

Già negli anni ‘60 gli scienziati cominciarono a lanciare l’allarme del rischio di un clima sempre più torrido a causa dell’intervento dell’uomo sul pianeta.
IL 2022 è ormai agli sgoccioli e ci sta per salutare con un triste quanto preoccupante primato. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’anno in corso si confermerà come il più caldo mai registrato in Italia dal 1800. L’aumento delle temperature è stato di quasi un grado centigrado più alto rispetto alla media calcolata dal 1990 al 2020. La lunghissima e asfissiante estate che abbiamo appena vissuto, iniziata i primi giorni di maggio e andata avanti fino a novembre con temperature sempre più alte delle medie del periodo, ha reso evidente come il riscaldamento globale sia sempre più un’amara verità. Una verità prospettata da decenni e diventata ora una realtà dominante. Erano gli anni Sessanta, infatti, quando gli scienziati di tutto il mondo cominciarono a lanciare l’allarme del rischio di un clima sempre più torrido a causa del catastrofico intervento dell’uomo sul pianeta. Eppure per moltissimo tempo le teorie di esperti, studiosi e ambientalisti sono passate quasi inosservate o prese come allarmismi esagerati e ingiustificati.
Peraltro che l’umanità sia in grado di cambiare l’aspetto e le condizioni climatiche e ambientali dei luoghi in cui vive è un fatto sotto gli occhi di tutti. L’arretramento delle foreste e dei