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Materiali / Materials

Creare un ponte tra linguaggio moderno e forte tradizione

Come spesso accade, Fog, nuova collezione di tre vasi disegnata da Tipstudio per Artieri 1895, nasce da un incontro: quello dei due designer, fiorentini di adozione, Imma Matera e Tommaso Lucarini, con un materiale come l’alabastro, magico e prezioso perché capace di giocare con la luce. Era già successo anche per Secondo Fuoco, serie di tavolini e specchi che nasceva dall’indagine sulle scorie del bronzo e da una riflessione sulle molteplici anime della materia.. La prima sensazione è stata di dover creare un ponte tra un linguaggio moderno e la forte tradizione. “Dal nostro punto di vista, il progetto vuole essere la sintesi di un passaggio verso qualcosa di attuale”, proseguono. “Per gli artigiani, la sfida è stata invece quella di allontanarsi dalle lavorazioni standard, come la tornitura”. Inevitabile, quindi, il confronto continuo e lo studio delle caratteristiche fisiche e chimiche del materiale. “Abbiamo affiancato alla lavorazione tradizionale un approccio sensoriale che esaltasse la natura della materia prima, con le sue imperfezioni, attraverso un gioco di volumi dovuto ai diversi gradi di trasparenza”, proseguono. La proprietà dell’alabastro di essere traslucido ha giocato un ruolo importante, ma non è stata l’unico elemento di progetto. “Quando abbiamo toccato e studiato i campioni, abbiamo apprezzato la pelle vellutata, la delicatezza all’acqua e il calore. Il nostro è stato un approccio orizzontale, mirato a enfatizzare i diversi aspetti sensoriali”. Le forme semplici e le linee sinuose sono pensate per esaltare la morbidezza del materiale, invitano a essere toccate. Mentre la trasparenza dona un tocco di leggerezza, la luce naturale penetra in modo diverso attraverso i differenti spessori. All’interno del vaso, c’è un cilindro di metallo verniciato per l’acqua. “Ci piace pensare un progetto all’interno di un ciclo”, raccontano. Capita così, e non è la prima volta, che la fine di un progetto rappresenti l’inizio del successivo. “Sono tanti gli stimoli che abbiamo ricevuto. Fog ci è servito per conoscere la materia e testare i suoi limiti. Ora stiamo cercando di tirare fuori un aspetto insolito. Ci piace lavorare sui contrasti e portare alla luce un’anima più cruda della pietra. Abbiamo in mente una linea di complementi d’arredo, vicini al design da collezione, che presto prenderanno vita”.

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