COLLEZIONI DONNA P/E 2019
“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”. Lo scriveva il filosofo ed etologo francese Henri Laborit nel suo ‘Elogio della fuga’ ed era il 1976. Non erano tempi tranquilli nemmeno quelli, densi di tumulti e disordini sociali un po’ ovunque ma la verità gratificano perché danno l’illusione di una ricerca continua, di un traguardo da raggiungere, di un obiettivo mutevole che riempie i vuoti della vita. Ed entrare nella macchina del tempo per uscirne in uno storico club aperto tra i ’70 e gli ‘80, in cui si lascia la propria identità per assumerne un’altra o, in alternativa, per diventare davvero ciò che si è, può rappresentare anch’essa una fuga, forse più mentale che fisica oppure, addirittura, nostalgica, per chi quel tempo l’ha già vissuto o non l’ha vissuto mai. è lo chic che si scontra con la cultura underground, la stravaganza insieme all’eleganza couture, fatta di maxi-spalle e maniche ariose, di superfici satinate o iridescenti, di mix & match forsennati, di sessualità liquida che libera dalle regole dell’abbigliamento di genere. E a proposito di fluidità di genere, esprime proprio quel desiderio di andare oltre muri e divisioni, perché un completo sartoriale non sia più appannaggio del vestire classico di un uomo ed entri nel guardaroba di una donna esattamente come fa un top di seta o una gonna floreale.
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