
, malia dei romanzi d’appendice e dei loro alfieri: gli imprevisti, l’esotico, i (buoni) compagni di venture. Quasi tutto lì gravita tuttavia intorno a due vincoli. Il primo è la scommessa – “pari” nell’idioma originale di Jules Verne, ora (si) direbbe #challenge – e viene dichiarato all’inizio: generato da un umano in carne, inchiostro e ossa e da un “suo” personaggio, poggia su una misura condivisa e all’apparenza inequivocabile. Il secondo lo si intuisce invece dopo un po’ e lo si scopre verso la fine, man mano che la trama della storia e l’ordito della geodesia si srotolano di est in est: è un fatto geografico, creato da chi mòve, tra