Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Albert Kesselring: un generale discusso. Giustamente?
Albert Kesselring: un generale discusso. Giustamente?
Albert Kesselring: un generale discusso. Giustamente?
Ebook348 pages5 hours

Albert Kesselring: un generale discusso. Giustamente?

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

In questo libro si analizza la discussa figura del generale Kesselring, comandante  in capo delle forze d'occupazione in Italia dal '43 al '45. Scarse le fonti biografiche, l'autrice attinge anche a episodi di vita vissuta. Scorrevole e di facile lettura, questo libro ripercorre la vicenda del generale tedesco con un ampio corredo di note di approfondimento alla fine di ogni capitolo
LanguageEnglish
Release dateMay 8, 2022
ISBN9791221331233
Albert Kesselring: un generale discusso. Giustamente?

Related to Albert Kesselring

Related ebooks

European History For You

View More

Related articles

Reviews for Albert Kesselring

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Albert Kesselring - Concetta M.A. Malcangi

    CONCETTA M. A. MALCANGI

    ALBERT

    KESSELRING

    UN GENERALE

    DISCUSSO

    GIUSTAMENTE

    ?

    ESEGESI STORIOGRAFICA

                                                      Nessuno può regnare innocentemente

    Saint Just

    Ducunt volentem fata, nolentem trahunt

    Seneca, Lettere a Lucilio, XV, 107, 11

    Quereris incidisse te in ominem ingratum;
    si hoc nunc primum, age aut fortunae aut diligentiae tuae gratias.
    Sed nihil facere hoc loco diligentia potest nisi te malignum;
    nam si hoc periculum vitare volueris, non dabis beneficia;
    ita ne apud alium pereant, apud te peribunt
    Seneca, Lettere a Lucilio, X, 81, 1

    CAPITOLO I

    Le origini familiari e l’inizio della carriera militare

    1.premessa

    Il desiderio di scrivere un saggio su Albert Kesselring - con Annibale, Giuliano l’Apostata, Barbarossa e Stupor Mundi, mio idolo dai tempi della gioventù (oggi vi aggiungo Putin) - erasi, purtroppo, quasi spento per mancanza di bibliografia in merito. Inutili, perché parziali - in linea di massima riguardanti la sola campagna d’Italia - ed in gran parte agiografici i pochi scritti su di lui, proprio quando ormai avevo abbandonato l’idea, nella presentazione a firma Alessandro Massignani, del suo (eius) memorandum Soldato sino all’ultimo giorno, ho trovato lo spunto per il mio lavoro: "…gli studi su questo comandante sono assolutamente insoddisfacenti, pur avendo egli avuto un ruolo molto importante nella storia militare d’Italia […] Kesselring rimane da studiare, e il punto di partenza sono i suoi scritti (1)". Ed ecco come, partendo dal Kesselring, partendo proprio da ciò che Kesselring ha scritto, prendo l’avvio.

    2. la famiglia e l’ambiente

    Kesselring nasce a Marktsteft (2) (una pittoresca cittadina della Baviera, attraversata dalle acque di un Meno tuttavia allegro) da una famiglia di origini antiche. Il padre è Direttore delle Scuole di Bayreuth, che il giovane Albert, in una Bayreuth tuttavia in clima Wagneriano-Nibelungo, frequenta sino alla fine del ginnasio. Quando nasce, il 30 novembre dell’85 sotto il segno del Sagittario, regna tuttavia Ludwig II, il Sovrano che il 13 giugno dell’86, giorno successivo al riuscito golpe dello zio Liutpold (3), morirà nelle acque del lago di Starnberg. Ludwig II morirà, prigioniero, in circostanze tuttavia rimaste misteriose. È proprio da escludere il progetto di fuga pianificato con l’aiuto della cugina Sissi, al momento presente a Possenhofen (sulla sponda nord del lago di Stamberg)? Non lo penso, anche se quel che …accadde in realtà presso il lago di Starnberg quella buia e piovosa domenica sera, rimane incerto… (4). Quel che invece sta di fatto è che lo zio Liutpold regnerà, anche se non di nome, pure al posto del legittimo successore, il nipote Otto, ugualmente dichiarato insano di mente. In mancanza di discendenti diretti dei Principi esautorati, con il numerale III a Ludwig II, succederà, come ultimo Re di Baviera, il figlio di Liutpold, un Ludwig di numerale III.

    Se però il II Ludwig, mecenate di Wagner e di castelli, ha dilapidato le casse della Baviera di ieri, alimentando un turismo culturale, i suoi Castelli (5) ed il festival di Beyreyth, da lui voluto, sicuramente offrono un contributo più che notevole ai bilanci della Baviera di oggi.

    3. gli studi e l’inizio della carriera

    Abbandonate le digressioni e tornando, come suol dirsi, a Bomba (6), il nostro Albert, al termine della scuola secondaria sceglie, senza tentennamenti, la carriera militare; …volevo diventare soldato, avevo una grande passione per il mestiere delle armi, al quale mi sentivo portato veramente con tutto il cuore… (7). Pur avendo già indossato la divisa all’età di quattro anni (8), inizia la carriera nell’esercito della Baviera solo nel 1904 al termine del ginnasio, tuttavia, in Germania, la scuola secondaria più prestigiosa (9). Questa formazione culturale - acquisita in famiglia ed arricchita nella Scuola - che gli ha inculcato il rispetto per la Storia e per l’Arte, non lo abbandonerà mai nel corso dell’intera sua carriera militare, costringendolo, spesso, ad operare anche malgrado e, a volte, pure contro gli ordini ricevuti (10).

    Il suo excursus nell’esercito bavarese lo porta, negli anni fra il 1910 e il 1911 in Lorena, a Metz, dove - quantomeno all’inizio - esperimenta un buon rapporto con Francia e francesi. …Si sarebbe creduto di respirare uno spirito europeo quando si varcava la frontiera a Pagny-sur-Moselle su semplice presentazione di un biglietto da visita, salutati cordialmente dal doganiere francese che vi accoglieva al ritorno con la domanda di rito: (11). La musica, purtroppo, improvvisamente cambia in peggio sul finire del 1911. Dando adito, i passaggi di frontiera - registrati a Parigi così come a Berlino - quantomeno a supporre un’attività spionistica, divengono difficili; o, per meglio dire, proibiti.

    4. le esperienze militari nella I guerra mondiale

    Dal 28 luglio 1914, inizio della I guerra mondiale, e sino al dicembre, Albert rimane al servizio con la truppa in Lorena; però, già alla fine dell’anno - il giovane ufficiale non ha ancora compiuto trent’anni - lo troviamo aiutante di campo del Generale comandante una divisione di artiglieria bavarese e, all’inizio del ’17, è già in servizio nello stato maggiore (12). Una presenza, questa, …indizio sicuro della sua straordinaria abilità… (13). Un’abilità che rapidamente si conferma; infatti, a guerra ormai terminata, l’11 dicembre del ’18 (data in cui - caduto con l’Imperatore l’Impero - la rivoluzione a Berlino vanifica battaglie e glorie di un grande Ludendorff (14) e malamente chiude, anche per la Germania, la I guerra mondiale) vedremo il giovane Kesselring, pur desideroso di abbandonare il servizio, arruolato d’ufficio nel difficile compito di smobilitazione del III corpo d’armata dell’esercito bavarese. Un compito che assumerà solo per coscienza del dovere ma che, in breve, permettendogli di seguire da vicino, e da un posto di grande responsabilità gli eventi dell’agitato dopoguerra, lo convince ed infine avvince (15).

    4. osservazioni

    Finita la guerra, il diktat dei vincitori impone alla Germania un imbelle esercito, unicamente atto a mantenere l’ordine interno; ciò malgrado, dalle "…ceneri di un esercito dissoltosi con la riduzione a soli 100.000 soldati sarebbe risorto un nuovo organismo militare, la Reichswehr, che ebbe come primo comandante in capo Hans von Seeckt, il quale, avendo grande stima per Kesselring, nel 1922 lo chiamò al suo fianco perché tra gli ex ufficiali di stato maggiore era quello che aveva migliori competenze tecniche organizzative. Fu così che, senza insospettire la commissione di controllo sul reclutamento e gli armamenti, cominciarono insieme a studiare le modalità di sviluppo di una struttura militare piccola dal punto di vista numerico, ma idonea a costituire il modello base di riarmo dell’esercito tedesco quando i tempi fossero stati maturi per attuare quella che Seeckt avrebbe poi teorizzato come Blitzkrieg, guerra-lampo…" (16).

    Interessante la valutata-comparazione del nostro Albert sul Comando tedesco, nella I e nella II guerra mondiale: …Nella seconda guerra mondiale, i circoli cosiddetti bene informati hanno sostenuto che essa era stata iniziata con capi di doti superiori a quelle dei dirigenti della prima. Un giudizio netto non sembra tuttavia agevole, ma si può affermare che all’inizio della seconda guerra mondiale si trovavano ai posti di comando soldati veramente capaci, ai quali il primo conflitto mondiale era servito di eccellente scuola preparatoria; essi erano più giovani e più a contatto della truppa dei comandanti d’armata del 1914, fra i quali alcuni principi di case regnanti che, pur avendo elevate doti personali e vaste conoscenze, non erano affatto comparabili ad un Federico II di Prussia. Per quanto rigurda gli ufficiali di stato maggiore, il giudizio è alquanto più difficile. Numericamente, il corpo di stato maggiore imperiale era superiore e possedeva un’istruzione più uniforme. Ufficiali di doti eccezionali esistevano nel 1914 e nel 1939; data la base più ampia, il loro numero era naturalmente superiore nel 1914. Ma gli ufficiali dello stato maggiore del 1939 conoscevano meglio la truppa, vantaggio non mai abbastanza apprezzato; essi erano inoltre sottoposti per ogni riguardo ai comandanti di grandi unità, cosicchè, durante gli anni che seguirono, non si ebbe a riscontrare la duplicità dei comandi che aveva provocato dannosi conflitti nel 1914-18… (17).

    Note

    (1) Alessandro Massignani, Albert Kesselring, stratega e soldato, presentazione a Soldato sino all’ultimo giorno

    (2) inspiegabilmente la Treccani lo dà nato a Metz, la località in cui, invece, inizia la carriera militare

    (3) figlio di Ludovico I (al suo matrimonio il primo Octoberfest), Liutpold di Wittelsbach, è fratello minore di Massimiliano II, padre di Ludwig II e di Ottone. …Aveva sposato nel 1844 l’arciduchessa Augusta figlia di Leopoldo II granduca di Toscana, e ne ebbe quattro figli; il primo gli successe nella reggenza, e fu poi, alla morte di Ottone, re di Baviera con il nome di Luigi III. Da Enciclopedia Treccani. Liutpold è quindi zio di Ludwig II e di Ottone, i fratelli prepotentemente esautorati con la scusa della pazzia. Che il seme della bizzaria in casa Wittelsbach non manchi e non sia mai mancato, sembra folle negarlo; ma che Ludwig, quanto si voglia bizzarro, fosse pazzo, basterebbe, a confutarlo, la protezione a Wagner, nonché la mancanza di una perizia medica che convalidasse la pazzia

    (4) Greg King, Ludwig, Genio e Follia di un Re, pag. 332. Il passo, così prosegue: "Nel pomeriggio, Ludwig aveva consegnato a Friedrich Zanders una lettera per la cugina Elisabetta, con la quale è probabile che la informasse della seconda passeggiata in programma per la sera stessa. Dopo che Zanders se ne fu andato, il sovrano […] rimase seduto a lungo alla finestra della propria camera a scrutare la superficie del lago con un binocolo cercando di individuare qualcosa. Più tardi, nel pomeriggio, la sua ricerca fu premiata quando scorse numerose piccole imbarcazioni che andavano avanti e indietro nei pressi del castello, come se seguissero un piano ben preciso. Chiamò poi Mauder e gli chiese se le sentinelle di guardia avessero ricevuto nuove istruzioni […] all’avvicinarsi dell’ora della prevista passeggiata con Gudden, apparve estremamente in ansia, nel timore che il programma potesse essere modificato a causa del tempo sempre più inclemente. Ludwig e Gudden lasciarono Berg alle 18,45. Sui gradini del castello, sotto una pioggia battente, il re si sbottonò con cura il cappotto e la giacca. L’unica conclusione logica è che si stesse preparando per il momento in cui avrebbe potuto liberarsi rapidamente di quegli abiti ingombranti in modo da facilitare la nuotata verso la libertà. Egli stesso aveva scelto di seguire il sentiero che attraversava il giardino e costeggiava poi la riva, ed aveva già percorso un centinaio di metri prima che Gudden riuscisse a raggiungerlo. A circa 400 metri dal castello […] il sentiero lungo il lago si biforcava: sulla destra continuava costeggiando la spiaggia […] mentre sulla sinistra risaliva il fianco della collina ed attraversava un boschetto. I due sentieri si riunivano a poco meno di 800 metri dal giardino del castello. Lauterbach, una delle sentinelle di guardia […] riferì di aver perlustrato il sentiero superiore e di non aver notato alcunchè di insolito; quindi Ludwig e il dottor Gudden dovettero evidemente essersi tenuti sul sentiero inferiore, il più vicino alla spiaggia. In questo modo il sovrano sarebbe stato più vicino alla battigia, fattore molto importante se si aspettava di essere raccolto da una barca. Era già buio quando Ludwig e Gudden arrivarono in fondo al sentiero, dove gli alberi si dividevano aprendosi verso il lago. Mentre il re camminava […] si voltò verso il dottor Gudden, che annaspava per stare al passo con la sua andatura veloce […] Ludwig si avventò contro Gudden, lo colpì alla fronte con l’ombrello, che gettò poi su una panchina lì vicino. Attonito, il medico si aggrappò al re, afferrandolo per il cappotto e la giacca nel tentativo di bloccarne la fuga. Liberatosi di questi pesanti indumenti (appositamente tenuti slacciati vedi sopra, ndr) Ludwig si lanciò verso la spiaggia, con Gudden che lo inseguiva […] lo afferrò nuovamente, e i due uomini rotolarono in un intrico di cespugli; ma il re, più alto e più forte […] lo spinse lontano e si gettò in acqua. Gudden riuscì in qualche modo a raggiungerlo ancora, ma il re […] colpì il medico al viso, ferendolo all’occhio destro e graffiandolo nello sforzo di liberarsi. Gudden lottò accanitamente, strappandosi l’unghia del medio della mano destra, ma finì per soccombere. Forse perdette i sensi […] oppure ebbe un infarto […] La sua stretta si allentò ed il sovrano lo spinse lontano da sé dentro l’acqua. In gioventù Ludwig era stato un ottimo nuotatore. Ma la lotta sostenuta con Gudden lo aveva stremato. Sovrappeso, immerso nel lago gelido e sferzato dalla pioggia battente, […] con lo stomaco pieno […] non fu più in grado di proseguire: scivolò lentamente nelle fredde acque del lago… Greg King, Ludwig, Genio e Follia di un Re, pagg. 332/334. Il corsivo non è nel testo. …Secondo alcune voci, Elisabetta aveva tentato di proteggere il re, senza però riuscirvi…" Erika Bestenreiner, L’Imperatrice Sissi, pag. 130

    (5) il parco del castello di Linderhof lo vediamo oggi immortalato in una novela

    (6) a Bomba, paese in provincia di Chieti, nasce il 12 maggio del ’22 Silvio Spaventa. è un’espressione divenuta luogo comune, per riprendere il discorso lasciato interrotto. Pare sia stata pronunciata da Silvio Spaventa, durante un suo intervento in Parlamento. C’è, anche, chi sostiene che esistesse già nel medioevo al gioco del nascondino. Ma è soprattutto un impegno a ricordare il passato, a riesaminare tempi e uomini che hanno segnato nel bene e nel male la storia… Mario Setta, Torniamo a Bomba

    (7) Albert Kesselring, Soldato sino all’ultimo giorno, pag. 27

    (8) in appendice lo vediamo in divisa, a quattro anni, serio ed impettito, con la mano sull’elsa della spada

    (9) …È con il Rinascimento, in Germania, che la parola comincia a essere usata per designare la scuola di indirizzo umanistico… da Enciclopedia Treccani. Ancora oggi, …nel sistema scolastico tedesco è il più prestigioso dei tre tipi di scuola secondaria… da Wikipedia

    (10) ) al momento di abbandonar Roma, Hitler gli ordina di distruggere tutti i ponti della capitale; Kesserling si guarderà bene dal farlo ed abbandonerà non solo Roma, ma pure Siena, Firenze, Bologna ed altre Città d’arte, senza colpo ferire. Va detto, infatti, che le distruzioni, a Roma, ed a Montecassino sono unicamente provocate dai bombardamenti alleati; alleati, dopo la fuga di Pescara, anche della stessa Italia. Quantomeno dell’Italia di Badoglio e di Vittorio Emanuele III, personaggi, questi, solo per necessità, usati dagli alleati. Usati. Non stimati

    (11) Albert Kesselring, soldato sino all’ultimo giorno, pag. 28

    (12) Nelle forze armate si chiama Stato maggiore l’insieme degli ufficiali collocati al vertice degli organismi più complessi (grandi unità) con la funzione di raccogliere tutti gli elementi utili per le decisione del capo e per la migliore esecuzione dei suoi ordini… da Enciclopedia Treccani. Inspiegabilmente (?) l’Enciclopedia Treccani risolve la voce Kesselring in 22 righe; righe che, nel Dizionario di Storia dell’Enciclopedia, si riducono a 5; in tutto 55 voci, compresi i dati anagrafici

    (13) Correlli Barnett, I Generali di Hitler, pag. 318

    (14) a guerra ormai perduta, l’ultima, accanita resistenza di Ludendorff, rimasto con l’esercito tedesco tuttavia sui campi di Francia, aveva come obiettivo, pur nelle angustie dell’ultimo periodo di guerra, il potersi sedere al tavolo della pace (da cui Germania ed Austria-Ungheria verranno invece inconcepibil-vergognosamente escluse) facendo pesare nelle trattative l’ingente bottino incamerato in Russia

    (15) …per Kesselring, autoritario per temperamento, ogni genere di disordine era da condannare; decise perciò di dare le dimissioni, ma il suo ufficiale comandante fece appello alla sua coscienza di ufficiale di stato maggiore e lo pregò di rimanere almeno fino a quando non fosse stata organizzata una smobilitazione pacifica. Per tutta la vita Kesselring considerò il richiamo al dovere una questione prioritaria. Obbeddì, decidendo in seguito di continuare la carriera militare… Correlli Barnett, opera citata, pag. 319. …Nel 1918 avrei desiderato abbandonare il servizio militare, ma il comando del III Corpo d’armata bavarese, che si trovava a Norimberga, mi pregò di assumere il compito di dirigere le operazioni di smobilitazione alle quali sopraintendeva un commissario politico […] Fu un periodo di lavoro assai faticoso, perché oltre alla smobilitazione mi toccava pensare alla costituzione di truppe di sicurezza […] Il compito era interessante, perché mi permetteva di seguire da vicino gli eventi rivoluzionari di quell’epoca… Albert Kesselring, opera citata, pag. 32

    (16) Vasco Ferretti, Kesselring, pag. 32. Il corsivo non è nel testo

    (17) Albert Kesselring, opera citata, pagg. 30, 31

    CAPITOLO II

    Il periodo fra le due guerre

    1. l’immediato dopoguerra

    Nell’ottobre del ’22, mentre a Roma sfilavano le Camicie Nere e Mussolini iniziava l’ascesa al potere, l’esercito tedesco si trovava a dover ridurre gli effettivi ad un esercito di sicurezza interna di soli centomila uomini, senza artiglieria pesante, carri armati, aeroplani nè armi chimiche. Questo il periodo e queste le condizioni in cui le doti di un giovane, ma già apprezzato, Albert - in lui riemergono, le antiche, perdute, origini militaresche della famiglia Chezelring (1) - si rivelano e lo conducono alla general-incondizionata stima dei superiori che infatti lo vogliono, pur estraneo, per famiglia (2) alla casta militare, e poco più che trentenne (3), nello stato maggiore. Sono questi gli anni in cui "…il suo curriculum si arricchisce di lusinghiere annotazioni come risulta dalla lettura dei rapporti: i suoi uomini, come usa dire, sa essere gentile e ha disposizioni alla riservatezza. Ha molto tatto con una forte propensione a socializzare. Ha i titoli per sperare in un grande futuro>…" (4). D’altra parte, è proprio un inglese, Kenneth Macksey, che, nell’introduzione alla sua (eius) biografia, definisce Kesselring - con Guderian e Rommel - uno dei più grandi strateghi e formidabili tecnici di guerra del ventesimo secolo (5). Autorevole, ma non autoritario, Kesselring, pur pervaso da giusto orgoglio di un più che meritato grado, non risulta abbia mai prevaricato i sottoposti. …Pochi storici hanno sinora riconosciuto a Kesselring il giusto merito per aver dato un contributo decisivo alla costruzione delle fondamenta organizzative, amministrative e operative della Reichswehr e quindi della Wehrmacht, nonché alla nascita della Luftwaffe. Fu grazie alla formazione altamente professionale di una formidabile classe di ufficiali e di generali che la Germania riportò una serie di significative vittorie e di conquiste […] all’inizio della seconda guerra mondiale… (6). Quel che, comunque sta di fatto e concretamente va nuovamente annotato, è che, rispetto al passato, …gli ufficiali dello stato maggiore del 1939 conoscevano meglio la truppa, vantaggio non mai abbastanza apprezzato; essi erano inoltre sottoposti per ogni riguardo ai comandanti di grandi unità, cosicchè, durante gli anni che seguirono, non si ebbe a riscontrare la duplicità dei comandi che aveva provocato dannosi conflitti nel 1914-18… (7).

    2. nel comando della Reichswehr: 1922/29

    A Berlino, una città nella quale si trasferisce malvolentieri (8), ma che presto, con la sua operosità, lo avvince, Kesselring provvede - sotto il controllo prevaricante del vincitore, e malgrado il prevaricante controllo del vincitore - all’addestramento militare delle esigue forze consentite dalle condizioni di pace. Apparendo logico che il Capo del nuovo, se pur sparuto esercito, dovesse avere al suo fianco uno Stato maggiore "...sembrò ragionevole reclutarne i membri scegliendo i migliori nella massa di ufficiali che stavano per essere smobilitati ed erano ansiosi di avere un posto. Von Seeckt scelse naturalmente ex membri dello stato maggiore generale con una preferenza per quelli in possesso di conoscenze tecniche, come l‘ufficiale di artiglieria Kesselring. In questo modo, e alla chetichella dietro la facciata del Truppenamt, rinasceva, lo stato maggiore generale, figlio illegittimo ma pieno di vigore, pronto a fungere ancora una volta da appoggio e cervello dell’esercito tedesco […] Kesselring era uno di quegli ufficiali con un dono naturale per gli aspetti organizzativi e amministrativi, del lavoro di stato maggiore. A tempo debito diventò, di fatto se non di nome, capo di stato maggiore di von Seeckt dietro al ruolo di comandante in capo. In seguito, Kesselring avrebbe ricordato con nostalgia il servizio agli ordini di von Seeckt come il periodo più formativo della sua carriera: esclama nelle sue memorie. Von Seeckt aveva la felice abitudine di imporre ai suoi subordinati lavoro duro ai massimi livelli, ma nello stesso tempo lasciava loro, una volta affidato un compito, la completa responsabilità di metterlo in esecuzione, senza imporre altra supervisione che non fosse capitare di tanto in tanto alle riunioni per ascoltarne le discussioni, sempre aperto ai suggerimenti di nuove idee, e occasionalmente pescando qualche commento acuto dalle profondità della sua vasta esperienza. Sotto di lui Kesselring imparò il metodo di combinare questo stile cordiale e disponibile senza rinunciare in nulla alla propria autorità. L’altra lezione che Kesselring apprese da von Seeckt fu di astenersi assolutamente dalle mischie politiche o dagli intrighi che potessero favorire la carriera. Un ufficiale aveva un unico scopo, fare il proprio dovere, e le sue virtù più alte erano la fedeltà e l’obbedienza…" (9).

    Sono questi gli anni in cui, compito del Ministero della Difesa, sarà lo "…studiare e vagliare le esperienze della guerra per valersene nello stabilire i programmi tecnici, organizzativi e di istruzione, e nel redigere le nuove norme da applicare nelle operazioni, nella tattica, nell’amministrazione e negli organi tecnici. Le esigenze di bilancio avevano naturalmente una parte importante in questa opera di preparazione. In pratica, la Reichswehr si sforzava di seguire nel campo tecnico i progressi compiuti nel frattempo dagli eserciti Alleati e mirava ad assicurare all’esercito tedesco - quando i tempi fossero maturi - un armamento completamente moderno, senza tener conto delle restrizioni imposte dal trattato di Versailles. Per quanto riguarda l’istruzione, si trattava di attuare due punti principali costituire un esercito modello ed assicurare la collaborazione di tutte le armi e specialità; scegliere ed educare, fra la massa dei soldati, i futuri sottufficiale ed ufficiali. Conformemente alla situazione politica e strategica del momento, i concetti operativi venivano limitati alla …" (10). Quantomeno in apparenza, e solo in apparenza. Infatti, nell’elaborare la nuova struttura del nuovo esercito tedesco Hans von Seeckt decide di fare non "…un doppio ma un triplo gioco. Doveva rassicurare il nuovo governo repubblicano della Germania che l’esercito sarebbe stato fedele e politicamente neutrale, nascondendo intanto la vera natura dell’organizzazione che stava creando. Doveva gettare polvere negli occhi della commissione di controllo alleata, cosa che a quanto pare risultò abbastanza facile. Se il possesso materiale di certi tipi di armi era stato proibito, niente vietava di studiarne i moderni sviluppi, e di realizzarli. La consistenza dell’esercito non avrebbe oltrepassato di una sola unità quanto era stato specificatamente imposto, ma la commissione di controllo, non doveva scoprire che la struttura di ciò che si stava costruendo era concepita come base per l’espansione e il riarmo quando i tempi sarebbero stati maturi. Poiché von Seeckt non aveva la stoffa dell’innovatore, quello sarebbe stato il compito degli uomini che vennero dopo di lui. Il suo intento era quello di ricreare un esercito piccolo ma efficientissimo sul modello di quello esistente nel 1914, con la differenza che tutta la bassa forza doveva costituire il nucleo di base per i futuri sottufficiali e graduati…" (11).

    3. Reichskommissariat für die Luftfahrt: 1933/’39

    Terminato il servizio nella Reichswher, promosso Tenente Colonnello (12) e trascorsi due anni a Dresda, nell’ottobre del ’33 dimesso, con provvedimento d’ufficio, dall’esercito, Kesselring viene, quale funzionario civile, nominato capo dei servizi amministrativi del Commissariato dell’aeronautica. Non so se l’incarico - non gradito ed accettato per obbligo di obbedienza militare (13) - gli venga conferito in base alle sue pregresse sperimentazioni dei palloni da osservazione sui campi di Metz (14), o lo si voglia nell’aeronautica solo perché - riconosciuto volitivo, intelligente, versatile e responsabile - appare l’uomo adatto a creare la nuova arma. D’altra parte, al fianco di von Seeckt Kesselring aveva appreso "…con quanta abnegazione ci si dovesse dedicare al servizio dell’esercito, ma anche con quale abilità diplomatica si potesse simulare, a dispetto del Trattato di Versailles, una serie di depistaggi in forza dei quali far crescere la potenza dell’esercito tedesco. La Sondergruppe-R, squadra speciale per le relazioni con la Russia, ad esempio, nascondeva due scuole per l’addestramento dei militari della Reichswher al pilotaggio di aerei e carri armati costruiti fuori dai confini nazionali, in una base aerea organizzata a Lipetsk, 350 km a sud di Mosca, dove i piloti tedeschi arrivavano a turni, viaggiando, per ragioni di sicurezza, sotto falso nome… (15). E così, nel tempo in cui la scadenza dell’amministrazione della Lega delle Nazioni (16) si avvicinava, ed Heinz Guderian poneva mente ai nuovi panzer (17), il nostro Albert inizia, da civile, quel lavoro al Ministero dell’aeronautica che, accettato per ubbidienza militare, la vicinanza e la supervisione di Hermann Göring - chiara, la visione …dell’obiettivo che intendeva raggiungere, cioè la creazione di un’aeronautica, unica in Europa… (18) - rende non accettabile, ma coinvolgente. Coinvolgente al punto che, scarseggiando …gli aviatori che avevano partecipato alla Prima guerra mondiale ed erano quindi dotati della necessaria esperienza… (19), l’intero staff - un quarantottenne Kesselring compreso, impara a volare. …Mi ero già dedicato nella mia vita a molti sport e credevo di aver provato tutte le sensazioni. Oggi, però devo confessare che sentirei di non essere completo se non avessi sperimentatato, manovrando io stesso le leve di comando di un apparecchio, tutte le emozioni del volo. Ad eccezione del lancio col paracadute, ho eseguito personalmente tutte le manovre di un aviatore. Un aviatore conosce al tempo stesso l’orgoglio e l’umiltà. Soltanto dopo aver fatto noi stessi qualche esperienza, riuscimmo a comprendere la mentalità particolare degli aviatori e ci fu possibile dar vita ad un’aeronautica pervasa da un genuino spirito di corpo… (20). Kesselring aveva una personalità …autorevole, ma non autoritaria; pervaso di orgoglio militare non si dimostrava mai prevaricante verso ufficiali e soldati…" (21). E sarà proprio questa caratteristica della sua personalità che gli consentirà, sino al cambiamento di rotta del governo Italiano, quell’ottima collaborazione con tutti i Generali alleati - quegli stessi compresi che, per opportunismo o per fede alla Monarchia,

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1