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Cerco te, solo per te
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Ebook91 pages1 hour

Cerco te, solo per te

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About this ebook

Tutta la vita è una ricerca continua, un cammino, un viaggio, forse meglio un pellegrinaggio. Ma alla fine che cosa cerchiamo? Qual è la meta cui sospiriamo? Noi cerchiamo Dio. Alla fine ciò che cerchiamo, la meta cui aneliamo, il tutto cui sospiriamo e che attendiamo è Dio. Non ci sono espressioni più belle e indovinate di quelle notissime ma sempre stupefacenti del sommo Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. La ricerca di Dio si unisce necessariamente e inscindibilmente alla ricerca dell’altro. Si dovrà dunque dire: “Cerco te, solo per te, mio Dio, ma cerco anche te, solo per te, fratello che accompagni il mio cammino, necessario compimento del mio amore”.
LanguageItaliano
Release dateNov 2, 2017
ISBN9788865125403
Cerco te, solo per te

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    Cerco te, solo per te - Luigi Mistò

    Luigi Mistò

    Cerco te, solo per te

    © 2017, Marcianum Press, Venezia

    Marcianum Press

    Edizioni Studium S.r.l.

    Dorsoduro, 1 – 30123 Venezia

    t 041 27.43.914 – f 041 27.43.971

    marcianumpress@marcianum.it

    www.marcianumpress.it

    Le pitture riportate in copertina e all’interno sono del Maestro Mario Bogani

    Impaginazione: Tomomot, Venezia

    ISBN: 9788865125403

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    Capitolo 1

    1. La Risurrezione è la vita che si dona.

    2. La Risurrezione è una scelta d’amore.

    3. La Risurrezione è la vita dello Spirito.

    Capitolo 2

    1. Dedicare tempo.

    2. Curare le relazioni personali come il tesoro più prezioso e il fiore più bello da custodire e valorizzare.

    3. Dividere il dolore e condividere la gioia.

    Capitolo 3

    1. Pellegrini in ricerca!

    2. Maria è la strada!

    3. Venite a me!

    IL CALAMO

    Catechesi

    17

    A voi tutti,

    sorelle e fratelli,

    che condividete con me

    la bellezza e la gioia

    del cammino della ricerca,

    e a Te,

    perché senza di Te

    pensarmi io non posso.

    Introduzione

    Un giorno, casualmente, ho sentito un passaggio di una bella canzone – che sto riascoltando anche in questo momento, mentre scrivo – che diceva così: Ti immagini se si potesse non morire!. Immediatamente sono stato molto colpito, anzi affascinato! Da allora, appunto come adesso, spesso risento questo testo bello e coinvolgente. Ti immagini se si potesse non morire!: questa frase condensa in sé tutto il desiderio struggente e l’anelito profondo dell’uomo di vivere per sempre. È il sogno che alberga nel cuore di ogni uomo. Di più, è la spinta propulsiva, la forza intrinseca, l’energia perenne che muove tutta la vita dell’uomo e la sostiene, la motiva, la qualifica e la realizza. Lo stesso impulso naturale alla propagazione della specie promana ancestralmente dall’aspirazione a non morire mai. Ma questo sogno e questo anelito si infrangono con la durezza e la crudeltà della realtà: la morte è una certezza ineludibile per tutti! Di più, la morte è la certezza assoluta cui proprio nessuno può sfuggire, qualsiasi sforzo o stratagemma metta in opera. La morte è la legge tremenda e tragica cui tutti, nessuno escluso, siamo sottoposti.

    Che amara illusione, dunque! Il sogno si infrange di fronte alla realtà nuda e cruda. Non si può cantare: … se si potesse non morire!. Così pensavo mentre sentivo quella musica e quelle parole. Finché un altro giorno, sempre riascoltando quella canzone, una luce si è accesa in me e ho percepito forte nel mio animo la verità ancora più reale di quella che tutti sottomette al giogo impietoso della morte. Sì, si è fatta improvvisamente imperiosa in me la stessa musica ma con altre parole: Ti immagini se si potesse vivere per sempre!.

    Così è nato questo libretto…

    Capitolo 1

    Ti immagini se si potesse vivere per sempre!

    Ti immagini se si potesse vivere ancora al di là della morte! Ti immagini se la morte fosse solo un passaggio, obbligatorio certo, ma solo un passaggio verso una vita nuova, piena e bella all’infinito! La prospettiva cambia e cambia radicalmente. Certo: non è possibile non morire! Ma è possibile vivere ancora, anzi vivere la vita più vera e più bella. Sì, la vita nuova della Risurrezione!

    Questa è la verità definitiva e la notizia sconvolgente della Pasqua. Non è qui! È risorto! (Lc. 24,6). Cinque semplici parole! Parole incredibili! Parole scioccanti! Parole risolutive! Sì, se vere, le parole più importanti e determinanti per la vita dell’uomo e della storia. Parole che da sole danno il senso assoluto di tutto! Parole che rappresentano il contenuto essenziale della fede, il fondamento certo della speranza, la ragione convincente dell’amore.

    Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro, e entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: ‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto’

    (Lc. 24, 1-6).

    Ecco dove il sogno diventa realtà: la vita della Risurrezione. È l’evento magnifico, superbo e sempre sorprendente della Pasqua. La Pasqua è il fatto storico di Gesù di Nazaret, morto crocifisso, che ritorna a vivere nella vita imperitura della Risurrezione. È l’annuncio inaudito e rivoluzionario che da quel mattino radioso di Pasqua risuona in tutto il mondo. Sì, un certo Gesù, morto, è in realtà ancora vivo! Questa è per me una delle definizioni più belle e riuscite della fede cristiana. L’ha data il procuratore romano Festo, inconsapevolmente ma certamente ispirato dallo Spirito, mentre raccontava di Paolo, che teneva in prigione, al re Agrippa. Riascoltiamo il racconto emozionante e commovente del libro degli Atti degli Apostoli:

    Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenice e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo: ‘C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa. Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo’

    (At. 25, 13-19).

    Gesù, quel Gesù certamente crocifisso in modo ignominioso e morto, dopo aver versato fino all’ultima goccia di

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