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Basta narcisisti!: Come smettere di scegliere uomini egocentrici e trovare l'amore che meriti
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Basta narcisisti!: Come smettere di scegliere uomini egocentrici e trovare l'amore che meriti
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Basta narcisisti!: Come smettere di scegliere uomini egocentrici e trovare l'amore che meriti

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About this ebook

Il libro illustra perché alcune donne sono attratte dai narcisisti, spiegando che cosa siano il narcisismo e le relazioni narcisistiche. Successivamente accompagna le lettrici a identificare le loro trappole per imparare a modificarle utilizzando gli elementi fondamentali del cambiamento. Le lettrici scopriranno quanto è importante avere cura di loro stesse e impareranno ad avere frequentazioni maschili sane.
LanguageItaliano
PublisherEdizioni Centro Studi Erickson
Release dateMay 6, 2019
ISBN9788859018445
Basta narcisisti!: Come smettere di scegliere uomini egocentrici e trovare l'amore che meriti

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    Basta narcisisti! - V. LOVE CANDACE

    Il Principe Azzurro... oppure un altro ranocchio?

    Poco dopo la laurea in medicina, Valentina conobbe Ludovico, un ragazzo brillante, sexy e stimato di cui si innamorò a prima vista. Ne fu immediatamente attratta e, nelle prime settimane, i generosi complimenti e le attenzioni amorevoli di Ludovico la fecero sentire speciale — e sicura. Spesso le diceva: «Non sono mai sazio di te!». Ciliegina sulla torta, anche sua mamma gli voleva bene: ottenere l’approvazione della propria madre era un evento raro per Valentina, non soltanto per quanto riguardava i ragazzi ma anche per tutti gli altri aspetti della sua vita. Così Ludovico sembrava proprio il compagno perfetto.

    Essendo una donna sola, il suo reddito come medico al primo anno di esercizio professionale sarebbe stato sufficiente; senonché, suo padre perse il lavoro e lei si sentì obbligata a dare un contributo al mantenimento dei genitori. In questo modo però non poté più permettersi l’acquisto di un appartamento dove vivere. Se avesse sposato Ludovico avrebbe potuto contare su due stipendi e provvedere sia alle necessità dei genitori sia alle proprie.

    Ma esaurita la passione dei primi tempi, la favolosa relazione di Valentina e Ludovico cominciò a rabbuiarsi. Lui cominciò a fare commenti pungenti sulle abitudini, i difetti e la personalità di lei, che presto divennero delle vere e proprie violenze verbali. Ludovico l’attaccava dicendole che era grassa e noiosa. Se lei non era d’accordo con lui su qualcosa, si arrabbiava, gridava e la intimidiva. Quel che è peggio, non si assumeva mai la responsabilità delle proprie azioni, mostrando totale disinteresse per il dolore che le procurava. Se le sue menzogne venivano smascherate oppure si dimostrava che aveva torto su qualcosa, faceva la parte della vittima. Prese un modo di fare che più che freddo era glaciale, agli antipodi rispetto al comportamento affabile dei primi tempi. Quando Valentina gli parlava dei suoi successi lavorativi, lui non dava alcuna dimostrazione di essere dalla sua e non si complimentava con lei. Pareva che gli fosse semplicemente impossibile rallegrarsi dei successi di qualcun altro. Quando uscivano con gli amici, monopolizzava la conversazione e tagliava fuori sia Valentina che tutti gli altri. Il mondo ruotava tutto intorno a lui, Ludovico.

    All’inizio Valentina rimase scioccata. Com’era possibile che il suo amorevole Principe Azzurro — lo stesso uomo che all’inizio aveva insistito perché lei conoscesse i suoi e si era definito «fatto per la famiglia» — potesse trasformarsi in un avversario così cattivo? Forse, pensava Valentina, il problema era lei; forse c’era del vero nelle sue critiche e nelle sue accuse. Non volendo ammettere a se stessa che quella relazione non era come lei sperava, cercò un po’ di ignorare e un po’ di razionalizzare gli attacchi maliziosi di Ludovico, ma poi, quando non poté più nascondersi la verità, si fece confusa e timorosa. Come aveva fatto a trasformarsi così drasticamente rispetto all’uomo di cui si era innamorata all’inizio? Si trattava semplicemente di un cattivo sortilegio? Temeva, perdendo Ludovico, di ritrovarsi sola e infelice, con tutto il peso economico dei genitori sulle proprie spalle. Fantasticò che lui l’avrebbe trattata meglio una volta sposati e che forse era solo la paura di impegnarsi a farlo scattare in quel modo. Così non si diede per vinta e quando Ludovico le chiese la mano, circa due anni dopo, Valentina fu speranzosa e sollevata all’idea che il matrimonio potesse liberarla dalle preoccupazioni economiche. Ma dopo tre anni infelici, durante i quali cercò disperatamente di salvare il matrimonio, lasciò il marito. Aveva il cuore a pezzi. Era sicura di essere lei la colpevole e poteva quasi «avvertire» il tacito consenso di sua madre.

    Dopo meno di un anno Valentina conobbe Stefano. Era ben consapevole che le sue qualità eccellenti sarebbero state all’altezza delle aspettative materne: infatti era un uomo stimato, intelligente e ricco. Ma dopo qualche settimana di cene romantiche e sesso paradisiaco, ecco comparire la propensione alla critica: «Perché ti metti addosso quei vestiti? Non ti donano affatto. E il tuo taglio di capelli è così… démodé. Dovresti cambiare parrucchiere». Stefano divenne via via più specifico nelle richieste: Valentina doveva vestirsi in modo più sexy e alla moda, con gonne più corte e attillate e tacchi più alti. E l’aspetto non era l’unica cosa che aveva bisogno di un rinnovo: Stefano voleva anche che lei si concentrasse su certi argomenti quando uscivano insieme con i suoi amici. Quanto agli amici di lei, non erano abbastanza interessanti o raffinati per lui. E non gli andavano a genio neppure i suoi familiari. In altre parole, da quasi tutti i punti di vista (fatta eccezione per il sesso) Valentina non rispondeva ai requisiti di compagna accettabile per Stefano. Non importava che fosse gentile, premurosa e molto istruita, o che fosse ormai un medico stimato. Valentina non rispondeva ai rigidi criteri di Stefano.

    Nonostante i segnali che avrebbero dovuto allertarla, Valentina gli era disperatamente attaccata. E malgrado tutte le sue critiche, andò in estasi quando Stefano organizzò un viaggio a Parigi per loro due, e in una e-mail le scrisse che le stava comprando un anello di fidanzamento con un diamante da oltre tre carati. Neanche a dirlo, rimase senza parole quando, quella stessa settimana, lui la mollò con un sms in cui la informava che stava mettendo le sue cose in una busta di plastica che le avrebbe lasciato nella portineria di casa sua. Rimase completamente scioccata. Non si era accorta minimamente che c’era qualcosa che non andava. Il dietrofront di Stefano arrivava come un fulmine a ciel sereno. La sua fiducia in sé ne uscì completamente distrutta.

    Ludovico e Stefano sono solo due dei partner narcisisti con cui Valentina ebbe una storia fra i venti e i trent’anni. Ce ne furono anche altri. C’era qualcosa in lei che attraeva irresistibilmente i narcisisti? O c’era qualcosa di loro che attraeva lei? Fu solo dopo aver esplorato le dinamiche psicologiche della sua famiglia, e il loro influsso sulle sue relazioni sentimentali, che Valentina iniziò a capire per quale motivo fosse regolarmente attratta da uomini narcisisti e perché loro fossero attratti da lei.

    La storia di Valentina è il riflesso del suo desiderio di un idillio fiabesco in cui il Principe Azzurro la conquista in un attimo e risolve tutti i suoi problemi. Era così travolta dai suoi bisogni e desideri insoddisfatti da non riuscire a vedere l’uomo reale al di là della fiaba in cui voleva credere. Il suo «e vissero per sempre felici e contenti» finiva nell’unico modo possibile, per quell’incantesimo lanciato molti anni prima, da bambina, con il mancato soddisfacimento dei suoi bisogni e desideri primari, che la condannava ad essere attratta da narcisisti e a vedere soltanto quello che lei voleva.

    La storia di Valentina dimostra quanto possa essere pericoloso ignorare i pattern che ci costringono a ripetere relazioni patologiche e distruttive, e che ci rendono vulnerabili al lato oscuro di un presunto Principe Azzurro: il risultato può essere una serie infinita di grandi delusioni amorose.

    Ci siamo passate tutte: la faticosa ricerca del «vissero felici e contenti»

    Ti pare di riconoscerti nella lotta di Valentina per una relazione di quelle in cui i protagonisti finiscono per vivere insieme «per sempre felici e contenti»? Anche tu hai dovuto affrontare tante volte la fine di una relazione distruttiva? Anche tu hai avuto i pensieri e i sentimenti che ha avuto Valentina? Io ho sentito questa storia tale e quale un sacco di volte fra le pareti protette del mio studio. Ogni «Valentina» ha provato tante volte a trovare l’amore della sua vita, con l’unico risultato di ritrovarsi alla fine dell’ennesima relazione fallita, con la sensazione di essere arrivata al punto di rinunciare. Doveva essere lei che non andava. In definitiva, il denominatore comune di tutte queste storie malate era lei. La vergogna che accompagna il ripetersi di queste separazioni diventa insopportabile, e ti chiedi: «Che cosa c’è in me di sbagliato?». Oppure, sentendoti impotente e sconfitta, ti domandi: «Perché dovrei cacciarmi un’altra volta in una storia del genere?». Alla fine pensi: «Forse il sogno di avere un partner o un marito amorevole e una famiglia è stato solo questo, un sogno, perlomeno per me».

    Ma sappi che c’è speranza, c’è qualcosa da fare per uscire da questa catena di fallimenti amorosi. Dico sul serio! Lo so che stai pensando «Sì, vabbè, non funzionerà veramente». Invece funzionerà. Questo non è l’ennesimo manuale di self-help che ti parla del problema senza offrirti vere soluzioni o strumenti e abilità per cambiare. Non ti sto proponendo una soluzione sbrigativa e illusoria bensì la possibilità di una relazione solida sulla quale costruire un futuro. Devi soltanto sospendere il giudizio e provare. Proseguendo nella lettura, capirai come certe esperienze dell’infanzia e dell’adolescenza ti abbiano costretta a ripetere certi pattern di comportamento poco sani. L’uso degli strumenti di apprendimento che ti propongo potrà liberarti dalla ripetizione di relazioni patologiche di tipo narcisistico.

    Elementi essenziali

    In questo capitolo vedremo perché i narcisisti possano sembrare così attraenti all’inizio e perché, per chi si lega a uno di loro, possa essere tanto difficile liberarsene, scegliere un uomo di tipo diverso in futuro o lasciarsi sfuggire i primi segnali di avvertimento. Ti illustrerò la teoria degli schemi, la quale spiega come i bisogni emotivi insoddisfatti di un bambino portino allo sviluppo delle convinzioni profonde che si trovano alla base di certe forme di trappola (cioè di modelli di vita malsani), come quelle che ti portano a impegnarti ripetutamente in relazioni con uomini narcisisti. Conoscerai le convinzioni profonde alla base delle sette trappole più frequenti fra le donne attratte dai narcisisti, le quali, in una qualche combinazione, potrebbero influenzare anche le tue scelte amorose. Illustreremo con vari esempi tutti questi concetti. Gli approfondimenti intitolati «Il tuo specchio» ti daranno l’opportunità di riflettere sulle tue esperienze infantili, identificare le tue convinzioni profonde e comprendere come ti abbiano intrappolata nella ripetizione di relazioni narcisistiche.

    Perché siamo cieche di fronte ai segnali di allarme degli uomini narcisisti?

    Per comprendere la ragione per cui i narcisisti ci sembrano tanto attraenti dobbiamo comprendere i pattern psicologici negativi che sviluppiamo nell’infanzia e che tendono ad accompagnarci per tutta la vita se non li modifichiamo intenzionalmente.

    Il noto psicologo Jeffrey Young è colui che ha formulato la teoria degli schemi e che ha condotto ricerche al riguardo. Nel libro in cui è stata presentata originariamente questa teoria, Reinventa la tua vita, Young (1994) ha descritto quelle che ha definito trappole: pattern di comportamento autodistruttivi che si formano a causa delle esperienze negative che ti capitano nell’infanzia. Portiamo queste trappole con noi nella vita adulta, quando continuiamo a ricostruire situazioni analoghe poiché ci sembrano familiari, per quanto siano dannose. Le donne soggette a certe trappole sono destinate a ritrovarsi regolarmente all’interno di relazioni narcisistiche, a meno che non ne diventino consapevoli, prendano coscienza delle convinzioni profonde sottostanti (vedi sotto) e imparino a

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