About this ebook
Carole Mortimer
Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’
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Book preview
Accadde un'estate - Carole Mortimer
1
«Ehi, Sian, hai sentito l'ultima?» disse Ginny facendo irruzione nell'ufficio. «Jarrett King sta per tornare!»
Jarrett King sta per tornare... Sian aveva atteso per tre anni quella notizia e ora era troppo tardi. Continuò meccanicamente a classificare le schede in ordine alfabetico, ma le sue mani tremavano.
Ognuna di esse recava il nome del proprietario dell'animale che Chris Newman aveva visitato durante la mattinata. Il lavoro non mancava di certo in quel gabinetto veterinario e Sian, che vi faceva la segretaria, aveva l'incarico di tenerle in ordine.
«Sian, mi hai sentita?» Ginny era appena tornata da un pranzo anticipato perché nel pomeriggio doveva fare da assistente a suo fratello Chris durante una serie di operazioni. «Ho detto...»
«Ho sentito.» Finito di sistemare un cassetto, Sian attaccò con un altro. «Qualcuno ha messo in disordine le mie schede» borbottò, trovandone una della P tra quelle della R.
«È stato Chris, probabilmente» disse Ginny, sedendosi sul bordo della scrivania di Sian. «È di un disordine spaventoso anche a casa e la mamma non fa che urlargli dietro.»
Non mi dici nulla di nuovo, pensò Sian. Il giovane veterinario, infatti, era negato per la parte amministrativa dello studio, ma si trasformava nel più dolce, paziente e comprensivo degli uomini quando si trattava di curare un animale ammalato.
Ginny la stava guardando con aria sorpresa.
«Jarrett King torna a Swannell e la notizia non ti fa alcun effetto?»
«Perché dovrebbe?» domandò Sian, meravigliandosi del proprio autocontrollo. Si alzò e prese a muoversi per l'ufficio con la grazia di una gazzella. Era una bella ragazza con i capelli rossi e due grandi occhi nocciola, con le gambe lunghe e ben fatte e le curve al posto giusto.
«Avrei pensato il contrario» insistette Ginny.
«Mi chiedo perché quell'uomo ti interessi tanto. Non l'hai neppure visto dal momento che se n'è andato da Swannell prima che tu venissi ad abitare qui.»
«Tutti conoscono Jarrett King» ribatté l'altra ragazza che aveva la stessa età di Sian, ventidue anni, e da diciotto mesi era felicemente sposata con Martin Scott, l'altro veterinario dello studio.
Ha ragione, ammise tra sé Sian. Tutti conoscevano Jarrett King a Swannell. Anzi, lui era considerato una specie di eroe locale, quello che aveva lasciato la piccola città per andare in America a dirigere, succedendo a suo zio, una grande impresa di costruzioni, dopo essersi occupato per anni del ramo inglese della stessa azienda. Sì, tutti conoscevano Jarrett King a Swannell anche se lui era vissuto lì solo per cinque anni. E nessuno meglio di lei.
«E ho sentito che tu lo conoscevi più che bene una volta» aggiunse Ginny.
«Davvero?» fece Sian, avvertendo un tuffo al cuore. «Non starò a chiederti chi ti ha riferito un pettegolezzo del genere...»
«E io non starò a dirtelo! Oh, Sian, non intendevo fare la ficcanaso» si scusò Ginny, sinceramente dispiaciuta, «ma pensavo che ti saresti mostrata più interessata.»
«Mi dispiace deluderti, cara, ma che Jarrett King vada e venga da Swannell è una cosa che non mi riguarda affatto.»
«Se n'è andato via tre anni fa ma, a sentirti parlare, sembra che sia tornato qui spesso.»
Sian diede in un'alzata di spalle.
«Dubito che rimarrà a lungo questa volta.»
«Ho sentito...»
«Ginny, per amor del cielo!» Chris era apparso sulla soglia dello studio. «Ti sto aspettando da dieci minuti. Se non ti dispiace, vorrei cominciare» concluse con sarcasmo.
«Non mi dispiace affatto, fratellino caro» ribatté Ginny, con un sorriso dolce.
«Allora?» domandò lui, con aria impaziente, vedendo che la sorella non accennava a seguirlo.
«Ti raggiungo tra un minuto» rispose Ginny, impassibile.
Lui chiuse la porta, borbottando qualcosa sull'impossibilità di lavorare con qualcuno della famiglia.
«Chris sa bene che sono una brava assistente» commentò Ginny.
«E soprattutto modesta» scherzò Sian, più rilassata.
«Be', sarà meglio che vada, ora. Non vorrei che il suo umore peggiorasse.»
«La cosa non sembrava preoccuparti qualche istante fa» osservò Sian, ridendo. Ora che non parlavano più di Jarrett King, si sentiva più tranquilla.
«Ho vissuto con lui per vent'anni e non mi ha mai fatto paura.» Ginny fece una smorfia. «In ogni caso, potrebbe anche dedicarti un po' più d'attenzione. Dopotutto, siete fidanzati!»
«Ma dobbiamo anche lavorare» ribatté freddamente Sian.
«Questo è vero, ciò non toglie che Martin ogni tanto mi lanci un bacio... Chris, invece...» Ginny si diresse verso la porta. «Non capisco che cosa ci trovi in lui...» concluse, aggrottando la fronte. «È solo perché sei sua sorella.»
«Può darsi...»
Sian riordinò la scrivania e uscì. Aveva a disposizione qualche ora di libertà prima di tornare allo studio, alle quattro del pomeriggio. O, perlomeno, così sarebbe dovuto essere. In pratica, invece, doveva fare la spesa per la cena e preparare il pranzo per il padre e la sorella che faceva la parrucchiera e che, di conseguenza, finiva di lavorare tardi.
Quel giorno, tuttavia, non se la sbrigò con l'abituale velocità perché aveva in mente soltanto Jarrett. Davvero sarebbe tornato a Swannell? Dopo tre anni d'assenza era piuttosto improbabile, ciononostante lei camminava cautamente come se avesse paura di incontrarlo a ogni angolo della strada.
Entrando e uscendo dai negozi, si accorse che la gente che la conosceva le lanciava strane occhiate. Che Ginny avesse allora proprio ragione?, le venne da chiedersi a un certo punto. Molte persone sapevano che in passato lei era stata legata a Jarrett ed era quindi naturale che fossero curiose di spiare la sua reazione a quella notizia. Grazie al cielo, Ginny l'aveva avvertita!
Prima di entrare nella casa in stile vittoriano nella quale vivevano lei, suo padre e sua sorella... la madre era morta diversi anni prima... si stampò in faccia un bel sorriso. La piccola Mini gialla era parcheggiata nel vialetto, il che significava che Bethany era già tornata. Sian, tuttavia, non la trovò in cucina. Cominciò a tirar fuori la spesa e a far scaldare la griglia per le bistecche... Non appena avesse sentito odore di cibo, Bethany si sarebbe subito fatta viva.
Mentre compiva gesti automatici, ricominciò a pensare a Jarrett. Se davvero tornava, e sembrava proprio che fosse così, era inevitabile che si incontrassero. Swannell era una città troppo piccola perché potessero ignorarsi a vicenda. Come si sarebbe comportata? Pur essendo una ragazza calma e pratica, quando si trattava di Jarrett cambiava completamente.
Ma ora era fidanzata e il brillante che portava al dito diceva chiaramente che il suo cuore apparteneva a Chris. I folli sentimenti che aveva provato per Jarrett facevano ormai parte del passato, della sua giovinezza. E se ne sarebbe accorto anche lui nel caso in cui avesse cercato di rammentarglieli.
Ma forse neppure si ricordava più di lei. Sian era probabilmente una donna che lui preferiva dimenticare perché, per una volta, gli aveva dato del filo da torcere. E poi erano passati tre anni...
«Ciao» disse Bethany, entrando in cucina con un torsolo di mela in mano. «Non ce l'ho fatta ad aspettare» si scusò, notando lo sguardo di disapprovazione della sorella. Poi si sedette. Indossava un paio di jeans e una camicetta, la tenuta abituale che si metteva per andare a lavorare. Bethany aveva i capelli biondi come quelli di una bambina e due occhi azzurri dall'aria innocente, ma era la più vivace della famiglia.
«Su, dai, apparecchia» ordinò Sian, chiedendosi come facesse Bethany ad avere una figura così snella pur mangiando come un lupo.
«Ehi, indovina cos'ho saputo oggi! Sai chi torna a Swannell?» chiese Bethany, improvvisamente eccitata.
«Jarrett King» rispose piattamente Sian, più che mai grata a Ginny per avergliene parlato. Bethany sapeva tutto sul suo passato con Jarrett, ragione per cui Sian era ora contenta di non essersi fatta cogliere di sorpresa dalla sorella.
«Come fai a saperlo?»
«Le notizie volano in una cittadina come questa.»
«E io che pensavo di svelarti un segreto...»
«Ginny ti ha preceduta» ribatté Sian, sorridendo.
«Come sempre» osservò Bethany, senza rancore.
«Comunque sia, non ti eccita l'idea che Jarrett stia per tornare?»
No, per Sian non era affatto eccitante! Jarrett se n'era andato da tre anni. Tre anni! E proprio adesso doveva tornare! Non l'anno dopo, né quell'altro ancora, quando la cosa non avrebbe avuto più alcuna importanza. No. Ora!
«Se ricordo bene, non ti è mai piaciuto» ricordò alla sorella.
«Allora ero soltanto una ragazzina di sedici anni» si difese Bethany, arrossendo. «Altrimenti mi sarei accorta che Jarrett è un gran bell'uomo.»
«L'hai visto?»
«Non ancora ma ho intenzione di vederlo.»
«Bethany!» esclamò Sian, con aria di rimprovero.
«Ti dispiace?»
«Come fai a sapere che Jarrett è un bell'uomo?» chiese Sian, evitando di rispondere alla domanda.
«Facile. Me lo ricordo, anche se vagamente. E poi ho letto un articolo su una rivista qualche mese fa.»
«Non me l'avevi detto...»
«No, be'... A dire la verità, Sian, non ero sicura che volessi saperlo. In ogni caso, era soltanto un articoletto in cui si parlava più che altro della sua azienda. Ma c'era anche una bella foto di Jarrett.»
Sian si inumidì le labbra prima di chiedere: «Come... com'era?».
«Splendido! Veramente splendido» rispose con entusiasmo Bethany. «Il sole gli ha schiarito i capelli e gli occhi verdi risaltano maggiormente sul viso abbronzato. Quanto al corpo...»
«Bethany!» scattò Sian, scandalizzata dall'espressione di desiderio dipinta sul viso della sorella.
«Sai, era in costume da bagno, per cui la fotografia non lasciava molto spazio all'immaginazione...»
Sian ricordava anche troppo bene quel corpo e la magia che sapeva dare quando meno te l'aspettavi. Ne era rimasta sedotta anche lei e proprio per questo temeva per la giovane sorella. A diciannove anni, Bethany era sotto molti aspetti ancora immatura e in parte la colpa era di Sian che si era mostrata troppo protettiva nei suoi confronti da quando la madre era morta. Ed era anche troppo ingenua per un uomo come Jarrett.
«È troppo vecchio per te, Bethany» disse bruscamente.
«Ha soltanto trentasei anni e tu che ne hai solo tre più di me non lo giudicavi troppo vecchio.»
«Papà non approverebbe se ti sentisse parlare a quel modo di lui.»
«Hai intenzione di dirglielo? Non l'ho neppure visto. Dammi almeno quest'occasione.»
Sian aveva molti dubbi sul fatto che Jarrett potesse interessarsi a Bethany. La giovinezza e l'ingenuità erano due cose dalle quali lui aveva giurato di tenersi lontano quando aveva lasciato lei, allora diciannovenne. E Bethany era ancora più immatura di quanto non lo fosse stata lei tre anni prima. Un uomo pieno di esperienza come Jarrett non ne sarebbe mai stato attratto.
«Chissà dove alloggerà?» chiese Bethany, seguendo il filo dei suoi pensieri.
«Allo Swan» rispose Sian, mentre serviva in tavola il pranzo, in attesa che il padre arrivasse. «È l'unico albergo in cui possa sistemarsi.»
«Già...»
«Non ti è passato per la mente che potrebbe essere con sua moglie?»
«Moglie?» fece Bethany, sorpresa. «Ma Jarrett non
