso di una solidarietà estesa oltre la propria cerchia di famiglia e amici perché quanto accade a chiunque altro accade in ultimo anche a noi.

    Maurizio Ascari

    Volta la pagina

    La donnina che semina il lino,

    volta la pagina e vedi il bambino,

    il bambino che gioca per terra,

    volta la pagina e vedi la guerra…

    23 luglio 1905, Loiano, nell’Appennino tra Bologna e Firenze. Era il suo primo figlio. Nato nel mezzo della notte. Lo avrebbe chiamato Antonio, come suo fratello maggiore. Quattro chili e cento. Un maschione! Adesso andava in piazza a offrire da bere a tutti.

    Ripensò al giorno in cui – mentre cercava mobili antichi sull’Appennino – aveva conosciuto Maria, che quasi poteva essere sua figlia. L’aveva voluta. E lei c’era stata perché lui era un uomo alto e ben fatto, con un bel paio di baffi all’insù.

    Nel grande letto Maria era spossata. Quante volte le avevano detto: partorirai con dolore! Finché non

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