
Il folklore internazionale cita innumerevoli miti e leggende aventi come protagonisti esseri misteriosi e sovrumani. Molti di loro sono ormai relegati alla sfera del fantastico, ma altri sono ancora oggetto di studi che prendono in esame fenomenologie del paranormale. Da ricercatore mi sono sempre chiesto quanto potesse esserci di reale in tutte quelle leggende su vampiri, fate, folletti e chi più ne ha più ne metta, giungendo alla conclusione che l’esistenza di così tante testimonianze su altrettanti esseri è dovuta esclusivamente all’interpretazione umana che è relativa a vincoli spazio-temporali, psicocognitivi e socio-culturali dei vari testimoni.
In parole povere, una eventuale manifestazione spiritica, o l’avvistamento di un dato essere definito «mitologico», potrebbe essere stata alla base della creazione di numerose creature oggi conosciute con nomi diversi e alle quali si associano comportamenti e descrizioni differenti, questo perché ogni uomo è un universo a sé stante e la percezione della realtà è soggettiva. Ritengo opportuno precisare che questo articolo è incentrato sul folklore, e che gli esseri presentati devono essere contestualizzati nell’ottica delle tradizioni folkloristiche proprie dei luoghi geografici citati.
Il termine «folklore» verrà utilizzato spesso in questo articolo. Esso designa un complesso generico di elementi propri della tradizione popolare: miti e leggende, racconti, proverbi, indovinelli, superstizioni trasmessi per lo più oralmente, ergo soggetti a innumerevoli variazioni.
Il termine venne coniato se William Thoms (1803-1885), che lo utilizzò per la prima volta in una lettera scritta sotto lo pseudonimo di Ambrose Merton e indirizzata alla rivista letteraria britannica il 22 agosto 1846. Thoms proponeva di utilizzare il nuovo vocabolo al posto di «antichi usi e costumi popolari», specificando che il suo neologismo fosse più idoneo a rappresentare la sfera socioculturale di riferimento. Il termine «folclore» o «folklore» (dall’inglese «folk», «popolo», e «lore», «tradizione») si riferisce quindi a quelle forme di cultura