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I giardini delle fiamme: L'ultima soglia 2
I giardini delle fiamme: L'ultima soglia 2
I giardini delle fiamme: L'ultima soglia 2
Ebook77 pages1 hour

I giardini delle fiamme: L'ultima soglia 2

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RACCONTO LUNGO FANTASY - Le creature leggendarie che abitano nei Giardini chiedono aiuto a Fiordimare, quando i morti tornano a catturare i vivi...

"Si dice che una Fiamma che perde la testa per un guerriero di Fiordimare, sia condannata a consumarsi per lui." Dopo "Specchi d'acqua", ecco finalmente il secondo capitolo della saga fantasy ispirata alla mitologia del nord: "I giardini delle Fiamme". I morti tornano a catturare i vivi e le Fiamme – "creature leggendarie che abitavano i Giardini" - hanno chiesto aiuto a Fiordimare. Quando il principe Katt giunge da loro scopre che il pericolo è più grande di quanto immaginasse. E la soluzione dev'essere trovata in fretta. "Ma c'è ancora una speranza, mio principe, per poterci salvare tutti. Ed è qui nei Giardini delle Fiamme". Continua l'avventura de "L'ultima Soglia".

Scilla Bonfiglioli nasce a Bologna nel 1983, lavora come attrice e regista con la Compagnia Teatrale "I Servi dell'Arte" per la quale collabora inoltre nella stesura dei testi drammaturgici. Nel 2011 è tra i vincitori della competizione "eSaggi under40" promossa da Il Saggiatore con il testo "Le Maschere di Athena," edito nel 2012. Finalista del Premio Elsa Morante nel 2005, ha pubblicato racconti in diverse antologie (Bacchilega, Delos Book, Edizioni Diversa Sintonia) e sulle riviste "Writers Magazine Italia" e "Robot". Nel 2012 pubblica "Skylla e Karybdis" in appendice al Segretissimo Mondadori di aprile e nel 2013 il racconto "Pagare cara una pelle" nell'antologia Giallo 24 su Giallo Mondadori.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJan 21, 2014
ISBN9788867751594
I giardini delle fiamme: L'ultima soglia 2

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    I giardini delle fiamme - Scilla Bonfiglioli

    a cura di Andrea Franco

    I giardini delle fiamme

    di Scilla Bonfiglioli

    Indice

    Colophon

    Scilla Bonfiglioli

    I giardini delle fiamme

    Inguz

    Naudiz

    Sowlo

    Dagaz

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Altri libri

    1.0 gennaio 2014

    ISBN versione ePub: 9788867751594

    © 2014 Scilla Bonfiglioli

    Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0 gennaio 2014

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Scilla Bonfiglioli

    Scilla Bonfiglioli nasce a Bologna nel 1983, lavora come attrice e regista con la Compagnia Teatrale I Servi dell’Arte per la quale collabora inoltre nella stesura dei testi drammaturgici. Nel 2011 è tra i vincitori della competizione eSaggi under40 promossa da Il Saggiatore con il testo Le Maschere di Athena, edito nel 2012. Finalista del Premio Elsa Morante nel 2005, ha pubblicato racconti in diverse antologie (Bacchilega, Delos Book, Edizioni Diversa Sintonia) e sulle riviste Writers Magazine Italia e Robot. Nel 2012 pubblica Skylla e Karybdis in appendice al Segretissimo Mondadori di aprile e nel 2013 il racconto Pagare cara una pelle nell'antologia Giallo 24 su Giallo Mondadori.

    Inguz

    Su un'arcata di pietra compare un segno, Inguz. Interpretare i segni è cosa da sciamani, non da guerrieri e, anche sapendo che Inguz significa stirpe, in pochi saprebbero dire cosa si nasconde oltre quella soglia. Inguz è la prima. Poi si apre Naudiz, che è l'incontro col dolore.

    Aveva visto uno stormo di passeri, nell'infinito cielo color perla, e l'aveva seguito. Katt strizzò gli occhi per cercarli, ma gli si annebbiò la vista.

    I Giardini delle Fiamme costituivano i confini orientali del regno di Fiordimare: aride pianure senza fine che i licheni coprivano come un tappeto. Solo i Petali della Serpe prosperavano: i fiori scarlatti punteggiavano la piana crescendo senza bisogno d'acqua, così le lande sembravano uno sterminato mare di sangue.

    Katt non ci aveva mai messo piede, prima. Sentì un brivido lungo il corpo stremato. Forse non era un caso che i defunti avessero cominciato a tornare proprio in un posto come quello. Il sangue, si sa, chiama sangue.

    Dopo tanti giorni di marcia si sentiva più stanco del cielo, che si stiracchiava a stento sulla landa infinita.

    Rivide sfrecciare lo stormo. I passeri erano preziosi per la vita nei Giardini: dove c'erano loro, certo l'acqua zampillava in risorgive spontanee, dopo avere percorso grandi distanze sotto terra.

    Guardò ancora l'orizzonte, ma vide solo il latte del cielo e il sangue della pianura.

    Si umettò le labbra. Erano secche come il cuoio. Nella ghirba doveva essere rimasto un dito d'acqua appena, forse due.

    — Non ora — si disse. — Chissà per quanto dovrà bastare.

    Katt Lejonson, principe di Fiordimare, aveva avuto la voce fresca della giovinezza. Nei Giardini delle Fiamme, parlò come parlano i vecchi.

    Crinedoro scosse la testa stizzito: anche il raspate era stanco, aveva sete e non sembrava avere voglia di sentire ovvietà.

    Katt gli batté la mano sul collo.

    — Siamo quasi arrivati — gli sussurrò nell'orecchio a forma di mandorla — Hai visto i passeri?

    Crinedoro sbuffò. Nonostante le zampe esili e il corpo sottile, i raspati erano resistenti alle lunghe marce e alle condizioni estreme. Per quanto provato, Crinedoro se la stava cavando meglio di lui.

    La fatica prese il sopravvento. Se ne accorse perché, nel cielo vuoto dove aveva scorto lo stormo, gli sembrava di vedere adesso un unico passero molto grande, che beccheggiava nel vento. Sbatté le palpebre, la vista si annebbiò ancora.

    — Cos'è? — domandò alla pianura. La lingua si incastrò tra i denti. Cercò di rimanere saldo, ma la propria debolezza lo sorprese in un capogiro. Scivolò.

    Franò sul terreno duro, la guancia affondata nei fiori.

    Mentre il mostruoso volatile planava su di loro, sprofondò nel sonno senza poter fare nient'altro. L'ultima cosa che sentì fu lo strillare del raspate.

    La mano defunta lo sfiorò. Katt reagì colpendo la guancia della sorellina, strappandole la carne, come se avesse affondato le dita nel corpo di un pesce marcio. Lei lo guardò malevola, tutta storta e con la faccia schiacciata. Anche se non avrebbe voluto, Katt la colpì ancora.

    — Piano, omaccione!

    Si raddrizzò con uno spasmo, per scoprire che quella che aveva sbalzato via non era affatto sua sorella. Era una ragazzina, solo di poco più adulta, che lo guardava raggomitolata per terra.

    — Scusa — le gracchiò, impastato di sonno. — Ho sognato.

    Era minuta e portava solo una gonna di lana intessuta di motivi geometrici che le scendeva fino ai piedi, trattenuta sui fianchi da una cintura di semi. Aveva la pelle così chiara da essere traslucida e a Katt parve di intuirne i muscoli in trasparenza. Si era dipinta le spalle di arabeschi concentrici, che si muovevano insieme a lei quando tendeva le braccia, e scendevano a ricamarle i seni nudi e più giù, circondandole l'ombelico. Katt non riuscì a distogliere lo sguardo. Quando deglutì, la gola troppo asciutta gli fece male e sentì le guance avvampare. Era per la febbre o per averla guardata?

    Lei rise e tirandosi su fece tintinnare le campanelle ai polsi e alle caviglie.

    — Hai sete? Ogni tanto

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