Giardini e paesaggi giapponesi
Japanese gardens and
Transformed by the passing of time and their altered relationship with the city, they have nonetheless retained their spiritual and cultural value
Il rapporto tra città e giardino giapponese risale alle origini stesse di questa tipologia. Nel centro di Nara, l’antica capitale, nell’VIII secolo si trovavano giardini che avevano utilizzato tecniche paesaggistiche cinesi per rinnovare i caratteri originari giapponesi. Documenti e scavi archeologici ci dicono che, dopo il trasferimento della capitale a Kyoto nel periodo Heian (794-1185), anche qui sorsero numerosi giardini. Oggi, nel centro di Kyoto ne esistono ancora molti che risalgono al periodo Kamakura (1185-1333).
Va da sé che i giardini sono in rapporto di reciproca dipendenza con l’architettura. Si sono trasformati di pari passo agli stili architettonici e alle città. Molti giardini giapponesi sorgevano dentro il conglomerato urbano, ma alcuni erano stati costruiti all’interno dei templi Zen, ai piedi delle montagne.
Tutti, comunque, condividevano uno stesso spirito. Il Sakuteiki (“annotazioni sulla composizione dei giardini”) è il più antico manuale giapponese sulla progettazione dei giardini. Si ritiene sia stato scritto tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. Vi si afferma che “nessuna pietra posata dall’uomo dovrà mai sovrapporsi al paesaggio naturale” e che “i giardini si devono
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