Ogni edificioesiste se stesso
Each building exists for itself
Valerio Olgiati, il teorico svizzero-americano sostiene che un edificio radicale, capace di creare senso, è il più inclusivo e il più libero: è quello dove chiunque può esprimere appieno la propria creatività
Starting from the architecture of Valerio Olgiati, the Swiss-American theoretician argues that a radical building – with its sense-making quality – is also the most inclusive and free. It is where everyone can fully express their creativity
Il monumentale non è soggetto a una causa. “Effetto in sé” - “ciò che produce un effetto in ogni momento” (o ciò che può essere costruito in ogni momento perché le cause sono sempre presenti).
Friedrich Nietzsche, Note, 1873
Nel suo editoriale per questo numero di Domus, Tadao Ando mette in discussione la nozione comune di ‘contestualismo’ – vale a dire, di riconciliazione – in architettura. Secondo Ando, è essenziale che gli edifici di una città possano agire “come emissari di questo spirito senza compromessi”… e aggiunge: “più questa architettura è radicale, più sfiderà l’ordine della società.”
Ciò solleva la domanda: che cosa è un’architettura radicale? L’interrogativo che ne consegue è: perché l’architettura radicale è una sfida maggiore per la società?
Architettura radicale
Il legame tra radicalità e sfida nei confronti della società proposto da Tadao Ando non è di natura politica. Ando sa bene che gli edifici non possono essere strumentalizzati in modo così diretto e semplicistico. Inoltre, quale sarebbe l’aspetto di un’architettura radicale definita politicamente? In realtà, non esiste. Se esistesse un’architettura del genere, non rappresenterebbe altro che un contorsionismo intellettuale. Il termine ‘radicale’ è usato piuttosto nel suo senso formale: radicale
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