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Atti Unici
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Ebook72 pages50 minutes

Atti Unici

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monologhi in vernacolo antico con traduzione in italiano, troverete veri e propri atti teatrali e liriche cheson esse stesse atti unici, del resto la vita cosa è se non un atto unico
LanguageItaliano
Release dateAug 28, 2016
ISBN9788822837271
Atti Unici

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    Atti Unici - Escluso Mortimer

    ESCLUSO MORTIMER

    Atti Unici

    UUID: 20ec5c8c-6cf1-11e6-9c13-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Monologhi in vernacolo antico con traduzione in italiano

    ESCLUSO MORTIMER

    ATTI UNICI

    (monologhi in vernacolo antico con traduzione in italiano)

    ESCLUSO MORTIMER

    ATTI UNICI

    (monologhi in vernacolo antico con traduzione in italiano)

    INTRODUZIONE DELL’AUTORE

    Giusto evidenziare che anche se può sembrare il vernacolo di quest’opera non è napoletano, gran bella lingua e molto difficile da scrivere, un giorno forse ci proverò e quindi è opportuno fare alcune precisazioni!

    Ritengo giusto far presente che le liriche contenute in questo libro pur avendone parvenze non sono né in dialetto napoletano né casertano né piedimontese né campano in genere, ma in lingua antica dialettale estinta derivata da una lingua antica estinta. L’osco!

    L’osco era parlato molto tempo fa nel Sannio Alifano.-

    Sannio Alifano è il nome storico di una zona territoriale della provincia di Caserta, nell'alto Casertano.

    L'ente organizzativo della Repubblica Italiana più vicino al territorio è la comunità montana del Matese che comprende anche alcuni comuni limitrofi a nord-ovest, mentre la continuità storica, religiosa e culturale è rappresentata dalladiocesi di Alife-Caiazzo che si estende a sud comprendendo i comuni del caiatino

    Alife fu una delle città principali dei Sanniti: coniò moneta propria e resistette a più riprese ai tentativi di annessione romana, fino alla conquista.

    Nel medioevo, dopo il Mille, con l'incastellamento e lo sviluppo di luoghi di culto nei più piccoli borghi, il territorio alifano è presente nelle fonti cassinesi, e particolarmente attraverso le vicende della diocesi e della contea di Alife di origine longobarda e poi soprattutto normanno-sveva.

    Nell'età angioina fioriscono i centri minori elevati al rango di università, e con feudatari diversi è il vescovo a tenere insieme le varie località.

    Dal XVII secolo il centro maggiore del territorio diventa Piedimonte d'Alife che ospita il vescovo alifano, e nel 1730 acquisisce il titolo di città. Oggi i centri principali sono Piedimonte Matese ed Alife, ciascuna con un proprio museo che testimonia l'antica importanza del territorio.

    L'osco, la lingua degli Osci e dei Sanniti, fa parte delle lingue osco-umbre, che è un ramo delle lingue indoeuropee che include tra le altre lingue l'umbro e i dialetti sabellici.

    L’osco era parlato nel Sannio, in Lucania e in Abruzzo dal V secolo a.C., è una lingua estinta e appartiene alla filogenesi delle lingue indoeuropee Osco-umbro ed Osco.-

    I dialetti oschi comprendono i dialetti dei Sanniti, Marrucini, Peligni, Vestini, Sabini e Marsi.

    L'osco aveva molto in comune con il latino, benché ci fossero anche molte vistose differenze e molti gruppi di parole comuni in latino erano assenti e rappresentati da forme interamente differenti. Per esempio, il verbo latino volo, volui, velle, ed altre forme simili provenienti dalla radice del Proto-indoeuropeo * wel ('volere') erano rappresentati da parole derivate da *gher ('desiderare'): l'osco herest ('desidererà, vorrà') in contrasto con il Latino vult. Il latino locus (luogo, posto) era assente e rappresentato forse da slaagid, hapax presente nelCippo abellano variamente etimologizzato e recentemente ricondotto a un toponimo sovrapponibile alla antica forma osca[1].

    La fonologia osca ha anche evidenziato differenze dal latino: in osco 'p' al posto del 'qu' latino (osco pis, latinoquis); 'b' al posto della 'v' latina; 'f ' mediale invece della 'b' e della 'd ' (osco mefiai, latino mediae).

    Considerato il più conservatore di tutte le lingue italiche conosciute, l'osco rivaleggia solo col greco nel mantenere intatto il sistema ereditato di vocale+i dittonghi.

    Permangono ancora iscrizioni in caratteri greci, etruschi e latini in Campania.

    Iscrizioni osche si possono ancora riconoscere su alcune facciate di case ed edifici negli scavi archeologici di Pompei, cittadina dove in epoca romano-repubblicana veniva ancora parlato l'osco.

    Una ricca collezione di iscrizioni osche è - di conseguenza - conservata nel Museo archeologico nazionale di Napoli, nella sezione Epigrafica.

    Molte parole dialettali attualmente utilizzate nelle varie zone della Campania presentano elementi di sostrato di derivazione osca.

    Infatti poiché nell'alfabeto degli osci non esistevano le vocali a ed o esse venivano soppiantate, rispettivamente, dalla e e dalla u.

    Era parlato nel Sannio, così

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