About this ebook
La mia bella prigioniera pensa di poter scappare da me. Non capisce quanto io sia veramente spietato…
Sorvegliare il mio bell'ostaggio è diventata la mia ossessione. Proteggo Marisol dagli uomini malvagi del mio cartello brutale, me compreso. Ho mantenuto la promessa fatta al mio capo la notte in cui lei è stata catturata: Nessuno deve toccarla.
Ma Marisol scappa da me alla prima occasione, evadendo dalla gabbia sicura che ho costruito per lei.
Mi sono trattenuto per troppo tempo. Lei ha commesso l'errore di credere che io sia gentile e indulgente. Non c'è niente di gentile in quello che ho intenzione di farle, una volta che l'avrò presa; dovrà implorare il mio perdono.
Ho passato notti interminabili a immaginare tanti modi deliziosi per tormentarla. Ora che ha sfidato il cartello, posso assecondare tutti i miei desideri perversi.
Non la lascerò scappare mai più. Marisol è mia.
Read more from Julia Sykes
Bellissimo ostaggio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia dolce prigioniera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDolce Prigionia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPrigioniera e felice per sempre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBellezza Rapita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEternamente sua Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProprietà del Boss Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to Spietato Salvatore
Related ebooks
Il treno delle donne Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNote Nascoste: Un Romanzo Storico Romantico di Segreti Di Famiglia e Viaggi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa sera del nuovo giorno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsShattered Lies Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl tempo di Marzia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon chiedermi mai perché Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPazze di libertà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTre avvoltoi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBugie di famiglia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe Bugie Che Diciamo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’accordo del diavolo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA ognuno il suo giorno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiario di un'estinzione ―Secondo contatto― Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL avventura di una notte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome un supereroe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Pioggia Dai Suoi Occhi: THRILLER Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe ombre dell'Africa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl pericolo di uno sguardo (eLit): eLit Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAmnesia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRoman e Julietta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDa quel momento in poi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDire Amnesia. L'oracolo mezzosangue Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBastava solo uscire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSeduzione milionaria: Harmony Collezione Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Suspense Romance For You
Amore Proibito Rating: 5 out of 5 stars5/5L'Inflessibile: La Duologia sullo Strozzino, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDomare il Biker Rating: 5 out of 5 stars5/5Una Incontro Complicato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiamanti nella polvere: Un diamante è per sempre, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl dolore Rating: 5 out of 5 stars5/5L’ossessione della famiglia Rule: Le regole dei Rule Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVedova Nera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuasi Per Sempre: Just About Series Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuasi Vero: Just About Series Rating: 5 out of 5 stars5/5Banking on Him.: Billionaire Banker Series, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMoonshot Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Spietato Salvatore
0 ratings0 reviews
Book preview
Spietato Salvatore - Julia Sykes
1
MARISOL
Nell’istante successivo, o avrei dato inizio a una guerra tra i due cartelli più potenti del Messico, o mi sarei rassegnata a un’esistenza infernale, come prigioniera di un uomo crudele. La mia libertà era a portata di mano. Non dovevo fare altro che accettare di fornire il mio aiuto con un piccolo compito essenziale. Poi, lo spargimento di sangue sarebbe iniziato.
Le parole mi si bloccarono in gola; ogni fibra del mio essere opponeva resistenza alla responsabilità per così tanta morte. La mia vita non avrebbe dovuto essere così. Non avrei dovuto essere lì, intrappolata in un mondo di malvagi signori della droga e dei loro brutali giochi di potere.
E che cosa mi avrebbe fatto il mio feroce carceriere, se avesse scoperto il mio tradimento, prima che potessi correre in salvo? I duri occhi verde-giada di Raúl balenarono nei miei pensieri, procurandomi un brivido lungo la schiena. Il solo ricordo del suo cipiglio minaccioso era abbastanza intimidatorio, da farmi tremare le ginocchia.
Se hai paura di Raúl Guerrero, non averne
mi disse il mio aspirante complice, Daniel Vera, con un’alzata di spalle. Daniel poteva anche essere uno degli uomini più influenti del cartello, ma era giovane e arrogante fino alla stupidità. Chiunque con mezzo cervello avrebbe temuto Raúl.
Guerrero sarà probabilmente morto entro il tramonto
mi rassicurò Daniel con un sorriso presuntuoso, che enfatizzava l’assenza della barba che aveva tentato di farsi crescere. Anche se riuscisse a sopravvivere a stanotte, non durerà a lungo. Non potrà venire a cercarti.
Il pensiero che il mio carceriere morisse a causa delle mie azioni, con gli occhi scuri spenti e i lineamenti di pietra allentati, mi diede il voltastomaco.
Ingoiai la nausea. Raúl era un criminale e io l’avevo visto fare cose mostruose. Non avrei dovuto sentirmi male alla prospettiva della sua morte. Il mondo sarebbe stato un posto più sicuro, senza di lui.
Raúl sa badare a se stesso, ragionai. Non sarei stata responsabile della sua morte. Sopravviverà.
Dovevo solo trovarmi lontana, molto lontana da lui entro l’alba. Finché fossi stata fuori dalla sua portata, lui sarebbe stato troppo occupato con la sua lotta di potere criminale, per perdere tempo a darmi la caccia. Soprattutto, se non fossi più stata un ostaggio importante.
Perché non stavo tradendo Raúl solo per assicurarmi la mia libertà; Carmen Ronaldo era in una situazione di gran lunga peggiore della mia, rinchiusa nell’attico dieci piani sopra. Per settimane, la principessa prigioniera del cartello era stata sottoposta alla lussuria possessiva di un folle signore della droga. Non potevo lasciarla intrappolata in quell’inferno, non quando conoscevo l’agonia che pativa ogni giorno per mano di Stefano Duarte.
Puoi stare con me
si offrì Daniel, con il sorriso viscido che nascondeva la rassicurazione nel suo tono. So che vuoi scappare da Guerrero, ma non sei tenuta a rischiare di fuggire da sola. È pericoloso, per una bella donna come te, stare là fuori tutta sola.
Fece un passo verso di me, ignorando il mio tentativo di allontanarmi. Avanzò, finché la mia schiena colpì il muro. Vieni a casa mia. Ti proteggerò io.
Le sue mani mi presero per i fianchi, intrappolandomi. Mi si strinse il petto e serrai i pugni lungo i lati. Trassi un rapido respiro e mi costrinsi a dispiegarli, senza opporre alcuna resistenza. Qualunque cosa fosse successa dopo, avrei potuto sopportarla. L’importante era portare Carmen al sicuro e assicurarmi la mia libertà. Non avrei messo a repentaglio l’obbiettivo, scagliandomi contro Daniel, per quanto il suo tocco sgradito avesse risvegliato vecchi incubi.
Ti aiuterò ad accedere all’attico di Duarte e a liberare Carmen, così potrai portarla dai suoi alleati
promisi con un sussurro. Dichiarare il mio tradimento ad alta voce mi esponeva a un pericolo molto più grande di quello che avrei potuto affrontare nel mondo, al di fuori della fortezza di quel signore della droga, ma fu la vicinanza soffocante di Daniel a sottrarre forza alle mie parole. La sua pesante acqua di colonia soffocava i miei sensi: il profumo ambrato e nauseante addensava l’aria come melassa.
E dopo?
incalzò, mentre faceva risalire una mano lungo il mio fianco, per palparmi il seno. Verrai a casa mia? Guerrero ti ha sorvegliata come un cane rabbioso, ma ora non può tenerti lontana da me. Quando sarà morto, ti darò un posto sicuro dove stare. Non sarai più costretta a lavorare come domestica di Carmen. Sei troppo bella, per essere sprecata a lavare i pavimenti.
Chiusi gli occhi e inspirai una boccata di ossigeno dolciastro e appiccicoso. Il calore delle sue mani palpeggianti mi bruciava la carne, sovrapponendosi alla contaminazione tossica che altri uomini mi avevano impresso addosso. Non subivo il tocco violante di un mostro da settimane, da quando Raúl mi aveva presa in ostaggio. Il mio carceriere era bestiale, ma, in un modo perverso, la sua feroce prigionia aveva cominciato a sembrarmi una protezione. Nessuno aveva osato avvicinarmisi, fintanto che Raúl era il mio carceriere, e (al di là di ogni logica) lui non aveva mai abusato di me.
Per quanto la sua mascella di granito si contraesse spesso per una bramosia inconfondibile, per quanto il suo corpo massiccio si flettesse spesso per l’impulso di reclamarmi, lui si era sempre trattenuto. Onorava la promessa che aveva fatto al suo capo, la notte in cui ero stata rapita: Nessuno deve toccarla. Me ne assicurerò io stesso.
Carmen si era consegnata ai propri nemici, in cambio della parola di Duarte che non mi sarebbe stato fatto del male. Mi aveva salvato la vita, nella notte caotica e violenta in cui il cartello di Duarte aveva attaccato il suo, ma mi aveva condannata ad essere tenuta in ostaggio. Intrappolata in un mondo di criminali. Vulnerabile a uomini avidi e cinici, come Daniel.
Prima che potessi inspirare un’altra boccata d’aria stucchevole, il ricordo del ringhio feroce di Raúl divenne realtà. Rabbrividii, premendo forte la schiena contro il muro, come se potessi sprofondarvi dentro e nascondermi dalla sua ira. L’avevo già sentito emettere quel suono feroce, una volta, durante il mio primo giorno di prigionia. Aveva ucciso un uomo a mani nude come punizione per aver osato toccarmi.
Le mani palpeggianti di Daniel mi lasciarono bruscamente. Il suo grido acuto rimbombò nel corridoio angusto, poi s’interruppe con un nauseante crack.
Aprii gli occhi di scatto e mi si raggelarono i polmoni. Raúl era terrificante a vedersi: la sua natura bestiale, che riusciva a malapena a contenere, lo sopraffaceva completamente. Una delle sue mani massicce circondò la gola di Daniel, inchiodandolo contro il muro. Le scarpe firmate di Daniel penzolarono a pochi centimetri dal tappeto cremisi, quando il suo corpo decisamente meno robusto si sollevò nel pugno carnoso di Raúl con la stessa facilità di una bambola di pezza.
Raúl mostrò i denti con un ringhio fragoroso e le sue folte sopracciglia si abbassarono, fino a proiettare sopra i suoi occhi delle ombre minacciose, simili a quelle di un teschio.
Nessuno deve toccarla.
Le sue parole rauche avevano un tono febbrile, come se la promessa che aveva fatto al suo capo la notte del mio rapimento fosse diventata una litania ossessiva.
I tacchi di Daniel sbattevano contro il muro, lasciando segni scuri di strisciate sulla vernice color avorio. Le sue guance avevano assunto un’allarmante tonalità di viola, mentre la sua bocca si apriva in un disperato tentativo di tirare il fiato, che Raúl gli negava.
La corporatura massiccia del mio carceriere si gonfiò, i suoi muscoli si tesero.
No!
ansimai, un istante prima che lui potesse schiacciare la gola di Daniel. Se Raúl avesse ucciso Daniel, il mio sogno di libertà sarebbe morto con lui.
Il corpo di Raúl sussultò e lui emise un basso grugnito, come se mi fossi gettata con tutto il mio peso su di lui, per fermare il suo atto violento.
Duri e profondi occhi verdi si voltarono a guardarmi, e un piccolo squittio mi sfuggì dalla gola: un topolino di fronte a un leone affamato. La sua mano rimase chiusa intorno al collo del mio complice, ma Daniel era ancora vivo, sebbene i suoi occhi roteassero dal terrore.
Ti ha toccata
disse Raúl, mostrando i denti bianchi scintillanti. La piccola cicatrice sul suo labbro superiore s’increspò: il segno indelebile della sua natura brutale metteva in risalto il pericolo che pulsava da lui, ad ogni suo respiro affannoso. Sapevo che era abbastanza forte, perché reggere Daniel non gli causasse un simile sforzo, ma trattenersi dal portare a termine l’uccisione sembrava costargli più energia che correre per otto chilometri.
Qualcosa cambiò dentro di me e la paura che mi aveva gelato il sangue nelle vene si sciolse. Fissando il suo sguardo intenso, capii con assoluta certezza che Raúl non mi avrebbe fatto del male. Non sospettava il mio complotto contro di lui. Voleva uccidere Daniel perché aveva osato mettermi le mani addosso, non perché ci aveva sentiti cospirare per rovesciare il regime del suo capo.
Sto bene
gli assicurai in un sussurro.
L’affannosità della mia voce non era interamente il risultato della mia esplosione di terrore per essere stata scoperta con Daniel. Il calore fiorì nel mio petto, diffondendosi in tutto il mio corpo con una strana ondata di forza. Avrei dovuto accucciarmi e implorare per la mia vita, ma l’intensità dello sguardo di Raúl mi fece sentire stranamente potente. Il mio singolo no in preda al panico gli aveva impedito di uccidere la sua preda più efficacemente, che se lo avessi legato con una corda.
Ti prego, lascialo andare.
La mia supplica ammorbidì la sua espressione feroce e il suo ringhio bestiale si sciolse.
Quando la tensione intorno alla sua bocca si allentò, la cicatrice evidenziò all’improvviso quanto fossero incredibilmente carnose quelle labbra: un tratto così incongruamente sensuale sul suo volto granitico. Avevo notato quella contraddizione dozzine di volte, durante le mie settimane di prigionia, ma l’improvvisa trasformazione da animale letale a uomo imponente fu così sconcertante, che mi mozzò momentaneamente il fiato.
I suoi occhi brillavano come giada lucida, mentre vagavano sul mio corpo, soffermandosi sulle mie curve. Non ti ha fatto male?
pose la domanda, anche se la sua accurata ispezione gli diede la risposta.
Scossi la testa, ma lui non si stava concentrando sul mio viso. Le sue narici si dilatarono, quando il suo sguardo si fissò sul mio petto. L’avevo già sorpreso a guardare il mio corpo, in passato, ma aveva sempre distolto rapidamente l’attenzione. Ora, sembrava ipnotizzato, completamente concentrato su di me. Mi sentii immobilizzata, nonostante il suo socio più giovane e più debole fosse quello intrappolato sotto la sua mano restrittiva.
I miei occhi sfrecciarono sul viso rubicondo di Daniel. Nel giro di pochi secondi, sarebbe svenuto per mancanza di ossigeno. Anche se Raúl non gli avesse schiacciato la gola, non sarebbe sopravvissuto a lungo.
Il fantomatico calore tossico delle mani palpeggianti di Daniel mi bruciava ancora i fianchi e i seni. Un’ondata di repulsione mi fece accapponare la pelle, mentre i volti di altri uomini crudeli, che avevano abusato di me, balenavano nella mia mente, sovrapponendosi ai suoi lineamenti violacei. Per un momento, desiderai che Raúl lo uccidesse. Desiderai che la bestia feroce distruggesse ogni uomo sadico che mi aveva fatto del male e si assicurasse che nessuno mi violasse mai più in quel modo.
Le palpebre di Daniel cominciarono ad abbassarsi sugli occhi iniettati di sangue, e il battito intermittente dei suoi tacchi contro il muro rallentò.
Uscii di colpo dal mio momento di follia vendicativa. Raúl era il mio carceriere e io dovevo liberarmi.
Per questo, Daniel mi serviva vivo.
Le dita mi tremavano leggermente, ma allungai la mano per toccare il braccio muscoloso di Raúl. Nonostante la sua forza erculea, un brivido percorse il suo corpo massiccio, a quel leggero contatto.
Ti prego, non ucciderlo.
Lo strano, scioccante formicolio sui miei polpastrelli mi mozzò il fiato, e le parole mi uscirono in un sussurro roco. Sto bene.
Improvvisamente, la sua mano lasciò il collo di Daniel e il giovane cadde a terra con un tonfo pesante. Boccheggiò in cerca d’aria, contorcendosi, mentre il bruciore dell’ossigeno essenziale gli bruciava i polmoni deprivati.
Raúl posizionò il proprio corpo enorme di fronte al mio, facendomi da scudo contro l’uomo debilitato, come se potesse rappresentare ancora una minaccia.
Sparisci dalla mia vista
abbaiò. Ora che non gli stavo più toccando il braccio, l’animale dentro di lui scalpitava per riaffiorare.
Daniel, però, non era in grado di muoversi da solo. Tremava in modo incontrollabile e le lacrime gli scorrevano sulle guance rosse.
La tenue pazienza di Raúl si spezzò. Prima che potessi implorare di nuovo per la vita di Daniel, il mio carceriere gli afferrò il braccio e lo trascinò lungo il corridoio.
Daniel riuscì a lanciare un grido roco tra i rantoli, ma non aveva la forza di lottare. Raúl lo trascinò per diversi metri lontano da me, fino a raggiungere l’ascensore in fondo al corridoio. Non appena le porte argentate si aprirono, gettò Daniel dentro. Abbatté la mano contro il pannello interno, illuminando metà dei pulsanti. L’ascensore avrebbe impiegato un bel po’ di tempo, fermandosi su più piani. Daniel sarebbe stato imprigionato lontano da me, mentre si riprendeva, dopo essere stato quasi strangolato a morte.
Raúl tornò indietro nel corridoio e le porte si chiusero alle sue spalle. Il sollievo avrebbe dovuto inondarmi, quando il mio complice fu prudentemente separato dal mio letale carceriere, ma non fu il sollievo a rendere deboli le mie ginocchia. Gli occhi di giada di Raúl brillavano, fissi sul mio viso. La sua mascella divenne di granito, assumendo l’espressione dura e vorace che avevo intravisto così tante volte, durante la mia prigionia.
Stavolta, però, lui non spostò lo sguardo sul pavimento e si allontanò da me. Il suo corpo massiccio sembrò gonfiarsi, fino a raggiungere proporzioni incredibilmente enormi; la sua figura imponente occupava tutto lo spazio del corridoio angusto. Il suo petto si espanse, inspirando profondamente, e le sue narici si dilatarono, come un predatore ipnotizzato dall’odore della sua preda.
E come la preda più sciocca, io restai immobile, invece di fuggire. Il brivido del pericolo primordiale mi formicolava lungo la spina dorsale e piccole scintille di avvertimento mi tintinnavano nelle vene. Un fremito mi percorse la carne; l’aria era improvvisamente fredda in modo scioccante, in contrasto con il calore che ribolliva appena sotto la mia pelle.
Lui si avvicinò a me, che restai radicata sul posto. Malgrado avessi visto quel mostro commettere orribili atti di violenza, la mia nuova consapevolezza dello strano potere che avevo su di lui cancellò il terrore che avrei dovuto provare di fronte alla sua avanzata predatoria.
I flash di piccoli momenti intimi che avevamo condiviso mi attraversarono la mente: il giorno in cui aveva notato una bruciatura da stiro sul mio dito, aveva curato lui stesso la piccola ferita; quando mi aveva sorpresa a desiderare un’elaborata fontana di cioccolato, a una delle feste eleganti del suo capo, si era assicurato di farmi avere una grande scatola di marshmallow ricoperti di cioccolato, la mattina seguente.
Per tutto il tempo, avevo ignorato l’evidenza della natura attenta di Raúl. Avevo fatto finta di non aver notato il suo fascino selvaggio e virile.
Mi ero annegata nella paura e nell’odio, per non dover ammettere i miei pensieri traditori sul mio crudele carceriere.
Ma lui non era mai stato crudele con me. Comunicando perlopiù con comandi taglienti e grugniti inintelligibili, non era stato esattamente caloroso. Era stato prudente con me, trattandomi come qualcosa di fragile, da custodire gelosamente. Durante il periodo trascorso sotto la sua custodia protettiva, il suo magnetismo animale sembrava aver superato le mie difese, insediandosi nella parte più profonda e istintiva del mio cervello.
Perché, per quante volte mi fossi ripetuta che Raúl era mio nemico, mi ero appena trovata di fronte alla prova della verità, che avevo conosciuto nel mio cuore, ma ignorato volontariamente: lui non mi avrebbe fatto del male e, anzi, avrebbe distrutto qualsiasi uomo avesse cercato di violarmi.
La bestia persecutrice chiuse la distanza tra di noi. Anche se mi sentivo piccola e vulnerabile nella sua enorme ombra in avvicinamento, il mio corpo era di nuovo inondato dal senso di potere che mi aveva invasa, quando lui aveva fermato il proprio attacco contro Daniel. Il lievissimo tocco delle mie fragili dita aveva arrestato i suoi impulsi brutali, imbrigliando la sua insondabile forza.
Da quando mi aveva reclamata come suo ostaggio, si era aggirato intorno al perimetro del mio spazio personale, come se fosse separato da me da sbarre di ferro invisibili. Ora, veniva dritto verso di me, senza esitazione: un animale famelico, fuggito dalla gabbia.
Il calore del suo corpo bruciò contro la mia pelle, e indietreggiai con un sussulto. La mia schiena colpì il muro, ma lui non mi concesse tregua. Incombeva su di me, così vicino, che i miei seni avrebbero sfiorato il suo petto, se avessi osato inarcarmi verso di lui. Le mie labbra si schiusero, con respiri brevi e ansimanti. Un profumo intenso e profondo infuse l’aria intorno a me: calmante, come crogiolarsi sulla terra fresca sotto un sole caldo.
I suoi occhi di giada non erano duri e oscuri, come avevo sempre pensato. Con il suo viso cesellato così vicino e il suo sguardo intenso irremovibilmente fisso sul mio, i suoi occhi sembravano catturare e contenere la luce. Veniva filtrata in intense sfumature di verde, come raggi di sole attraverso una fitta chioma di foglie.
Si mosse lentamente nel sollevare la mano verso il mio viso, come se io potessi andare in frantumi, se lui non avesse fatto attenzione con la propria forza immensa. La strana miscela di vulnerabilità e potere si diffuse nel mio corpo, inebriandomi. Quest’aspetto dolce e femminile della mia sensualità era stato maltrattato da uomini senza cuore, perciò avevo seppellito quella parte di me molto tempo prima. Abbandonarsi alla forza di un uomo portava solo dolore.
Ma Raúl non mi stava facendo male. Mi trattava come se fossi delicata e preziosa.
La mano massiccia che aveva brutalizzato Daniel solo pochi minuti prima si trovava a un soffio dalla mia guancia, ora, ma non battei ciglio. Fissai i suoi occhi verde-foresta e tutti i miei pensieri furono sciolti dal suo calore. La tensione spaventosa che avevo sentito nei muscoli, per più tempo di quanto potessi ricordare, si alleviò, placata dal suo profumo calmante e dalla sensazione inebriante del mio potere su quell’uomo ferocemente forte.
I suoi polpastrelli sfiorarono il contorno della mia mascella, tracciando, con i ruvidi calli, una linea di scintille formicolanti sulla mia pelle sensibilizzata. Due dita si piegarono sotto il mio mento, sollevandomi il viso. La luce danzò nelle profondità ipnotizzanti dei suoi occhi, mentre vagavano su ogni mio singolo lineamento, scrutandomi con attenzione rapita.
Non ti ha fatto male?
La domanda lasciò il suo petto con un basso rimbombo. La sua tenera preoccupazione aveva una nota possessiva, che fece fremere qualcosa nel mio ventre.
Scossi leggermente la testa, per rassicurarlo che ero illesa, ma il movimento fu poco più di un fremito, che percorse tutto il mio corpo. Le sue dita gentili sotto il mento mi tenevano immobilizzata più efficacemente, che se mi avesse inchiodata al muro con le mani intorno ai miei polsi. Se fosse stato aggressivo con me, avrei opposto resistenza. L’avrei sfidato, anche se non avevo alcuna speranza di sopraffarlo fisicamente.
Ma quell’intensa e tenera attenzione mi rendeva più impotente di quanto i suoi pugni avrebbero mai potuto fare. Nessun uomo mi toccava più così da terribilmente tanto tempo, e il mio corpo era bramoso di quel contatto intimo.
Il mio sguardo cadde sulla sua bocca. Proprio come lui sembrava aver perso la capacità di trattenersi dall’osservarmi, io non riuscivo a trovare la paura necessaria per impedirmi di fissare la deliziosa contraddizione delle sue labbra morbide sul suo viso granitico. Mi concentrai sulla piccola cicatrice che gli solcava il labbro superiore, affascinata da quel segno di violenza, che non faceva altro che esaltare il suo fascino sensuale, anziché rovinarne i lineamenti.
Ti ha toccata
ripeté Raúl con un ringhio primordiale. Improvvisamente, la sua mano libera mi afferrò il fianco, e le sue dita lunghe avvolsero il punto esatto in cui Daniel mi aveva stretta nella sua sgradita presa lasciva.
Il calore divampò sotto la mano di Raúl e il mio corpo sussultò, per il colpo di fulmine che mi attraversò, rovente. Il suo tocco sotto il mio mento rimase dolorosamente gentile, ma la sua presa sul mio fianco si strinse, tenendomi bloccata esattamente dove voleva lui. La sua presa possessiva cancellò la traccia tossica delle mani di Daniel, marchiandomi più profondamente di quanto la violazione del giovane avrebbe mai potuto segnarmi.
Il respiro mi si mozzò in gola e un brivido mi percorse, mentre la mia pelle formicolava di una consapevolezza sensuale, che pensavo mi fosse stata cancellata con la forza.
Le mie labbra dischiuse e il mio corpo fremente sembrarono segnare la rovina di Raúl. Qualsiasi briciolo di ritegno che ancora possedeva si spezzò e la sua bocca scese sulla mia.
Mi aprii al suo bacio senza esitazione, affamata di lui quanto lui lo era di me. La sua lingua s’infilò nella mia bocca in una profonda e impenitente rivendicazione. Le sue grosse dita lasciarono il mio mento, scivolandomi sulla nuca, per attorcigliarsi tra i miei capelli. Un brusco strattone mi estorse un sussulto dal petto, mentre migliaia di piccolissimi punti di dolore mi pizzicavano il cuoio capelluto. Anziché spaventarmi, la sua aggressività vorace alimentò la mia, e rovesciai la testa all’indietro, per accoglierlo e prenderne ancora.
L’altra sua mano risalì dal mio fianco, trovando infallibilmente il segno sul mio seno, dove Daniel mi aveva afferrata. Anziché palpeggiarmi, mi massaggiò la carne con un tocco deciso, che risvegliò un’altra zona di piacere dimenticata da tempo. I miei capezzoli divennero boccioli duri e bisognosi, e io mi protesi verso il suo tocco senza pensare. Lui ringhiò nella mia bocca e il suono primordiale rimbombò dentro di me, fino a stimolare il mio intimo.
Le sue dita diventarono più brusche, testando quanto mi sarei piegata a lui. Persino quando la sua presa premette abbastanza a fondo da lasciarmi un livido, fremetti e m’inarcai di più. I miei capezzoli formicolavano contro l’interno del reggiseno, facendomi sentire meravigliosamente sovrastimolata, ma anche bisognosa di un maggior trattamento rude di Raúl.
Lui trovò il punto di tensione sotto il mio vestito, e il primo tocco del suo pollice sul mio bocciolo sensibile mi estorse un lieve gemito dal petto. Linee roventi di fuoco lussurioso mi sfrecciarono direttamente dai capezzoli al clitoride, che si risvegliò con un disperato, doloroso pulsare.
Qualcosa di lungo e duro pungolò il mio ventre e, all’evidenza della sua erezione, la paura rievocata oscurò il mio piacere. Rimasi immobile per appena un istante, prima che le sue dita si chiudessero intorno al mio capezzolo, richiedendo la mia completa attenzione. Mugolai e mi sporsi verso il pizzicore, permettendo al lampo di dolore delizioso di consumarmi completamente. I ricordi oscuri non poterono perseguitarmi, quando Raúl si rifiutò di liberarmi dalle sue mani dominanti. Lui comandava il mio corpo e invadeva la mia mente.
