About this ebook
Lovers and Legends 13
IL SUO PERICOLOSO PRIGIONIERO DIVENTERÀ IL SUO PIÙ FEROCE PROTETTORE.
Paesi Baschi-Scozia, 1299
Andreona era convinta che catturare il leggendario highlander Malcolm del clan Colquhoun fosse l'ultima opportunità di conquistare il rispetto del tirannico padre. Invece, mentre gli sta portando il prigioniero, per un caso fortuito scopre che il genitore ha ordinato ai suoi uomini di uccidere entrambi.
Non le rimane che fuggire con Malcolm, aiutandolo nella sua ricerca di un prezioso pugnale e trovando conforto nell'inattesa passione che si accende tra loro.
Other titles in Il gioiello dei re Series (13)
La promessa del cavaliere: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl nemico scozzese: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl guerriero solitario: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuori sotto assedio: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn mercenario contro il destino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere oscuro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl ritorno del mercenario Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna nobile spia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScacco al signore del castello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPrigioniera del nemico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuori imprigionati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cuore di un Warstone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl gioiello dei re Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Read more from Nicole Locke
Related to Il gioiello dei re
Titles in the series (13)
La promessa del cavaliere: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl nemico scozzese: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl guerriero solitario: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuori sotto assedio: I Grandi Romanzi Storici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn mercenario contro il destino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cavaliere oscuro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl ritorno del mercenario Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna nobile spia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScacco al signore del castello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPrigioniera del nemico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuori imprigionati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cuore di un Warstone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl gioiello dei re Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related ebooks
Al servizio di sua maestà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDannato Malloppo! Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Suo Lupo Imprigionato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna scozzese in fuga: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCampanello d'allarme: eLit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAssedio al castello (eLit) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLeggenda Scozzese: Guardiani della Pietra, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'isola di vetro: I magnifici lord De Lara Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsHeavy Metal Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIncontro col destino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBacio di sangue (eLit): eLit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIntrighi a Beldale: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVictoria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFuga dal desiderio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDama in maschera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUno sporco gioco (eLit): eLit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCanzone Scozzese Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna Questione di Tempo: Le Cronache di Kerrigan, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRapsodia E Ribellione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuore d'Acciaio: Una storia d'amore con un gargoyle protettivo: Cuore d'Acciaio, #0 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl doppio volto di Helena Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe regole del desiderio: Harmony Destiny Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa ragazza di Corfù: Harmony History Rating: 5 out of 5 stars5/5Una calda estate inglese: Harmony History Rating: 5 out of 5 stars5/5Stregata dal conte: Amore leggendario, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTresia: La Saga Dei Maghi Delle Pietre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa tenace promessa della passione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Casa sulla Spiaggia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAndorra: Helena Brandywine, #5 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuori delle Highlands. Il Lupo Rating: 2 out of 5 stars2/5
Historical Romance For You
Il desiderio di Miss Annie: Harmony History Rating: 3 out of 5 stars3/5Matrimonio di Mezzanotte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOltre ogni disprezzo: Una Lady Dimenticata Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl ruolo di un gentiluomo: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Conte Affascinato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Vedova Di Un Conte Mascalzone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMiracolo di Natale (eLit): eLit Rating: 4 out of 5 stars4/5Un istitutrice ribelle: Harmony History Rating: 5 out of 5 stars5/5Il ritorno di Lord Dereham: Harmony History Rating: 5 out of 5 stars5/5Una debuttante a caccia di guai: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl vero volto di Miss Hurst: Harmony History Rating: 4 out of 5 stars4/5Un eccentrica istitutrice: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn enigma per il visconte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConte Di Darby Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPericolo nella notte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMatrimonio con inganno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPer sempre nel mio cuore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI figli dello scandalo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa passione di Lord Ancroft Rating: 3 out of 5 stars3/5L erede di Miss Jesmond Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl circolo di Piccadilly Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScandalo a Londra: Harmony History Rating: 4 out of 5 stars4/5Studio d'amore: Harmony History Rating: 4 out of 5 stars4/5L amnesia del visconte Rating: 4 out of 5 stars4/5L eredità perduta: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl capitano innamorato: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe mille e una notte della governante Rating: 5 out of 5 stars5/5Innamorata Di Un Arrogante Semidio Rating: 5 out of 5 stars5/5Innocente inganno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa sorpresa del Marchese: Gentiluomini, #2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related categories
Reviews for Il gioiello dei re
0 ratings0 reviews
Book preview
Il gioiello dei re - Nicole Locke
1
Febbraio 1299, Paesi Baschi
«Si stanno avvicinando dei cavalieri!» gridò Uracca al di sopra dello scroscio della pioggia mentre saliva di corsa la scala a chiocciola della torre.
«Quanto sono ancora lontani da qui?» Andreona si voltò verso l’amica, che stava strisciando lungo l’angusto cunicolo al quale si accedeva dal pianerottolo della scala.
La loro incolumità dipendeva dalla distanza e dalle intenzioni dei viaggiatori che attraversavano quel settore delle terre di Gorka di Ipuscoa. Non c’era molto in grado di proteggerle, fatta eccezione per la torre e la loro presenza di spirito.
Per ordine di suo padre, quella particolare difesa a un passo dalla frontiera era situata a un giorno di viaggio dalla protezione del castello principale. Era stata lei a decidere di costruirla sul fianco di una montagna, con una serie di scale tortuose e di stretti corridoi, in modo che costituisse un rifugio per le donne e i bambini che erano stati esiliati.
Uracca si strizzò i capelli. «È difficile calcolarlo. I cavalieri sono due e si trovano a circa un paio di miglia da qui.»
Poteva trattarsi di chiunque. Non era certo un’informazione che valesse la pena di comunicare a suo padre per avvertirlo di un imminente pericolo.
«I cavalli hanno le zampe sottili» aggiunse Uracca.
Dei forestieri, dunque, dato che i cavalli baschi erano tozzi. Sorridendo, Andreona si diresse verso una cassa, estrasse un tubo d’argento e lo accostò alla finestra. Se intendeva dimostrare il suo valore al padre Gorka, un grande feudatario, doveva conservare quella zona e non poteva farlo senza sorprenderlo e offrirgli qualcosa di meritevole. Quei forestieri gliene fornivano l’opportunità.
Si rifiutò di pensare al fatto che il genitore detestava le sorprese e che di solito coloro che avevano tentato di coglierlo alla sprovvista erano stati uccisi. Questo significava soltanto che lei avrebbe dovuto essere più scaltra di loro.
Gettando da parte il tubo per la sua inefficacia, si diresse verso la diottra già posta accanto a un’altra finestra. Quel congegno di rilevamento era risultato oltremodo utile dopo che avevano costruito la torre al posto di una capanna abbandonata.
«Tu e i tuoi strumenti» sbuffò Uracca. «Cosa ti proponi di fare, di indurre quegli uomini ad avvicinarsi ancora di più?»
Se avesse potuto, Andreona lo avrebbe fatto. Chiuse un occhio e accostò l’altro allo strumento. Non vide che la pioggia e il terreno accidentato. Quella parte del Paese aveva la fortuna di essere riparata da molti alberi e molti massi grandi come montagne, oltre che dalle vere e proprie montagne. Per portare lo sguardo in lontananza, avrebbero dovuto trovarsi sulla costa, che però non faceva parte del loro territorio.
«Potresti limitarti a guardare fuori dalla finestra come tutte noi» dichiarò Uracca. «O calzare delle scarpe.»
«Cosa c’entrano le scarpe?»
«Ti renderebbero più facile fuggire, se fosse necessario!»
Lei non intendeva fuggire. «Non mi curo mai del mio abbigliamento.»
«Come se il fatto che continui a inciampare nei lacci sciolti che ti trascini dietro fosse una novità per me.»
Le scarpe erano l’ultima delle sue preoccupazioni. Dov’erano, invece...? Lì. Due cavalieri. Uomini, a giudicare dalle dimensioni dei loro cavalli. Come lei aveva sospettato, gli animali faticavano ad avanzare su quel terreno scosceso. Sciocchi. Non meritavano di possedere dei destrieri se si proponevano di...
Ah!
«Stanno smontando, anche se continuano a venire in questa direzione. Cosa facciamo?»
Uracca starnutì e si passò la manica sul naso. «Se non sono che due, le reti munite di pesi di piombo funzioneranno a meraviglia. Se è ciò che desideri.»
«Se è ciò che desidero io? Credevo che lo volessimo entrambe.»
«Pensi che farà una differenza?» Uracca tirò i lacci del mantello. «Ti illudi che catturare due forestieri e condurli da tuo padre modificherà l’opinione che ha di noi?»
Andreona si raddrizzò e si volse verso l’amica, che stava evitando di incontrare il suo sguardo. Non erano state le parole che aveva pronunciato ad allarmarla, era stato il tono della voce. Uracca non era solo stanca, era anche disposta a provocarla.
Allontanandole le mani, lei le slacciò il mantello. «Perché adesso stai nutrendo dei dubbi su questa faccenda?»
«Sono solo due ed è piovuto incessantemente. Potrebbero essersi smarriti.»
Forse, anche se Andreona non desiderava che fosse così. «Tu, le altre donne e io abbiamo costruito questa torre. Abbiamo confezionato quelle reti e teso altre trappole. Abbiamo lavorato per un anno. Perché lo avremmo fatto, se non per aiutare Gorka?»
«Gorka!»
«Aiutando lui, aiutiamo noi stesse. È così che funziona la vita.»
«È tuo padre, non il mio, e stare appostate sopra gli alberi non sembra una vita entusiasmante.»
Togliendole il mantello dalle spalle, Andreona strinse fra le mani la lana gocciolante. «Non lo sto facendo perché è mio padre.» All’espressione dubbiosa dell’amica, si affrettò ad aggiungere: «Io lo sto facendo per mio padre, ma tutte noi lo stiamo facendo per sedare le sommosse».
«Sommosse create da tuo padre.»
Creare disordini era l’attività preferita del genitore. Gorka non era un signore riconosciuto. Non era un vero aristocratico basco, anche se questo non aveva importanza per i ladri, gli assassini e gli uomini politici. No, il suo territorio non era tanto piccolo da limitarsi a essere un vassallaggio come le signorie di Alava, Biscaglia e Nate. Ma mentre queste erano costrette a rispettare regole e leggi, Gorka viveva per infrangerle. E a volte anche i grandi feudatari desideravano che lo facesse.
In parole povere, suo padre era un ladro, un ladro estremamente facoltoso. In un mondo ideale non gli sarebbe stato possibile condurre quel tipo di esistenza. Tuttavia, non potevano permettersi il lusso di una vita ideale e neppure quello di essere degli ipocriti. Non era solo lei ad accettare di buon grado uomini come suo padre, ma anche coloro che occupavano posti ufficiali come i nobili e i magistrati. Se le leggi o le trattative non procuravano loro ciò che desideravano, assumevano Gorka e i suoi seguaci per ottenerlo..
E Gorka manteneva la pace con il pugno di ferro. Ladri e assassini erano suoi alleati, e lui faceva in modo che ne venissero a conoscenza con donazioni o pagamenti regolari.
«È merito suo se adesso possiamo godere di una pace duratura.» Indietreggiando, Andreona scosse il mantello per liberarlo dall’eccesso di acqua e lo appese accanto al fuoco. «Prima che lui tenesse i ladri sotto controllo, regnava il caos e nessuno poteva percorrere le strade senza pericolo. Lo sai come lo so io.»
«Non sappiamo niente. Tutti quegli episodi ci sono stati narrati da Gorka e sono avvenuti quando eravamo ancora bambine. E adesso siamo relegate qui, non possiamo chiedere quale sia la verità a Lord Alava, Lord Biscay o nessuno di loro. Non che ce la rivelerebbero.»
Non finché loro non avessero dimostrato il loro valore. Era l’unica cosa che occorreva. Purtroppo, più passava il tempo e più difficile diventava.
Da quanto si trovavano in quel territorio remoto dei Paesi Baschi? Un po’ più di un anno? Quando i feudatari baschi avevano deciso di allearsi contro la Spagna e la Francia, Andreona, la figlia illegittima che Gorka aveva avuto da una francese che era morta di parto, era diventata un ostacolo. Benché lei desiderasse stare vicina a lui e ai fratellastri, Ander e Ximeno, suo padre non la voleva. Uracca e le altre donne si trovavano in situazioni assai simili. Nessuna di loro era stata desiderata, e quando le nuove leggi erano entrate in vigore, alcune di quelle donne avevano temuto di perdere la vita.
Per se stessa e per loro, Andreona aveva chiesto aiuto al fratello Ximeno, che le aveva procurato denaro, operai e artigiani, e loro avevano costruito quella torre sul confine della regione.
Lei si augurava che tutte loro si rendessero utili ai signori baschi e a Gorka. Per dimostrare loro che, sebbene fossero di sangue impuro, erano leali ai Paesi Baschi. Che non era necessario che le esiliassero.
Non era stato facile. Quando erano state costruite le fondamenta della torre, a un tratto gli operai le avevano abbandonate, poi la maggior parte delle donne che si erano unite a loro si erano recate in Francia o in Spagna.
Ogniqualvolta si era presentata una difficoltà, Uracca aveva supplicato Andreona di rinunciare alla sua intenzione di dimostrare che potevano costituire un valido aiuto per Gorka e per gli altri. Lei però sapeva che non occorreva loro che un po’ più di tempo. E adesso, grazie a quei due uomini, poteva darsi che la loro occasione fosse arrivata.
«Gorka e gli altri proprietari terrieri non parleranno con noi adesso, così come non lo hanno fatto quando ci hanno ordinato di andarcene. Non capisci che quei due uomini potrebbero modificare la nostra sorte? Uracca, cosa c’è che non va?»
La sua amica d’infanzia si affrettò ad avvicinarsi al fuoco. «Sono gelata, tutto qui, e lo sono anche le altre donne.»
Non perché faceva freddo. Per diversi mesi, Andreona aveva notato la stanchezza nelle spalle curve di Uracca e l’aveva ignorata. In fondo, tutte loro erano state costrette ad affrontare delle avversità. Tuttavia, dato che era capitato loro di peggio e Uracca non si era mai scoraggiata, ciò che l’angustiava adesso era significativo.
L’esultanza che Andreona aveva provato alla vista dei due cavalieri si dissolse. Sebbene dovesse veramente parlare con la sua amica, temeva che qualunque dimostrazione di solidarietà che avrebbe potuto offrirle fosse determinata dal fatto che Gorka l’aveva scacciata. Aveva tentato per tutta la vita di riscuotere la sua approvazione.
Non era in grado di ricordare un periodo in cui non avesse percepito l’indifferenza del genitore nei suoi confronti e non avesse compreso le parole crudeli dei suoi seguaci che l’accusavano di essere mezza francese. Lui non l’aveva mai perdonata per essere nata e la situazione era peggiorata dopo quella riunione del consiglio. Adesso lei si proponeva di ricordargli che, sebbene il suo sangue fosse solo mezzo basco, il suo cuore lo era interamente.
Uracca, d’altro canto, non era mai stata accettata dal padre e la madre era una donna che era preferibile restasse anonima. Si trovava lì solo perché l’alternativa sarebbe stata vivere con una donna crudele e piena di rancore. Loro e le altre donne si stavano costruendo una vita in quel territorio per varie ragioni. Tuttavia, non avrebbero potuto ottenere niente di ciò che desideravano senza ricevere l’autorizzazione di Gorka tramite suo fratello Ximeno, dal momento che Gorka si rifiutava di rivolgere loro la parola.
«Possediamo questa torre perché Gorka ci ha procurato i mezzi per costruirla. Non credi che gli dovremmo un minimo di lealtà?»
Uracca le scoccò un’occhiata significativa. «Non avremmo bisogno di questa torre se lui non ci avesse esiliate.»
«Non è stato solo lui. Si è trattato di una decisione condivisa.»
Uracca emise un suono sprezzante.
«Siamo tutte nella stessa situazione» continuò Andreona. «Abbiamo parlato del contributo che potremmo dargli e lui se non altro ci ha procurato i mezzi per farlo.»
«Ci ha procurato i mezzi in modo che lasciassimo completamente il Paese. Non per stare qui...» Uracca agitò la mano. «Non dovrei essere tanto sciocca da parlare di Gorka con te.»
Quelle parole la ferirono.
Uracca scosse la testa. «Dopo tutto questo tempo credi davvero che ci sia qualcosa in grado di mettere fine al nostro esilio? Forse potremmo permettere a quei due uomini di passare.»
«Sono i primi forestieri che vediamo da quando ci siamo rifugiate qui. Questa è la nostra opportunità. Da cosa sono causati tutti questi dubbi? Si tratta delle altre donne?»
«Si tratta del fatto di stare sempre appostate sugli alberi, del freddo, e Dionora non sta ancora bene, cosa che non fa che comunicare a tutte.»
Andreona era certa che quelle difficoltà quotidiane non fossero il problema che angustiava Uracca. Tuttavia, era possibile porre rimedio ad alcune di esse. «Se lei e Mencia stanno vicine, nessuna di noi avrà mai un momento di pace.»
«Sono lontane l’una dall’altra quanto più siamo riuscite a metterle.»
Il che non faceva presagire nulla di buono. Alcune critiche potevano essere messe a tacere e risolte, ma, se le lagnanze non erano accompagnate dalla determinazione, il bene che avrebbero potuto procurare sarebbe stato nullo.
Non c’era il tempo per occuparsene adesso.
«Dove si trovano Bita e Gaieta?»
«All’asciutto. Dietro e sotto i massi.»
Bene. La valle naturale creata dai macigni era uno dei motivi per cui avevano scelto quel posto per costruire la torre. Chiunque fosse venuto in quella direzione avrebbe attraversato la valle, dato che era la strada più facile. Chiunque, tranne quegli uomini.
«E non saranno notate?»
«Nessuno alza lo sguardo in una giornata come questa.»
Il che non assicurava che non sarebbero state viste.
«Come si comportavano quegli uomini quando tu ti trovavi là fuori?»
«Non sono riuscita a udire ciò che stavano dicendo, ma ho avuto l’impressione che stessero bisticciando. Non scorgeranno la torre con questo tempo e, anche se lo facessero, non saprebbero come entrarvi. Quella...» Uracca indicò la piccola apertura della galleria «... nessuno dei due sarà in grado di insinuarsi là dentro. E quella...» Indicò l’apertura più grande nella parete posteriore «... non può essere vista da un normale osservatore.»
«A meno che non sappiano che ci troviamo qui. A meno che qualcuno non ci abbia tradite.»
«Perché dovrebbero...?» Uracca scosse la testa. «Sei diffidente quanto tuo padre.»
Metà del sangue e tutto il cuore... un giorno sarebbe riuscita a indurlo a credere in lei. «L’ho osservato bene.»
«Se noi...» cominciò Uracca. «Quando resteranno impigliati nelle reti, cosa faremo?»
«Io rimarrò qui e tu ti recherai da Ximeno per chiedergli di condurre qui i suoi mercenari. Potremmo tenerli legati e portarli da Gorka, ma, se sono vivi, costituiranno un rischio troppo grande per noi.»
Uracca distolse lo sguardo. Andreona sapeva che non era stata la loro conversazione su suo padre e sulle altre donne a turbarla. Da quando la conosceva, l’amica aveva adorato Ximeno, il secondogenito di Gorka. Con il tempo, quell’adorazione si era trasformata in qualcosa di più pericoloso, dal momento che l’amore e l’affetto non sarebbero mai stati ricambiati. Uracca non era nemmeno la figlia di un uomo importante. Malgrado la sua evidente bellezza, Ximeno non l’aveva mai degnata di un’occhiata.
I suoi fratelli degnavano a stento lei di uno sguardo. Sua madre non sarebbe mai dovuta restare incinta, né avrebbe dovuto darla alla luce, né sopravvivere alla cattura. Era francese ed era morta di parto, o così le aveva detto il padre. Aveva anche dichiarato che era stata la cosa migliore.
L’esistenza di Andreona gli ricordava che una volta aveva giaciuto con una donna che apparteneva a un popolo che detestava. Benché lei non fosse stata che una bambina, era stata trascinata da una tenuta all’altra. Con la protezione del genitore, ma non con il suo affetto, finché lui e i notabili del Paese non avevano deciso di serrare le loro fila. Allora era stata costretta a trovare una soluzione per se stessa e per le altre donne come lei.
Il che era apparso chiaro quando aveva sentito i suoi fratelli osservare che il territorio al confine era estremamente vulnerabile. Perché non costruire qualcosa che avrebbe potuto avvertirli se dei viaggiatori si stavano avvicinando? Tramite Ximeno aveva ottenuto il denaro che le occorreva e un anno più tardi era stata eretta la torre.
Grazie a quella strana, alquanto sbilenca costruzione, la loro vulnerabilità era notevolmente diminuita. L’altra parte del suo piano, ossia guadagnarsi l’ammirazione del genitore, dipendeva unicamente dai forestieri che si stavano dirigendo verso di loro.
«Cosa stanno facendo adesso?» domandò Uracca.
Andreona sbirciò di nuovo attraverso il tubo d’argento. «Si sono fermati e stanno discutendo.»
«A quale distanza si trovano dalle trappole?»
«Sono abbastanza vicini.» E troppo lontani.
«Esiste un modo per aggirarle?»
«No.»
«Cosa accadrà se non resteranno impigliati nelle reti?»
Andreona non poteva permettere loro di oltrepassarle. Sarebbe stato un fallimento. Cosa speravano di ottenere da suo padre due uomini che montavano dei cavalli probabilmente francesi? Un paio di anelli. Forse alcune informazioni o del denaro.
«Siamo così sicure che siano diretti da tuo padre?» domandò Uracca. «A causa di questo diluvio, potrebbero essersi smarriti.»
«Le persone che si smarriscono scelgono la strada più facile. Non possono essere disorientate al punto da non percepire il sentore del mare e decidere di venire qui.»
«Cosa credi ci facciano qui?»
«Quello che fanno sempre.»
Se fossero stati in cerca di donne o di cibo, sarebbero scesi sulla spiaggia. Se dalla Francia si stavano recando in Spagna, avrebbero viaggiato molto più a meridione. Nessuno veniva mai lì. I Paesi Baschi avevano respinto i loro nemici molto più a lungo delle nazioni circostanti e avrebbero continuato a farlo in futuro. Le persone intelligenti evitavano quella zona. I Paesi Baschi difendevano accanitamente la loro autonomia.
Quei due uomini erano stupidi o in procinto di essere molto sfortunati. Un paio di passi verso i trabocchetti, e loro e i loro cavalli sarebbero stati inghiottiti.
I cavalli di quel tipo risultavano inutili sulle montagne e su quel terreno così scosceso, anche se avrebbero potuto procurare una somma ingente se fossero stati venduti. Quanto agli uomini, possedevano delle armi, del denaro e forse alcune informazioni. A causa del suo sangue misto, lei non poteva essere la figlia che suo padre desiderava, perciò gli avrebbe offerto la sua lealtà e dei doni dal valore incalcolabile.
Si udì il nitrito di un cavallo.
Uracca accennò in direzione del tubo che Andreona aveva in mano. «Quello strumento funziona?»
«Un po’ meglio che limitarsi a guardare fuori dalla finestra.»
L’amica glielo tolse di mano. «A cosa serviva?»
«Si trovava nella borsa di una guaritrice.»
«E tu lo usi per guardare fuori dalla finestra?»
«Non sono una guaritrice, no? Quindi in quale altro modo potrei usarlo?»
«Tu e le tue collezioni. Chi lo ha rubato? Txaran o Zilar?»
«Txaran. È uno strumento originale. Sai bene quanto piaccia a Zilar fare delle repliche.»
Essendo un governante di ladri e altri malfattori, suo padre poteva servirsi dei migliori artigiani. Benché lui la ignorasse, Andreona amava collezionare degli oggetti che trovava e fare copiare dei tesori.
Uracca alzò il tubo, lo abbassò e tornò a sollevarlo. «Ci sono dei movimenti fra gli alberi. Pare che uno di loro sia rimasto intrappolato.»
«Un cavallo?»
«I due cavalli sono stesi al suolo.»
«Quanti uomini sono caduti nella rete?»
«Non riesco a vederlo da qui.» Uracca le restituì il tubo.
La pioggia era talmente fitta che Andreona fu costretta ad aguzzare la vista. «Solo uno, a quanto pare. Dov’è andato l’altro?» Si voltò. «Mi dispiace.»
Uracca curvò le spalle. «Non hai intenzione di mandarmi di nuovo fuori, non è vero?»
Andreona fissò l’oscurità e valutò i rischi che comportava. Si trovava nella torre perché aveva desiderato dormire. «Non si tratta di me.»
Uracca afferrò il mantello e se lo gettò sulle spalle. «No. Si tratta di noi.»
«Devi farlo per noi» dichiarò Andreona, imponendo mentalmente all’amica di acconsentire. Erano state inseparabili fin dalla più tenera età. Essendo entrambe illegittime, erano sempre vissute ai margini del mondo dei loro padri. Quel bottino che avrebbero consegnato poteva significare che non sarebbero più state ignorate. «Lo farai per noi, non è vero?»
Uracca annaspò con i lacci bagnati. «Qualunque cosa io dica, per quante volte te lo ripeta, tu continuerai a insistere che così deve essere.»
Lo era. Un anno era un periodo molto lungo per attendere una ricompensa ed erano tutte stanche. Tuttavia, si trattava della loro unica opportunità.
E anche se Uracca avesse avuto ragione, anche se quegli uomini si erano davvero smarriti, conducendoli da suo padre avrebbero dimostrato la loro lealtà.
«Lascia fare a me.» Andreona legò i lacci del mantello. Sebbene non gocciolasse più, era ancora bagnato. Purtroppo, era l’unico che condividevano, il che non lasciava loro una possibilità di scelta.
Uracca si inginocchiò sul pavimento e cominciò a strisciare lungo il cunicolo.
«Buona morte a te» le gridò dietro Andreona, la frase che usavano per augurarsi buona fortuna a vicenda.
«Anche a te.»
Sentendo aprirsi e chiudersi il piccolo portello della stretta galleria, lei sollevò di nuovo il tubo d’argento e scrutò l’orizzonte. Niente. Si diresse verso la diottra e si accovacciò per guardare con quello strumento. Due cavalli. Due uomini, di uno dei quali non c’era traccia.
«Dove potete essere finito?» mormorò.
«Qui.»
2
Malcolm del clan Colquhoun strattonò la donna attirandola contro di sé e le sbatté una mano sulla bocca. Lei scalciò e si dibatté per tentare di divincolarsi. Lui non glielo avrebbe permesso. Benché trovare una donna basca in quella bizzarra struttura di pietra e legno costruita sul versante di una montagna non fosse quello che aveva desiderato, lei era lì mentre il suo amico Finlay era imprigionato in una rete all’esterno come un pesce.
Scoraggiati dalla difficoltà di percorrere quel terreno orribilmente accidentato, erano smontati e avevano lasciato che i loro cavalli li seguissero come meglio potevano. Lui non si era concentrato che nel mettere un piede davanti all’altro e Finlay doveva averlo imitato. Entrambi avevano notato le corde quando era stato ormai troppo tardi.
Malcolm era stato il primo a estrarre il pugnale, pronto a sferrare un attacco, anche se non era riuscito a vedere niente con quella pioggia incessante. Non si trattava che dell’ultima delle numerose avversità che era stato costretto ad affrontare, durante quel malaugurato viaggio che aveva giurato di portare a termine, in cui il povero Finlay si era offerto di accompagnarlo.
«Calmatevi, maledizione!»
La donna alzò una gamba e lui barcollò per tentare di non perdere l’equilibrio. E quando lei gli sferrò un calcio al ginocchio, si spostò da un lato e imprecò.
Era stato Finlay a gridargli di stare lontano dalla trappola. Un saggio consiglio, dal momento che si erano inavvertitamente inoltrati in un cunicolo destinato a tendere un’imboscata. Per difendersi, Malcolm aveva cercato di salire più in alto, ma così facendo aveva notato un movimento che aveva pensato provenisse dagli alberi. Quando si era avvicinato, si era reso conto che non si trattava di alberi, bensì di qualcosa costruito dall’uomo. Dietro una finestra, era riuscito a scorgere due sagome e nemmeno un ingresso, perciò aveva continuato a salire.
Insinuarsi all’interno non era stato facile, dato che non c’erano porte né bastioni. Sembrava essere una torre, priva di un qualsiasi ingresso. Poi, però, con un piede aveva urtato un portello simile al boccaporto di un veliero.
In quel momento si rese
