Nel 2004, quando affermò che “la conservazione ci sta superando”, Rem Koolhaas1 richiamava I'attenzionesu un cambiamento emergente nell'etica dell'architettura: oggi, le più alte aspirazioni degli architetti riguardano la conservazione e la cura dell'ambiente costruito, piuttosto che la progettazione di nuovi edifici. Intoro a questo nuovo ethos, si è sviluppata I'urgenza di lasciarsi alle spalle i modelli ‘estrattivi’ dominanti, che si ritiene contribuiscano al depauperamento delle risorse materlali e degli ecosistemi viventi di cui fanno parte. Joseph Grima, ex direttore di Domus e cofondatore dello studio di architettura Space Caviar, nel manifesto Non-Extractive Architecture introduce un nuovo paradigma chiedendo retoricamente se “I'architettura non possa essere intesa come pratica di tutela dell'ambiente, sia fisico sia soeiale. piuttosto che come agente di impoverimento”.2 La risposta affermativa può essere trovata nella conservazione sperimentale, un insiemedi pratiche che operano principalmente all'intersezione tra architettura, arte e conservazione, collegandosi strategicamente con I'ingegneria, le scienze della terra, le scienze sociali e altre discipline.
Un tratto comune è costituito dagli oggetti esistenti - grandi o piccoli: da interi edifici alle polveri sospese nell'aria - affrontati come nessi di realtà materiali e sociopolitiche.
Il padiglione tedesco all'ultima Biennale d'Arte di Venezia, per esempio, è il punto di partenza usato in modo magistrale da Maria Eichhorn per dislooare materiali esistenti come metodo per rivelare importanti vicende socio-politiche. All'ingresso.si nota un rettangolo di nastro adesivo blu nel quale la vernice è stata accuratamente rimossa o, come suggerisce il titolo - - ‘ricollocata’. Si tratta di un rilevdmentodi stratigrafia pittorica, tipico dei progetti di conservazione che, quindi, sposta subito le nostre aspettative disciplinari dall'arte alla sua intersezione con la conservazione e I'arehitettura. All'interno della cornice, quattro strati di pittura suggeriscono momenti temporali e materiali, che danno forma alla cornice architettonica reale. Dentro i'edificio, sono stati riposizionati anche altri materiali. Quelli che mancano ci rivelano che porzioni di un volume più antico, il padiglione bavgrese