Una moglie da riconquistare
()
About this ebook
Accogliere a braccia aperte un marito che ha sempre messo il denaro prima dell'amore non è mai facile, ma per un animo sentimentale come quello di Mrs. Hester Honeywell è addirittura impossibile. Dov'è stato suo marito in tutti quegli anni di silenzio? E ora che Nathaniel è di nuovo di fronte a lei e le chiede soddisfazione dei doveri coniugali, Hester non sa come lenire le ferite che quell'uomo ha inflitto al suo cuore. Eppure negli sguardi di Nathaniel c'è una luce nuova, che sembra rivolta a lei soltanto. Concedergli fiducia è una decisione che potrà prendere solo se lui le dimostrerà di essere disposto a pagare qualunque prezzo per avere in cambio il bene più prezioso...
Read more from Joanna Johnson
La promessa del capitano: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUno scomodo matrimonio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'offerta della duchessa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIdentità segrete: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa promessa dell'ufficiale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl regalo più bello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn lord per la gitana: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to Una moglie da riconquistare
Related ebooks
Ritorno a Roslyn Manor Rating: 4 out of 5 stars4/5Nozze in alto mare: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsJustine (eLit): eLit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMissione d'amore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConte Di Darby Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMiracolo sotto il vischio (eLit): eLit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL amnesia del visconte Rating: 4 out of 5 stars4/5Ambizione milionaria: Harmony Destiny Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMatrimonio d'azzardo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna miss non convenzionale: Harmony History Rating: 3 out of 5 stars3/5Una pericolosa eredità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn milionario nel mio cuore: Harmony Jolly Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsInconfessabile desiderio: Harmony Destiny Rating: 5 out of 5 stars5/5Il marchese cerca moglie: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn eccentrica ereditiera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDama in maschera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna scomoda eredità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn viaggio per amore: Harmony Jolly Rating: 5 out of 5 stars5/5SFIDA A CAVALLO Rating: 5 out of 5 stars5/5Sposa per vendetta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL onore del milionario: Harmony Destiny Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa figlia del pirata: Harmony History Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna damigella da sposare: Harmony Jolly Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBaci sotto le stelle: Harmony Collezione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL enigmatico Mr. Gray Rating: 4 out of 5 stars4/5L impossibilità di essere tua Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna perla scartata: Serie I Romanzi di Marsden Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNel castello del capo: Harmony Collezione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNozze in stile Hollywood: Harmony Destiny Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsForever: Parte II - Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Royalty Romance For You
IN FUGA DALLO SCEICCO: Harmony Collezione Rating: 5 out of 5 stars5/5Oltre ogni disprezzo: Una Lady Dimenticata Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl principe scapestrato: Mascalzoni di stirpe reale, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Conte Affascinato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUno Scandaloso Conte In Meno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa sorpresa del Marchese: Gentiluomini, #2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl vero volto di Miss Hurst: Harmony History Rating: 4 out of 5 stars4/5Legati dalla luna di Natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPer sempre nel mio cuore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Stagione del visconte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPer Sempre Il Mio Conte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Vedova Di Un Conte Mascalzone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFavola d'amore: Harmony Jolly Rating: 5 out of 5 stars5/5Mai Sfidare Una Volpina Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMatrimonio con inganno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsInnamorato di Lady Dervish Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPROMESSE E COMPROMESSI: Harmony History Rating: 3 out of 5 stars3/5Mai Desiderare Un Duca Rating: 5 out of 5 stars5/5Stregare il Conte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn cambio di un erede: Harmony History Rating: 5 out of 5 stars5/5Stregata dal conte: Amore leggendario, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEternamente Il Mio Duca Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL identità segreta della governante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl signore delle dune: Harmony Collezione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn piccolo grande segreto Rating: 5 out of 5 stars5/5Il duca dal cuore gelido Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGustoso ricatto: Harmony Collezione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna canaglia di conte: Le spose di North Barrows, #4 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn segreto per il greco: Harmony Collezione Rating: 5 out of 5 stars5/5Rapsodia E Ribellione Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Una moglie da riconquistare
0 ratings0 reviews
Book preview
Una moglie da riconquistare - Joanna Johnson
1
Il gelido venticello sibilava, sollevando un ricciolo biondo che le solleticava il viso, ma gli occhi azzurri di Hester Honeywell rimanevano fissi sul bersaglio. La corda dell'arco tirata fin quasi a spezzarsi, trasse un lungo respiro, concentratissima.
Si sentiva addosso lo sguardo degli astanti, otto volti arrossati dal freddo. Diana, sua sorella minore, nonché moglie del proprietario della tenuta di Farleigh, era l'unica che non fissava il bersaglio, presa com'era a elargire smancerie all'unico scapolo tra i presenti.
Povera Diana! Non si darà pace finché non mi avrà trovato un altro marito. Se solo mi credesse, quando le dico che sta sprecando tempo...
Come aveva detto che si chiamava, il suo ospite? Hester non se lo ricordava neanche. E comunque non era importante. Era solo l'ultimo di una lunga sfilza di giovani che Diana si era preoccupata di presentarle, decisa a portare a termine la propria missione.
Hester, però, non voleva saperne. Quei cinque anni di vedovanza le avevano consentito di apprezzare la libertà, un dono troppo prezioso per rinunciarci.
«Pensate di farcela, entro oggi, o dobbiamo attendere fino alla prossima incoronazione?»
La voce di Lord Lavendon, il marito di Diana, la distrasse un momento, e Hester serrò appena le mascelle. Chiuse un occhio, calcolò la distanza tra l'arco e il bersaglio e si concentrò sul lento ritmo del suo cuore, attendendo il momento più propizio per lasciar andare la corda.
Al prossimo battito... Adesso!
Le dita lasciarono la presa, la freccia fendette l'aria gelata seguendo una traiettoria diritta e andando a conficcarsi al centro esatto del bersaglio. Gli spettatori applaudirono e Hester, inarcando un sopracciglio, si girò a guardare il cognato. «È valsa la pena di aspettare?» gli domandò.
«Non male» concesse Lord Lavendon, simulando una magnanimità che faceva parte del loro modo di scherzare. «Potete ancora migliorare, però.»
«Migliorare?» Indignata, Diana si drizzò sulla sedia accanto a quella di Sir Comediavolosichiamava. «Se vi ha battuti tutti! Hester ha una mira eccezionale. Non trovate anche voi, Sir Matthew?»
Hester roteò gli occhi, decidendo all'istante che era giunto il momento di inventare una scusa per filarsela. «Grazie, Diana. So di poter sempre contare sul suo incrollabile supporto. Adesso, però, per quanto mi dispiaccia abbandonare questa piacevole compagnia, devo lasciarvi. Temo che mi stia scoppiando un gran mal di testa.» Cedette l'arco al cognato e rispose alle riverenze dei presenti con un garbato cenno del capo. Con la coda dell'occhio, vide che Diana si affrettava ad alzarsi.
«Perché non ti fermi ancora un po'?» provò a insistere la sorella. «Non abbiamo ancora pranzato. Ti avevo assegnato il posto accanto a Sir Matthew. Avete così tante cose in comune, voi due...»
«Fa troppo freddo. Sai bene che non lo sopporto.»
«Allora entriamo in casa» propose Diana. «Tanto ormai, la gara l'hai vinta tu.»
Hester scoccò una fuggevole occhiata in direzione del suo ipotetico corteggiatore, che sembrava del tutto all'oscuro dei piani di Diana. Robusto, viso paffuto, scuro di capelli. Tutto il contrario di Nathaniel, che invece era stato alto, biondo e attraente. Non c'era da stupirsi che Hester se ne fosse innamorata al primo sguardo. D'altronde, una sprovveduta giovinetta di diciotto anni come poteva immaginare cosa l'attendeva, dopo essersi fatta infilare la fede al dito?
Il ricordo di quell'emozionante momento era ancora in grado di serrarle la gola, e fu così anche in quel momento. Rivangare il passato, tuttavia, non aveva alcun senso. Nathaniel giaceva da qualche parte, in fondo all'Atlantico insieme alla Celeste e alla sua ciurma, e la sua morte, per quanto tragica e prematura, si era portata via un marito che con la sua indifferenza e il suo orgoglio le aveva causato tanta, troppa sofferenza.
«Sicura di non volerti fermare?» tentò ancora di insistere Diana. Poi si arrese, notando l'espressione di sua sorella. «Va bene. Lascia almeno che ti accompagni al cancello.»
La prese sottobraccio, mentre attraversavano il vasto prato, l'erba smossa dal vento sempre più impetuoso. L'emicrania che Hester aveva simulato rischiava di divenire reale, un po' per via del freddo, un po' perché il ricordo di Nathaniel la metteva sempre di malumore, facendo riaffiorare un misto di risentimento e di rimpianto. E le insistenti, indesiderate manovre di sua sorella non miglioravano di certo le cose. «Vorrei che la smettessi di immischiarti, Diana» affermò quindi. «Quando mi inviti, non so mai se lo fai per il piacere della mia compagnia o se hai un secondo fine. Di questo passo, finirò per rifiutare i tuoi inviti.»
L'espressione innocente della sorella non ingannò nessuno. «Immischiarmi? Io? E quale secondo fine? Non so di cosa parli, davvero.»
Erano giunte al cancello che si apriva sull'orto, alle spalle della cucina di Farleigh, e Hester mise la mano sul chiavistello, bloccando la strada alla sorella. «Parlo di questa caccia al marito, e lo sai benissimo. Ora ho una casa e una sostanziosa rendita. Un altro marito non potrebbe darmi niente che già non possegga, a parte forse altre delusioni, e altra sofferenza. Perché dovrei essere così sciocca da offrire a un altro uomo la possibilità di farmi promesse che non manterrebbe? È un errore che ho già commesso con Nathaniel, e non intendo ripeterlo.»
Diana sollevò il mento, ricordandole l'atteggiamento che sua madre assumeva quando il padre la faceva arrabbiare. A vent'anni appena compiuti, Diana era più giovane di Hester, ma sapeva essere anche più battagliera di lei. «I matrimoni non sono tutti così. E nemmeno i mariti. Lavendon non lo è di certo.»
«Lavendon ti ha sposata perché ti amava, non per suggellare un accordo di affari. Un aristocratico non sposerebbe mai la figlia di un commerciante, se non ci fosse un vero sentimento, per quanto nostro padre sia un uomo molto facoltoso.»
«Sarà come dici, ma non dovresti consentire al passato di offuscare la tua capacità di giudizio. Mamma e papà sono in pena per te. E non hai idea di quanto rimpiangono il giorno in cui hanno combinato il tuo matrimonio, visto come è andata a finire.»
«Mamma e papà hanno dei rimpianti, dici?» ritorse Hester. «Non sono stati loro a subire le conseguenze di quell'errore per due anni, a sperare ogni giorno di vedersi elemosinare un sorriso da un uomo con l'espressione perennemente torva e che forse non voleva nemmeno prendere moglie. Nathaniel mi ha sposata solo per interesse, e mi ha lasciata proprio nel momento in cui avevo più bisogno di lui.»
Se ripensava alla prima, meravigliosa settimana del suo matrimonio, quando il futuro le era parso pieno di mille, sfolgoranti possibilità, Hester provava ancora un languore struggente. Si era illusa davvero di avere tutto ciò che si potesse desiderare, con un marito attento e premuroso. I sentimenti che aveva provato per lui erano stati come un fiore in boccio, pronto a schiudersi ogni volta che Nathaniel le sfiorava la mano, o le scoccava un sorriso capace di scioglierla dentro. Sarebbe stata a osservarlo per ore, a studiare ogni tratto del suo bel viso, e il ricordo delle notti in cui andava a trovarla in camera sua era ancora molto nitido nella sua mente. Ricordava quelle mani incerte ma smaniose che si avventuravano sul suo corpo inesplorato, facendo ogni volta nuove scoperte... fino a trovare tutte le risposte, a svelare anche l'ultimo mistero con un'esplosione incandescente che aveva avviluppato entrambi. Quel ricordo adesso le procurava un dolore insostenibile.
Troppo giovane e ingenua, Hester non aveva compreso che le venivano concesse solo le briciole, che l'apparente gentilezza di Nathaniel si sarebbe tramutata presto in indifferenza, il calore in gelo. Che tutte le sue promesse sarebbero state infrante.
Era come suo padre, adesso lo so. Un uomo senza cuore, un padre che ha fatto di tutto per plasmare il suo unico figlio a sua immagine.
Il giorno dopo un incontro con l'uomo burbero e intransigente che lo aveva messo al mondo, Nathaniel le aveva sbattuto in faccia la porta del suo ufficio. E da quel momento era cambiato tutto. Se in quel primo mese di matrimonio l'aveva cercata in continuazione, poi le aveva rivolto a malapena la parola. Dedicava tutta la giornata al lavoro, ad affari di cui non le diceva niente, e Hester aveva dovuto accettare un'indigesta realtà.
Tutte le premure e le galanterie di Nathaniel erano state solo un mezzo per convincere il padre di Hester a entrare in affari con gli Honeywell e ad affidare loro tutti i contratti della Townsend Trading. Una volta che il matrimonio aveva suggellato quell'alleanza, era venuto meno il motivo di continuare a recitare. Ogni gesto gentile di Nathaniel, ogni sguardo affettuoso, persino il braccio offerto per scortarla da una stanza all'altra erano svaniti così, da un giorno all'altro.
E Hester, con il cuore a pezzi, si era dovuta rassegnare all'idea che il suo amore per Nathaniel non era mai stato ricambiato. Per lui esisteva solo il lavoro. Aveva voltato le spalle alla giovane che sarebbe stata pronta a dargli tutta se stessa, se glielo avesse chiesto. E invece aveva continuato a respingerla, fino al giorno in cui lei era stata tra la vita la morte.
Nemmeno allora si era preoccupato per lei.
Hester si era chiesta mille volte come avrebbe reagito, suo marito, se quella febbre improvvisa l'avesse uccisa. E si era sempre data la stessa risposta.
«Non venne mai a trovarmi, nemmeno quando il medico disse che forse non avrei superato la notte.» La voce di Hester tremava appena, ma era tagliente. «Eravamo sposati da due anni. Il lavoro, per lui, veniva prima di tutto e io, stupidamente, mi illudevo ancora che qualcosa potesse cambiare. La casa e la rendita sono le uniche cose buone che Nathaniel mi abbia lasciato. Ha fatto più da morto che da vivo.»
Ricordò anche i singhiozzi di quella giovane distesa sul grande letto, che aveva atteso invano, notte dopo notte, che il marito la raggiungesse.
Attese interminabili. Notti insonni, durante le quali solo la paura le aveva tenuto compagnia.
Dalla sofferenza, però, era scaturita la forza, e da quella forza un carattere fiero, una determinazione che l'indifferenza di nessun uomo avrebbe più potuto scalfire. Hester era padrona di se stessa. Era una donna molto diversa dalla malleabile giovane che le menzogne e l'apatia di Nathaniel avevano trasformato in una creatura insicura e piena di paure.
Forse un giorno lo avrebbe ringraziato, per quello. Non ancora, però. I ricordi di quanto aveva perduto continuavano a bruciare. Perché in quelle brevi, esaltanti settimane Hester aveva osato sperare che la felicità fosse davvero a portata di mano. Invece Nathaniel aveva preso il suo amore e lo aveva gettato via, calpestandolo senza farsi il minimo scrupolo.
Un tocco leggero sul braccio le ricordò che Diana era ancora accanto a lei. «Perdonami, Hess. Pensavo che dopo tutto questo tempo ci avessi ripensato. Non avrei dovuto... Non succederà più.»
Hester deglutì per scacciare il nodo doloroso che le serrava la gola. Ora le pulsava una tempia. E neppure la voce suadente della sorella riusciva a placare il mare tempestoso che l'agitava dentro. Scosse il capo. «È una promessa?» le domandò. «Forse dovrei chiederti di metterla per iscritto, perché non mi fido.»
Si avviò a passo svelto senza attendere una risposta. Poteva dare la colpa al mal di testa, ma la verità era che desiderava starsene da sola e sgombrare la mente da quei ricordi della vita di un tempo, che si era lasciata alle spalle.
«Hester, non andartene così. Te ne prego.»
Il tono accorato di Diana la indusse a fermarsi e a voltarsi. Continuava a insistere, a impicciarsi, ma era pur sempre sua sorella. Ed era davvero convinta di agire per il suo bene.
«Non te ne voglio, Diana» le assicurò, «ma ti prego, non affrontiamo più questo argomento. Avere un altro marito tra i piedi è proprio l'ultima cosa che desidero. Sono stata abbastanza chiara?»
La carrozza sobbalzò con violenza sull'ennesima buca, ma l'uomo avvolto nel logoro mantello non si scompose. Sempre meglio del beccheggio di quel dannato barcone. Le settimane trascorse in mare erano solo un ricordo, ormai, ma cinque anni prima aveva giurato solennemente a se stesso che non avrebbe mai più rimesso piede su una nave, a meno che non ce lo avessero caricato di peso.
Cosa alquanto improbabile, vista la sua enorme stazza.
Forse era per via delle spalle ampie che gli altri passeggeri della carrozza si tenevano a distanza, lasciandogli spazio, o forse era la toppa di pelle che gli copriva l'occhio a incutere un certo timore. Comunque nessuno sembrava aver voglia di attaccar bottone con lui, il che gli andava più che bene. Il silenzio, tra l'altro, gli consentiva di ripensare agli avvenimenti di quegli ultimi anni.
Era stato come in un romanzo di avventure: il naufragio, la prigionia, il duro lavoro sotto il sole inclemente. Eventi che potevano cambiare un uomo, magari in meglio.
Allacciò le braccia, reprimendo un brivido. Faceva molto più freddo, rispetto ad Algeri. Quasi sorrise, constatando che riusciva persino ad apprezzare l'uggioso inverno inglese, dopo la sua rocambolesca fuga. Erano tante le cose per cui adesso poteva essere grato e, dopo quanto aveva passato, era finalmente pronto a farlo. Le cose e le persone, si disse, rivedendo i volti che apparivano appannati nella sua memoria.
Si chiese se i suoi genitori avessero sentito la sua mancanza. La madre sì, di sicuro, ma suo padre...
Si accigliò appena ripensando a colui che con tanta severità gli aveva insegnato cosa significava essere un vero uomo. Dal momento in cui era riuscito a tenere in mano una penna, era stato allevato a colpi di bacchettate perché imitasse in tutto e per tutto quel gigante arcigno, perennemente chino sui libri contabili, incapace di rivolgere anche solo una parola gentile a suo figlio.
Per suo padre, la vita aveva un unico scopo: accumulare denaro. Ed estraniarsi da tutto ciò che avrebbe potuto distrarlo da quell'obiettivo. Un vero uomo era fiero e implacabile, mosso esclusivamente dall'ambizione e deciso a procedere a testa alta, dritto per la propria strada, senza lasciarsi intimorire né contrastare da nessuno. I sentimenti? Uno spreco di tempo riservato alle donne, creature deboli e inferiori, alle quali nessun uomo degno di questo nome doveva dedicare preziosi minuti della giornata.
Una smorfia di disappunto gli incrinò le labbra.
Avrà pianto più per aver perso il carico che per suo figlio. Sì, ne era persuaso. Ecco perché non aveva scritto ai suoi cari per informarli che era vivo e che stava tornando.
Gli alberi, fuori del finestrino, cominciavano a diradarsi e si intravedeva una manciata di casolari, sparsi nel verde. Per un momento, la scena lo distolse dalle sue riflessioni e qualcosa, nella sua bellezza, gli riportò alla mente l'unica persona che era affiorata spesso nei suoi ricordi nei lunghi mesi di prigionia e durante il viaggio verso la libertà.
Lei come avrebbe reagito?
L'aveva tagliata fuori dalla sua vita in modo brusco, dopo le prime, idilliache settimane di matrimonio. Aveva pensato che fosse meglio così. Un taglio netto, per tornare a occuparsi esclusivamente del lavoro, il perno intorno al quale doveva ruotare tutta la sua esistenza.
Un'immagine fuggevole gli si dipinse nella mente: il fruscio di un vestito, una massa di capelli dorati, un sorriso capace di illuminare tutta una stanza.
La giovane più incantevole che avesse mai conosciuto, per giunta dotata di una intelligenza fuori del comune. Non c'era da meravigliarsi che avesse perso la testa per lei.
Il suo errore era stato però lasciarsi distrarre, rischiando così di allontanarsi dalle severe istruzioni del padre, il quale lo aveva chiamato a rapporto per ricordargli quali dovevano essere le sue priorità. Fosse campato cent'anni, non avrebbe mai dimenticato quella conversazione.
Dedicava troppo tempo alla moglie, secondo suo padre. Ed era naturale che Gordon Honeywell la pensasse così, visto che alla sua dedicava sì e no un paio di minuti al giorno. Allontanarsi dalla soave creatura capace di catturare la sua attenzione, distogliendolo dal lavoro, era assolutamente necessario, e la sua riluttanza a eseguire l'ordine ricevuto confermava che fosse la cosa più giusta da fare. Anteporre il profitto alle persone, ecco l'unico modo in cui poteva compiacere suo padre. Rivelarsi all'altezza delle aspettative che aveva su di lui sin dalla nascita. Non c'era spazio per altro, nemmeno per la curiosa sensazione dalla quale si sentiva sopraffare ogni volta che sua moglie entrava in una stanza.
Doveva cancellarla e basta. Come se non esistesse.
Una lezione che aveva messo in pratica a partire da quello stesso giorno, e che non aveva mai dimenticato. Era andato avanti così fino al momento in cui il suo mondo si era capovolto. E da allora niente era più stato come prima.
Adesso c'erano altre questioni più importanti da considerare, altre domande da porsi. Come mi accoglierà? E io, sono cambiato davvero? Riuscirò a farmi perdonare?
Lo avrebbe saputo presto.
Shardlow House sorgeva a due passi da Farleigh. La casa, più piccola ma altrettanto imponente, svettava sui tetti di Thame Magna, il minuscolo villaggio a una ventina di miglia da Londra. I muri bianchi erano in parte nascosti dalla fitta erica rampicante,
