n'unica massa terrestre circondata da un corpo d'acqua: così appare il mondo nel planisfero Dymaxion di Richard Buckminster Fuller. Negli anni Trenta, l'inventore visionario riuscì a cambiare il punto di vista sul globo superando i canoni tradizionali della rappresentazione e riproducendo l'intero pianeta su due dimensioni, su un piano suddiviso in sei facce quadrate e otto a triangolo equilatero in grado di generare un solido poliedrico. Le minime distorsioni sono impercettibili all'occhio umano e derivano dal naturale processo geometrico di trasformazione delle informazioni da una superficie sferica a una piana. Questa innovazione rappresenta la sintesi di un'elaborazione concettuale del mondo e dell'essere umano: una rivoluzione che è solo in apparenza anti-copernicana e che, invece, si proietta verso una nuova direzione teleologica. A differenza di altre mappe, che permettevano di illustrare solo un pianeta dissociato e percepito per parti, il planisfero Dymaxion restituisce un'immagine globale, cosmica e dinamica del mondo, in cui non è necessario un Nord e un Sud, non esistendo un sopra e un sotto nell'universo, ma solo un dentro e un fuori. La Terra, rivista in tale prospettiva nella sua interezza, accoglie e custodisce l'intrinseca relazione tra gli esseri umani che viaggiano su di esso, su quella che Fuller chiamava “astronave Terra”.
Una sinergia latente per un futuro condiviso / A latent synergy for a common future
Jan 23, 2023
5 minutes
You’re reading a preview, subscribe to read more.
Start your free 30 days